Il petrolio Brent scambiato a Londra è sceso sotto la soglia dei 100 dollari al barile, per la prima volta negli ultimi cinque mesi. Le quotazioni dei futures con consegna a ottobre sono scese a 99,50 dollari, in calo del 3,7%.
E sempre oggi il cartello dei 13 paesi produttori, riunitosi a Vienna, ha scelto di mantenere inalterata la produzione, senza quel taglio alle forniture che pure era stato ventilato e che trovava alcuni sostenitori tra quei paesi - come l'Iran, ma anche il Venezuela - decisi a giocare la carta di un nuovo rialzo delle quotazioni.
La strada imboccata dall'Opec, invece, ha contribuito a raffreddare ulteriormente le quotazioni del barile. Nonostante l'avvicinarsi dell'uragano Ike al Golfo del Messico e i timori per le conseguenze il suo passaggio nell'area, interessata da importanti impianti petroliferi, il prezzo del greggio ripiega. I segnali arrivati da Vienna parlano di un mercato "ben equilibrato", come ha riassunto a qualche ore dall'avvio del vertice il ministro saudita Ali al Naimi. Una voce di peso, la sua, visto che l'Arabia Saudita è il paese capo-fila dell'Opec ed il primo produttore di greggio al mondo.
L'indicazione di Riad, del resto, ha trovato subito conferma nelle parole del presidente dell'Opec, l'algerino Chakib Khelil, che dopo aver anticipato che un "taglio della produzione non è necessario", ha annunciato che l'organizzazione manterrà invariate le quote sui livelli attuali. Intervenire con un taglio non serve, ha affermato Khelil, aggiungendo che i prezzi "potrebbero scendere ancora".
E oggi in effetti, il prezzo del petrolio - che già nei giorni scorsi aveva segnato un ribasso - è sceso ancora, sia a New York, con il barile a 103,17 dollari (-3%), sia a Londra, con il Brent a 99,50 dollari, livello che non si vedeva da oltre cinque mesi. Un ribasso del 30% rispetto al picco di luglio, quando superò i 147 dollari, sostenuto anche dalla ripresa del dollaro.
Il calo del greggio, intanto, fa sentire i suoi effetti anche sui prezzi dei carburanti. Oggi in Italia una nuova ondata di ribassi ha fatto scendere i listini. La verde si è portata sotto quota 1,47 euro pressochè per tutti i marchi. Più vistoso il calo del gasolio, che è tornato sotto gli 1,42 euro al litro.
la benzina deve calare ancora e di molto viste le ultime quotazioni.
dietro questo calo però c'è sempre la mano dell'opec che vista la crescita del prezzo degli ultimi mesi ha accelerato in molti stati la consapevolezza della possibilità di fare a meno del petrolio a favore di energie alternative