Parlare in lingue e evangelici

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(.sky.)
00venerdì 21 maggio 2010 00:03
Gli evangelici parlano in lingue ... opera di Dio ?

BRAUNSCHWEIG
00venerdì 21 maggio 2010 00:50
Lingue, Parlare in



Definizione: Speciale facoltà conferita mediante lo spirito santo ad alcuni discepoli della primitiva congregazione cristiana per consentire loro di predicare o di glorificare in altro modo Dio in una lingua diversa dalla loro.
Dice la Bibbia che tutti quelli che avrebbero avuto lo spirito di Dio avrebbero ‘parlato in lingue’?

1 Cor. 12:13, 30: “Veramente mediante un solo spirito fummo tutti battezzati in un solo corpo . . . Non tutti hanno doni di guarigioni, è così? Non tutti parlano in lingue, è così?” (Anche 1 Corinti 14:26)
1 Cor. 14:5: “Ora vorrei che parlaste tutti in lingue, ma preferisco che profetizziate. In realtà, chi profetizza è maggiore di chi parla in lingue, a meno che, infatti, non interpreti, affinché la congregazione ne riceva edificazione”.

Il linguaggio estatico in una lingua sconosciuta alla persona è una prova che essa abbia lo spirito santo?
La capacità di ‘parlare in lingue’ può venire da una fonte diversa dal vero Dio?

1 Giov. 4:1: “Diletti, non credete ad ogni espressione ispirata [“ogni spirito”, Di, VR; “ogni ispirazione”, CEI], ma provate le espressioni ispirate per vedere se hanno origine da Dio”. (Vedi anche Matteo 7:21-23; 2 Corinti 11:14, 15).

Fra quelli che oggi “parlano in lingue” ci sono pentecostali e battisti, come pure cattolici, episcopaliani, metodisti, luterani e presbiteriani. Gesù disse che lo spirito santo avrebbe ‘guidato i suoi discepoli in tutta la verità’. (Giov. 16:13) I membri di ciascuna di queste religioni credono forse che anche gli altri che “parlano in lingue” siano stati guidati in “tutta la verità”? Come potrebbe essere, dal momento che non sono tutti d’accordo? Quale spirito permette loro di ‘parlare in lingue’?

Una dichiarazione congiunta del Fountain Trust e del Consiglio Evangelico della Chiesa d’Inghilterra ammette: “Siamo pure consapevoli che può verificarsi un simile fenomeno sotto l’influenza di potenze occulte, demoniche”. (Gospel and Spirit, aprile 1977, pubblicato dal Fountain Trust e dal Consiglio Evangelico della Chiesa d’Inghilterra, p. 12) Un libro (Religious Movements in Contemporary America, a cura di Irving I. Zaretsky e Mark P. Leone, che citano L. P. Gerlach) riferisce che ad Haiti quella di ‘parlare in lingue’ è una caratteristica sia dei pentecostali che delle religioni vudù. — Princeton, New Jersey, 1974, p. 693; vedi anche 2 Tessalonicesi 2:9, 10.

Il ‘parlare in lingue’ avviene oggi nella stessa maniera che fra i cristiani del I secolo?

Nel I secolo i doni miracolosi dello spirito, inclusa la capacità di ‘parlare in lingue’, attestavano che il favore di Dio si era spostato dal sistema di adorazione giudaico alla neoistituita congregazione cristiana. (Ebr. 2:2-4) Dal momento che questo obiettivo fu raggiunto nel I secolo, è necessario continuare sempre a dimostrare la stessa cosa oggi?

Nel I secolo la capacità di ‘parlare in lingue’ diede impulso all’opera internazionale di testimonianza affidata da Gesù ai suoi seguaci. (Atti 1:8; 2:1-11; Matt. 28:19) È questo il modo in cui oggi quelli che “parlano in lingue” usano tale capacità?
Nel I secolo, quando i cristiani ‘parlavano in lingue’, ciò che dicevano aveva un senso per chi conosceva quelle lingue. (Atti 2:4, 8) Oggi non è forse vero che di solito il ‘parlare in lingue’ si riduce a un’esplosione di parole e frasi incomprensibili pronunciate in stato di estasi?

La Bibbia spiega che nel I secolo le congregazioni dovevano limitare il ‘parlare in lingue’ a due o tre persone per adunanza; dovevano farlo “a turno”, e se non era presente nessun interprete dovevano stare in silenzio. (1 Cor. 14:27, 28) È questo ciò che avviene oggi?
Vedi anche le pagine 370, 371, alla voce “Spirito”.

È possibile che lo spirito santo faccia compiere ai carismatici cose che vanno oltre ciò che è indicato nelle Scritture?
2 Tim. 3:16, 17: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per riprendere, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”.

(Se qualcuno asserisce di avere un messaggio ispirato che contrasta con rivelazioni fatte mediante lo spirito di Dio attraverso Gesù e i suoi apostoli, è possibile che tale messaggio provenga dalla stessa fonte?)

Gal. 1:8: “Anche se noi o un angelo dal cielo vi dichiarasse come buona notizia qualcosa oltre ciò che vi abbiamo dichiarato come buona notizia, sia maledetto”.
Il modo di vivere dei membri delle organizzazioni che attribuiscono importanza al ‘parlare in lingue’ dimostra che hanno lo spirito di Dio?

Come gruppo, manifestano in modo notevole frutti dello spirito come mitezza e padronanza di sé? Queste qualità sono subito evidenti a chi assiste alle loro adunanze religiose? — Gal. 5:22, 23.

Si può veramente dire che “non fanno parte del mondo”? Sono per questa ragione completamente devoti al Regno di Dio o si immischiano negli affari politici del mondo? Si mantengono puri dalla colpa di spargimento di sangue in tempo di guerra? Come gruppo, hanno una buona reputazione in quanto a evitare la condotta immorale del mondo? — Giov. 17:16; Isa. 2:4; 1 Tess. 4:3-8.
I veri cristiani si riconoscono oggi dalla capacità di ‘parlare in lingue’?

Giov. 13:35: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”.

1 Cor. 13:1, 8: “Se parlo le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho amore, son divenuto un pezzo di rame risonante e un rimbombante cembalo. L’amore non viene mai meno. Ma se ci sono doni di profezia, saranno eliminati; se ci sono lingue, cesseranno”.
Gesù disse che lo spirito santo sarebbe sceso sui suoi seguaci e che questi gli sarebbero stati testimoni fino alla più distante parte della terra. (Atti 1:8) Comandò loro di ‘fare discepoli di persone di tutte le nazioni’.

(Matt. 28:19) Predisse anche che ‘questa buona notizia del regno sarebbe stata predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni’. (Matt. 24:14) Chi sono oggi quelli che sia come gruppo che individualmente compiono quest’opera? In armonia con ciò che disse Gesù, non dovrebbe questa essere per noi una prova che un gruppo di persone ha lo spirito santo?
Si doveva continuare a ‘parlare in lingue’ fino all’arrivo della “perfezione”?

In 1 Corinti 13:8 si parla di vari doni miracolosi: profezia, lingue e conoscenza. Il versetto 9 menziona di nuovo due di questi doni — conoscenza e profezia — dicendo: “Poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo”.

(VR) Poi il versetto 10 afferma: “Ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito”. (VR) La parola “perfezione” traduce il greco tèleion, che dà l’idea di pienamente sviluppato, completo o perfetto. Ro e By traducono “completo”; NM ha “compiuto”. Si noti che non è il ‘dono delle lingue’ ad essere definito “imperfetto” (CEI), “in parte” (VR) o parziale. Questo vien detto della “profezia” e della “conoscenza”. In altre parole, anche con questi doni miracolosi i primi cristiani avevano solo un intendimento imperfetto o parziale del proposito di Dio.

Ma quando le profezie si sarebbero adempiute, quando il proposito di Dio sarebbe stato compiuto, allora sarebbe venuta “la perfezione” (VR), “ciò che è perfetto” (CEI), cioè completo. È evidente quindi che non si stava parlando della durata del dono delle lingue.
Tuttavia la Bibbia in effetti indica per quanto tempo il ‘dono delle lingue’ avrebbe fatto parte della vita cristiana. Secondo ciò che è scritto, sia questo che gli altri doni dello spirito furono sempre trasmessi mediante imposizione delle mani dagli apostoli di Gesù Cristo, o in loro presenza. (Atti 2:4, 14, 17; 10:44-46; 19:6; vedi anche Atti 8:14-18).

Perciò, dopo la loro morte e quella delle persone che avevano ricevuto in tal modo i doni, i doni miracolosi derivanti dall’operato dello spirito di Dio dovettero aver fine. Questo concorda con lo scopo di quei doni menzionato in Ebrei 2:2-4.

dom@
00venerdì 21 maggio 2010 02:55
Re:
(.sky.), 5/21/2010 12:03 AM:

Gli evangelici parlano in lingue ... opera di Dio ?




blubleiiiyhvchee.... non e' opera di Dio, ma opera della lingua [SM=g1861197]


Amalia 52
00venerdì 21 maggio 2010 06:58
Strano che molti di loro per imparare una lingua straniera,vanno a scuola...Se fosse opera di Dio,potrebbero risparmiarsi tanto studio... [SM=g7349]
jwfelix
00venerdì 21 maggio 2010 11:57
Aquila-58
00venerdì 21 maggio 2010 19:04
Re:
(.sky.), 21/05/2010 0.03:

Gli evangelici parlano in lingue ... opera di Dio ?





Bella domanda.
Conosco una signora che è un' evangelica pentecostale, e che almeno una volta al mese vado a trovare, in quanto riceve volentieri noi testimoni di Geova.
Mi ha raccontato che, nella sua chiesa, alcuni vanno letteralmente in estasi, si buttano a terra e cominciano a parlare in lingue...
Alla mia domanda: "ma qualcuno comprende le loro parole", la risposta è stata molto evasiva, tendente al "no".
I carismi di 1 Corinti 12:10 prevedevano sia il parlare in lingue che l' interpretarle.
Evidentemente, in quella chiesa evangelica pentecostale, sono carenti di persone in possesso del secondo carisma sopra indicato... [SM=x1408399]
Tutti i doni dello spirito, o carismi, sono in realtà cessati.
La dimostrazione lampante si ha leggendo Atti 8:12-17.
Filippo l' evangelizzatore era in possesso dei doni dello spirito, o carismi, e ciò si evince da Atti 8:6-7.
Evidentemente li aveva ricevuti mediante l' imposizione delle mani da parte degli apostoli, quando ricevette lo spirito santo al suo battesimo.
Filippo fu naturalmente battezzato "di acqua e di spirito", essendo "nato di nuovo" per essere coerede di Cristo ed erede del regno celeste (Gv. 3:3-5).
Tuttavia, quando i samaritani credettero a Filippo, essi furono si battezzati nel nome di Gesù, ma senza aver ricevuto lo spirito santo. Dovettero scendere in Samaria gli apostoli Pietro e Giovanni per conferire loro lo spirito santo, e con esso i doni dello spirito o carismi (Atti 8:14-17).
E qui un parroco della mia città mi ha fatto un' obiezione: accadde ciò perchè a Pietro furono affidate le chiavi del regno dei cieli (Matteo 16:19), e Pietro doveva aprire la seconda chiave. Ma il brano di Atti 8:14-17 dice che sia Pietro che Giovanni furono inviati dal corpo direttivo degli apostoli in Samaria, e non solo Pietro, e che entrambi imposero le mani per conferire lo spirito santo ai samaritani (Atti 8:17). Quindi, l' obiezione non regge!
Il fatto importante è che il cristiano unto, coerede celeste di Cristo Filippo, non potè trasmettere lo spirito santo ai samaritani, ma la cosa dovette avvenire per mezzo degli apostoli!
Ora, ogni qual volta gli apostoli imponevano le mani, lo spirito santo scendeva sui fedeli, e subito si manifestavano i doni dello spirito, si confrontino Atti 10:44-48 e Atti 19:6.
Evidentemente la stessa cosa accadde anche nel caso dei samaritani, dato che Simone, vedendo che mediante l' imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo spirito santo, offrì del denaro per avere lo stesso potere (Atti 8:18-19).
E' appena il caso di ricordare che Simone era uno che, prima della conversione, compiva dei portenti per mezzo della magia (Atti 8:9-11)...
Pertanto, come abbiamo visto, lo spirito santo (e i relativi doni) veniva trasmesso solo per mezzo degli apostoli.
Filippo non potè trasmettere nè lo spirito santo nè i carismi.
Tutto ciò avvalora ancor più la tesi che i doni dello spirito, che contraddistinsero l' infanzia della primitiva comunità cristiana (Paolo spiega bene la cosa con una splendida parabola, in 1 Corinti 13:11...), cessarono con la morte degli apostoli.
Grazie.
[SM=g27985]



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