MeltdownMachine
00domenica 25 giugno 2006 22:26
Paura. Terrore. Fobia.
Ci sono molti modi per chiamare uno stesso, identico concetto.
La medesima sensazione, che può essere suscitata da qualsiasi cosa.
Una reazione chimica, per alcuni, qualcosa di più trascendentale per altri.
Perchè non sempre è il risultato ciò che conta.
Fondamentalmente la paura è suscitata dall'istinto. L'istinto di autoconservazione, presente nella razza umana fin dall'inizio dei tempi.
La paura è alla base di tutte le religioni, per esempio. Le religioni sono un modo di sfuggire a due paure, le paure più ancestrali dell'uomo: la paura di morire, e la paura della sofferenza.
E non è facile sopportarle. Entrambe.
La mia fede mi assicura che, dopo la mia morte, ci sarà un altra vita, una vita eterna, una vita piena di gioia, una vita di piacere. E nonostante ciò, è difficile, per molti, se non per tutti, morire con il sorriso in volto, morire contenti della propria fine.
Cercate di seguirmi un attimo, non è un discorso semplice. Fate un bel respiro, schiarite la mente e ascoltate con calma le mie parole.
La paura è basata su qualcosa che noi crediamo potrebbe accadere nel futuro. Perciò, è in fin dei conti un processo mentale che cerca di prevedere il futuro. Un esempio molto semplice e molto, molto concreto.
Il mio avversario ha paura di essere colpito con un neon. Quando lo colpirò, avrà paura di tagliarsi, e quando si sarà tagliato, avrà paura di avere un infezione per il taglio, e se ci sarà effettivamente un infezione avrà paura delle conseguenze sulla sua salute... E così via, all'infinito.
Per questo motivo si può dire che la paura non è nient'altro che la gemella malvagia della fantasia. E come si può sfruttare la propria fantasia e quella altrui, si può, ovviamente, sfruttare facilmente la propria paura, così come quella del prossimo.
Alcuni provano piacere, attraverso la paura. Gettarsi col paracadute, per esempio, provoca un enorme scarica di adrenalina, che è una droga naturale, in fin dei conti. Forse costoro non amano la paura, ma piuttosto amano questo nettare che gli scorre nelle vene ogni qual volta si lascino andare al panico.
Vedete, anche per questo motivo, la paura è una forma di sofferenza. Anche se è necessaria. Difficilmente, se non nei casi di cui ho appena parlato, ci piace aver paura, ma, d'altro canto, è una sensazione necessaria, che ci protegge dal pericolo e da sofferenze forse maggiori.
La maggior parte delle paure, deriva dalla convinzione di non essere in grado di controllare un aspetto di se stessi o un qualche genere di avvenimento. Deriva cioè dall'impotenza umana di fronte a quello che, per molti, è un destino già segnato.
Ed è proprio per questo motivo che la paura, in se stessa, è un paradosso. Se non abbiamo modo di sfuggire a nulla, perchè già predeterminato, perchè già deciso, perchè cercare di evitarlo?
Perchè invece non prenderlo di petto e assaporare ogni singolo istante della nostra effimera vita ?
In un mondo in cui si nasce per morire, il dolore può essere sollievo.
In un mondo in cui si nasce per morire, la diffidenza può essere fiducia.
In un mondo in cui si nasce per morire, in un mondo in cui tutto passa, in un mondo dove nulla è certo, se non la morte, il modo migliore per non avere paura, è avere paura.