ROMA (4 dicembre) - Uno stillicidio quotidiano che fa male al Pd e fa bene alla destra. Il segretario del Pd, Walter Veltroni, confessa di non poterne più degli attacchi e dei veleni: «Basta con le confessioni anonime, basta con i retroscena, basta con i veleni - dice Veltroni - è inimmaginabile che in una crisi gravissima il centrosinistra riformista ricada nel suo solito vizio autolesionista: segare l'albero su cui sta seduto».
Lo sfogo di Veltroni parte da una considerazione: se si è convinti che il problema del Pd sia la leadership «è giusto dirlo a viso aperto». L'appuntamento è per il 19 dicembre, quando ci sarà la direzione del partito, «quello è il luogo per sollevare il problema e per trovare serenamente le forme per risolverlo, se serve anche attraverso un congresso straordinario da fare subito. Sono pronto a mettermi in gioco, se questa si rivelerà la soluzione più condivisa».
«Non siamo al riparo dalla questione morale». Il segretario del Pd ammette che la vicenda Villari, alla Commissione di vigilanza Rai, è stata un pasticcio e si meraviglia di chi ha dipinto il neo presidente «come una specie di campione della resistenza, un uomo che sta abbarbicato a una poltrona, contro il parere delle più alte autorità istituzionali e di tutte le forze politiche». Sulla questione morale, Veltroni allarga la questione all'intera vita politica italiana, ma anche il Pd non è «al riparo da tutto questo».
Partito del Nord. Altro fronte scoperto del Pd è la proposta di Chiamparino e Cacciari sul partito del Nord, alla quale Veltroni risponde che si farà, non un partito del Nord ma un «coordinamento del Nord, così come si farà un coordinamento del Sud». Sulla collocazione del partito democratico in Europa, invece il segretario del Pd insiste sull'idea di un nuovo soggetto politico: «Sono dell'idea che si debba creare un grande campo democratico progressista - spiega Veltroni - dobbiamo essere il soggetto attivo di un nuovo campo, capaci però di evitare ogni isolamento».
D'Alema: pensiamo ai veri problemi. Per Massimo D'Alema il segretario del Pd non si rivolge a lui: «Veltroni non si rivolge a me perché ci conosciamo da anni e lui sa che io sono una persona a volte spigolosa ma diretta e quindi se io ritenessi che lui deve lasciare la carica, lo direi prima di tutto a lui - afferma D'Alema - Se non l'ho detto, non lo penso. Più che di conte, penso che è ora di affrontare i problemi seri, non esorcizzandoli dando la colpa a oscuri complotti che è una risposta semplicistica. Il Pd è nato da un grande moto di popolo ma deve ancora diventare pienamente un partito, altrimenti sarebbe difficilmente governabile». Pur ammettendo che nel partito ci sono «problemi seri», l'ex ministro degli Esteri respinge paralleli con il passaggio dal Pci al Pds: «Questa mi sembra la sofferenza di un inizio più che quella di una fine». E su uno dei nodi del Pd, ovvero la richiesta di un partito del nord, D'Alema si dice contrario sostenendo che «si debba lavorare per un grande partito nazionale organizzato su base federale».
Red non è una concorrente. D'Alema sa che la sua area politica viene considerata ostile nei confronti di Veltroni e l'associazione Red un gruppo in concorrenza con il Pd, ma tiene a precisare: «Red è un'associazione culturale ed è buffo pensare che sia l'attività di una corrente. Domani alla giornata sulle riforme ci sono Andreotti e Bonino e faccio fatica a pensare a loro come a dalemiani. Purtroppo in un dibattito politico così inquinato e avvelenato è difficile far capire come stanno le cose».
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Comincia la resa dei conti. Princeps forse ti hanno ascoltato. Certo che se l'alternativa è D'alema. Sicuramente più capace politicamente ma a livello morale.......
Certo se ricicciano la Finocchiaro ...quella politicamente è molto brava ed ha un notevole carisma.