Perchè pregare Dio direttamente nel nome di Gesù?
“Una svolta nella storia della preghiera”
Gesù impiegò gran parte della sua ultima sera per incoraggiare gli apostoli fedeli. Quello era il momento giusto per rivelare qualcosa di nuovo. “Io sono la via e la verità e la vita”, disse Gesù. “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. In seguito fece loro questa rassicurante promessa: “Qualunque cosa voi chiederete nel mio nome, io la farò, affinché il Padre sia glorificato riguardo al Figlio. Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. Verso la fine del suo discorso, disse: “Fino ad ora non avete chiesto nessuna cosa nel mio nome. Chiedete e riceverete, affinché la vostra gioia sia resa piena”. — Giovanni 14:6, 13, 14; 16:24.
Quelle furono parole straordinarie. Un’opera di consultazione le descrive come “una svolta nella storia della preghiera”. Gesù non intendeva dire che ora le preghiere dovessero essere rivolte a lui invece che a Dio. Stava solo aprendo una nuova via per avvicinarsi a Geova Dio.
È vero che Dio ha sempre ascoltato le preghiere dei suoi servitori fedeli. (1 Samuele 1:9-19; Salmo 65:2) Tuttavia, dal tempo in cui Israele divenne il popolo del patto di Dio, chi voleva che le sue preghiere venissero ascoltate doveva riconoscere che Israele era la nazione eletta di Dio. E in seguito, dai tempi di Salomone, doveva riconoscere il tempio come il luogo scelto da Dio per i sacrifici. (Deuteronomio 9:29; 2 Cronache 6:32, 33) Comunque questo sistema di adorazione era solo temporaneo. Come scrisse l’apostolo Paolo, la Legge data a Israele e i sacrifici offerti nel tempio erano “un’ombra delle buone cose avvenire, ma non la sostanza stessa delle cose”. (Ebrei 10:1, 2) L’ombra avrebbe dovuto lasciare il posto alla realtà. (Colossesi 2:17) Dal 33 E.V. la relazione con Geova non dipende più dall’osservanza della Legge mosaica. Si basa, invece, sull’ubbidienza a colui al quale la Legge conduceva, Cristo Gesù. — Giovanni 15:14-16; Galati 3:24, 25.
Un nome “al di sopra di ogni altro nome”
Gesù stabilì una base migliore per accostarsi a Geova. Si identificò come un amico che ha il potere di aprire la via affinché le nostre preghiere vengano ascoltate ed esaudite da Dio. Cosa permette a Gesù di agire in questo modo in nostro favore?
Dato che siamo nati tutti nel peccato, nessuna opera o sacrificio che compiamo può purificarci da questa macchia o conferirci il diritto di stringere una relazione con il nostro santo Dio, Geova. (Romani 3:20, 24; Ebrei 1:3, 4) Tuttavia, Gesù offrì la sua vita umana perfetta e pagò per i peccati dell’umanità redimibile. (Romani 5:12, 18, 19) Ora tutti quelli che lo desiderano possono ottenere dinanzi a Geova una condizione pura e “libertà di parola”, ma solo se esercitano fede nel sacrificio di Gesù e pregano nel suo nome. — Efesini 3:11, 12.
Pregando nel nome di Gesù, esprimiamo fede in almeno tre aspetti del ruolo che ricopre nell’adempimento del proposito di Dio: (1) Egli è “l’Agnello di Dio”, il cui sacrificio provvede la base per il perdono dei peccati. (2) Fu risuscitato da Geova e ora agisce come “sommo sacerdote” elargendo i benefìci del riscatto. (3) Solo lui è “la via” per accostarsi a Geova in preghiera. — Giovanni 1:29; 14:6; Ebrei 4:14, 15.
Quando preghiamo nel suo nome onoriamo Gesù. Tale onore è appropriato dal momento che Geova vuole che “nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio . . . , e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è Signore alla gloria di Dio Padre”. (Filippesi 2:10, 11) Cosa ancor più importante, pregare nel nome di Gesù glorifica Geova, Colui che diede suo Figlio per noi. — Giovanni 3:16.
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