Biceleon
00giovedì 30 settembre 2010 10:22
Gli scienziati da tutto il mondo hanno cercato di capire come gli Egiziani abbiano eretto le loro gigantesche piramidi . Ora un architetto, ricercatore presso l'Università norvegese della scienza e della tecnologia (NTNU), dice di aver trovato la risposta a questo antico interrogativo, sinora irrisolto.
I ricercatori sono stati così preoccupati dal peso delle pietre che hanno teso a trascurare due importanti problemi: come hanno fatto gli egiziani a sapere esattamente dove posare i blocchi, estremamente pesanti? E come è stato in grado l'architetto principale di comunicare piani e progetti particolareggiati, di alta precisione, ad una forza lavoro di 10.000 uomini analfabeti?
Una struttura di sette milioni di tonnellate
Questi sono stati tra gli interrogativi che si è posto Ole J. Bryn, un architetto e professore associato presso la Facoltà di Architettura e Belle Arti della NTNU, quando si è dedicato all'esame della Grande Piramide di Khufu (Cheope) di Giza, che è composta di 2, 3 milioni di blocchi di calcare, per un peso di circa 7 milioni di tonnellate. Con i suoi 146, 6 metri di altezza, essa ha detenuto il record della struttura più alta mai costruita per quasi 4000 anni.
Bryn ha scoperto una cosa piuttosto semplice. Egli ritiene che gli egizi avessero inventato la griglia caratteristica di progettazione come si usa per un moderno edificio, separando il sistema di misurazione della struttura dalla forma dell'edificio stesso, e introducendo in tal modo la tolleranza, come viene chiamata oggi nelle professioni dell'ingegnere e dell'architetto.
La chiave è il punto di vertice
Bryn ha studiato gli schemi delle trenta più antiche piramidi egiziane, e ha scoperto un sistema di precisione che ha reso possibile agli Egizi l'identificazione precisa nello spazio della posizione dell'ultimo punto, il vertice più alto, con un grado impressionante di precisione. Dallo studio dello schema della piramide, è possibile predisporre la documentazione di un progetto in modo moderno, non solo per una, ma per tutte le piramidi di ogni dato periodo.
Basta che l'architetto conosca le dimensioni principali di una piramide, e può proiettare l'edificio come farebbe con un edificio moderno, ma seguendo i metodi costruttivi e le misure noti nell'antico Egitto, dice Bryn.
In un articolo scientifico pubblicato in maggio 2010 nel
Nordic Journal of Architectural Research, Bryn discute aspetti che possono spiegare la costruzione di molte delle piramidi egiziane con l'uso della griglia di costruzione, e non tratta della costruzione fisica in se stessa, come punto di partenza per le sue analisi.Una nuova mappa progettuale
Se i principi alla base dei disegni presentati da Bryn sono corretti, allora gli archeologi avranno a disposizione una nuova "mappa progettuale", che dimostra con chiarezza che le piramidi non sono un "mucchio di pietre pesanti, posto a formare strutture sconosciuto" ma, piuttosto, strutture incredibilmente precise.
I risultati ottenuti da Ole J. Bryn saranno presentati e spiegati nell'esposizione Il Punto di Vertice a Trondheim dal 13 settembre al 1 ottobre. La mostra è parte ufficiale del programma per celebrare il centenario (1910-2010) dell'Università norvegese di Scienza e Tecnologia.
L'autore:
Ole J. Bryn è un ex professionista, architetto, e occupa attualmente un posto di Professore Associato presso la Facoltà di Architettura e Belle Arti all'Università norvegese della scienza e della tecnologia (NTNU) di Trondheim, Norvegia.
Lo sviluppo delle teorie di Bryn sulle griglie geometriche usate nelle piramidi egiziane ha beneficiato della collaborazione del Dr. Michel Barsoum, Preside e Professore Distinto presso il Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria della Drexel University di Philadelphia.
Fonte
roberta.maat
00giovedì 30 settembre 2010 11:10
Grazie Bicelon, avevo letto anche io l'articolo ma non ho capito granchè.
Se qualcuno potesse spiegare semplicemente ai non architetti, senza quindi dover laurearsi in fretta in ingegneria, sarebbe una gran cosa.
Invidio simpaticamente i partecipanti al forum che hanno dimestichezza ingegneristica con l'argomento "griglia".
Forse Pizia vorrà provare a farmi capire ?
-Kiya-
00giovedì 30 settembre 2010 13:23
che gli Egizi facessero uso di "griglie", mi pareva fatto assodato.
E' stato possibile appurarlo su alcune pareti tombali incompiute, dalle quali si è potuta dedurre l'attenzione riservata alle proporzioni.
Intuire che tale metodo fosse applicato, in scala inferiore, anche a monumenti di grandi proporzioni mi sembra, pertanto, avere poco di eclatante, anche se, in quest'ultimo caso, occorre tenere in debita considerazione la "terza dimensione", ovvero la profondità, che nei rilievi non trovava posto.
Il discorso relativo al "punto 0", ovvero al vertice, invece, mi è tutt'altro che chiaro. L'articolo proposto (per il quale ringrazio Biceleon) è sì interessante, ma estremamente riassuntivo e limitato nei contenuti, nonchè carente di dettagli fondamentali per la comprensione. Occorrerebbe poter mettere mano sullo studio effettuato dall'architetto Norvegese (che con ogni probabilità ne farà un libro) o, quanto meno, accedere all'articolo completo pubbblicato sulla rivista citata.
-Kiya-
00giovedì 30 settembre 2010 13:36
Re:
RAMSY, 30/09/2010 13.20:
.... Ma so che alla fine mi farò ancora la stessa domanda: se avevano tutte queste conoscenze astronomiche e ingegneristiche come ca.....spita è possibile che non conoscevano la ruota?
Se gli strumenti in tuo possesso, per pochi e poveri che siano, ti consentono già di ottenere i risultati sperati, perchè scervellarti a "inventare" nuovi congegni?
In ogni caso, io credo che ci siano cose date per assodate che, invece, andrebbero rivalutate. Sulla ruota, ad esempio: come siamo giunti alla conclusione che furono effettivamente gli Hyksos a introdurla in Egitto? Ci siamo affidati al fatto che, prima di allora, non sussistano rappresentazioni della stessa. Ma questo esclude davvero in toto la possibilità che la conoscessero e la utilizzassero? Forse, fino a quel momento non ne ampliarono l'uso ai carri, ma questo esclude che non se ne avvalessero in altri modi? Inoltre per i carri la vera innovazione potrebbe essere quella delle ruote a raggi, più leggere. Ma se prima di allora fossero in uso (in ambiti diversi) quelle piene?
Ricorrere alla ruota per la costruzione delle piramidi, tuttavia, sarebbe stato alquanto inutile, primo per via del terreno: sulla sabbia le difficoltà di trainamento sarebbero state notevoli (un limite a cui si sarebbe potuto ovviare, creando percorsi "battuti"); e secondo: ruote lignee non avrebbero sopportato il peso dei massi impiegati nella costruzione. Questo giustificherebbe l'impiego dei tronchi o delle slitte.
Diego Baratono.
00giovedì 30 settembre 2010 13:50
Il concetto di ruota in ogni caso era conosciuto dagli EA: si veda Khnum, il vasaio. Certo è che in un terreno sabbioso le "slitte", ad esempio, offrivano meno attrito che non le ruote
RAMSY
00giovedì 30 settembre 2010 14:20
Re: Re:
-Kiya-, 30/09/2010 13.36:
Se gli strumenti in tuo possesso, per pochi e poveri che siano, ti consentono già di ottenere i risultati sperati, perchè scervellarti a "inventare" nuovi congegni?
Per logica (mia logica) esiste un procedimento fondamentale nell'uomo che si chiama evoluzione. Tutti i traguardi che abbiamo raggiunto li abbiamo raggiunti per gradi, partendo da scoperte semplici che trovavamo utili e innovative. Ma questo non ci ha fermato, abbiamo sempre cercato di perfezionare, migliorare queste nostre scoperte e continueremo a farlo. Tutto questo non è possibile senza l'esperienza. Per comunicare via internet non ci serve l'alfabeto morse, ma senza l'alfabeto morse non ci sarebbe stato il telegrafo, non ci sarebbe stato il telefono, e poi la radio, la televisione, i calcolatori......Prima di arrivare ad internet, al cinema in 3D agli shuttle siamo passati da tanti passaggi intermedi che adesso ci sono obsoleti ma che sono stati fondamentali nelle nostre scoperte
-Kiya-, 30/09/2010 13.36:
Ricorrere alla ruota per la costruzione delle piramidi, tuttavia, sarebbe stato alquanto inutile, primo per via del terreno: sulla sabbia le difficoltà di trainamento sarebbero state notevoli (un limite a cui si sarebbe potuto ovviare, creando percorsi "battuti"); e secondo: ruote lignee non avrebbero sopportato il peso dei massi impiegati nella costruzione. Questo giustificherebbe l'impiego dei tronchi o delle slitte.
Non pensare in modo diretto, pensa agli utensili, alle scorte alimentari. E' stato dimostrato che gli operai delle piramidi mangiavano carne tutti i giorni. Come arrivava tutto il bestiame macellato alle migliaia di operai? e come portavano i tronchi stessi, i paranchi? E come portavano via i poveri operai(e dovevano essere tanti
che morivano sul posto?Tutto su slitte? Possibile che già ai tempi di Imothep non sia venuto in mente a nessuno un sistema di trasporto più funzionale?
RAMSY
00giovedì 30 settembre 2010 14:32
Re: Re:
-Kiya-, 30/09/2010 13.36:
....Questo giustificherebbe l'impiego dei tronchi o delle slitte.
proprio perchè conoscevano il concetto di rotolamento che sarebbero bastati 4 tronchi e due assi di legno per arrivare a questo........
-Kiya-
00giovedì 30 settembre 2010 18:24
RAMSY, è proprio questo a cui mi riferisco quando dico del rischio di ragionare con una mente "corrotta" dalla modernità, commettendo l'errore di immaginare la Gizah di allora per come è oggi. In quella zona sorgeva una città , che poteva contare su tutto quanto occorresse a coloro che la abitavano.
I problemi "gestionali" di cui riferisci tu, quindi, dovevano essere risolti non per "alimentare" la costruzione delle piramidi, ma in ogni caso. E la presenza di buoi, fonte di cibo, mi pare possa ritenersi assodata, anche solo dalle tracce pervenuteci, relative al culto del Toro Sacro.
roberta.maat
00giovedì 30 settembre 2010 23:31
Torno sull'argomento griglia perchè ancora non capisco.
So bene che una griglia, per superfici piatte, risolve tutti i problemi, ne abbiamo viste per bassorilievi e graffiti e presumibilmente ciascuno di noi se ne è servito quando ha voluto riprodurre qualcosa non riproducibile a mano libera, però è di difficile comprensione per me una griglia per solidi di per sè complicata geometricamente e per di più applicata ad una costruzione colossale fatta di pezzi comunque complicatissimi da trasportare.
Dal mio punto di vista riesco a vedere, nel metodo griglia, solo una ingegnosa soluzione artistica ma non una soluzione ingegneristica.
Diego Baratono.
00sabato 2 ottobre 2010 15:27
Mi soffermo ancora sui sistemi di trasporto degli EA. Non si deve mai dimenticare, che tutte le maggiori civiltà sono civiltà "fluviali". Il fiume era tutto per queste società, anche (se non soprattutto) "autostrade". Per quanto si conosce, gli EA erano in grado di sfruttare il Nilo come via di trasporto.
Per quanto concerne la "griglia" (a questo proposito, ricordo il "canone dei quadrati" di Lepsius), è certamente il sistema migliore per riuscire a gestire "logisticamente" un progetto impegnativo come quello relativo all'erezione di un tempio piuttosto che di una piramide e così via. La griglia in oggetto, è una griglia proporzionale (almeno, per quanto conosco io ed a questo proposito rimando a discussioni passate): si tratta del sistema ancora in uso oggi per creare da un foglio di quaderno lenzuola di due piazze. Dal piccolo al grande, proporzionalmente.
roberta.maat
00sabato 2 ottobre 2010 16:47
Grazie Diego, anche se penso che tu non abbia risposto a me.........dicevo che una griglia ti aiuta a modificare le dimensioni di un modello.......na non solleva pesi (oppure scarica pesi, come piace a te) !
Diego Baratono.
00sabato 2 ottobre 2010 19:15
Gentile Roberta, hai perfettamente ragione: il "problema cantieristico passo per passo" della costruzione delle piramidi, per quanto ne so, ad oggi non è mai stato affrontato obiettivamente, nemmeno dagli egittlogi "storici" più quotati ... spero a breve di poter dare maggiori informazioni in merito ... qualcosa "bolle in pentola" (e non sempre sono terremoti ... tradizionali ...)
Diego Baratono.
00lunedì 4 ottobre 2010 09:01
L'idea che è alla base di questa teoria, è una versione riveduta e corretta della "teoria dell'accrescimento" di Sir Petrie, credo.
Titinut
00mercoledì 6 ottobre 2010 17:14
Vorrei tornare un attimo al discorso della ruota.
Sappiamo tutti che la civiltà egizia si è sviluppata prevalentemente lungo le sponde del Nilo. Quindi credo che fosse più agile e pratico effettuare i trasporti via fiume che lungo le strade con dei carri trainati da lentissimi buoi e che potevano trasportare molto meno peso di un’imbarcazione. Se i trasporti avvenivano lontano dalla via fluviale c’era, come già detto, il problema della sabbia, dunque niente ruota per il problema dell’attrito. Alla luce dei fatti appena esposti mi viene da pensare che non è detto che gli antichi egizi non conoscessero la ruota, ma che semplicemente non la utilizzassero abitualmente e che proprio per questo motivo la sua rappresentazione non aveva motivo di esistere. Le prime raffigurazioni le troviamo nelle tombe e nei templi del nuovo regno, nelle immagini del faraone vittorioso, ed è per questo che la storia ci induce a pensare che fino ad allora gli antichi egizi ne ignorassero l’esistenza, quando, sempre secondo me, non se ne avevano immagini solo per il fatto che l’utilizzo non aveva una connessione con le rappresentazioni parietali. Solo con l’arrivo dei cavalli (sempre importati dagli hyksos) si hanno le prime immagini della ruota e cosa c’è di più maestoso della rappresentazione del faraone vittorioso su di un velocissimo carro da guerra trainato da una coppia di cavalli!! Ed eccone così l’apparizione nell’arte figurativa, più legata ad un diverso uso della ruota per l’arrivo dei quadrupedi che alla scoperta della stessa!
Per il discorso delle griglie sappiamo dell’esistenza di tombe incompiute ove possiamo ammirare parti di pareti completamente quadrettate, quadrettature effettuate dagli artisti del tempo per poter disegnare le immagini e distribuirle sulle parete proporzionatamente. Se utilizzavano questa tecnica nella pittura perché non utilizzarla anche nella costruzione!?!?! Non c’è niente da fare….gli antichi egizi erano troppo avanti!!!!
RAMSY
00mercoledì 6 ottobre 2010 18:23
Re:
Titinut, 06/10/2010 17.14:
Se i trasporti avvenivano lontano dalla via fluviale c’era, come già detto, il problema della sabbia, dunque niente ruota per il problema dell’attrito.
[/POSTQUOTE
Vediamo di capire: non si usava la ruota perchè le stesse sprofondavano nella sabbia facendo molto attrito...
Titinut, 06/10/2010 17.14:
Solo con l’arrivo dei cavalli (sempre importati dagli hyksos) si hanno le prime immagini della ruota e cosa c’è di più maestoso della rappresentazione del faraone vittorioso su di un velocissimo carro da guerra trainato da una coppia di cavalli!!
.....ma un bel giorno gli Hyksos portano i cavalli e la ruota è velocissima e la sabbia non è più un problema!
O hanno inventato anche l'asfalto o mi sfugge qualcosa
pizia.
00mercoledì 6 ottobre 2010 23:49
Anche io ho inteso, per averlo letto in diversi libri di diversi autori, che gli antichi egizi conoscessero la ruota, ma non la impiegassero per vari motivi ancora in via di indagine.
Sembra fossero in grado di sfruttare anche il rotolamento dei tronchi e altre macchine semplici, ma per qualche motivo che a noi sfugge tutt'ora, non vollero andare a fondo scoprendo i corollari e sfruttando quindi le scoperte tecniche, fossero esse proprie o copiate dall'area orientale.
@Ramsy: non è che improvvisamente le ruote non affondano più dopo l'arrivo degli hyksos... innanzi tutto il carro diffuso (e non ho detto "inventato" volutamente) nel Nuovo Regno comincia la sua storia come carro da guerra, deve quindi poratare il peso di un paio di persone al massimo e correre, non si tratta di un carro da trasporto derrate, con necessità di carico di grandi volumi o di pesi notevoli.
Per non parlare dei trasporti edili, con quel carro non sono mai stati possibili, nemmeno ai giorni nostri.
L'ipotesi della ruota a rullo è stata presa in considerazione dai vari studiosi, e forse è stata anche usata in qualche occasione dai nostri egizi, però presenta qualche problema, ma ... accidenti come siamo
@Roby: come oservato da Kiya, l'articolo accenna qualcosa ma non dice niente di intelligibile a proposito delle griglie tridimensionali.
Dai disegni intuisco ci sia qualcosa di più, perché vedo delle griglie non rette, ma inclinate, quindi forse stese lungo le facce di quei piani di posa interni con cui è stata costruita la GP e alcune altre che seguono lo stesso principio, ma non viene spiegato.
Poi viene introdotto il concetto di tolleranza, forse questo potrebbe essere approfondito alla luce delle moderne tecnologie per il rilievo e il tracciamento.
Come osservi tu, si tratta solo di una spiegazione relativa alla parte "artistica" della costruzione, perché non si accenna a problemi di pesi e materiali, ma questo sembra rientrare nelle intenzioni dell'architetto Bryn, più sensibile alla parte progettuale e teorica che a quella ingegneristica...
-Kiya-
00giovedì 7 ottobre 2010 01:18
Re: Re:
RAMSY, 06/10/2010 18.23:
.....ma un bel giorno gli Hyksos portano i cavalli e la ruota è velocissima e la sabbia non è più un problema!
O hanno inventato anche l'asfalto o mi sfugge qualcosa
Quoto pizia, che ha risposto prima di me, nella parte relativa all'incidenza del peso su un carro da guerra, rispetto a un veicolo che doveva trasportare blocchi di entità pari a quelli utilizzati per la costruzione dei monumenti (non limitiamoci alle sole piramidi, pensiamo anche ai blocchi utilizzati nei templi - seppur di dimensione/peso inferiore, ma comunque importante - e agli obelischi).
Seppur potessero contare sul trasporto per via fluviale, occorre comunque considerare la necessità di trasferire i carichi dal porto alla sede di costruzione. Il che rende necessario contemplare trasporti combinati, via fiume, ma anche via terra (per distanze brevi, ma quantunque impegnative), in qualsiasi caso.
pizia.
00giovedì 7 ottobre 2010 01:36
In norvegese? Ah no, è solo in inglese...
Be' comunque io ci sarei andata a sentirlo parlare del Punto Vertice, quel tipo a Trondheim
-Kiya-
00giovedì 7 ottobre 2010 01:39
Sono alquanto curiosa di approfondire a riguardo del numero 7, inteso come numero primo fondamentale nella costruzione delle piramidi...
Diego Baratono.
00giovedì 7 ottobre 2010 08:00
Ribadisco che il concetto di "ruota" era conosciuto nell'EA. Dirò di più. Non era tecnologicamente applicato, se non concettualmente nelle mani di Khnum il Vasaio ed almeno nel momento aurorale che vide il sorgere di questa civiltà, semplicemente perché: "Fui (anche) colui che nacque come un circolo...", ossia, in altri termini, il concetto di Cerchio e di conseguenza di ruota era un'idea strettamente collegata con il divino con tutto il portato che ne può conseguire. E' interessante poi osservare la conformazione delle ruote dei vari carri da guerra. I raggi sono sei e suddividono il cerchio in un modo molto caratteristico: secondo uno schema sessagesimale. Idealmente potrebbe significare che è il Dio stesso che "trasporta" il Faraone nelle sue imprese.
-Kiya-
00giovedì 7 ottobre 2010 08:11
Non possiamo affermare con certezza che la ruota non fosse utilizzata, ma si limitasse a un concetto. Possiamo dire, come è già stato introdotto, che se suppone un utilizzo che non avevano interesse a rappresentare, in quanto scontato.
L'unico significato applicabile al Divino che gli Egizi ci hanno tramandato è quello ciclico, piuttosto che quello di circolo. Ciclico, come le fasi della natura che nasce e poi muore per rinascere.
Sulla conformazione dei carri da guerra, lo standard della ruota a raggi fu presumibilmente introdotto dagli Hyksos, pertanto lo schema sessadecimale a cui ti riferisci non è applicabile al Credo dell'Egitto di epoca precedente al Medio Regno e non è detto che lo fosse dopo.
roberta.maat
00giovedì 7 ottobre 2010 08:26
Ho letto sommariamente e velocemente il documento. Mi sembra molto interessante e sarebbe proprio necessaria una traduzione accurata. E' impegnativa.......come vogliamo organizzarci ?
Aggiungo che Diego Baratono sarà felicissimo di leggere la citazione della "sezione aurea" e magari si prporrà per la traduzione di uno stralcio.
Io, data la mia passione per il 7, affronterò il capitolo relativo.
-Kiya-
00giovedì 7 ottobre 2010 08:33
Nel pomeriggio tradurrò, nell'ordine:
Abstract - Introduction and background - Early theories
Diego Baratono.
00giovedì 7 ottobre 2010 08:36
Il passo che continuo a proporre però è ben chiaro: non penso ci siano altre interpretazioni se non quella più cogente espressa. Esistono ulteriori passi relativi alla concezione geometrica di cerchio e non di ciclicità temporale. Si vedano, ad esempio (passi tratti da "Testi religiosi egizi", Donadoni, Torino 1988, pag. 55, "Testi delle Piramidi"):"Ecco, tu sei grande e tondo come S'n-wr. Ecco tu sei curvo e tondo come il circolo (dbn, in questi termini che indicano il cerchio vi è una radice bn, che fa pensare ...) che percorre gli Hau-nebu (le isole dell'Egeo, secondo il Donadoni). Ecco tu sei tondo ed eccelso come S'n'-3-sk...". Penso, se è vero che adorassero "anche" il Sole, che il concetto di cerchio come astrazione concettuale per gli EA, fosse ben più radicato di quanto si può pensare. A questo proposito basta pensare, se è vero che gli EA adoravano "anche" il Sole, appunto, al disco solare, e poi al disco della Luna, ai cerchi che una pietra produce quando cade in Acqua. Erano, queste, evidenze che gli EA, da buoni osservatori quali erano, conoscevano perfettamente (almeno così spero d'aver capito sennò dell'EA non ho capito nulla) e che non era necessario sottolineare: su questo Kiya hai perfettamente ragione.
-Kiya-
00giovedì 7 ottobre 2010 08:50
Diego, ho inteso bene? Tu proponi la teoria che adorassero il sole (e permettimi di sottolineare che in proposito non v'è alcun dubbio) per la sua forma, mettendo in secondo piano la sua funzione vitale?
Sapresti indicarmi quali segni compongono l'iscrizione "Ecco, tu sei grande e tondo come S'n-wr. Ecco tu sei curvo e tondo come il circolo che percorre gli Hau-nebu. Ecco tu sei tondo ed eccelso come S'n'-3-sk" o proporre eventualmente un'immagine che la riproduce?
-Kiya-
00giovedì 7 ottobre 2010 08:54
Chiederei di evitare di apportare correzioni ai messaggi già inoltrati, specie per fornire risposte, anche parziali, a richieste pervenute in tempi successivi. Così facendo non si capisce più niente e chi legge in un secondo tempo non avrà modo di comprendere né il prima, né il dopo.
Diego Baratono.
00giovedì 7 ottobre 2010 08:55
"Anche", ma non soltanto per la sua forma, credo: gli EA sapevano esattamente che Sole ed Acqua "insieme" consentivano la rinascita. Per quanto riguarda le immagini, in questo momento non ho nulla sottomano, ma mi attiverò per trovarle (Dizionario WB).
Titinut
00giovedì 7 ottobre 2010 15:53
Vedo che Pizia e Kiya hanno ben capito cosa intendessi dire, un conto è utilizzare un carro per i trasporti un altro è utilizzarlo per un'azione di guerra! Altri pesi, altri volumi!!!! ...e chiedo scusa se non sono stata abbastanza chiara nell'esporre le mie idee.