Parla la ragazza che ha vissuto otto anni prigioniera

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haihaijade
00mercoledì 30 agosto 2006 14:05
VIENNA, PARLA LA RAGAZZA CHE HA VISSUTO OTTO ANNI PRIGIONIERA
Natascha vuole silenzio
«Ho pietà di lui
non chiedetemi nulla»
Ha bisogno di un periodo di riposo
Preferisce non incontrare i suoi genitori




VIENNA. Gli psicologi parlano di una «super» sindrome di Stoccolma, un caso assolutamente unico di simbiosi con il proprio sequestratore. Natascha Kampusch, per sé, chiede soprattutto silenzio. E tempo per rimettere insieme i pezzi di una vita che per otto anni è assomigliata più a un esperimento di laboratorio che a una vita vera: niente contatti, niente amici, solo libri, qualche film, poca musica e un unico interlocutore.

Non c’è risentimento, nelle parole che Natascha ha consegnato ieri al suo consulente psichiatrico Max Friedrich perchè le leggesse al resto del mondo. C’è una consapevolezza pensosa, e la ferma intenzione di difendere ciò che - di bene e di male, il giudizio non spetta ad altri che a lei - ha costituito i suoi ultimi tremila giorni di vita.

Tutti i pochi attori della sua strana vita sono nominati con cura: c’è il rapitore - «Non è vero che mi chiedeva di chiamarlo padrone» - c’è la mamma di lui - che Natascha non ha mai incontrato, ma per cui prova «compassione» - e c’è il Signor H., l’uomo che avrebbe accompagnato Prikopil nei pressi del luogo del suicidio - a cui Natascha raccomanda di «non sentirsi responsabile». Altre persone, negli ultimi otto anni della sua vita, non ce ne sono. Persino i genitori - il cui dolore è a stento immaginabile - sono sentiti da Natascha come degli estranei a cui si chiede di attendere il loro turno, quando verrà.

Il suo ultimo legame con la stanzetta di Strasshof si è spezzato nel momento in cui Wolfgang Prikopil si è gettato sotto un treno. Il resto dei suoi ricordi è troppo remoto perchè possa esserle di aiuto, e il futuro le riesce ancora troppo difficile da immaginare per darle un effettivo conforto. Oggi Natascha è una ragazza sola, la più sola ragazza del mondo. La sua condizione, si capisce, desta la curiosità degli studiosi - oltre che della gente comune - ma probabilmente alcuni vuoti sono destinati a rimanere tali. Natascha stessa non lo sa, e per questo ha chiesto che sia fatto silenzio.

Ma lasciatela in pace questa povera ragazza..ci mancano solo i giornalisti adesso.. :UQ

N-Unit
00mercoledì 30 agosto 2006 14:24
Se scrivesse un libro sulla sua storia, e se facessero anche un film (cose da non escludere), diventrebbe ricchissima...avrebbe dovuto scrive un diario in quei giorni, chissà se l'ha fatto.
haihaijade
00mercoledì 30 agosto 2006 15:16
Re:

Scritto da: N-Unit 30/08/2006 14.24
Se scrivesse un libro sulla sua storia, e se facessero anche un film (cose da non escludere), diventrebbe ricchissima...avrebbe dovuto scrive un diario in quei giorni, chissà se l'ha fatto.



non penso che siano queste le priorità nella sua vita adesso..
N-Unit
00mercoledì 30 agosto 2006 15:20
Re: Re:

Scritto da: haihaijade 30/08/2006 15.16


non penso che siano queste le priorità nella sua vita adesso..



Gli dò tempo due giorni che si riprende, e il libro sarà nei negozi.
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