Pizza killer?

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Askani
00giovedì 22 marzo 2007 20:05
I cartoni da asporto delle pizze conterrebbero sostanze non autorizzate e quindi potenzialmente pericolose per la salute. La denuncia è di Telefono Blu Sos Consumatori che ha scovato su Internet i risultati di uno studio, condotto dai Laboratori di Ricerche Analitiche (Alimenti ed Ambiente) dell'Università degli Studi di Milano.
I ricercatori di Milano, analizzando diversi contenitori comunemente utilizzati Content will appear here. I ricercatori di Milano, analizzando diversi contenitori comunemente utilizzati su tutto il territorio nazionale, avrebbero identificato la presenta di una sostanza (il di-isobutilftalato) "in quantità molto elevata. Un fatto molto grave: la direttiva 2004/14/Ce, infatti, non contempla questa sostanza tra quelle ammesse per la fabbricazione di contenitori di cartone destinati a venire a contatto con gli alimenti.
"Il sospetto - spiega Antonio Pariante del Telefono Blu, è che i cartoni analizzati dai ricercatori di Milano siano stati fabbricati con cellulosa riciclata: una pratica illegale, in quanto la norma italiana vieta l'utilizzo di carta di recupero per i prodotti ‘umidi' ed impone di utilizzare, almeno nello strato di carta che deve venire a contatto con l'alimento, l'uso di pasta di carta vergine." Il senso di questi divieti è impedire la migrazione di composti, potenzialmente pericolosi per la salute umana. Non solo: c'è anche l'abitudine di consumare la pizza direttamente nel cartone, previo ulteriore riscaldamento nel forno di casa, dopo aver asportato il coperchio della scatola. "Il rito della pizza a domicilio è un'abitudine orami consueta per moltissime famiglie italiane: si calcola infatti che siano circa 1.300.000 le pizze da asporto che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole. Tavole alle quali siedono anche numerosi bambini.
Che molti di questi contenitori siano fuori legge lo dimostra un test di laboratorio di cui Telefono Blu Sos Consumatori sono entrati in possesso. Scopo di queste analisi, compiute seguendo le procedure standard europee, era individuare le cause del pungente odore che a volte si avverte aprendo una scatola di pizza, e lo sgradevole, benché leggero, retrogusto che a volte accompagna la degustazione.
I risultati sono stati sorprendenti. Sottoposti alla gascromatografia (una macchina in grado di leggere i diversi componenti "rilasciati" all'alimento), tutti i cartoni hanno mostrato azione contaminante del cibo da composti che non devono assolutamente venire a contatto con gli alimenti. Il cromatogramma ha evidenziato anche la presenza di dietilesilftalato, una sostanza che l'Unione europea ha bandito da tutti gli oggetti di largo consumo, ultimi i cosmetici, per la sua possibile tossicità.
Va precisato che le analisi non riportano in quale quantità questa molecola è passata all'alimento, e dunque non è possibile valutare l'effetto della sua presenza, ma il solo fatto di trovarla nella pizza è un chiaro segnale di allarme.
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