Periodo di Avvento-Natale Contemplata Aliis Tradere

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Caterina63
00domenica 29 novembre 2009 00:46
Cliccando qui:
Meditazioni per l'Avvento-Natale 2009 fino all'Epifania

inseriremo varie meditazioni e la Liturgia di questo Tempo santo, compreso il Magistero del Santo Padre nelle varie omelie, catechesi ed Udienze....


http://sites.google.com/site/amicidisantommaso/prediche(domenicheperannum)


PRIMA DOMENICA DI AVVENTO  C  2009  n.l. La Chiesa ha il suo anno, che non coincide con l’anno civile.

L’anno civile incomincia il 1° Gennaio; l’anno della Chiesa è l’anno liturgico, che inizia con la Prima Domenica di Avvento; per noi ambrosiani oggi.
Raccogliamo l’insegnamento del Proverbio: <Chi bene incomincia è a metà dell’opera>.Incominciamo quindi bene il tempo forte dell’Avvento.Un atteggiamento del popolo di Dio e di ogni suo membro è quello dell’attesa.Quale attesa? L’attesa del Signore.La esprimiamo ogni Domenica nel Credo, quando diciamo a voce alta l’uno all’altro: <E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine>.Siamo convinti di questa verità della nostra fede cristiana?E’ una verità rivelata dal Signore Gesù in modo chiaro e solenne.

Quando acclamiamo a Cristo dopo la consacrazione del pane e del vino, non professiamo la nostra fede solo nella morte e risurrezione di Cristo, ma aggiungiamo: <nell’attesa della tua venuta>.
Il Signore Gesù è venuto nell’umiltà quando nacque a Betlemme.

Verrà invece nella gloria in un tempo che solo Dio conosce.
L’attesa è uno dei sentimenti più profondi del cuore umano; si può dire che ciascuno uomo è sempre in attesa di qualcosa o di qualcuno:l’attesa di un giocattolo, di una macchina, di un amico, del matrimonio, di un posto di lavoro, di una promozione, della fine dell’anno scolastico, della fine della degenza all’ospedale, della guarigione da una malattia, ecc. ecc.Queste sono tutte attese intermedie.C’è però un’attesa di una venuta che corona tutte le altre, che pone termine a tutte le attese e a tutte le venute: è l’attesa della venuta di Gesù.Gesù si intrattiene spesso coi suoi Apostoli a parlare della sua venuta finale.

Come ha parlato spesso della sua morte e della sua risurrezione, così ha parlato spesso anche della sua venuta finale:
Come sarà la venuta finale di Gesù?

Quello che sappiamo, lo sappiamo solo da lui; tutto ciò che dicono gli altri di diverso o di più, è soltanto fantasticheria.
Gesù ha tratteggiato alcune caratteristiche della su venuta.Si tratta di una venuta certa: egli verrà di nuovo… certamente.Si tratta di una venuta improvvisa, cioè una venuta che sorprenderà tutti, in atto di pensare a tutt’altro; come al tempo del diluvio e al tempo della distruzione di Sodoma; nessuno aspettava quei castighi.Si tratta di una venuta che riguarda tutti: non solo un popolo, ma tutti i popoli, non solo alcune persone, ma tutte le persone… anche ciascuno di noi.Questa verità della venuta improvvisa, quindi imprevedibile, del Figlio dell’uomo, di Gesù, contrasta con la mentalità dell’uomo d’oggi.

Qual è la mentalità dell’uomo d’oggi?
L’uomo d’oggi è un uomo sicuro di sé; l’uomo d’oggi crede di poter sapere e prevedere tutto, a motivo della fiducia che egli ripone nella scienza e nella tecnica, e nelle loro precisioni.L’uomo d’oggi è anche un uomo interessato alle realtà materiali e presenti; un antico proverbio diceva: <E’ meglio un uovo oggi che una gallina domani>; l’uomo d’oggi pensa molto all’oggi e molto poco al domani, al futuro; e poiché la venuta di Cristo è nel futuro, essa non interessa all’uomo di oggi.L’uomo d’oggi è molto sensibile alle cose  materiali che interessano la vita qui, in questo mondo.Che cosa interessa all’uomo d’oggi?La macchina, gli elettrodomestici, una bella casa, uno stipendio sicuro e cospicuo, un posto importante nella società, e cose simili.

Chi è pieno di questa mentalità terrena, è portato a ignorare la venuta di Cristo.
Anzi, la venuta di Cristo, agli occhi di questa mentalità terrena, appare una realtà strana, priva di senso.Gli uomini, impregnati di questa mentalità terrena, potranno riconoscere la Chiesa come società organizzata, come istituzione umana, magari per contestarla; ma non capiranno mai la ragione profonda della Chiesa, che è di ricordarci tutte le verità eterne, di ricordarci la venuta del Signore e di prepararci nel migliore dei modi a tale venuta.Ma il cristiano crede con fermezza alla venuta del Signore e fa proprie le esortazioni dei profeti, di Gesù e della sua Chiesa; esortazioni che abbiamo sentito nelle letture e nel Salmo responsoriale; ad esempio:

·       
<Il giorno del Signore arriva implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un deserto, per sterminarne i peccatori>;·        <Fuggano davanti a Dio quelli che lo odiano… i giusti invece si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia>;·        <Camminate nella carità… sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono>;·        <Badate di non lasciarvi ingannare>, dice Gesù ai suoi discepoli di ogni tempo; quanti battezzati si lasciano attrarre da sette religiose, perfino da sette sataniche; quanti battezzati si lasciano incantare dai vari incantatori che nascono nella società in ogni epoca; ci sono dei cristiani che vanno in crisi di fede per un romanzo che reinterpreta il Vangelo, che racconta bufale a non finire sulla persona di Gesù; come mai questa facilità a lasciarsi incantare dal primo che passa? Il motivo può essere la mancanza di conoscenza del vero Cristo, della sua Chiesa e della sua dottrina; il nostro S. Ambrogio diceva che non si lasciava incantare da niente e da nessuno, perché <noi abbiamo già il nostro incantatore: Gesù Cristo>; chi si lascia incantare da altro o da altri, non conosce Gesù Cristo.


Caterina63
00lunedì 7 dicembre 2009 10:27


8 Dicembre Festa dell'Immacolata! A TUTTI ma proprio TUTTI, affido al Cuore Immacolato di Maria [SM=g1740717] la Sua materna intercessione tutti vi benedica e vi protegga, vi doni gioia e consolazione, vi sostenga nelle tribolazioni... [SM=g1740750]


Dall'amico Roberto da FB condividiamoci questa Festa... [SM=g1740733]

Tota Pulchra es, Maria, et macula originalis non est in Te.
Oriente e Occidente sono uniti nel cantare le Tue Glorie, o Maria.
Buona Solennità!





Tota Pulchra in gregoriano

Preghiera mariana

Tota pulchra es, María ! Tota pulchra es, María !
Et mácula originális non est in te. Et mácula originális non est in te.
Tu glória Jerúsalem, tu laetítia Israël,
tu honorificéntia pópuli nostri, tu advocáta peccátorum.
O María, o María !
Virgo prudentíssima mater clementíssima,
ora pro nobis, intercéde pro nobis ad Dóminum Jesum Christum !









[SM=g1740717] [SM=g1740750] [SM=g1740720] [SM=g1740752]




[SM=g1740733]

Caterina63
00sabato 12 dicembre 2009 11:36
La Madonna

Una bellissima storia raccontata dalla penna mirabile di Tito Casini e che riporto dal blog messainlatino.it

Con questi sentimenti auguro a tutti anche un Buon Natale...e la Materna intercessione e benedizione di Maria su tutti voi e sulle vostre Famiglie!



La storia di un uomo che voleva dannarsi…
ma non aveva fatto i conti con la Madonna


C'era anticamente un uomo il quale si Voleva dannare. Non dico che si fosse proprio proposto di andare all'inferno: dico che s'era messo per una strada da finire in quel brutto posto. Da buon cristiano qual era stato in principio, s'era a poco a poco voltato al male, e, facendo un giorno peggio dell'altro, dì cristiano non aveva ormai più che il battesimo. Niente più messe (figurarsi le funzioni), né per Pasqua né per Natale, niente più prediche né vangeli, niente più confessioni né comunioni, niente più vigilie né quaresime né quattro tempora, niente più divozioni, niente più preghiere, e al posto di tutto questo tutti e sette i vizi del catechismo... Dite se non è questa la strada che mena alla dannazione.

Vero è che per dannarsi bisogna fare i conti con la Madonna, vale a dire con una mamma. Una mamma! Io mi ricordo di quand'ero piccino e, qualche volta, per un capriccio, per rabbia ch'essa m'avesse tirato via da un pericolo, levato di mano un vetro o un coltello, raccattavo un sasso o un bacchetto e facevo l'atto di andarle contro per picchiarla. Nel movermi inciampicavo, andavo in terra, piangevo, e mamma lesta a rizzarmi, pigliarmi in collo, baciarmi, picchiare e chiamar brutto, cattivo, il sasso o il bacchetto che m'aveva fatto cascare, che aveva fatto cascare il suo bambino tanto buono... La Madonna è una mamma.

L'unica cosa di cui non si fosse proprio del tutto scordato, quest'uomo che si ricordava di Dio e dei santi soltanto per bestemmiarli, era giust'appunto la Madonna. A volerle bene e a pregarla in modo speciale lo aveva avvezzato fin da piccino la sua mamma, ripetendogli di continuo, e con discorsi e con esempi, che non sarebbe finito del tutto a male chi si fosse mantenuto in qualche maniera devoto della Madonna. La Madonna, infatti è la porta del paradiso, è il rifugio dei peccatori, è la nostra avvocata - e il tale per aver detto così, e la tale per aver fatto in quel modo, e i tali perché so io, s'erano tutti salvati... Un po' per il ricordo della sua mamma, un po' perché le cose imparate da piccini è difficile che qualche cosa non lascino, questo pover uomo, mentre faceva di tutto per andare all'inferno, pregava ancora la Madonna e teneva la sua immagine a capo del letto.

La pregava a quel modo. Il rosario, che la Madonna ha tanto gusto a sentirselo dire, nemmen si ricordava che cosa fosse; aveva a poco a poco dimenticato le litanie, la salveregina; non sapeva più che l'avemmaria, e due o tre avemmarie borbottate fra lo svestirsi e l'addormentarsi, ogni sera, eran tutte le sue divozioni... Arrivò al punto, camminando sempre per quella strada sciagurata, di scordare anche quella, e della Madonna non gli rimase che il nome, Maria, forse perché era scritto ai piedi della sua immagine, che gli pendeva sopra il letto...

Se fosse stato meno duro, avrebbe sentito, da quell'immagine, le lacrime gocciargli sul viso, mentre dormiva.
La Madonna piangeva su quel figliolo che le tornava ogni notte con l'anima sempre più nera, col cuore sempre più chiuso alle sue ispirazioni, ai suoi amorosi rimproveri; e vegliandolo, come una mamma il suo piccino malato, perché la morte non lo venisse a pigliare mentr'era così in disgrazia di Dio, pregava, diceva per lui le divozioni, il confiteor, l'atto di contrizione.

Ma, se la Madonna piangeva, nemmeno lui, il figliol prodigo, era contento. Eh, no, alla tavola del diavolo la vera allegrezza non si trova, per quanto possano sul principio parer dolci i suoi vini. È la dolcezza del veleno, che si converte in amarezza appena dal palato è disceso in corpo. Se tanti, Purtroppo, seguitano e seguitano a bere, è perché il diavolo li ha ormai ubriacati e credono che il rimedio consista nel bere ancora dell'altro, finché tanto ne bevono che finiscono per scoppiare.

Se avesse dato retta ai rimorsi che sentiva in sé dopo ogni stravizio; se avesse ascoltato il cuore che gli metteva a confronto il suo stato d'ora (dico quanto a esser contento) col suo stato di prima, di quando andava alla messa, alle funzioni, alle prediche, di quando si confessava e comunicava, diceva il rosario e le divozioni, di quando insomma era un buon cristiano, l'uomo si sarebbe forse ravvisto, e la Madonna avrebbe cessato di versare quelle sue lacrime di mamma, di cui il demonio rideva. Invece, per acchetare i rimorsi, per non sentir que' paragoni, egli si buttava da un peccato in un altro, da uno stravizio in uno stravizio peggiore - e la morte intanto si avvicinava.

Anche il pozzo dei peccati però ha un fondo, dopo il quale non c'è che tornare a galla o sprofondar senza rimedio in casa del diavolo, Che Dio ci guardi dall'arrivare a quel limite; e se per disgrazia ci s'arrivasse, ci guardi almeno dalla disperazion di salvarci, che sarebbe uno dei peccati contro lo Spirito Santo, il peccato che condusse Giuda a impiccarsi quando ancora poteva chieder perdono a Gesù!

Se non era ancora arrivato a questo, l'uomo si trovava già coi piedi sulla botola dell'inferno. La disperazione era prossima, e si sarebbe buttato ormai allo sbaraglio se non era... Eh, chi poteva essere se non quella santissima Vergine, cui egli non alzava più neppure uno sguardo, ne pronunziava appena il nome, Maria, con quella stessa bocca con cui aveva per tutto il giorno bestemmiato il suo Figliolo e i suoi santi?

Fatto sta che una notte, dopo essersi involtolato nel male più di un rospo nella belletta di un pantano, rientrò in casa, cotto dal vino, rovinato dal gioco, con un gran disgusto di sé, con la disperazione nel cuore e la tentazione di ammazzarsi. Figuratevi se pensò a dire le divozioni! Nell'atto però di cominciare a svestirsi, alzò, per caso o per abitudine, gli occhi all'immagine sopra il letto e cercò la parola, il nome, le cinque lettere a cui s'era ridotta la sua preghiera, la sua fede, la sua speranza: Maria. Ma gli occhi - disorientati forse dal vino? - videro in altr'ordine le cinque note che suonarono tanto dolci in bocca all'arcangelo Gabriele, e lessero, invece di Maria: Riama.

Provvido errore - se fu errore! Al suo spirito, che, incerto fra la morte e la vita, riluttante a quella per il disgusto e a questa per il terrore, si chiedeva gemendo che cosa fare, quella parola, quel nome invertito fu la risposta, la risposta illuminante, consolante, acquietante: Riama.
Riama: ama di nuovo, ama come una volta, come quand'eri bambino, come quando dicevi le divozioni... E le antiche divozioni rifiorirono come per miracolo prima nel cuore e poi sui labbri bruciati dalla bestemmia: Ave, Maria, gratia plena...

Piegato a terra da una forza dolce e invisibile, l'uomo abbandonò fra le mani il viso sulla sponda del letto, sotto l'immagine, e pianse, e pianse, e pianse.
E la Madonna cessò di piangere; la Madonna sorrise, perché quel suo figliolo era salvo.

Testo tratto da: TITO CASINI, Il Pane sotto la neve, Firenze: LEF, 1935/2, pp. 53-58.









Caterina63
00domenica 28 novembre 2010 00:37



PREGHIERA PER LA VITA

composta per l'occasione
dal santo Padre Benedetto XVI
e recitata ai piedi del SS. Sacramento
al termine dei Primi Vespri per l'Avvento 2010:

Signore Gesù,
che fedelmente visiti e colmi con la tua Presenza
la Chiesa e la storia degli uomini;
che nel mirabile Sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue
ci rendi partecipi della Vita divina
e ci fai pregustare la gioia della Vita eterna;
noi ti adoriamo e ti benediciamo.

Prostráti dinanzi a Te, sorgente e amante della vita
realmente presente e vivo in mezzo a noi, ti supplichiamo.

Ridesta in noi il rispetto per ogni vita umana nascente,
rendici capaci di scorgere nel frutto del grembo materno
la mirabile opera del Creatore,
disponi i nostri cuori alla generosa accoglienza di ogni bambino
che si affaccia alla vita.

Benedici le famiglie,
santifica l'unione degli sposi,
rendi fecondo il loro amore.

Accompagna con la luce del tuo Spirito
le scelte delle assemblee legislative,
perché i popoli e le nazioni riconoscano e rispettino
la sacralità della vita, di ogni vita umana.

Guida l'opera degli scienziati e dei medici,
perché il progresso contribuisca al bene integrale della persona
e nessuno patisca soppressione e ingiustizia.

Dona carità creativa agli amministratori e agli economisti,
perché sappiano intuire e promuovere condizioni sufficienti
affinché le giovani famiglie possano serenamente aprirsi
alla nascita di nuovi figli.

Consola le coppie di sposi che soffrono
a causa dell'impossibilità ad avere figli,
e nella tua bontà provvedi.

Educa tutti a prendersi cura dei bambini orfani o abbandonati,
perché possano sperimentare il calore della tua Carità,
la consolazione del tuo Cuore divino.

Con Maria tua Madre, la grande credente,
nel cui grembo hai assunto la nostra natura umana,
attendiamo da Te, unico nostro vero Bene e Salvatore,
la forza di amare e servire la vita,
in attesa di vivere sempre in Te,
nella Comunione della Trinità Beata.

 Amen.







Benedictus Deus.
Benedictum Nomen Sanctum eius

Benedictus Iesus Christus, verus Deus et verus homo
Benedictum Nomen Iesu
Benedictum Cor eius sacratissimum
Benedictus Sanguis eius pretiosissimus
Benedictus Iesus in sanctissimo altaris Sacramento
Benedictus Sanctus Spiritus, Paraclitus
Benedicta excelsa Mater Christi, Maria sanctissima
Benedicta sancta eius et immaculata Conceptio
Benedicta eius gloriosa Assumptio
Benedictum nomen Mariae, Virginis et Matris
Benedictus sanctus Ioseph, eius castissimus Sponsus
Benedictus Deus in Angelis suis, et in Sanctis suis

(italiano)

Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’Altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
Amen.

Caterina63
00lunedì 29 novembre 2010 10:35
[SM=g1740717] [SM=g1740720] Amici,
vi offriamo questa brevissima poesia affinchè possa essere d'aiuto agli adulti e di incoraggiamento ai giovani e ai bambini.....
L'Ave Maria è di per se una poesia scaturita dalle parole dell'Arcangelo Gabriele e dal prodigio stesso della Incarnazione di Dio e dunque, della divina maternità di Maria.
Con santa Elisabetta glorifichiamo Dio per quanto ha compiuto nella Vergine, che tutte le generazioni avrebbero chiamata "Beata"...

In preparazione della Festa dell'Immacolata, vogliamo rivolgerci con passione ed amore alla più tenera fra le Madri....

Il Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

si unisce a quanti cominceranno oggi la Novena all'Immacolata ed incoraggia TUTTI a scoprire o riscoprire, la dolcezza che Dio stesso provò quando creò Maria...pura, santa, immacolata, donandocela ai piedi della Croce per non lasciarci soli in questo cammino di santificazione...

it.gloria.tv/?media=113426



[SM=g1740750]


[SM=g1740738] [SM=g1740752]

Caterina63
00lunedì 26 novembre 2012 14:53


001diavvento.jpg



Cari Amici,
con l'Avvento si apre il nuovo Anno Liturgico e ci viene offerta una nuova opportunità di CONVERSIONE a Cristo, di comprensione del Suo Vangelo, di vita nuova alla Sua sequela..... viricordiamo le reflessioni degli anni precedenti cliccando qui, e vi ricordiamo che siamo entrati nell'ANNO DELLA FEDE un motivo assai valido per vivere con nuova forza la nostra Fede a Cristo nella Sua Santa Chiesa.....

I titoli che ci accompagneranno in queste Quattro Settimane che precedono il Natale, ci vengono dalle Letture del Vangelo, in ognuna di queste 4 Domeniche..... mentre le riflessioni che seguiranno sono tratte dal ricchissimo Magistero Petrino.....


avvento20121.jpg


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Cari fratelli e sorelle!
L’Avvento è, per eccellenza, il tempo della speranza. Ogni anno, questo atteggiamento fondamentale dello spirito si risveglia nel cuore dei cristiani che, mentre si preparano a celebrare la grande festa della nascita di Cristo Salvatore, ravvivano l’attesa del suo ritorno glorioso, alla fine dei tempi.
La prima parte dell’Avvento insiste proprio sulla parusia, sull’ultima venuta del Signore. Le antifone di questi Primi Vespri sono tutte orientate, con diverse sfumature, verso tale prospettiva.
Al tema della speranza ho voluto dedicare la mia seconda Enciclica.
Sono lieto di offrirla idealmente a tutta la Chiesa, affinché, durante la preparazione al Santo Natale, le comunità e i singoli fedeli possano leggerla e meditarla, per riscoprire la bellezza e la profondità della speranza cristiana.
La vera e sicura speranza è fondata sulla fede in Dio Amore, Padre misericordioso, che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16), affinché gli uomini e con loro tutte le creature possano avere la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10).
 L’Avvento, pertanto, è tempo favorevole alla riscoperta di una speranza non vaga e illusoria, ma certa e affidabile, perché "ancorata" in Cristo, Dio fatto uomo, roccia della nostra salvezza.
(Vespri Prima Domenica di Avvento, Benedetto XVI 1.12.2007)

Seguiamo l’invito di Gesù, per poter avere la forza di comparire davanti al Figlio dell’Uomo con la dignità dei Figli di Dio e stiamo attenti a noi stessi  cominciando a cercare e ad eliminare dalla nostra vita le cose che appesantiscono i nostri cuori:
invidia; ira; lussuria; avarizia; ingordigia; arroganza; noia; indolenza; amore esteriore; formalismo religioso; lusinga dell’ego; menzogne; autogiustificazioni.

Quali sono, per ciascuno di noi, le cose che appesantiscono il nostro cuore?





Caterina63
00lunedì 26 novembre 2012 14:54
            Avvento 1

Un altro spunto di riflessione, per questo Tempo Santo è riflettere sulla nostra vera presenza alla Messa.....


Oggi vogliamo offrirvi il breve DIALOGO, e l'unico, che avviene durante la Messa, si ripete per quattro volte, e non sono parole messe lì a caso.....


Il Signore è con te

Chi frequenta la chiesa e partecipa a qualche liturgia, come la Messa, si sente dire per diverse volte, come saluto, come augurio, come inizio di dialogo: «Il Signore sia con voi».
Prima di dire una preghiera, prima di dare una benedizione, prima di congedare, prima di fare un gesto solenne, il prete dice : «Il Signore sia con voi».

Come sempre, quando ci si abitua a delle espressioni, queste perdono il loro significato e diventano modi di dire.
Ma da dove viene questo saluto?

Quando l’Angelo "mandato da Dio" lo disse alla Vergine Maria, non stava facendo liturgie particolari, non ha detto «il Signore è con te» per cominciare una preghiera, ma definiva un fatto nuovo, un evento, nella storia dell’umanità.

Ma Dio non è colui che abita nei cieli, l’inaccessibile, colui che non può essere circoscritto in nessuna realtà creata? È sempre stato un grande desiderio di ogni uomo religioso poter stare con Dio, vivere con lui, avere un contatto con la divinità. Gli ebrei andavano al tempio e con sacrifici propiziatori chiedevano di poter parlare con Dio, dialogare con lui. Il pontefice faceva da "ponte" appunto per creare il contatto, per dare all’uomo una vaga speranza di poter invadere lo spazio di Dio in cerca di aiuto.

L'Arcangelo Gabriele invece salta tutti i sacrifici propiziatori, cambia il grande desiderio dell’uomo di voler incontrare Dio nella decisione definitiva di Dio di abitare con l’uomo, di stare con lui, "discendere dal Cielo" e garantisce a Maria che il contatto, la presenza impossibile, la vicinanza di Dio stava diventando per lei un dato di fatto, un’esperienza assolutamente unica e nuova che cambiava il corso della storia.
Con Maria cambia radicalmente la storia: il Signore viene ad abitare nella vita dell’uomo.
La Madonna non risponde con un fare  abitudinario: «E con il tuo Spirito», non stava a Messa distratta, ma viene colpita dall’intensità del significato.

Come? Io, una ragazza come tante, sono la dimora di Dio, sono abitata da Dio? Sono piena di Lui?

Non è che non capisco la grandezza della prospettiva, piuttosto la "conservo nel mio cuore" rimanendone stupita tanto da cantare un Magnificat....
Mi vedo umile, semplice, piccola e chiamata a queste altezze da vertigine. Come può essere?

Questo Signore, grazie al "Sì" di Maria, per la prima volta sta con la creatura in maniera definitiva, nuova, unica.

Da allora tutto è talmente vero e bello che Dio non ha più abbandonato l’uomo e il saluto delle Messe: «Il Signore sia con voi» è un saluto che ci garantisce che Dio non ci abbandona più, è sempre con noi, ci abita, ci possiede, ci fortifica dall’interno.
Per ogni cristiano si può dire: il Signore è con te. Dio sta qui, come ha promesso quando ascese al cielo, è in te con lo Spirito, è dentro di te con la sua forza, è con noi in virtù della Sua Parola che è via, verità e vita.
Non sei solo, non sei abbandonato a te stesso, non sei di nessuno, ma c’è con te il Signore, il Kyrios, l’Onnipotente. Dio non abita in case di pietre, non si fa raggiungere da sangue e sacrifici di animali, ma è inquilino di ogni persona.

Nel vangelo tante altre volte Gesù si sentirà chiedere dalla gente: «Maestro dove stai? dove abiti? ....».
La sua risposta è coinvolgente: «Venite e vedrete....».

Noi stiamo cuore a cuore con Dio; da quando Maria ha concepito Gesù, non c’è più nessun vuoto, nessuna solitudine, nessun abbandono. «Io sono con te».
Il Signore è con te come lo è per Maria, ti può riempire tutto, se vuoi.
Perché tante persone che abitano nelle clausure più isolate sono felici? Perché sperimentano che Dio è con loro, si fa incontrare lì nella vita contemplativa.

La solitudine è sconfitta, Dio è presente nella nostra vita, la sua dedicazione senza riserve al nostro quotidiano è garantita. E noi lo contempliamo estasiati in Maria e con Maria, ma per esserne pienamente coinvolti dobbiamo, come Lei, dire il nostro personale "Sì"......


*************

«IL SIGNORE SIA CON VOI!»

 

  Brani tratti da alcuni interventi di Benedetto XVI

 

Quante volte la liturgia esprime questo augurio che ci giunge direttamente dalla Sacra Scrittura ! Ogni volta è come se l'Arcangelo Gabriele cercasse presso di noi il cuore di Maria, totalmente disposto ad accogliere l’Emmanuele, il Dio-con-noi. La preghiera della Chiesa, concentrata nell’Eucaristia, agisce in noi e fra di noi affinché l’augurio diventi realtà, affinché l’espressione «Il Signore sia con voi!» diventi «Il Signore è con voi!».
È nel nostro cuore che questa trasformazione deve compiersi, poiché, in realtà, questo mistero si è già compiuto 2000 anni fa nell’Incarnazione del Figlio di Dio, e si compie ogni giorno, sacramentalmente, nel pane e nel vino che diventano vero Corpo e Sangue di Cristo, la Divina Presenza in mezzo a noi.

La Chiesa è il luogo di questa trasformazione, il luogo chiamato ad accompagnare ognuno di noi per passare dalla solitudine alla comunione con un Dio che è già con noi. Ed è questa  la Salvezza.

Sì, abbiamo bisogno, abbiamo sete che il Signore sia con noi, perché il Signore è il nostro Salvatore, la pace, la gioia e la verità della nostra vita.

Cari amici,
sentire il Sacerdote augurarci nel nome della Chiesa: «Il Signore sia con voi!», deve incontrarsi nei nostri cuori assetati, e dobbiamo sentire che questo augurio e questo annuncio deve riempirci ed animarci per poi dilatarsi nelle famiglie e nel mondo intero.

Questo augurio, durante la Messa, è ripetuto quattro volte.

- All’inizio per aprire la celebrazione ed accoglierci come peccatori all’appuntamento della misericordia del Padre.

- Al Vangelo, per aprirci al dono della Parola di Cristo.

- All’inizio della preghiera eucaristica, per aprirci alla Presenza sacramentale del Signore.
Dominus vobiscum. Il Signore sia con voi
Et cum spiritu tuo. E con il tuo spirito
Sursum corda. In alto i cuori
Habemus ad Dominum. Sono rivolti al Signore
Gratias agamus Domino Deo nostro. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio....

- E alla fine della Messa, per aprirci alla benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e ripartire per trasmetterla a tutti.

Dio è con noi per perdonarci, parlarci, unirsi a noi, benedirci e inviarci verso il mondo.

Tutto questo fa l’identità del cristiano, e anche della comunità. La presenza di Cristo trasforma così la vita in una dinamica di riconciliazione, di verità, di comunione, di benedizione e di missione.

Non c’è da stupirsi che questo "saluto" o breve dialogo possa disturbarci, sembrarci un po’ scomodo! Ma si tratta di una dinamica di grazia la cui sorgente è la presenza stessa del Signore.

Staccarsi da Lui falsa tutta la nostra vita. Se il Signore non fosse con noi, poveri noi!

Così, dobbiamo sempre ricominciare dalla misericordia, rialzando i nostri occhi verso la sua Divina Presenza, o anche abbassandoli verso il Bambino adagiato nella paglia di una mangiatoia, questo Bambino che non si innalzerà che nell'umiliazione totale della Croce. È così che salva la nostra vita e il mondo intero.

Gioiosa Salvezza a tutti, allora,  perché il Signore è con noi!

Caterina63
00giovedì 6 dicembre 2012 17:49

- Canto Karaoke Salve a la Virgen
Ringraziando jardindelalma — che mi ha inviato il collegamento ad un video canto a Maria Immacolata, della tradizione popolare spagnola
abbiamo ritenuto opportuno e veramente cattolico, ossia universale, condividere questo canto servendolo in formato karaoke così da impararlo anche noi. E' brioso e caoloroso come sa esserlo questo popolo....
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Evviva Maria Immacolata!


Vi ricordiamo altri karaoke che abbiamo pubblicato su Maria
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- Dell'Aurora Tu sorgi più bella
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- Annus Fidei Benedetto XVI spiega Maria Immacolata [SM=g1740752]

In questo Anno della fede il santo Padre ci ha donato un bellissimo Angelus nel quale spiega, con poche parole semplici, il ruolo di Maria e quell'essere Immacolata non solo per un Dono speciale di Dio ma anche per il suo contributo personale all'opera di Dio. Una immacolatezza che ha origine dal progetto di Dio nella Chiesa e per la Chiesa, immagine della Sposa salvata e redenta. In Maria ci è spiegato il dramma del Peccato Originale e come è stato risolto.
Gustiamo queste prelibatezze dottrinali e facciamole nostre!
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