Papa: "No ad uso embrioni umani"

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giuggyna
00venerdì 7 novembre 2008 14:28
"Compravendita organi abominevole"
Duro monito del Papa contro la compravendita di organi per i trapianti. "La logica del mercato non deve prendere il sopravvento in materia di trapianti di organi, nonostante il moltiplicarsi delle richieste di trapianto", ha detto Benedetto XVI. Il Papa ha precisato che "eventuali logiche di compravendita degli organi sono abominevoli". Il Pontefice si è anche detto contratrio all'uso di embrioni umani per uso terapeutico.

"La produzione e distruzione di embrioni umani a scopi terapeutici è moralmente illecita", ha detto il Pontefice ricevendo in udienza nella sala Clementina del Vaticano i partecipanti al Congresso Internazionale promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, in collaborazione con la Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche e il Centro Nazionale Trapianti.

"La semplice idea di considerare l'embrione come 'materiale terapeutico' contraddice le basi culturali, civili ed etiche su cui poggia la dignità della persona - ha aggiunto -. Gli abusi nei trapianti e il loro traffico, che spesso toccano persone innocenti quali i bambini devono trovare la comunità scientifica e medica prontamente unite nel rifiutarli come pratiche inaccettabili. Esse pertanto vanno decisamente condannate come abominevoli".

Altri rischi sui trapianti, per Benedetto XVI, sono legati inoltre alla mancanza di un consenso realmente informato. "Avviene spesso che la tecnica del trapianto di organi si compia per un gesto di totale gratuità da parte dei parenti di pazienti di cui è stata accertata la morte - ricorda il Papa -. In questi casi, il consenso informato è condizione previa di libertà, perché il trapianto abbia la caratteristica di un dono e non sia interpretato come un atto coercitivo o di sfruttamento".

Quanto invece ai trapianti da vivente, per il Pontefice, "si può donare solamente se non è mai posto in essere un serio pericolo per la propria salute e la propria identità e sempre per un motivo moralmente valido e proporzionato". "Eventuali logiche di compravendita degli organi, come pure l'adozione di criteri discriminatori o utilitaristici, striderebbero talmente con il significato sotteso del dono che si porrebbero da sè fuori gioco, qualificandosi come atti moralmente illeciti", ha concluso.
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