Per i consiglieri del Veneto anche il funerale è gratis

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GORDIO~
00mercoledì 23 maggio 2007 09:51
IL CASO. Alla Regione prevista un'indennità minima di 7.500 euro
Indennità, rimborsi, vitalizio: ecco il bengodi dei consiglieri
Per i consiglieri del Veneto
anche il funerale è gratis

di FRANCESCO JORI

Per i consiglieri del Veneto
anche il funerale è gratis

VENEZIA - Da qui all'Eternità? In Veneto si può. Almeno per il fortunato mortale che riesca a conquistare un seggio in consiglio regionale: una volta varcata la soglia del veneziano Palazzo Ferro Fini, affacciato sul Canal Grande, ha un futuro garantito "perinde ac cadaver" nel senso più letterale del termine. Perché quando (il più tardi possibile, naturalmente) giungerà alla fine dei suoi giorni terreni, anche da ex, sarà l'istituzione a occuparsi del suo viaggio all'ultima dimora: è previsto infatti lo stanziamento di una cifra pari a una mensilità dell'indennità consiliare "a titolo di contributo spese funerarie". Che vuol dire minimo 7.500 euro netti: cifra idonea ad assicurargli esequie degne del caro estinto. Anzi, carissimo.

Perché "minimo"? Perché quella cifra si riferisce solo ai "consiglieri rasoterra", quelli cioè che non ricoprono nessun altro incarico; e sono davvero pochi. L'indennità base, parametrata sul 65 per cento di quella del parlamentare, viaggia sopra i 12mila euro lordi al mese: cifra che aumenta del 35 per cento per i presidenti di consiglio e giunta, del 25 per i loro vice, del 20 per gli assessori, del 15 per i segretari del consiglio e i presidenti delle commissioni, del 10 per i vicepresidenti dei gruppi consiliari, i revisori dei conti, i vicepresidenti e i consiglieri-segretari di tutte le commissioni. Che poche proprio non sono: alle sette permanenti, si aggiungono ad ogni legislatura quelle "temporanee per lo studio dei problemi speciali", che attualmente sono quasi altrettante, vale a dire sei. Tra cui quella sulle "dinamiche dei redditi, dei prezzi, dei servizi e condizione delle famiglie venete": subito ribattezzata più semplicemente "della quarta settimana", con riferimento alla difficoltà di tanti cittadini di sfangarla da un 27 del mese all'altro, specie nell'ultima settimana. Difficoltà verosimilmente estranea ai membri della commissione. Nella passata legislatura c'era pure una "commissione speciale per la biblioteca".

Anche per i pochi peones della laguna, in ogni caso, i 12mila euro lordi non si fermano lì. Perché ad essi si aggiunge una diaria di 5mila euro mensili (che essendo diaria è esentasse, dunque la cifra è al netto) a titolo di rimborso spese. Per tutti, infine, esistono il computer portatile, la tessera di libero transito sulla rete autostradale regionale, il parcheggio gratuito dell'auto nel garage comunale di piazzale Roma (20 euro al giorno per il privato), il motoscafo per arrivare a palazzo; e una volta raggiunta la meta, anche una buvette dove un pranzo completo costa loro sui 12-13 euro.
Quando poi arriva l'amaro giorno in cui bisogna rifluire nel grigiore dello "statu quo ante", il neo-ex può contare sulla cosiddetta "indennità di reinserimento", pari a una mensilità dell'indennità consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato, fino a un tetto di dieci; il tutto calcolato sull'ultima busta-paga. In soldoni, uno che abbia fatto due legislature da soldato semplice ottiene una buonuscita di 75mila euro, giusto quel che serve per evitare di doversi fiondare alla prima agenzia di lavoro interinale. Anche perché da lì in avanti il futuro è comunque garantito grazie al vitalizio: di cui oggi in Veneto godono circa 200 ex consiglieri, con un minimo di 2.300 euro mensili, che salgono via via fino a 5.000 per chi abbia occupato il seggio per almeno 16 anni. Con un costo complessivo per le casse regionali di 8 milioni di euro l'anno.

Il bello è che in una notte buia e pure un po' tempestosa del dicembre scorso, alle ore piccole, il Consiglio regionale aveva aumentato le cifre del vitalizio, parametrandolo non più sull'indennità consiliare ma su quella parlamentare (quindi dal 65 all'80 per cento), ed elevando anche il tetto massimo delle mensilità. Ne era nata un'autentica bufera, sull'onda della quale il 24 gennaio scorso era stato solennemente votato un ordine del giorno con cui ci si impegnava entro due mesi a varare una nuova legge che revocando la precedente rimettesse le cose a posto ispirandosi a "criteri di equità e sobrietà", e cancellando tra l'altro le famigerate spese funerarie. Di mesi, da allora, ne sono passati il doppio, ma di quei buoni propositi non si è ancora vista traccia; così per ora rimangono in vigore gli aumenti. Che scatteranno, peraltro, solo a fine legislatura, vale a dire nel 2010: riusciranno i nostri smemorati eroi a tener duro fino ad allora, lasciando ai loro successori (in molti casi se stessi) l'improbo compito di diventare equi e sobri?

(23 maggio 2007)
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 23 maggio 2007 19:54
Che schifo...
Granduca di Milano
00sabato 26 maggio 2007 08:57
E io pago!!!!! [SM=x751540]
GORDIO~
00sabato 26 maggio 2007 17:32
si sono garantiti il futuro!!!
anche se non ricopriranno + cariche prenderanno soldi publici , i nostri soldi le nostre tasse!!!
Noi lavoriamo, ci imbarcheniamo per capire a chi dare il nostro TFR o assicurazione privata, se mai avremo una pensione o chi ci sta per andare se gli aumenteranno di 5 anni o se gli si aprira la "finesrta" pensionistica in tempo!!!

COMPLIMENTI! [SM=x751559]
DIE_HARD
00giovedì 14 giugno 2007 00:17
Putroppo ci rendiamo conto che chi è scelto a rappresentarci e dovrebbe essere un esempio di giustizia la metà delle volte si rivela tutt'altro.
Mi ricorda la fine di un episodio di outer limits.
Lux-86
00giovedì 12 luglio 2007 11:11
NEL Nord est non c'è buca, non c'è dosso, non c'è curva pericolosa. E' stato finalmente messo in pratica un sistema di vigilanza e allerta che riporta in tempo reale e ai più alti livelli anche il minimo avallamento, la qualità dello stato bituminoso, la consistenza del guard rail. E tutto il resto. Settecento chilometri di autostrada e quattro società di gestione. Capitale a maggioranza pubblico: Province e Comuni soprattutto. Tanti soci, tanti nomi. I consigli di amministrazione raccolgono le indicazioni e allungano i tavoli: ogni anno una poltrona in più. In tutto sono sessantotto i consiglieri che governano e coordinano: oggi c'è una poltrona ogni dieci chilometri di tratta gestita. Dato confortante. La forbice col tempo va persino riducendosi. L'anno scorso, per esempio, il rapporto era di un consigliere di amministrazione ogni undici chilometri gestiti.

Il Veneto, cuore del nord est, e motore economico d'Italia, punta ad annullare il gap. Già adesso la media regionale è sensibilmente più bassa rispetto ai territori confinanti: secondo i calcoli del Gazzettino, che per primo ha sommato e poi diviso, un consigliere di amministrazione in Veneto è necessario ogni 4,4 chilometri. Ma esistono punte vertiginosamente più basse: la società autostradale Padova-Venezia che gestisce il relativo tratto ha raggiunto quella che appare essere oltre ogni ragionevole dubbio la migliore performance italiana: un consigliere di amministrazione ogni 2,7 chilometri gestiti.

Autobrennero, Autovie Venete, la Serenissima, la Venezia-Padova. Il pedaggio fa ricche le società che con i dividendi fanno ricchi i soci. Tutto bene, e tutto perfetto. Infatti l'amministratore delegato della Padova-Venezia, il diessino Lino Brentan, ha ammonito: "Noi non siamo un Comune o una Regione, noi abbiamo un bilancio in attivo. Non sono questi i costi della politica, è una polemica che non regge". Incuriosito, il deputato veronese Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, ha letto le carte delle società autostradali per capire quanto fossero ricche. Ha notato, scorrendo i numeri della società Brescia-Padova Spa, conosciuta ai più come Serenissima) che nel 1997 ogni 100 euro di ricavi, 80 li spendeva per i costi e 20 li tratteneva come profitti.

La società, oggi guidata dalla leghista Manuela Dal Lago, ex presidente della Provincia di Vicenza, nel 2005 ogni 100 euro di ricavi ha invece speso 103 euro. Borghesi: "La società ha aumentato i ricavi del 39 per cento ed i costi del 75 per cento". Borghesi allora ha interrogato il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro chiedendogli come fosse possibile. E soprattutto avanzandogli un altro dubbio: è per caso vero che la società che gestisce le autostrade nel tempo è divenuta una holding che ha generato decine e decine di società con i più diversi e sorprendenti oggetti sociali? Quante sono le società che controlla? Quante le poltrone? A chi vanno e soprattutto quanto costano? (Interrogazione a risposta scritta n. 4-01933).

Di Pietro ha chiesto all'Anas, la società dello Stato che concede. L'Anas ha girato la domanda alla Serenissima, la Serenissima ha risposto. Sono quattro le società controllate, undici le società controllate indirette, otto le società collegate, sette le società collegate indirette. Quattro più undici più otto più sette: trenta società in tutto. E quante poltrone? Ah, qui davvero il tavolo si è fatto tavolone e in molti hanno raccolto. Una, due, tre, quattro. Di nuovo il Gazzettino ha preso la calcolatrice e ha notato che un signore, Massimo Monzani, consigliere della giunta di centrodestra di Osio, provincia di Bergamo, ha nove poltrone su cui sedersi. Il presidente della provincia di Padova Vittorio Casarin, Forza Italia, (e presidente dell'autostrada Padova-Venezia) è consigliere in altre tre società che fanno capo alla holding Serenissima che gestisce il tratto Brescia-Padova. E l'amministratore delegato della Padova-Venezia Lino Brentan, ds, siede su altre tre poltroncine della holding. Il governatore del Veneto Giancarlo Galan (la sua ex segretaria Claudia Minutillo ha una minuscola seggiola nella Pedemontana Spa) si è indispettito: "Trovo assolutamente improprio la presenza di amministratori pubblici nei consigli di amministrazione di queste società".

Improprio. Ma con i pedaggi che volano, i soldi ci sono, anche se non bastano più. Quanto guadagna un consigliere di amministrazione? Il deputato Borghesi l'ha chiesto al ministro Di Pietro. Di Pietro l'ha chiesto all'Anas, l'Anas alle società concessionarie. Risposta: c'è la privacy! "I dati di cui trattasi potrebbero rientrare nei divieti previsti dalle leggi e nel diritto alla privacy", ha risposto Di Pietro. C'è la privacy. Forse.

fonte
-Giona-
00giovedì 12 luglio 2007 14:01
Ho sentito ieri al TG regionale del Veneto (che ricevo essendo sul confine) che il consiglio regionale ha approvato in modo bipartisan una legge che riduce i costi della politica, ma che Galan non avrebbe gradito, sostenendo che "sono altre le cose che fanno costare la pubblica amministrazione".
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