cara Elisabetta,
mi dispiace molto per la piccola Rebecca e per il vostro dolore, ti abbraccio forte e spero che ti possa arrivare tutto il mio affetto e calore. Il tempo aiuta, ma purtroppo non conosce la parola fretta. Spesso usiamo la metafora di un cammino in salita, e penso sia davvero quella giusta. Si sale verso la cima (dove c’è il sole e l’arcobaleno ad attenderci ancora!) ognuna col proprio passo, mettendo in conto qualche sosta per riprendere il fiato, qualche caduta, ma anche qualche fiore bello che – seppur sempre col fiatone – riusciremo a vedere sulle rocce che scaliamo. Poi c’è tuo marito, il tuo sostegno in terra, e lassù Rebecca che t’indicherà la strada se lascerai spazio alla speranza di una felicità da ritrovare, alla certezza della sua presenza in una forma diversa da come l’avevi immaginata, ma sempre vicina con te…o, come dico sempre io di Emma, giusto una spanna sopra la mia testa per parlarmi al cuore quando più ne ho bisogno.
E c’è infine anche questa cordata di mamme che, alcune sul tuo stesso cammino, altre più su o addirittura in cima sono pronte a tirarti su se inciampi e a mostrarti che questa cicatrice sul cuore che portiamo (e che nessuno ci potrà togliere!) acquista pian piano quel senso che all’inizio non vediamo.
Un altro abbraccio dalle lunghe braccia
Giovanna