Pendal Lunghirami (Hobbit)

Ambrosya0
00martedì 24 febbraio 2009 13:08



CENNI SULLA RAZZA HOBBIT


L’Hobbit è caratterizzato dalla sua basta statura, di poco più bassi e gracili dei nani, ma meno impacciati in alcuni movimenti, la loro caratteristica fisica singolare è data dai piedi abbastanza lunghi rispetto la loro statura che restano pelosi nella parte superiore e piante callose come se fossero suole, per questa ragione, essi non portano alcun tipo di calzatura.
Il loro nome venne dato da alcuni umani del nord che nella loro lingua “holbytla” scavatori di buchi, ma gli uomini nella lingua corrente, preferiscono chiamarli, mezz’uomini, gli elfi invece li chiamano perianath che ad ogni modo è la stessa cosa. La durata media della vita degli gobbi è leggermente maggiore di quella degli uomini considerato il tipo di vita che fanno e la scelta della comodità che cercano di raggiungere. Le loro abitazioni pur se in caverne o buchi, non sono fetide sporche, umide o spoglie, ma tutt’altro possiamo considerarle, calde accoglienti e comode. Gli Hobbit sono per natura pacifici, e non hanno mai nutrito ambizioni di conquista ai danni di altri popolazioni, non esiste nessun popolo che sia più incline agli Hobbit a lasciare in pace le altri genti, purchè lascino loro vivere in pace come loro aggrada, ma quando le circostanze lo richiedono, mai farebbero cadere in altre mani la propria terra, essi sono molto attaccati alla propria gente sarebbero disposti ad immolarsi per questo, non conoscono la viltà, si rivelano quindi buoni combattenti, amano adoperare le armi elfiche particolarmente maneggevoli per la loro leggerezza.
E’quasi impossibile spaventarli, e si mostrano molto più resistenti alle fatiche ed ai disagi di quando non lasci supporre il loro ordinario modo di vivere. Altra loro dote è data dal coraggio e dalla temerarietà, sono pieni di risorse, in quanto spesso il loro spirito di avventura nascosto li porta a compiere gesta fuori dal comune. Il loro stile di vita li ha perfettamente integrati con le altre razze facendoli ben volere da tutti al punto di aver scambi continui con loro conoscendone perfettamente la lingua.

Gli Hobbit si dividono in tre clan o sottorazze:
-) Pelopiedi: sono i più diffusi vivono in montagna preferendola alla pianura, alla quale in
seguito si sono adattati per il loro vivere in caverne o nel sottosuolo, sono quelli che più
Hanno stretto legami con la razza nanica
-) Sturoi amano vivere lungo i corsi d’acqua amano la pesca ma sono leggermente più avidi
-) Paloidi sono gli elfi dei boschi e delle foreste, è il ramo nordico della razza confermato pure
dalle loro caratteristiche somatiche, più chiari e con meno peluria, sono i più intraprendenti
Prediligono l’avventura e cantarne le odi.

Caratteristiche fisiche e skill

Metri percorribili in un round: 5 (giovane,adulto,veterano)
Infravisione: nessuna
Resistenza magica: +1 (giovane,adulto,veterano)
Bonus taglia: Nessuno


Abilità 0
Resistenza +1
Potenza 0

Skill di Razza


Spirito temerario : Questa skill giustifica il coraggio nonché lo spirito di avventura degli Hobbit. Divisa in tre livelli che aumentano con il passare degli anni (0-9000 Karma Giovane 9000-18000 Adulto 18000 in poi Veterano) il possessore di questa skill non teme di imbattersi in una avventura qualsiasi sia il suo tipo ma l’affronterebbe con tenacia ed ardimento sino all’esito finale, aumenta le caratteristiche fisiche in suo possesso del 10% per la durata di di due round se è al primo livello del 25% per la durata di di due round se è al secondo livello del 40% per la durata di di due round se è al terzo livello.

Capacità linguistica: La conoscenza delle lingue è innata agli hobbit specie nelle situazioni in cui siano tipi avventurosi , la loro voglia di sapere li porterà a conoscere altre lingue oltre a quella coerente legate ai costumi di altre razze. Il loro apprendimento avverrà una volta sola nelle fasi di crescita del personaggio oltre a quella del appresa nel suo passato. Quindi 0-9000 Karma Hobbit Giovane (conoscenza una lingua) 9000-18000 Hobbit Adulto (conoscenza due lingue 18000 in poi Hobbit Veterano (conoscenza tre lingue).

Simbiosi con la natura: il loro vivere per la natura e con la natura li porta ad avere un rapporto unico con esso e riuscirebbero quindi ad avere con essa la facilità di nascondersi in caso il pericolo sia troppo grande per poterlo affrontare. Livello unico.

Skill di clan o sottorazza.

Pelopiedi :Spirito della montagna capacità di richiedere in suo aiuto la forza dei monti per imbrigliare a scopo di difesa l’assalitore per due round ed avere la facilità quindi di mettersi in salvo, potrà essere usata una sola volta durante un singolo giorno. Essa viene invocata per un round e andrebbe a chiede la forza delle nevi o dei giacciai. 1 Turno concentrazione+ 1 turno effetto e durata: 2 round. Livello unico

Sturai: Spirito dell’acqua __capacità di richiedere in suo aiuto la forza dei fiumi per imbrigliare a scopo di difesa l’assalitore per due round ed avere la facilità quindi di mettersi in salvo, potrà essere usata una sola volta durante un singolo giorno. Essa viene invocata per un round e andrebbe a chiede la forza dell‘acqua. 1 Turno concentrazione+ 1 turno effetto e durata: 2 round. Livello unico

Paloidi: Spirito dei boschi __ capacità di richiedere in suo aiuto la forza degli alberi per imbrigliare a scopo di difesa l’assalitore per due round ed avere la facilità quindi di mettersi in salvo, potrà essere usata una sola volta durante un singolo giorno. Essa viene invocata per un round e andrebbe a chiede la forza delle radici degli alberi. 1 Turno concentrazione+ 1 turno effetto e durata: 2 round. Livello unico



[PNG HOBBIT] PENDAL LUNGHIRAMI

Karma 15600
Salute 400
Forza 400
Mente 400

Clan Paloidi
Allineamento Legale-Neutrale

Caratteristiche di razza
Agilità 0
Resistenza +2
Potenza 0


Abilità Apprese

Agilità +1
Resistenza +1
Potenza +1



Abilità generiche:

Conoscenze Storiche +1 / Volontà Ferrea +1 / Diplomazia+1

Skill e capacità di razza:

Spirito temerario Liv II / Capacità linguistica (2 lingue Elfico e Nanico) /Simbiosi con la natura
Incanto di clan: Spirito dei Boschi.

Aspetto: Capelli: Castano chiaro altezza della nuca
Occhi: Celesti
Altezza: 1,35 metri
Peso: 57 kg

Descrizione: Capelli ordinati di un castano tendente al biondo, carente di barba e di peluria sul corpo ad eccezione del collo dei piedi che come la gran parte dei suoi parirazza è ricoperto di peli castani. La muscolatura è coerente ed armoniosa con il corpo.
Le mani non sono tozze ma quelle di una persona abituata a tener in mano la penna, la voce risulterebbe armoniosa ed il suo canto allieterebbe i più, la curiosità lo spingerebbe sempre oltre, mentre il suo spirito di avventura lo porterà a percorre l’ignoto pur di far decantare le suo immense opere al momento in cui si troverà solo con l’infinito.


B.G.


Sventurato chi non crede alle sue forze e si adagia nella sua caverna , il mio canto regna sovrano nel dì, di mezza estate, quando audaci grilli rispondono al canto delle cicale e nella foresta dalle cime di quercia sempre verdi, dove diverse primavere fa io trovai i natali, iniziai ad apprendere quali fossero le mie capacità ed il mio destino.

La tutrice del villaggio nell’immago di mia madre “Baldina Fronde di Quercia” il suo nome, insieme ad altre, la storia del popolo dei boschi nelle ere passate raccontava, come se l’incanto delle avventure di chi prima di noi ci avea preceduto potessero animare i sogni di noi, giovani Hobbit che attenti porgevamo cuore ed orecchio. Di mio padre Vige Lunghirami a sua volta figlio di Grandifronde, un ricordo nella sua passione per la caccia con la quale ci nutriva quando a sera i biscotti delle anziane non bastavano a placare l’appetito dei nostri sogni. I giorni sotto i verdi rami della foresta, la voce delle donne cantavano quei canti simbolo della mia gente, le loro voci ci facevano immaginare esseri e razze a noi ignoti, il mio pensiero allora volava tra cavalieri e fate, volava con ali d’aquila su castelli e mondi lontani, mentre a sera la grande festa del villaggio inizia al calar del l’ultimo raggio di sole.

Tra le storie della mia gente varcavo le ere, tornando al passato, mentre l’orgoglio di quei canti portava me ad esser fiero della mia gente e di ciò che gli Hobbit dei boschi rappresentassero nel semplice mondo dei mezz’uomini.
Intemperie e strane creature si aggiravano intorno al bosco e noi guardinghi insiemi con i più adulti ci portavamo a cercare tra gli arbusti di scoprirne le loro fattezze.

Venuto poi il tempo in cui l’età matura giunse, staccai dal villaggio della foresta verde il mio destino, per raccoglier cimeli, scrivere la mia agenda della vita, comporre i miei versi al di fuori del mondo che da sempre mi accolse. Poco più che ventenne mi misi in cammino, lasciando il bosco ed i miei affetti, ne avrei fatto u di ritorno quando il mio racconto dei viaggi avrei concluso.

La casa calda la lasciai per sentieri freddi dei monti, cantare inneggiare al cuore con il suono di arpa e cretra pur di svegliar l’aurora. Tra i monti dalle cime coperte di neve perenne mi immersi nelle grotte, nelle città di Groila e Druvla, citta scavate nel sottosuolo dai nani, serate di puro malto tra l’oro e lo scintillar di quelle città maestosa, lunghi periodi passati con “Glimhnat” nano illustre e guida di quelle città, da lui il segreto del malto e la conoscenza di quella lingua imparai.

Anche quell’esperienza stretta mi andava, sempre più avanti, sempre più lontano con il bastone ed il fagotto per compagnia. Un cane, non di pura razza incontrai nel mio cammino, condivisione e compagnia trovai e pur quando nel bosco oscuro, oltre le montagne dei nani mentre mi portavo verso il bosco degli elfi ove il lago d’argento si trovava, trascorsi una notte all’addiaccio, il cane mi scaldò, stavamo vicini dormendo sereni, quando il rumore di rami spezzati, ed il fiato grosso e puzzolente di un “Troll” ci fece svegliare di soppiatto. Il tempo di chiamare a me le forze dei boschi per imprigionare la gigantesca creatura, il giorno alle porte, fece si che il primo raggio di sole lo trasformò in pietra sotto i miei occhi stupefatti ed il cane che abbaiava al prodigio.

Viaggio di incanto, ogni esperienza sempre diversa, questo mi spingeva sempre oltre e l’incontro con “Ayruna” l’Elfo signore del bosco argentato ed il tempo passato con loro, non solo mi resero partecipe del mondo delle creature della luce ma anche di quanto ancora mi aspettava. Imparai la lingua degli Areldar (gli elfi alti) ma una sfida loro ancora mi fecero pregustare, così un giovane di quel villaggio Fenian Stiros si unì al mio viaggio per andar a vedere i draghi, esseri di cui loro mi parlarono e che destò la mia curiosità. Ad Avalon un isola dove la primavera è l’unica stagione, erano certi che ancora vi erano, così io il cane e l’elfo verso quelle lande iniziammo a dirigere i nostri passi.

Cosa avrei fatto appena giunto in quelle lande? Dove mi sarei diretto pur di vedere i draghi? Cose che non saprei dire ma pur se non li dovessi incontrare il mio canto andrebbe ad arricchirsi di altre pagine da raccontare alla mia gente al mio ritorno.

Un consiglio a voi che lo incontrerete non toccategli le foglie di erba pipa e se lo dovreste veder fumare due sono le cose o si rilassa o sta pensando dunque se volete essergli amico non disturbatelo, ma sappiate attendere ch’egli potrebbe allietarvi con una storia.


OGGETTI:

Porta sempre con sè:
- una corda da arrampicata per le sue esplorazioni
- un pugnale
- un ciondolo che emana luce nell'oscurità



A cura di: Stiofan
Supervisione di: Erebo
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