Vergogna!
da www.dongiorgio.it
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Siamo in mano ai barbari: xenofobi, rozzi, puzzolenti, duri di cervello…
Non c’è una faccia da leghista che mi sia simpatica. O meglio: che la possa sopportare senza provare una certa repulsione. (ed io, Calogero, mi associo).
Sul momento cerco di appellarmi con tutte le forze al mio sentirmi figlio di quel Padre che usa benevolenza verso tutti. Poi penso che anche il Padre celeste provi una certa difficoltà nel riconoscersi in certi suoi figli che tutto possono sembrare tranne che essere “a immagine e a somiglianza di Dio”.
Se è vero che Dio è la Bellezza in persona e se è vero che, come ha scritto un noto scrittore russo, sarà la “Bellezza a salvare il mondo”, allora aspetta e spera: in Italia con questo governo di leghisti fondamentalisti passerà un secolo prima che la bruttezza potrà essere lavata del tutto da una generazione nuova e “bella”.
Non so da che parte salta fuori questa razza, rozza e analfabeta. Sembrano provenire dai fondali marini. Come mostri truculenti. Oppure appaiono tanto insulsi da chiedermi: come sono arrivati ad essere “qualcuno”? Difatti, eccoli lì, in parlamento, a lordare un luogo che dovrebbe odorare solo di democrazia e dei diritti civili. Quando sento puzza, mi guardo attorno, e istintivamente cerco un leghista.
A parte l’elemento fisico che ha una sua importanza, ciò che è osceno è il modo d’essere di un leghista. Talora è un tutt’uno: faccia e culo. Non sai distinguerli. Ma il problema è che non trovi una benché minima ruga di umanità. Parlano, e ti viene da pensare che a parlare non sia il culo. Vedi Maroni, e pensi a uno scherzo della politica che talora si diverte a mostrarsi al rovescio. Che dire di Castelli, di Calderoli, per non parlare di Borghezio? Non ci sono parole con cui classificarli. Dico solo che mi fanno pena. Idioti a tal punto da far impallidire anche il sole. Non parliamo di Bossi: poveretto!, a furia di dire che ce l’ha duro si è rovinato proprio con il suo coso, e poi quasi quasi ci commuoviamo per la sua malattia, conseguenza di quel coso troppo duro.
Il problema non è questo o quell’individuo, che sia simpatico o no, che ispiri fiducia o meno, ma il vero problema è ciò che sta dietro, ovvero la cultura, diciamo pure l’ideologia o la fede in un qualcosa per cui il leghista dice di lottare e darsi da fare. Mi sto chiedendo da tempo che cosa in realtà fa della Lega quel partito di successo che tutti constatiamo. Ma la domanda riguarda gli attivisti. (Il popolo bue è un altro discorso). Credono in che cosa? Non s’accorgono che non hanno speranza? Non importa se il fenomeno Lega sembra sfidare qualsiasi previsione. Forse, proprio per questo, fa ancora più paura: la Lega non fa che fermare il tempo, rallentare il futuro, ridurre le speranze a un mucchio di ridicole garanzie da un nemico inventato quando fa comodo e nascosto quando fa comodo.
La Lega, se è vero che rappresenta e soddisfa gli umori della pancia della gente, è anche vero che non vede al di là, non eleva mai lo sguardo al sopra della cintola dei pantaloni, non capisce nulla di una Storia che è per natura profetica. So di usare una parola - profezia - che è sconosciuta al linguaggio leghista, il quale gode nel nutrirsi di latrina. Parlate di infinito, e loro ci fanno un campo di patate. Parlate di fratellanza universale, e loro pensano ai loro cavoli. Parlate di amore, e loro si toccano per vedere se è ancora duro. Parlate di giustizia, e loro dicono di avere un solo idolo, il capobanda che ha stravolto ogni diritto. Parlate di bene comune, e loro si sono chiusi in val padana, dove vige la legge del più furbo.
Mangiano, bevono, defecano, pisciano, cantano al pensiero di vedere finalmente i barbari sprofondati nel profondo del mare. Ma non sanno che i barbari sono loro: certo, barbari “democratici”, votati dal popolo deluso, frastornato, pronto a prendersi qualche rivincita al grido: Fuori gli stranieri!
Ma noi italiani chi siamo?
Approvo al 1000 per 100.... anzi!...