Personaggi internazionali

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faberhood
00giovedì 2 settembre 2010 16:17
Mino Raiola, da pizzaiolo a procuratore più potente d’Europa


Chi è davvero Mino Raiola, il procuratore di Ibra, Maxwell, Nedved e tanti altri giocatori? Come ha fatto a diventare uno dei re incontrastati del calciomercato? Carmine Raiola, detto Mino, nasce a Nocera Inferiore, profonda provincia di Salerno, una quarantina di anni fa. Quando ha soltanto un anno si trasferisce in Olanda con i genitori, che prendono in gestione una pizzeria ad Harlem. Da ragazzo Mino gioca a pallone, ma capisce ben presto che non è la sua strada. Ma il calcio gli piace, ha il fiuto per gli affari, parla sei lingue e entra nel team dirigenziale dell’Harlem. Negli anni prende la procura di calciatori di Europa e Sudamerica, conquistandosi la fiducia totale e incondizionata di gente dal carattere tutt’altro che docile, come Pavel Nedved e Zlatan Ibrahimovic, che a qualsiasi domanda dei giornalisti su cessioni o contratti hanno sempre risposto laconicamente: “Chiedete a Mino”. Mino Raiola non è certo uno che ci tiene a intrattenere buoni rapporti con la stampa. Lo si vede poco in tv, non ha bisogno di visibilità, ogni tanto qualche dichiarazione, con l’unico e sacro obiettivo di strappare contratti milionari per i suoi assistiti. Testimonianza diretta, di qualche anno fa: piccolo quotidiano locale del Nord Italia, il caporedattore chiama Raiola al cellulare (ne ha parecchi) per elemosinare qualche dichiarazione su una trattativa di calciomercato dell’epoca. Raiola ascolta, si fa una risata e attacca il telefono in faccia al malcapitato. Non è con le buone maniere che si fa strada nel mondo del calcio. Per diventare il procuratore più potente d’Europa servono faccia tosta e ambizione. Mino Raiola ne ha in quantità industriale.
faberhood
00giovedì 2 settembre 2010 16:20
Re:

Mino Raiola, all'anagrafe Carmine Raiola (Nocera Inferiore, novembre 1967), è un procuratore sportivo italiano naturalizzato olandese.

I calciatori Maxwell e Zlatan Ibrahimovic, entrambi assistiti da Raiola fin dai tempi in cui militavano nell'Ajax.Nasce a Nocera Inferiore nel 1967 [1] ma emigra subito a Haarlem, nei Paesi Bassi con la famiglia.

Inizia a giocare a calcio nelle giovanili dell'Haarlem, squadra in cui allora militava il debuttante Gullit ma smette a soli 18 anni, nel 1986, quando diventa responsabile del settore giovanile della squadra, parlando tra l'altro ben sei lingue.[2]

Nel 1993 intercorre come mediatore nella trattativa che porta Dennis Bergkamp dall'Ajax all'Inter.[3]

Attualmente è agente FIFA e procuratore sportivo. Tramite la società Maguire Tax & Legal,[4] rappresenta calciatori quali Ibrahimovic,[5] Maxwell,[6] Mattioni,[7] Kerlon,[8] Balotelli[9], Grygera[10] e l'allenatore Martin Jol.[11]

Come procuratore sportivo è iscritto nei Paesi Bassi ma la sua società ha sede legale a Montecarlo ed ha uffici di rappresentanza in Brasile, Paesi Bassi e Repubblica Ceca.[12]

Sound72
00venerdì 3 settembre 2010 11:27
Ilhan Mansiz dal calcio al pattinaggio: obiettivo Sochi 2014

(SZNews) 02 settembre – Dai campi di calcio alle piste di ghiaccio. Dopo aver trascinato la Turchia al terzo posto ai Mondiali di calcio del 2002, Ilhan Mansiz ha deciso di dedicarsi al pattinaggio di figura. L’attaccante turco, che in carriera ha militato nel Besiktas, Colonia e Hertha Berlino ha appeso gli scarpini al chiodo nel 2006, a 31 anni, per problemi fisici, ma è adesso pronto ad una nuova sfida. L’ex calciatore, infatti, ha annunciato in un’intervista al “Welt an Sonnatg” che ha ripreso ad allenarsi e vuole dedicarsi al pattinaggio con un obiettivo non da poco: le Olimpiadi invernali di Sochi 2014. Tre anni fa Mansiz ha partecipato e vinto, con Olga Bestandigova, lo show televisivo “Star on Ice”. I due fanno adesso coppia fissa non solo sul ghiaccio. La Bestandigova ha gareggiato , con la Slovacchia, a Salt Lake City 2002. Mansiz, che è nato in Germania, gareggerebbe con il team tedesco e ha già ingaggiato Alexander Koenig come allenatore. La coppia ha già iniziato gli allenamenti e in inverno parteciperà ad alcune gare. ”Mi stimola molto di più l’idea di poter partecipare ad un’Olimpiade invernale, che un eventuale ritorno nel calcio – ha precisato Mansiz – Preferisco i pattini, e gareggiare con Olga”.

..........

proprio giorni fa parlando di baptista e del calcio turco mi chiedevo con amici che fine aveva fatto..Cavoli nel 2002 era una mezza furia nella Turchia..
Sound72
00lunedì 6 settembre 2010 11:05


Maurizio Mian ex Presidente del Pisa ..Un uomo, un perchè.."La droga è meglio di una squadra di calcio"..


Sound72
00lunedì 6 settembre 2010 11:33
Bolt: altro record e poi mi do al calcio

(ANSA) - LONDRA - Prima un nuovo record mondiale, poi il calcio: nel giro di 4 anni Usain Bolt vuole lasciare l'atletica e diventare calciatore professionista.E' stato lo stesso sprinter giamaicano a rivelarlo alla Bbc. 'Posso avere ancora 4 anni di successo se mi alleno bene -ha detto Bolt, 24 anni-. Quando smetto mi piacerebbe giocare a calcio per altri 2 anni. Guardo sempre le partite in tv e penso che potrei giocare anch'io. Magari riuscirò a trovare una squadra di medio livello, sono un buon centrocampista'.

.......

beh un esterno veloce ci farebbe comodo.. [SM=g27989]
lucaDM82
00lunedì 6 settembre 2010 11:42
Re:
Sound72, 06/09/2010 11.33:

Bolt: altro record e poi mi do al calcio

(ANSA) - LONDRA - Prima un nuovo record mondiale, poi il calcio: nel giro di 4 anni Usain Bolt vuole lasciare l'atletica e diventare calciatore professionista.E' stato lo stesso sprinter giamaicano a rivelarlo alla Bbc. 'Posso avere ancora 4 anni di successo se mi alleno bene -ha detto Bolt, 24 anni-. Quando smetto mi piacerebbe giocare a calcio per altri 2 anni. Guardo sempre le partite in tv e penso che potrei giocare anch'io. Magari riuscirò a trovare una squadra di medio livello, sono un buon centrocampista'.

.......

beh un esterno veloce ci farebbe comodo.. [SM=g27989]





E' meglio di Alvarez
lucolas999
00lunedì 6 settembre 2010 11:55
anche Ben Johnson dopo una squalifica per doping si voleva dare al calcio
giove(R)
00lunedì 6 settembre 2010 12:47
negli anni 80 c'era la fissa nella NFL di portare nel Football Americano gli ostacolisti.
si andavano a cercare i campioni dei 100 e 200 ostacoli per farne dei ricevitori o dei running back.

su Bolt non lo etichetterei solo come esterno.
si sa che "Bolt è 2 in 1"... [SM=g27995]
Sound72
00mercoledì 8 settembre 2010 19:12
Le esultanze dello Stjarnan

Provenienti da un Paese non proprio sulla cresta dell'onda calcistica, i giocatori islandesi dello Stjarnan hanno comunque trovato il modo di farsi notare, producendosi in una serie di esultanze da gol del tutto insolite e certamente molto spettacolari. Niente corse, urli o dimostrazioni di machismo: i giocatori islandesi preferiscono mimare la pesca del salmone o la bicicletta umana, con grande divertimento dei tifosi e degli spettatori -online- di mezzo mondo

L'ultima uscita: il WC umano

gianpaolo77
00giovedì 9 settembre 2010 09:31
Re:
Sound72, 08/09/2010 19.12:

Le esultanze dello Stjarnan

Provenienti da un Paese non proprio sulla cresta dell'onda calcistica, i giocatori islandesi dello Stjarnan hanno comunque trovato il modo di farsi notare, producendosi in una serie di esultanze da gol del tutto insolite e certamente molto spettacolari. Niente corse, urli o dimostrazioni di machismo: i giocatori islandesi preferiscono mimare la pesca del salmone o la bicicletta umana, con grande divertimento dei tifosi e degli spettatori -online- di mezzo mondo

L'ultima uscita: il WC umano





non posso resiste'...
che cessi de giocatori!
[SM=g27987]
lucolas999
00giovedì 9 settembre 2010 10:46
Re: Re:
gianpaolo77, 09/09/2010 9.31:




non posso resiste'...
che cessi de giocatori!
[SM=g27987]




la comicità simil-Giove sta dilagando in questo forum , e questo non è un bene [SM=g27988]
Sound72
00martedì 21 settembre 2010 22:59
Byron Moreno arrestato per droga
Il giustiziere dell'Italia ai Mondiali 2002 fermato all'aeroporto di New York: aveva 6 chili di eroina


NEW YORK - L'ex arbitro ecuadoriano Byron Moreno, che fu decisivo per l'eliminazione dell'Italia durante i Mondiali in Corea nel 2002, è stato arrestato all'aeroporto John F. Kennedy di New York mentre cercava di entrare negli Stati Uniti con almeno sei chili di eroina nascosti addosso. Lo hanno reso noto fonti della Dea, la più importante agenzia antidroga statunitense.

ARRESTATO - Secondo tale fonte i doganieri americani hanno scoperto che Moreno, attualmente impegnato come commentatore sportivo in una radio e in canale tv del suo paese, aveva nascosto la droga nei suoi indumenti intimi.


il_gatto
00mercoledì 22 settembre 2010 11:46
Re:
Sound72, 21/09/2010 22.59:

Byron Moreno arrestato per droga
Il giustiziere dell'Italia ai Mondiali 2002 fermato all'aeroporto di New York: aveva 6 chili di eroina


NEW YORK - L'ex arbitro ecuadoriano Byron Moreno, che fu decisivo per l'eliminazione dell'Italia durante i Mondiali in Corea nel 2002, è stato arrestato all'aeroporto John F. Kennedy di New York mentre cercava di entrare negli Stati Uniti con almeno sei chili di eroina nascosti addosso. Lo hanno reso noto fonti della Dea, la più importante agenzia antidroga statunitense.

ARRESTATO - Secondo tale fonte i doganieri americani hanno scoperto che Moreno, attualmente impegnato come commentatore sportivo in una radio e in canale tv del suo paese, aveva nascosto la droga nei suoi indumenti intimi.





mi e' passato dall'odio alla pena..



fu al 100% corrotto nel 2002, avra' visto piu' soldi in un giorno che in tutta la sua vita e non ci ha capito niente.

I soldi sono la peggior droga...

Sound72
00mercoledì 29 settembre 2010 14:17
ma Lassana Diarra che aveva saltato i Mondiali per quella forma particolare di anemia..ha ripreso regolarmente a giocare poi?
chiefjoseph
00mercoledì 29 settembre 2010 14:18
così pare...
Sound72
00mercoledì 29 settembre 2010 14:19
ah ok..mi è rivenuto in mente leggendo qua dei post sui Mondiali e ne avevo perso un pò le tracce..
Sound72
00martedì 26 ottobre 2010 18:55
Bielorussia record: In campo a 56 anni


Il calcio non ha età, soprattutto in Bielorussia a quanto pare. Yuri Pudishev, aiutante del tecnico del Dynamo Brest, è infatti entrato in campo all'età di 56 anni nella partita persa per 2-0 contro il BATE Borisov.

Pudishev però è recidivo: in passato aveva già "ripreso" la carriera per giocare un match di Coppa di Bielorussia dimostrando di non aver perso quelle qualità che negli anni '80 lo vedevano essere come un giocatore di talento della Dinamo Minsk.

"Non è stata una pagliacciata" ha dichiarato il tecnico della Dynamo Brest, Yuri Pintus. Tanto che il giocatore è stato nominato migliore in campo dalla Federcalcio bielorussa. "Spero di dargli una mano a entrare nei guinness dei primati".

La meta però in questo senso è lontana. A detenere il primato è il messicano Salvador Reyes che all'età di 71 anni prese parte con i Chivas alla sfida contro il Pumas nel gennaio del 2008, per un paio di minuti.

..........

noi ce l'avremmo qalche 50enne importante da far giocare e neanche sfigurerebbe

lucaDM82
00martedì 26 ottobre 2010 21:13
Io ricordo come esempi di longevità straordinaria stanley matthews e il gallese billy meredith(giocarono penso fino a 50 anni con continuità e bene)...vecchi ricordi dal manuale del gol. [SM=g27988]
faberhood
00mercoledì 10 novembre 2010 09:31
Re:
Ma secondo voi, quanto c'è di Brian Clough in Mourinho?

Brian Howard Clough, ( Middlesbrough, 21 marzo 1935 – Derby, 20 settembre 2004), è stato un calciatore e allenatore di calcio inglese, noto per aver allenato con successo il Derby County e il Nottingham Forest, formazione che condusse alla vittoria di due Coppe dei Campioni consecutive, nel 1978-1979 e nel 1979-1980. Molti esperti lo considerano il più grande allenatore di tutti i tempi.


Carriera
Figlio di operai, secondo di otto figli,da giocatore ottenne anche due convocazioni in Nazionale.

Clough era un tifoso del Derby County, ma ciò non gli impedì di allenare per ben 18 anni la squadra rivale del Nottingham Forest.

Trascorse 44 giorni alla guida del Leeds United, alla fine dei quali venne esonerato e si accasò al Nottingham Forest, club con il quale vinse successivamente il campionato inglese e per due volte consecutive la Coppa dei Campioni.

Brian Clough, da allenatore, nel campo dell’antipatia ha raggiunto risultati anche migliori di quelli ottenuti con il Derby County ed il Nottingham Forest, alla guida delle quali, fra l'inizio degli anni '70 e i primissimi anni '80 ha vinto due titoli nazionali , due Coppe Campioni, quattro Coppe di Lega ed un certo numero di tornei minori.

Scostante, intrattabile, permaloso, arrogante : questi sono stati gli aggettivi più comuni per descriverlo anche negli anni migliori di una carriera leggendaria

Valga ad esempio il fatto che durante il suo periodo di allenatore del Derby County definì la Juventus "cheating bastards" (bastardi imbroglioni) in seguito ad una discussa semifinale di Coppa Campioni tra il suo Derby e la squadra italiana, terminata 3-1 per i bianconeri. In realtà in quella partita non vi furono episodi particolari, anche se gli inglesi recriminarono per l'ammonizione di due giocatori già diffidati, autori di interventi certamente energici ma non particolarmente gravi secondo i canoni britannici, sanzionati dall'arbitro Schulenburg con l'ammonizione. In seguito a questo episodio non si fece scrupolo di mettere in dubbio il coraggio dei soldati italiani durante la seconda guerra mondiale.

Ma a dispetto del suo carattere Brian Clough ha meritato anche il titolo di “football genius”, perché è stato realmente un allenatore che, in un calcio legatissimo alle tradizioni come quello inglese, portò realmente delle novità e seppe imporle con i risultati.

Solo tre manager in Inghilterra hanno vinto il titolo con due squadre diverse : Herbert Chapman (Huddersfield Town e Arsenal ma si era nell'antreguerra), Brian Clough e infine Kenny Dalglish (Liverpool e Blackburn Rovers); ma c'è qualcosa che rende unico Brian Clough : in entrambe le occasioni ha portato le sue squadre, il Derby County nel ’72, ed il Nottingham sei anni dopo, a conquistare il primo titolo della loro storia, che nel caso del Forest è anche rimasto l’unico.

Rimane sino ad oggi uno degli allenatori inglesi più famosi della storia calcistica del paese anglosassone, con la singolare caratteristica di non aver mai allenato squadre di prima fascia.

Morì di tumore il 20 settembre del 2004, all'età di 69 anni.



La vita romanzata l'avrete vista nel film:

Il maledetto United (film)


« Non credo di essere stato l’allenatore più bravo. Ma di certo ero nella top one »
(Brian Clough.)

Il maledetto United (The Damned United) è un film del 2009 scritto da Peter Morgan e diretto da Tom Hooper, basato sull'omonimo romanzo di David Peace.

Il film racconta i 44 giorni da allenatore dell'ex calciatore Brian Clough, successore di Don Revie sulla panchina dell'odiato Leeds United. Il suo carattere e le sue bizzarrie lo resero un'icona del calcio inglese negli anni settanta.

Trama
Dopo la mancata qualificazione ai Mondiali del 1974, l'allenatore della nazionale inglese Alf Ramsey viene licenziato e sostituito con l'allenatore Don Revie, che lascia vuota la panchina dei Leeds dopo anni di successi. Al posto di Revie viene ingaggiato Brian Clough, ex calciatore di Middlesbrough e Sunderland ed ex allenatore del Derby County. Nonostante abbia accettato l'incarico, Clough odia profondamente il Leeds e il modo di giocare impostato dall'altrettanto odiato Don Revie.

Clough si ritrova ad affrontare questa nuova avventura da solo, senza il suo fidato assistente Peter Thomas Taylor, in 44 giorni dovrà trasformare gli arroganti calciatori del Leeds, noti per la scorrettezza in campo e per essere delle primedonne fuori dal campo, in onesti e sportivi calciatori. Nonostante il suo odio verso la maglia e la dirigenza del club, verrà spinto dal suo orgoglio e dalla sua smania di vittorie. Inoltre viene raccontato il lato umano di Clough con le sue paure verso il fallimento che lo porteranno ad essere tabagista e assiduo bevitore.
gianpaolo77
00mercoledì 10 novembre 2010 10:30
Re: Re:
faberhood, 10/11/2010 9.31:

Ma secondo voi, quanto c'è di Brian Clough in Mourinho?


...
Valga ad esempio il fatto che durante il suo periodo di allenatore del Derby County definì la Juventus "cheating bastards" (bastardi imbroglioni) in seguito ad una discussa semifinale di Coppa Campioni tra il suo Derby e la squadra italiana, terminata 3-1 per i bianconeri. In realtà in quella partita non vi furono episodi particolari, anche se gli inglesi recriminarono per l'ammonizione di due giocatori già diffidati, autori di interventi certamente energici ma non particolarmente gravi secondo i canoni britannici, sanzionati dall'arbitro Schulenburg con l'ammonizione. In seguito a questo episodio non si fece scrupolo di mettere in dubbio il coraggio dei soldati italiani durante la seconda guerra mondiale.

...





era un profeta! già da allora aveva capito tutto sulla juve!
[SM=g27987]
Sound72
00martedì 7 dicembre 2010 13:32
Eric Cantona scende in piazza:
«Via i soldi dalle banche»



La sfida al sistema bancario: «Ritiriamo tutti i risparmi»
I banchieri e i politici: «Caso grottesco»



Corriere.it- ROMA - È arrivato il giorno della rivoluzione. Quella promossa dall’ex stella del calcio, il francese Eric Cantona, che ha lanciato la sua personale sfida al sistema bancario. «La rivoluzione si fa attraverso le banche - aveva detto l'ex vulcanico attaccante del Manchester United, a ottobre, nel corso di un’intervista al giornale francese Press Ocean - Se 20 milioni di risparmiatori ritirassero contemporaneamente i loro soldi dai conti correnti, il sistema crollerebbe su se stesso». Così Cantona, ora attore di successo - aveva dato appuntamento ai suoi adepti al 7 dicembre (non un numero a caso: 7 era il numero della maglia che indossava da calciatore) per ritirare tutti i soldi depositati nei conti correnti bancari. La sua proposta ha fatto il giro del Web raccogliendo migliaia di adesioni. In Belgio è stato creato un sito Internet, bankrun2010 (bank run, corsa i depositi bancari) in sette lingue per diffondere l’informazione; su Facebook un gruppo a sostegno della proposta di Cantona ha raccolto oltre 50mila adesioni; su Twitter scorre un flusso continuo di commenti positivi alla proposta di Cantona, in tutte le lingue.

LE BANCHE: «GROTTESCO» - La levata di scudi sembra preoccupare - e non poco - le banche: «Quest’azione può destablizzare il già fragile sistema finanziario», ha commentato Michel Vermaerke, uno dei responsabili di Febelfin, la federazione belga del settore finanziario. In campo è sceso il ministro del Bilancio francese, François Baroin. L’appello di Cantona è «grottesco» e «poco serio». Gli fa eco la collega Christine Lagarde, ministro delle Finanzae. «A ciascuno il suo mestiere. C’è chi gioca a calcio benissimo, io non mi azzarderei mai. Ognuno dovrebbe parlare a seconda delle proprie competenze».

lucaDM82
00martedì 7 dicembre 2010 15:24
Lui da miliardario i soldi dove li metteva?Sotto al mattone?
Sound72
00lunedì 21 marzo 2011 17:44
Bosman, dalla sentenza all'alcol
"Sono l'unico ad aver pagato"



L'uomo che nel '95 ha cambiato il calcio vive alla periferia di Liegi grazie a un sussidio statale. "I soldi dei risarcimenti sono andati tutti agli avvocati. Vorrei solo un po' di riconoscenza e che la gente sappia che così come esiste una legge Bosman esiste anche un ragazzo che per quella legge ha dato tutto ed è diventato un alcolizzato"

LONDRA, 21 marzo 2011 - La legge che porta il suo nome ha fatto la storia del calcio, permettendo ai giocatori di oggi di guadagnare soldi a palate, ma Jean-Marc Bosman di quella fortuna non ha condiviso nemmeno un centesimo e oggi vive grazie al sussidio statale in una casa alla periferia di Liegi, dove però l’attuale compagna Carine e i due figli Martin e Samuel (ha anche una figlia, oggi 21enne, nata dal primo matrimonio, ma di cui non vuole parlare) non possono stare per non rischiare di perdere l’aiuto economico. Gonfio e quasi completamente pelato, l’ex centrocampista sembra l’ombra del giocatore che era ai tempi della sua battaglia in tribunale, conclusa nel 1995 con la vittoria di Bosman (e dei suoi colleghi dell’Unione Europea che, grazie a quella storica sentenza possono trasferirsi gratuitamente ad un altro club alla scadenza del loro contratto) e ora, a 46 anni, sta combattendo un’altra battaglia del tutto personale contro alcol e depressione. "È stata molto, molto dura – ha raccontato Bosman in un’intervista esclusiva al Sun – perché ho vinto davanti alla corte ma io sono l’unico ad aver pagato, pagato e pagato. La gente pensa che io abbia messo da parte una fortuna, ma la mia presunta fortuna non arriverebbe a pagare nemmeno un giorno dello stipendio di Wayne Rooney. I soldi presi dalla FifPro (200mila sterline, ndr) e il risarcimento stabilito dalla corte (si parla di un milione di sterline, ndr) sono stati inghiottiti dagli avvocati e dalle spese processuali, mentre l’idea della partita-celebrazione che ci sarebbe dovuta essere è fallita e mi sono accontentato di un match contro il Lille davanti ad appena 2mila persone".

giocatore a rischio — Dopo aver militato nello Standard Liegi, la sua squadra del cuore, nel 1988 Bosman passò all’RFC Liegi, ma alla fine del contratto, due anni più tardi, si ritrovò a piedi e tentò perciò di andare a giocare in Francia, nel Dunkirk, ma i belgi rifiutarono di concedergli il trasferimento. A quel punto il giocatore decise di portare il caso in tribunale e nel frattempo giocò nelle serie francesi minori e pure sull’isola di Reunion, nell’Oceano Indiano. Al suo ritorno in Belgio, lo Charleroi gli diede un posto in squadra, pagandolo però appena 650 sterline al mese ("sapevano chi ero e cosa avevo fatto e per loro ero a rischio"). Due anni dopo, i soldi sparirono. Bosman continuò a giocare per divertimento, ma senza stipendio non poteva permettersi di pagare l’affitto di Charleroi. Da qui il ritorno a Liegi, dove trasformò il garage della casa dei suoi genitori in monolocale, vivendoci per due anni. "Il mio avvocato scrisse a tutti i club del Belgio e la risposta era sempre la stessa: No, grazie. Auguriamo buona fortuna al signor Bosman, ma noi abbiamo già i nostri giocatori".

depressione e alcolismo — Prima che il caso Bosman scoppiasse, il centrocampista aveva due case e altrettante Porsche, ora ha solo una casetta accanto a quella dei suoi, dove ha vissuto gli ultimi 15 anni con la sola compagnia del suo adorato labrador Freedom Fighter, morto due settimane fa. "Il mio cane è stato il mio amico più fedele, ero distrutto quando se n’è andato. La pressione attorno al mio caso è stata enorme. La Comunità Europea non voleva accusare il sistema, il mio avvocato sapeva che mi avrebbero fatto sputare sangue e mi disse che potevo fermarmi quando volevo, ma era una faccenda importante e sono andato avanti. In genere, quando vinci in tribunale ti senti libero, ma la stampa belga mi si è scatenata contro: sono finito in depressione e ho cominciato a bere sempre di più. Alla fine, stavo sempre in casa e bevevo di tutto, birra o vino". Una discesa all’inferno che ha avuto pesantissime conseguenze non solo sul suo conto in banca ma anche sul fisico, visto che, a detta dei medici, sarebbero bastati un paio di drink per distruggergli definitivamente il fegato.

VOGLIO SOLO RICONOSCENZA — Da qui il ricovero in ospedale, da dove è uscito il 27 dicembre 2007: da quel giorno Bosman giura di essere sobrio, anche se con il giornalista del Sun un bicchiere di spumante se l’è fatto ("ma me lo concedo solo per le occasioni speciali", si è giustificato). "La mia vittoria nel processo Bosman è stata enorme, ma la vittoria più grande è stata quella contro l’alcool. Dovrei essere il giocatore più famoso del Belgio, ho il mio posto nella storia e ho combattuto a lungo per conquistarlo, ma nessuno mi conosce. Non voglio aver fatto tutto questo per niente. Sono felice che ora i miei colleghi guadagnino un sacco di soldi, non sono geloso di questo e ho dato la mia carriera affinchè non fossero più trattati come degli schiavi. Voglio solo che il merito mi sia riconosciuto e che la gente sappia che come esiste una legge Bosman esiste anche un ragazzo che per quella legge ha dato tutto e che per questo è diventato un alcolizzato. Ma come dice Confucio, 'la felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta'". E nessuno meglio di Jean-Marc Bosman sa cosa significhi perdere tutto ed annegare in una bottiglia la rabbia e la delusione di una carriera spezzata
Sound72
00giovedì 7 aprile 2011 14:02
Insultò Cantona e si prese un colpo di kung-fu
Ora prende a pugni il coach del figlio


Matthew Simmons ha aggredito l'allenatore
«colpevole» di aver messo il ragazzino fuori squadra


MILANO - Sedici anni fa Matthew Simmons diventò famoso per essersi beccato un colpo di kung-fu da Eric Cantona durante la sfida fra Crystal Palace e Manchester United. Era il 25 gennaio del 1995: il campione francese era appena stato espulso e mentre usciva dal campo colpì lo spettatore con un calcione a mezza altezza, in risposta ad un insulto che l’uomo gli aveva rivolto. Risultato: Cantona fu squalificato per 8 mesi dalla Federazione inglese (venne anche rinviato a giudizio e condannato a due settimane di carcere, sentenza poi ridotta in appello a 120 ore di servizio civile), mentre Simmons (originario di Thornton Heath, nel Surrey) si beccò sette giorni di cella (ma uscì appena 24 ore dopo la sentenza), gli venne ritirato l’abbonamento al Palace e fu bandito da Selhurst Park. E ieri l’uomo è tornato agli onori (si fa per dire) della cronaca comparendo dinnanzi alla Kingston Crown Court di Londra per rispondere di un’accusa di rissa durante una partita di calcio giovanile.

RAFFICA DI PUGNI - Stando a quanto riportano Daily Express e Sun citando le parole del pubblico ministero Michael Logsdon, pare che Simmons nutrisse del rancore nei confronti di Stuart Cooper, l’allenatore della squadra in cui giocava suo figlio, per aver escluso il ragazzo dalla formazione apparentemente dopo aver saputo che il padre era stato coinvolto nell’incidente con Cantona. Il siluramento del ragazzino (oggi 13enne) sarebbe quindi stato all’origine del «cattivo sangue» che si era venuto a creare fra i due nel corso degli ultimi 6 anni e che è poi culminato con l’aggressione sul campo di calcio, avvenuta lo scorso agosto, durante un’amichevole fra una selezione Under 14 e una Under 15, dove giocava anche il figlio dell’accusato. A quanto è emerso, Simmons avrebbe colpito Cooper con «una raffica di pugni al viso, alle braccia e al petto», sotto lo sguardo attonito dei 30 giovani giocatori e degli adulti che stavano assistendo alla gara. Al termine del feroce assalto, l’allenatore aveva il naso sanguinante e un occhio nero ed era pieno di lividi: ferite che lo hanno anche costretto a rimanere una settimana a casa dal lavoro (fa il commesso).

LEGITTIMA DIFESA?- «Simmons mi sembrava carico e agitato e mi ha sputato in faccia e mi ha chiamato “feccia” prima di aggredirmi senza motivo – ha raccontato Cooper in aula - . Il primo colpo mi è arrivato dietro la testa e quello che ricordo dopo erano i suoi pugni che mi arrivavano da ogni parte. Ci sono voluti tre o quattro uomini per trascinare via Simmons, mentre io ero in completo stato di choc». Quanto al famoso incidente di Cantona, lo sfortunato allenatore ha raccontato di essere venuto a conoscenza del coinvolgimento di Simmons solo nel 2004, quando un giornale locale ricordò quella storia, sottolineando che qualche altro genitore aveva espresso delle perplessità su Simmons per la vicenda che lo aveva visto protagonista. «Qualunque cosa possa essere successa al signor Simmons nel 1995 nello stadio di Selhurst Park – ha spiegato l’avvocato Logsdon – di certo lui non è stato in grado di controllarne le conseguenze né, tantomeno, il risentimento che provava nei confronti del signor Cooper». Dal canto suo Simmons ha negato l’accusa di aggressione e danni personali, sostenendo di aver agito per legittima difesa, nel timore di essere lui stesso aggredito da Cooper. Il processo continua. E a proposito dell’episodio di Selhurst Park, di recente anche Cantona è tornato a parlarne in un’intervista alla BBC, definendolo «una grande emozione e uno dei momenti salienti della mia carriera».

faberhood
00giovedì 19 maggio 2011 14:43
UFFICIALE: Espanyol, de la Pena si ritira

19.05.2011 14.12
Il centrocampista dell'Espanyol, Ivan de la Pena (35), ha confermato il suo ritiro alla fine della stagione. Il calciatore, che ha giocato anche con la maglia della Lazio a cavallo del millennio, ha disputato 178 gare - condite da 8 gol - con la società del Montjuic.



la fine di un'era? mi sento come quando Best lasciò il calcio o quando fermarono Maradona.......
[SM=g7350] [SM=g7405]
Ammazza che pippa assurda che era......
lucaDM82
00giovedì 19 maggio 2011 15:04
Me lo ricordo con l'under spagnola,era un fenomeno.Poi alla lazio è diventato una schiappa,fece bene solo una partita in coppa.

Com'era quando c'era Sensi?"Volevamo De la Pena,c'hai portato i spaccalegna" [SM=x2478856] ...che poi volevamo lui ma bronzetti ci portò helguera...
Sound72
00venerdì 27 maggio 2011 14:13
Van der Sar gioca e lascia a 40 anni: "Girerò documentari"


L'ultima volta per il re delle papere diventato grande: finalista di Champions a 40 anni e 7 mesi. Gli errori alla Juve che lo mandò via nel 2001, ora la quinta finale


LONDRA - Ice Rabbit almeno è più carino di giraffone, o degli altri poco edificanti soprannomi che gli avevano affibbiato in Italia. Dove, ammettiamolo, non lo abbiamo capito, o non lo abbiamo saputo aspettare, o forse non eravamo adatti a lui, che ci può stare. Altrimenti non si spiegherebbe perché Edwin Van der Sar, cacciato con ignominia dalla Juventus nel 2001 dopo due campionati disastrosi (ma almeno lo sostituirono con Buffon), giochi domani l'ultima partita di una carriera che in Inghilterra è diventata leggendaria, per longevità e per successi. Il portiere chiude come i grandi del calcio, a Wembley, in una finale di Champions, la quinta della sua carriera (finora due vinte e due perse). Chiude da portiere del Manchester United, dopo 950 partite ufficiali, di cui 130 con la nazionale olandese e 100 esatte in Champions, la metà delle quali terminate senza subire gol. Chiude a 40 anni e mezzo: più anziano di lui, a questi livelli, solo Dino Zoff, che giocò la famigerata finale di Atene 1983, quella del gol di Magath, a 41 anni suonati. Lo sostituirà il giovane spagnolo De Gea, dall'Atletico Madrid. Se vincesse, sarebbe il suo sedicesimo trofeo in carriera: il primo risale al 1992, con l'Ajax, finale di Coppa Uefa contro il Torino. Solo che ora è arrivato il momento di salutare: "La mia carriera è già durata un paio d'anni più di quello che pensavo e speravo. Ora è il momento giusto per chiudere. Non perché abbia qualche problema fisico, o perché non mi piaccia più allenarmi. Semplicemente, ho capito che non potrò più migliorare, né fare progressi. Allora è meglio ritirarsi adesso, ancora al top".

Ice Rabbit, lo hanno chiamato qui. Coniglio di ghiaccio, per via di quelle orecchie a sventola e della freddezza tra i pali, come testimonia il fotogramma forse più importante della sua vita sportiva: il rigore decisivo parato ad Anelka nella drammatica finale di Mosca, Champions 2008, e l'elezione a "man of the match". Altro che le mani di burro e quel caracollare esitante per l'area di rigore che avevano fatto disperare i tifosi, e Ancelotti che lo allenava, in quelle due stagioni alla Juve, primo portiere straniero nella storia bianconera. Lo cacciarono, eppure aveva un signor curriculum alle spalle, comprese due finali di Champions con l'Ajax, una vinta contro il Milan (1995) e una persa contro la Juve (1996). Ma in Italia le cose non andarono bene, ecco. Ripara al Fulham, e da lì dopo quattro anni Ferguson lo vuole a Manchester, dopo anni difficili coi portieri a Old Trafford. Sarà un caso, anzi no: con Van der Sar lo United è tornato a dettar legge in Europa. Nelle ultime cinque edizioni li abbiamo visti tre volte in finale, una in semifinale e una nei quarti. Ora per Ice Rabbit cala il sipario, in una rivincita della finale di Roma 2009, quando il Manchester le prese dal Barcellona: "Nessuno di noi può dire di aver dato il massimo in quella finale. Stavolta sarà diverso", minaccia. Anche se gli ultimi due grandi addii al calcio che gli vengono in mente non invogliano all'ottimismo: "Giovanni Van Bronckhorst si è ritirato dopo la finale dei Mondiali tra Spagna e Olanda, e si sa com'è andata. E non parliamo di Zidane a Berlino nel 2006...". Però un altro precedente lo rincuora: "Frank Rijkaard terminò la carriera con la finale Ajax-Milan del 1995: entrò in un tunnel di concentrazione un mese prima e ne uscì solo dopo la vittoria, che ottenemmo non si sa come, contro una squadra molto più forte di noi. Io però no, non sono entrato in nessun tunnel, sono sereno". E da domenica, nuova vita. Scriverà un libro, ha detto, poi si dedicherà alla sua passionaccia: girare documentari sul mondo della natura. Uno sui conigli non sarebbe una cattiva idea, così, per cominciare.
Sound72
00lunedì 13 giugno 2011 12:20
Martin Palermo si ritira


Martin Palermo, bomber e monumento del calcio argentino, lascia a 37 anni, dopo 20 anni di calcio e oltre 300 gol in carriera in gare uffciali. Idolo dei tifosi del Boca Juniors, Palermo ha avuto per sè un'intera serata di festeggiamenti in occasione della partita casalinga contro il Banfield, che ha visto una "Bombonera" gremita di tifosi, che non hanno fatto altro che scandire il nome di Martin Palermo durante tutta la gara. Un cecchino infallibile sotto porta, con un carattere difficile, che forse ne ha pregiudicato la carriera, soprattutto in Europa, dove ha giocato in Spagna, senza mai lasciare in segno. Anche in nazionale ha giocato poco (pur segnando gol decisivi) segno che Palermo è stato un giocatore da "dentro o fuori", da prendere così com'era, e che ha generato amore e odio nei tifosi, e soprattutto nelle "tifose", che lo hanno "amato" con generosità....

Aneddoti di una carriera? Nel 1999 riuscì a sbagliare tre rigori nella stessa partita (Argentina-Colombia in Copa America). Nel 2001 si ruppe tibia e perone cadendo da un muretto dopo aver segnato un gol con la maglia del Villareal, e nel 2009 è riuscito a segnare un gol di testa da 38 metri contro il Velez. Genio e sregolatezza. Per tutti o quasi, un mito!


sportlive.it
ShearerWHC
00lunedì 13 giugno 2011 16:16
Gran personaggio
Più volte vicino all'Italia, prima del grave infortunio era stato preso dalla Lazio ma poi tutto sfumò, ed era stato l'alternativa se non sbaglio a Edmundo al Napoli e Fabio Junior da noi
lucaDM82
00giovedì 16 giugno 2011 00:43
Si'.Là è un idolo.
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