Pippo Russo: il mio nome è Nedo Ludi

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WEB RE1976
00venerdì 19 gennaio 2007 18:06
Estate 1989. Nel calcio italiano imperversa la guerra di religione fra Uomo e Zona. Nedo Ludi, stopper 28enne dell’Empoli reduce dalla migliore stagione della sua carriera, scopre che la sua squadra è stata affidata a un allenatore sacchiano. È l’inizio della sua fine.

Come ogni stopper che stenti a adeguarsi alla Zona, Nedo si accorge presto di essere giudicato darwinianamente inadatto dal nuovo allenatore. Coglie anche di trovarsi dentro un mutamento che sta facendo del calcio una cosa a lui irriconoscibile, nel mezzo di un paese calato dentro la sua ultima, rampante ondata di modernizzazione. Animato da suggestioni luddite, dal mito della rivolta dell’uomo contro la macchina industriale, Nedo organizza una congiura contro la Zona.

Sullo sfondo, l’appuntamento con la Storia per un’Italia alla ricerca di una vetrina internazionale come potenza economica di prima grandezza: i mondiali di Italia 90.Una storia stralunata e malinconica. Una galleria di personaggi grotteschi, pronti a mettere in gioco tutto tranne la dignità. Una vicenda che forse non è mai accaduta, o forse sì. Con un finale che è una trappola per il lettore. Il percorso del mutamento italiano nell’ultimo quindicennio come non ve l’avevano mai raccontato, letto attraverso l’unica chiave d’interpretazione davvero efficace: il calcio.

"[…] e poi c’è l’enorme esercito industriale di riserva alle spalle, intere leve di calciatori che nei settori giovanili e nelle categorie inferiori stanno imparando la zona, e sono più giovani di te che a febbraio compirai 29 anni, e guarda che lo so che non è il caso di rigirare il coltello nella ferita, ma tu sei un perfetto esempio di selezione darwiniana negativa, hai un’età calcistica in cui è troppo presto per smettere e troppo tardi per reimparare il mestiere, e poi perché mai dovresti reimpararlo?, perché dovresti rinnegare tutto ciò che di te stesso andava bene fino a qualche mese fa e all’improvviso non serve più?
"
WEB RE1976
00venerdì 19 gennaio 2007 18:08
L’89 è sinonimo di profondi cambiamenti, di porta che si apre su un futuro tumultuante e vorticoso, al termine del quale nulla è così come prima. Lo fu nel XVIII secolo, con la presa della Bastiglia, la Rivoluzione francese, il ciclone Napoleone, il seme della Repubblica e della democrazia sparso su un continente dove regnava comunque l’assolutismo, che fosse illuminato o no.

Lo fu nel secolo XIX, ancora Parigi. Il tramonto dorato dell’Europa-centrismo, le esposizioni mondiali, la Tour Eiffel simbolo della modernità. E seguirono tre lustri che cambiarono il mondo: elettricità ovunque, telefono, bicicletta, automobile, aereo, nuovi linguaggi letterari, iconici e musicali, Olimpiadi, calcio, il Tour de France.

E’ stato anche nel secolo XX, l’anno 1989, uno spartiacque. La caduta del muro di Berlino, improvvisa, segnò la fine della Guerra Fredda, un nuovo modo di ridisegnare l’Europa e il Mondo. Già, perché le nuove tecnologie comunicative - cellulari, internet – contribuirono a determinare il nuovo verbo, globalizzazione a tutti i costi.

Pippo Russo, brillante docente di sociologia dello sport all’Università di Firenze, appassionato cultore di cose calcistiche, trova nel 1989 il terreno fecondo per il suo primo, davvero accattivante romanzo, unendo i suoi due background culturali tanto visitati e amati, sociologia e calcio appunto. Ed anche il calcio conosce il suo 1989, permeato da un passaggio brusco dalla marcatura a uomo alla zona, dalla lentezza della fantasia alla frenesia della fisicità del pressing. Il profeta Sacchi con il suo Milan oliato dal denaro berlusconiano, domina la scena, e tutti si adeguano. O vengono clamorosamente emarginati. Come succede al protagonista del romanzo di Pippo Russo, Nedo Ludi, di professione stopper dell’Empoli. Dieci anni di onorata attività, il suo battersi leoninamente contro i bomber avversari, non servono più a nulla. Darwinianamente è inadatto al nuovo vangelo calcistico. Crisi di identità, crisi di lavoro.

Nedo Ludi è un nome immaginario, come lo sono tutti i componenti dell’Empoli, che oltre a tutto nel torneo 1988-89 non era in Serie A, e quindi non lottava, come avviene nel romanzo, con Maradona, Vialli, Van Basten, Schillaci.

Libro originalmente complesso. Perché la scelta di questo nome? Il lettore lo capisce perfettamente nel cuore della narrazione, nel colloquio stralunato fra il perdigiorno intellettuale Lapo Gori e il Ludi stesso. E’ il motore della storia, la straordinaria analogia non solo fonica, fra lo stopper empolese e Ned Lud, il contestatore britannico che nel 1811 guidò la violenta protesta contro l’introduzione delle macchine, fonte – allora – di disoccupazione e di sfruttamento.

Ma prima, nel libro, vi è l’archetipo di un gioco ormai tramontato, la eccezionale prestazione di Ludi sul campo dell’Avellino, con tanto di gol segnato con devastante azione personale, e che permette alla squadra toscana di rimanere fra gli eletti della Serie A. Ma queste imprese che infiammano i tifosi sono severamente bandite dal zonarolo Bersani, il nuovo Mister dell’Empoli.

Il posto in squadra è sempre più precario, il Ludi è refrattario al nuovo “progetto” spersonalizzante. Dopo il colloquio con Lapo Gori, Nedo si sente la reincarnazione del ribelle inglese a tal punto da ricostruire in corso d’opera l’obsoleto modulo di gioco per salvare il salvabile sul difficile campo di Marassi.

Contro i blucerchiati, prossimi Campioni d’Italia, gli empolesi riescono a strappare un importante risultato a reti bianche. Non solo. Sull’onda dell’inevitabile accantonamento da parte del mister Bersani, Ludi riesce, in un’improbabile lezione di controgioco, su uno spelacchiato campo d’oratorio, nella notte empolese, senza la comparsa del pallone, una scena surreale, fra Fellini e Antonioni, ad essere il leader di una disperata congiura degli stopper sui campi di Serie C e Promozione, sparsi su tutta la penisola.

Il declino come giocatore risulta inarrestabile. Siamo, anche nel mondo del calcio, davanti a un periodo di convulsi cambiamenti. La Zona non è che il sassolino che muove il turbine del nuovo. La Pay-Tv, la legge Bosman, un gioco sempre più frenetico, brevi pennellate d’artista, e poi riproduzioni omologanti.

Nelle ultime venticinque pagine del libro, Pippo Russo riesce ad offrirci un colpo d’ala sorprendente. Dopo una struttura mirabilmente ricalcante il verso aureo di virgiliana memoria, ecco l’enjambament che non ti aspetti. Come se l’andare a capo del verso, in posizione dominante, gettasse nuova luce narrativa sull’opera. Ci si trova davanti ai drammi e alle speranze dei singoli nella vita di tutti i giorni, per cercare di ricostruire puzzle dalle frastagliature irrimediabilmente consumate. “La storia siamo noi, nessuno se ne senta offeso”. (Francesco De Gregori).

di Andrea Parodi
WEB RE1976
00venerdì 19 gennaio 2007 18:11
Scritto da "MickFib" 19/01/2007 in altro Topic e qui spostato da WEB
Comunque il giornalista/scrittore è Pippo Russo, che una volta mi scrisse via mail per ringraziarmi perchè aveva visto una mia recensione positiva del suo libro su internetbookshop.it.
Poi mi ha riscritto dicendo che gli piacerebbe conoscere i suoi lettori, magari x una birra prima di una partita dell'Empoli, ma per ora un c'è stato verso.
E' siciliano ma vive a Firenze da una vita. Collabora col Manifesto ed altri giornali che non ricordo, professore a non so quale facoltà all'università di Firenze, tifa Fiorentina [SM=g27812] ed Empoli [SM=g27811]

Di più nin so, comunque il libro ve lo consiglio.
WEB RE1976
00venerdì 19 gennaio 2007 18:13
Scritto da "Tiziazzurra" 19/01/2007 in altro Topic e qui spostato da WEB
Io il libro l'ho letto, avrei anche una domanda, una curiosità da togliermi.
Quest'estate era ospite alla festa dell'unità proprio per presentare il libro, ma non ci sono potuta andare...
WEB RE1976
00venerdì 19 gennaio 2007 18:34
Il libro è bello e piacevole anche perchè pur inventando il personaggio e la situazione (Empoli in A 89/90 non c'era) tutto il resto è ambientato nel nostro territori con nomi, personaggi e luoghi reali e conosciuti da tutti.

A me il libro è piaciuto molto.

Hasta Siempre compagno Nedo
zeman!
00domenica 21 gennaio 2007 10:44
Prendo spunto da questa discussione….per allargarla un po’, divagando,
leggo molti libri,…..un po’ di tutti i generi….ma se dovessi fare una classifica dei più belli letti da me….a pari merito metto:
i pilastri della terra di ken follet
uccelli da preda di wilbur smith, ma anche il settimo papiro, diciamo che li amo tutti i libri di questo rhodesiano….
Oceano mare di Alessandro baricco
Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks
Il nome della rosa di Umberto eco
Come dimenticare i libri del re della americanate clive cussler, o i libri O'Brian sulle avventure/battaglie navali delle navi di legno….o di robinson su quelle moderne…
ma come dimenticare gli immortali della letteratura, il conte di montercristo di dumas alexandre,
basta mi fermo ho divagato anche troppo!
CLAY60
00lunedì 22 gennaio 2007 10:00
No problem, maestro. Ecco la mia:

1) La Sacra Bibbia
2) I promessi sposi (Manzoni)
3) Ragazzo negro (Wright)
4) Il cardinale (Robinson)
5) Il piu' grande (Ali')
TIZIAZZURRA
00lunedì 22 gennaio 2007 11:53
Re:

Scritto da: zeman! 21/01/2007 10.44
Prendo spunto da questa discussione….per allargarla un po’, divagando,
leggo molti libri,…..un po’ di tutti i generi….ma se dovessi fare una classifica dei più belli letti da me….a pari merito metto:
i pilastri della terra di ken follet
uccelli da preda di wilbur smith, ma anche il settimo papiro, diciamo che li amo tutti i libri di questo rhodesiano….
Oceano mare di Alessandro baricco
Le parole che non ti ho detto di Nicholas Sparks
Il nome della rosa di Umberto eco
Come dimenticare i libri del re della americanate clive cussler, o i libri O'Brian sulle avventure/battaglie navali delle navi di legno….o di robinson su quelle moderne…
ma come dimenticare gli immortali della letteratura, il conte di montercristo di dumas alexandre,
basta mi fermo ho divagato anche troppo!



... mah mi sa che dovrò rileggere I Pilastri della Terra, sono l'unica a cui non è piaciuto ... !!
Forse l'ho letto in fretta e senza attenzione, è l'unica spiegazione ...
zeman!
00lunedì 22 gennaio 2007 12:08
Re: Re:

Scritto da: TIZIAZZURRA 22/01/2007 11.53


... mah mi sa che dovrò rileggere I Pilastri della Terra, sono l'unica a cui non è piaciuto ... !!
Forse l'ho letto in fretta e senza attenzione, è l'unica spiegazione ...



le prima 200-220 pagine hanno un ritmo lento, la situazione descritta è tetra...poi diviene travolgente....secondo me,ovvio

clay come finiscono i promessi sposi? avevo i bignami che era senza le ultime 10 pagine...i libro vero? odora di nuovo ancora [SM=g27828]
MikFib
00lunedì 22 gennaio 2007 12:41
Caspita zeman! oltre che allo stesso stadio andiamo anche alla stessa libreria !!!

Follett, W.Smith, Cussler... ci aggiungo Grisham ed hai il quartetto di autori che divoravo 5-6 anni fa.
Poi Cussler mi ha stancato (tutti uguali in fin dei conti) ed ho smesso, degli altri tre ho quasi letto tutto (ed alla fine mi sono anche un po' stufato).
Poi mi sono buttato su altri autori (sempre "a fittonate"): Bukowski, Fante, Camilleri, Hornby, ed altri ancora...

Il mio preferito ? "Il giovane Holden" di J.D.Salinger
Lo scrittore preferito ? Dante Alighieri
Gli ultimi tre libri letti ? "Gomorra" di Saviano, "Niente di vero tranne gli occhi" di Faletti, "Caos Calmo" di S. Veronesi.

Cazzo sono abbondantemente "Off Topic" ed ora WEB mi brontolerà... ma quando si parla di libri mi prende la mano...
MikFib
00lunedì 22 gennaio 2007 12:44
... e rientro in argomento...
E per farmi perdonare l' "Off Topic" precedente, rientro "In Topic" e vi linko la mia recensione sul mio blog de "Il mio nome è Nedo Ludi" che feci il 29 luglio scorso:

micmonta.spaces.live.com/blog/cns!AFCEB4FD180513C!296.entry

ciao
CLAY60
00lunedì 22 gennaio 2007 13:01
Re: Re: Re:

Scritto da: zeman! 22/01/2007 12.08


le prima 200-220 pagine hanno un ritmo lento, la situazione descritta è tetra...poi diviene travolgente....secondo me,ovvio

clay come finiscono i promessi sposi? avevo i bignami che era senza le ultime 10 pagine...i libro vero? odora di nuovo ancora [SM=g27828]



Finisce che si sposano davvero ahahahahahahaha
zeman!
00lunedì 22 gennaio 2007 21:26
Re:

Scritto da: MikFib 22/01/2007 12.41

Poi Cussler mi ha stancato (tutti uguali in fin dei conti) ed ho smesso, degli altri tre ho quasi letto tutto (ed alla fine mi sono anche un po' stufato).
.



si, è molto calato....gli ultimi non li ho letti....senza pitt, dirk pitt....perdono molto...tutto
l'ultimo mio libro letto?
Profondo blu di jeffery deaver.....appena finito...eccezionale!
ora inizio nedo ludi......
Empolesedentro
00lunedì 22 gennaio 2007 21:53
Il mio nome è Nedo Ludi è senz'altro un libro che mi ha affascinato tanto, io giudico i libri soprattutto dalla capacità di attirarmi e questo è stato senz'altro una buona calamita.....

.....tanti i riferimenti all'Empoli degli anni '80 l'Empoli delle vetrerie, l'Empoli della fine degli anni del boom. Attenta la ricostruzione dei luoghi si parla anche di Montelupo di Cecina, e di tanti altri posti dove molti di noi sono passati

Chiari riferimenti ad alcuni personaggi della storia dell'Empoli (vedi la figura del Bini)

...viene raccontato ancora il calcio "romantico" di una volta, il calcio delle passioni, delle radioline, quello che si giocava con le maglie di lana attillate e i pantaloni alti

....qualche critiche pungente nei confronti della nostra società

....e infine una citazione anche per i rangers, quando viene descritta l'epopea di Nedo ad Avellino, si parla della festante esultanza degli empolesi (mi pare una cinquantina) "assiepati" dietro lo striscione Rangers
empoliga
00martedì 23 gennaio 2007 11:45
Il libro di PR è molto carino; visto che siamo in tema a me piacciono le saghe familiari.. cosa volete, sono fatto così, quindi CENT'ANNI DI SOLITUDINE e non dico altro..
zeman!
00martedì 30 gennaio 2007 19:33
l'ho finito stamani!
nedo ludi....traditore, sabotatore [SM=g27828]
anche se la partita di genova, il fatti,la battuta al mister al termine...mi ha entusiasmato.
anche la disciplinare, mi sembra ben rapprsentata,nei modi e nei fatti con quello che successe negli scandali degli anni ottanta!
viene citato anche emiliano, i giornalisti della stampa locale ecc.
un bel libro, scritto poi non da un indigeno delle nostre zone....beh il signor russo ci ha studiato bene e capiti!
zeman!
00sabato 3 febbraio 2007 23:26
visto che domani saremo senza calcio....prima di cadere nelle grinfie delle nostre bimbe che hanno già pronto "il diavolo veste prada",
scherzo.....l'altra metà del nostro cielo....non si offendano [SM=g27828]
se non li avete visti.....magari è la volta buona....
ustica di marco paolini
vajont di marco paolini
MikFib
00sabato 5 settembre 2009 13:06
Torna Nedo Ludi
Ho deciso: scriverò il sequel di "Il mio nome è Nedo Ludi" (Nedo Ludi News n. 3, 28 agosto 2009)

Stamattina sono stato a Chianni, un paesino dell’entroterra collinare pisano.
Non ci andavo da tempo, almeno due anni. E come per molte delle cose che tralascio di andare a visitare per un po’ di tempo ho trovato parecchio di cambiato. La viabilità, soprattutto. Prima, uscendo dai caselli di Pontedera o Pontedera-Ponsacco della superstrada Firenze-Pisa-Livorno (la mitica Fi-Pi-Li, per i toscani) si procedeva attraverso un percorso che con pochi scarti portava a destinazione. Il bello era passare dai paesini. Adesso un sistema di rotonde e raccordi fa sì che il traffico extraurbano non passi dai centri abitati. E certo se ne sono giovati gli abitanti – ci mancherebbe. Però…
Per chi esce a Pontedera s’apre un viaggio tra una selva di capannoni industriali e costruzioni d’incerta destinazione, che aggrediscono una campagna sempre più diversa rispetto a quella – da cartolina – di molte altre parti della Toscana. Sembra tutto in transizione, tutto provvisorio. Qualcosa sta sorgendo, ma cosa non si sa. E di ciò che c’era rimangono segni scarabocchiati. Se rimangono. Ho provato le stesse sensazioni di ogni volta che torno a Montelupo Fiorentino, o di quando in auto sfioro Empoli e vedo quel terzo svincolo sulla Fi-Pi-Li tra Empoli est e Empoli ovest, battezzato semplicemente “Empoli”. Come se gli altri due non portassero nella stessa cittadina. Si tratta dello svincolo sorto accanto a un Ipercoop di recente costruzione, attorno al quale è stata approntata un’urbanizzazione che sembra disegnata dalla mano ferma di Superciuk. Ma forse queste mie impressioni sono colpa dell’età. Che su certe cose mi fa scoprire sempre più conservatore. Però…
Ci sto girando intorno come ho girato intorno stamattina prima d’arrivare lassù. Se stamattina sono andato a Chianni è per un motivo preciso, e chi ha letto “Il mio nome è Nedo Ludi” lo sa. Lì, in un bar riconoscibilissimo, si svolge uno dei passaggi emotivamente più intensi del romanzo. Che si chiude poche pagine dopo. E dal mio punto di vista si chiudeva per sempre. Sin dalle prime settimane successive all’uscita del libro mi è stato chiesto se avessi intenzione di scriverne un sequel. Ricordo che il primo fu Stefano Prizio, giornalista di “Fiorentina.it”. Me lo chiese nel pieno di una presentazione alla Feltrinelli di via de’Cerretani, a Firenze. E io risposi come avrei risposto nei tre anni successivi; che no, era impossibile. La storia si chiudeva in modo definitivo, non c’era margine. E ogni volta che rispondevo a questa domanda avevo il retropensiero su come diamine si potesse soltanto pensarla, quell’ipotesi. Era evidente che la storia non potesse avere un seguito. Almeno così mi pareva. Però…
In questi tre anni e passa, Nedo è diventato un personaggio di culto. La sua non è una storia letteraria come altre, che racconta una vicenda e poi si esaurisce con l’esaurirsi delle pagine. La sua è una storia che parla di tutti noi, e ha una vita che va oltre le pagine. Tutte le mail ricevute in questi tre anni, tutti gli incontri coi lettori, tutte le persone incrociate per caso che hanno voluto fermarmi e parlarmi del romanzo, dicevano questo. Più di uno ha confessato che la storia di Nedo ti rimane dentro. E un po’ ti cambia. Ne sono sempre stato orgoglioso. Nedo ha cambiato anche me, a mio modo. Gli devo tanto anch’io. Ma anche le cose belle finiscono, o quantomeno vanno collocate nel loro tempo. Tenerle in vita oltre il loro ciclo naturale significa sciuparle. Sono stato convinto di questo, nei tre anni e passa dalla pubblicazione del libro. Però…
Però c’era qualcosa che non avevo tenuto in conto. L’ho scoperto lo scorso 23 luglio, giorno in cui è stato inaugurato questo “Nedo Ludi Fans Club”. L’idea mi frullava in testa da un po’, ma rinviavo sempre. Poi, quando con l’amico Michele Morrocchi (che ringrazio per avere fondato lui questo spazio) abbiamo deciso d’inaugurarlo, mi sono stupito. In meno di un’ora c’erano già 50 iscritti, in due giorni eravate 100, e poi la cifra è continuata a andare in su fino ai quasi 340 di adesso. Molti dei quali esterni alla mia rete di amici, e aggiunti a essa soltanto successivamente. La cosa mi ha sorpreso. Sapevo che fossero molti a voler bene a Nedo, ma non m’aspettavo un’adesione così massiccia, e certo rappresentativa di una comunità più vasta fatta di persone che non sanno di questo Fans Club o non sono utenti di FB. Fra i primi messaggi c’è stato quello di Ciro Becchimanzi, caro amico nonché recensore di entrambi i miei romanzi. Il quale, in una mail privata, mi ha sollecitato a scrivere il sequel. Ecco, potete dire grazie a lui se le mie ultime resistenze si sono dissolte. Perché proprio quella mattina sono tornato indietro rispetto a un convincimento che mi pareva incrollabile; e ho deciso che avrei scritto il seguito di “Il mio nome è Nedo Ludi”. Di più. Nel momento stesso in cui l’ho deciso, e poi nelle ore e nei pochi giorni successivi di meditazione, ho scoperto che la storia ce l’avevo già dentro. Non era vero che era chiusa, non era vero che un seguito fosse impossibile. Non era vero che Nedo non avesse più niente da dire.
Mi sono preso questa quarantina di giorni per lasciare sedimentare tutto. E adesso posso dirlo a voi, che col vostro affetto per Nedo mi avete convinto a fare una cosa che mai avrei pensato di fare: tornare a farlo vivere nelle pagine di un libro. Inizierò a scrivere nei primi giorni di settembre.
Per adesso, permettetemi di ringraziarvi tutti. Anche a nome di Nedo, che senza voi non sarebbe mai tornato.
Vi terrò aggiornati costantemente.
Un abbraccio
Pippo


Tratto da una "newsletter" di Pippo Russo su facebook.
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