Pirandello ancora dietro le sbarre..sì le sbarre della SIAE!

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Nina§
00lunedì 29 gennaio 2007 14:27
Fonte:http://www.teatro.org/rubriche/libri/








7 anni e 10 mesi. E’ la condanna inflitta agli impresari teatrali che portano in scena il teatro pirandelliano, costretti a continuare per altri 7 anni e 10 mesi a pagare il balzello imposto dalla SIAE. In tempi di indulto, solo il teatro non viene agevolato ma, al contrario, vede allungarsi le sue pene. La legge stabilisce che chiunque rappresenti un’opera teatrale di Pirandello deve pagarne i diritti alla SIAE per 70 anni dalla morte dell’autore. 70 anni di vacche grasse che vengono munte dalla SIAE e dagli eredi dell’autore, senza fare niente, aspettando soltanto che arrivino i soldi versati dalla rappresentazioni. E poi? Poi basta. Passati i 70 anni le compagnie di teatro non devono più pagare i diritti d’autore e la SIAE deve mettersi a digiuno. Dal 1 gennaio 2007 sono dunque trascorsi 70 anni dalla morte di Pirandello. Ma la legge è imperfetta e questa qui è anche vecchia, così vecchia che è un peccato non aggiornarla. Anzi, è una splendida occasione di profitto per la SIAE, che non è una società per profitti. E così gli azzeccagarbugli si sono messi all’opera (è proprio il caso di dirlo) e hanno finalmente trovato l’ago nel pagliaio – l’ago con cui risvegliare chi si era illuso di non dover pagare più tasse per inscenare Pirandello. Anche se microscopico, il cavillo è micidiale: basta abolire la distinzione tra autori appartenenti ai paesi vincitori della seconda guerra mondiale e autori appartenenti ai paesi sconfitti. Cosa c’entra? C’entra perché, nel caso di Pirandello, i famosi 70 anni di vacche grasse vanno contati, spiega la SIAE, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, cioè dal 1947, e non dalla morte di Pirandello, avvenuta nel 1936. Quindi i 70 anni non finiscono nel 2007, ma proseguono fino al 2013. Vogliamo fare un torto ad un premio Nobel? Non è certo il caso di fare i razzisti teatrali e discriminare tra autori italiani e stranieri. Perché poi rispettare una legge italiana quando abbiamo di fronte un “accordo internazionale” che raggruppa le SIAE di tutto il mondo? Il potere è dei soldi, non dei voti. E poi dicono che la cultura non rende. Basta saperla prendere dal verso giusto, cioè sfruttando il lavoro altrui e dotandosi di tanta, tanta fantasia con cui inventarsi rocamboleschi alibi per continuare a intascare soldi – ecco la vera arte – senza lavorare.
Ci rivediamo tra sette anni, per conoscere la nuova motivazione con cui sarà giusto estendere fino a 1500 anni dalla morte il pagamento dei diritti d’autore alla SIAE. Sipario.

[Modificato da Nina§ 29/01/2007 14.29]

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:36.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com