PR2: Spagna vs Francia

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Pagine: [1], 2
ichbinlucasanni
00giovedì 23 luglio 2009 20:40
Ho deciso di scrivere una storia inventata da me.
Spero che faccia piacere.
Stassera metto l'inizio, domani continuo, sempre se vi fa piacere.

Saluti, [SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00giovedì 23 luglio 2009 20:40
PROLOGO
Era una calda giornata d’estate. Il 15 giugno 1605.
Ero tranquillamente seduto nella mia abitazione quando a un certo punto la porta si aprì. “Pedro! Pedro!” “Che cosa succede di tanto importante da farti correre in questo modo?” “Pedro! - disse mentre riprendeva fiato – il Governatore dell’Avana ti vuole vedere immediatamente!” “Allora andiamo dal Governatore a sentire quello di cui vuole parlarmi”.
E dopo aver detto così, mi misi la giacca, impugnai il mio bastone da passeggio e m’incamminai verso il sontuoso palazzo del Governatore.
FranckSkaergen
00giovedì 23 luglio 2009 23:31
bravo! però ti conviene fare dei capitoli più lunghi [SM=x329178]

a meno che non hai fame di stelline
ichbinlucasanni
00venerdì 24 luglio 2009 07:31
L’INCONTRO CON IL GOVERNATORE
Mentre camminavo a passi lenti, osservavo ciò che accadeva attorno a me: la gente che lavorava nei campi con il viso ornato da gocce di sudore, i mercanti che portavano le loro merci pregiate al mercato con l’intenzione di venderle, le distillerie di rum che producevano a pieno regime quell’ottimo rum che dall’Avana viene trasportato in tutti i Caraibi, ...
Dopo cinque minuti arrivammo al palazzo del Governatore. Le guardie all’ingresso ci sbarrarono la strada e una di esse ci chiese: “Chi siete?” “Pedro García” “Quest’uomo è con voi?” “Sì, lui è Diego Ruiz, mio amico” “Venite, siete attesi dal Governatore”.
Salimmo l’ampia scalinata centrale e ci trovammo di fronte all’ufficio del Governatore. Bussammo alla porta. “Chi è?” chiese una voce dall’altra parte della porta “Diego García, signor Governatore” “Prego, entrate pure”.
Entrammo e ci trovammo di fronte ad un uomo alto di statura, scuro di capelli e di occhi, vestito con abiti di lusso: egli altri non era se non il Governatore dell’Avana, l’uomo nelle cui mani stava il potere su tutta l’isola di Cuba.
“Sedetevi, signor García. Desiderate qualcosa?” “No, grazie. Piuttosto sono stato informato del fatto che desideravate parlarmi. Perciò veniamo al dunque” “Siete a conoscenza delle guerre in atto?” “Sì, so che l’Inghilterra è in guerra contro l’Olanda, che la Spagna è in guerra contro la Francia, che la Spa... ” “Basta così. Sappiate che circolano voci secondo le quali la Francia ha intenzione di invadere Cuba. Esse sono confermate dal fatto che le mie spie mi hanno riferito che la Francia sta arruolando un grande esercito e che ai nostri nemici continuano ad arrivare nuove unità navali dalla loro madrepatria. Ecco perché abbiamo bisogno di voi” “Bene. Ditemi soltanto che cosa devo fare.” “Sapete che questo tipo di incarichi li può dare solo il Viceré, io non posso dirvi di fare niente” “Capisco. Nessun problema, andrò dal viceré.” “Bene. Allora invierò al Viceré un messaggero.”.
Stavo per uscire dall’ufficio quando il Governatore mi chiamò e mi ringraziò per tutto ciò che avevo fatto e per quello che stavo per fare. “Non mi deve ringraziare. – gli risposi io – È sempre un piacere servire la patria”. E, detto questo, chiusi la porta, scesi le scale e tornai alla mia abitazione.
Boris vom Vogelheide
00venerdì 24 luglio 2009 10:31
[SM=x329210] [SM=x329210] stelline...
Ottimo racconto, anche se mi stava più simpatica la Francia..
Saluti e [SM=g27811] [SM=g27811] ,
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00venerdì 24 luglio 2009 10:39
LE RIFLESSIONI DI PEDRO
Appena fui entrato in casa mi tolsi la giacca, riposi il bastone da viaggio e mi sedetti su una poltroncina. Diego fece altrettanto, mi guardò e mi chiese: “A cosa stai pensando?” “Alle parole pronunciate dal Governatore. – e mentre dicevo ciò mi alzai in piedi – Mi sembra alquanto strano che così, da un momento all’altro, una nazione come la Francia abbandoni ogni pretesa su Corpus Christi, Tampico e le altre città situate sulla costa a ovest, città che ha sempre desiderato, per dedicarsi alla conquista di Cuba. Anche perché dopo aver conquistato Cuba sicuramente gli olandesi le dichiarerebbero guerra, avendo paura di essere attaccati. E ovviamente, la Spagna non gliela farebbe passare liscia.” “Se poi – riprese il discorso Diego – consideriamo che l’Inghilterra sa delle simpatie francesi per l’isola di Hispaniola dichiarerebbero guerra alla Francia per evitare che Cuba possa diventare un punto strategico per attaccare l’Hispaniola. E con l’Inghilterra...” “Farebbero tre nazioni che la Francia si ritroverebbe contro. Te l’avevo detto: alla Francia non conviene attaccare Cuba” conclusi io.
“Quindi che cosa pensi di fare?” “Per il momento mi limito ad andare a parlare con il Viceré, poi si vedrà. Vai al porto e ordina che si prepari la mia fregata Artemide. Dì che l’Ammiraglio Pedro García deve andare urgentemente a parlare con il Viceré di questioni internazionali.” “Vado subito, Pedro!” “E chiamami quando è tutto pronto.” “Non dubitare.”.
Così, Diego uscì e io rimasi solo nella mia abitazione rimuginando fra me e me i pensieri che mi passavano per la testa, e non erano pochi.
ichbinlucasanni
00venerdì 24 luglio 2009 12:27
LA TRAVERSATA
Due ore dopo Diego mi informò che l’Artemide era pronta per salpare. “Bene. Allora partiamo alla volta di Port Royale” Mi alzai, mi misi gli abiti della cerimonia, presi il mio bastone da viaggio (che quando vado da qualche parte non dimentico mai) e feci un fischio. In un batter d’occhio arrivò Carlos, il mio fedele cane, il quale mi è stato regalato sei anni or sono da mio padre, in occasione della mia nomina ad Ammiraglio. Ah, che bella giornata fu quella, una delle più belle della mia vita. Ma basta star fermi a ricordare eventi passati. È il momento di agire!
Allora mi diressi verso il porto e mi imbarcai sull’Artemide, la mia gloriosa fregata grazie alla quale ho compiuto numerose missioni.
La navigazione proseguì tranquilla fino ad un certo punto.
Avevamo appena superato la punta occidentale di Cuba, io ero sul seduto nella mia cabina, quando ad un certo punto arrivò Diego.
“Pirati, - disse lui – pirati a sud-est, ci stanno venendo addosso.”. Mi scappò una risata “Pedro, perché ridi?” “Diego, ci sono dei pirati che ci stanno venendo addosso?” “Sì!” “E allora cosa dovrei fare?” “Beh, non so, l’ammiraglio sei tu, io sono solo il tuo capitano di bandiera; però penso che dovresti preoccuparti almeno un po’.” “Preoccuparmi? Perché, quanti sono?” “Beh, è un brigantino.” “Un banale brigantino pirata che viene contro l’Artemide? Ma il timoniere è ubriaco?” “Non ti saprei dire, Pedro.” “Beh, andrò sul ponte per vedere questo famoso brigantino pirata che osa intralciare il cammino dell’Artemide”.
Andai sul ponte e con il cannocchiale vidi proprio un brigantino battente bandiera pirata avvicinarsi da sud-est. “È un’imbarcazione di Bartolomew Roberts, il pirata mio nemico. Si vuole ancora vendicare dall’ultima volta che ci siamo incontrati, quando gli abbiamo affondato la corvetta Diana. Proprio adesso gli doveva venire la voglia di vendicarsi. Va a finire che arriverò in ritardo dal Viceré.”
ichbinlucasanni
00venerdì 24 luglio 2009 12:27
LA BATTAGLIA
Vedendo che il brigantino nemico si avvicinava sempre di più dissi ai marinai di caricare l’artiglieria. L’Artemide poteva contare su 50 pezzi d’artiglieria più una cinquantina di moschetti, per non parlare delle numerose sciabole che c’erano a bordo e dei 110 uomini di equipaggio. Allora dissi di caricare tutti i cannoni con palle di cannone incatenate “Visto che a Bartolomew piace così tanto abbordare, facciamo in modo che riesca a vedere un abbordaggio decente” risposi a Diego quando mi chiese il perché dei cannoni caricati in quel modo. Poi decisi che tutti i marinai liberi dovessero prendere un moschetto, e anche più di uno se ne avanzavano, con i pallini piccoli, quelli adatti per fare stragi di uomini. Poco tempo dopo il Cadiz, questo era il nome del brigantino nemico, probabilmente rubato a qualche commerciante spagnolo, fu alla portata dei nostri cannoni. L’equipaggio del Cadiz urlò: “Arrendetevi al re dei pirati! Arrendetevi al grande Bartolomew Roberts!” e noi di tutta risposta gli facemmo provare una bella bordata della fiancata di tribordo dell’Artemide. Loro virarono perché non avevano ancora caricato i cannoni e dopo poco entrambe le navi fecero fuoco. Il Cadiz non virò, ma noi sì, poiché lo prendemmo d’infilata e sparammo due bordate che distrussero il timone e una parte del casseretto dell’imbarcazione nemica. In questo modo non poteva più virare. “Dai, dai che non ci sfuggono!” Dissi per incitare gli uomini dell’Artemide. Ci mettemmo a seguire il Cadiz e i cannoni facevano fuoco con la più alta velocità possibile, mentre dal ponte di coperta alcuni uomini con i loro moschetti coprivano il ponte nemico di cadaveri. “Dai, che se riusciamo a porre fine alla carriera di Bartolomew Roberts, a ciascuno di voi spetterà un premio di 10.000 dobloni!” Tanto me lo potevo permettere. Mezz’ora dopo ordinai l’abbordaggio e non feci neanche in tempo a dirlo che subito la mia nave era agganciata a quella nemica. Io e un drappello di 50 uomini, ovviamente accompagnati da Diego e Carlos, che in battaglia erano sempre al mio fianco. Sfidai a duello il pirata e, benché lui mi ferì in maniera superficiale un braccio e in maniera più grave una gamba, lo sconfissi e lo feci mio prigioniero insieme agli altri pirati rimasti vivi. Dopodiché alzai la mia bandiera sulla poppa del Cadiz e poi andai in infermeria, dove restai fino all’arrivo a Port Royale.
ichbinlucasanni
00venerdì 24 luglio 2009 12:32
Se i capitoli sono troppo corti, scusatemi, ma il problema è che non mi riesce di scriverne di più lunghi.

Saluti e scusatemi ancora, [SM=x329166] [SM=x329166]
Boris vom Vogelheide
00venerdì 24 luglio 2009 12:36
Non c'è problema, e credo che valga per tutti..
Saluti e [SM=g27811] (continua così),
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00venerdì 24 luglio 2009 13:50
L’INCONTRO CON IL VICERÉ
Appena sbarcato, lasciai Carlos a fare la guardia alla nave e, accompagnato a Diego, mi diressi al palazzo del Viceré. Il palazzo del Governatore dell’Avana, sebbene fosse molto lussuoso, messo a confronto con quello del Viceré sembrerebbe una capanna di stracci, come del resto così sembrerebbe il palazzo del Viceré messo a confronto con la reggia del Re di Spagna.
Arrivato al palazzo del Viceré, mi feci annunciare e andai dritto all’ufficio del Viceré in persona.
Egli mi accolse e mi chiese: “Siete stato messo al corrente da Federico de Jerez, mio amico e Governatore dell’Avana, delle ultime novità?” “Sì, ne sono a conoscenza.” “E cosa ne pensate?” “Personalmente credo che la Francia non miri a conquistare Cuba, perché si troverebbe contro tre nazioni con motivi di esserle ostili molto validi.” E in poche parole gli spiegai i punti salienti del mio ragionamento. “Capite? – gli chiesi infine – Mi pare impossibile che la Francia voglia conquistare Cuba.” “Capisco; e a mia volta vi chiedo il significato dell’esercito che sta arruolando in Florida. Se vuole conquistare Corpus Christi perché non fare l’esercito a New Orleans?” “Non sarei in grado di rispondere, signor Viceré.” conclusi io. Seguì un periodo di silenzio. Dopo due minuti io lo ruppi chiedendo: “Comunque, lasciando stare i miei ragionamenti, che Dio solo sa se sono esatti o no, cosa devo fare per il Regno di Spagna?” “Beh, per adesso nulla... Ma... Come mai avete una gamba ferità?” “Vi siete accorti del mio ritardo di tre ore rispetto all’orari comunicatovi dal messaggero del Governatore dell’Avana?” “Sì, volevo chiedervelo, ma poi me ne sono scordato. Allora?” “Il fatto è che lungo la strada abbiamo incontrato i pirati.” “E dalle ferite deduco che avete perso.” “Signor Viceré, mi dispiace contraddirvi, ma abbiamo vinto e abbiamo fatto prigioniero Bartolomew Roberts e altri quattordici suoi scagnozzi.” “Bartolomew Roberts? Stavo per organizzare una spedizione militare contro di lui, ma ora che lo so, potrò dare l’ordine di utilizzare le navi per un altro scopo, come la guerra contro la Francia, tanto per tornare al nostro argomento. Ma ditemi: ora il pirata dov’è?” “Sulla mia nave come prigioniero.” “Vorreste vendermelo?” “Mi dispiace, ma l’ho combattuto per anni e anni e ora ho intenzione di condurlo vivo all’Avana, metterlo in prigione e lasciarlo lì a pane e acqua.” “È nei vostri diritti.” “Bene. Signore, avete altro da dirmi? “Per adesso no” “Allora ho intenzione di tornare all’Avana, ovviamente se avete bisogno non esitate a farmi chiamare: io sono e sarò sempre ai vostri ordini.” “Bene, andate pure. Arrivederci” “Arrivederci, signor Viceré”.
E, uscito dal palazzo del Viceré, tornai all’Avana e restai tranquillo per un mese circa, fino a quando il Governatore non ebbe bisogno di me.
Katana 90
00venerdì 24 luglio 2009 16:12
Bravo, molto bello. [SM=g27811]

[SM=x329167]
ichbinlucasanni
00venerdì 24 luglio 2009 18:22
LA MISSIONE DEL GOVERNATORE
Infatti, passato un mese, un messaggero del Governatore venne a casa mia e mi annunciò che il Governatore voleva parlarmi. Allora mi vestii, presi il bastone da viaggio, e mi diressi verso la casa di Diego per fargli sapere che il Governatore mi doveva parlare. Glielo dissi e poi gli chiesi: “Vorresti accompagnarmi?” “E me lo chiedi? Sai benissimo che non rinuncerei mai.”
E così ci avviammo verso la dimora del Governatore.
Appena arrivati notammo che non c’era più nessuna guardia all’esterno del palazzo; ma, dopo che fummo entrati, capimmo il perché: le guardie erano aumentate e si erano trasferite all’interno del palazzo.
Ci venne incontro il solito messaggero e ci chiese: “Il signor García Pedro” “E quest’uomo con voi sarebbe il signor Ruiz Diego?” “Proprio così” “Allora seguitemi, perché il signor Federico de Jerez, mio padrone e Governatore di questa città, vi attende.” “Vi seguiamo.”.
E così ci condusse all’interno dell’ufficio del Governatore.
“Buongiorno, signori – disse il Governatore – Sedetevi.” “Grazie, Signore. – risposi io. Mi è stato comunicato che volevate parlarmi.” “Sì, è vero. Avrei una missione per voi.” “Benissimo. Sapete che quando c’è qualche missione da compiere non mi tiro mai indietro.” “Perfetto. Ho chiamato voi perché siete l’unica persona di cui mi fido ciecamente.” “Troppo buono da parte vostra, Signore.” “Beh, veniamo al dunque, i nostri nemici stanno consolidando un’economia fortissima.” “E ci scommetto che ciò non è una cosa positiva.” “Infatti. Ma vedete: se ai commercianti nemici ed a qualche fabbrica nemica capitasse... Non so come dire... Un piccolo incidente...” “Sicuramente la loro economia ne risentirebbe, è ovvio.” “Bene. Vedo che mi avete capito. Allora, che ne dite? Ve la sentite?” “E me lo chiedete?”. Poi, rivolto verso Diego: “Mi accompagni?” “Un comandante di bandiera sarà sempre al fianco del suo capitano.” Sorrisi. “Allora, signor Governatore, io andrei.” “Andate pure.” rispose. Si girò verso la finestra che guarda sul mare e non disse più una parola. Allora me ne andai.
Per la strada di casa diedi a Diego una piccola pergamena. “Tieni: fai preparare queste mie navi al porto. Queste tre sono qua all’Avana, queste due sono a Evangelista, queste due sono a Nombre de Dios, questa è a Trinidad, questa è a Cayman e quest’ultima è a Port Royale. Ora vai.” “Subito, Pedro.”
Boris vom Vogelheide
00venerdì 24 luglio 2009 18:29
Povera Francia...Gli saboti l' economia.. [SM=g27822] [SM=g27822] ..
Saluti e [SM=g27811] [SM=g27811] ,
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00sabato 25 luglio 2009 09:40
Re:
Boris vom Vogelheide, 24/07/2009 18.29:

Povera Francia...Gli saboti l' economia.. [SM=g27822] [SM=g27822] ..
Saluti e [SM=g27811] [SM=g27811] ,
[SM=x329166] [SM=x329166]




Se vuoi, nel prossimo racconto starò con la Francia e danneggerò le altre nazioni.

Saluti, [SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00domenica 26 luglio 2009 17:17
ATTACCO AI COMMERCIANTI FRANCESI
Una settimana il convoglio era pronto. Era composto da 10 navi: il vascello di linea S. Carlos, chiamato così in onore del mio fedele cane, il galeone da guerra España, le due caracche Holland e Havana, la fregata militare Polyphemus, le due corvette militari Victory e Royal Ship, le due fregate Artemide, che era la mia ammiraglia, e Justice, ed infine il brigantino Cadiz, catturato al pirata, anzi ex pirata, Bartolomew Roberts.
Salpai dall’Avana con questo convoglio il 4 agosto 1605. Era una bella giornata, il cielo era sereno e il sole splendeva nel cielo. Unico problema: io ho sempre odiato il caldo. Infatti, me ne stavo sul castello di prua della mia amata Artemide, con Carlos sdraiato accanto a me e che ogni tanto mi sollecitava affinché io gli facessi qualche carezza. “Diego! – chiamai – Diego!” “Eccomi, Pedro.” “Per favore, – gli chiesi – portami un qualcosa con il quale io mi possa sventolare.” “Hai caldo?” “Tu non puoi nemmeno immaginare quanto io stia soffrendo adesso per il caldo.” “Vado a cercare qualcosa e poi te lo porto.” Due minuti dopo era di ritorno con un pezzo di tela. “È l’unica cosa che ho trovato. Non fa molto vento, ma è sempre meglio che niente.” “Grazie, dammelo.” E così, feci il breve viaggio dall’Avana a Florida Keys con questo pezzo di tela intento a sventolarmi alla bell’e meglio.
Prima di arrivare a Florida Keys issammo la bandiera francese (una tattica che usavo spesso per ingannare i nemici).
Superata Florida Keys, vedemmo vari convogli commerciali francesi e ci avvicinammo. Loro non sospettarono niente, evidentemente pensavano che dei loro compatrioti avessero bisogno di aiuto o di qualche informazione, infatti, non solo non cercarono di allontanarsi, ma ridussero anche la velatura in modo che noi potessimo raggiungerli.
Nel vedere ciò, mi misi a ridere ed esclamai: “Come sono inetti, questi francesi; sarà un piacere ancora più grande rovinare la loro flotta commerciale.
E, infatti, catturammo ventisei navi nemiche e affondammo cinquantotto imbarcazioni. Le merci poi, un lusso. Regalai tutto alla mia città, L’Avana, che ne fu così contenta da dedicarmi una statua con la scritta: “Benefattore della città”. Bene. Ora era il momento di passare al piano B: le attività nemiche.
ichbinlucasanni
00domenica 26 luglio 2009 17:17
ATTACCO ALLE ATTIVITÀ FRANCESI
Tornato all’Avana, mi misi d’impegno per escogitare qualcosa per, come ha detto il Governatore, far capitare alle attività nemiche qualche piccolo incidente.
Il piano che elaborai fu il seguente:
Punto 1: dato che i soldi non mi mancavano una mattina dissi a Diego: “Oggi il caffè è troppo amaro. Non solo, ma mi mancano abiti. E poi la carne che hai comprato ieri non andava bene: gli animali devono mangiare di più. Infine, le corde dell’Artemide hanno bisogno di essere sostituite.” Diego, che era a conoscenza della mia missione, mi sorrise. Allora dissi: “Vieni, Diego. Andiamo a fare un giro per i caraibi. Ho voglia di comprare tutti gli zuccherifici, tutti i cotonifici, tutti i campi di granoturco e tutte le piantagioni di canapa esistenti.” “Certo, Pedro.”. Poi, tra me e me, soggiunsi: “Voglio vedere se senza materie prime la Francia riesce a produrre manifatture.”
E lo feci.
Punto 2: misi cinque convogli a est della Florida, per fermare i convogli francesi in arrivo dall’Europa: “Mi sa che nelle colonie francesi ci sarà una mancanza di prodotti di lusso. Ma non si devono preoccupare, glieli venderemo noi, ad un prezzo molto alto, ma glieli venderemo noi.” Punto 3: infine, per fermare le altre produzioni, le comprai e poi la demolii, “perché ne avevo troppe”.
Dopo aver eseguito tutto questo e aver controllato di persona andai dal Governatore e lui mi chiese: “Allora, la vostra missione?” “Beh, – feci io – direi che prosegue bene, signor Governatore. L’economia della Francia è in crisi. E anche in una crisi non semplice da superare.”. “Eccellente.”
Fatto anche questo, me ne tornai a casa e per un po’, me ne stetti quieto. Era il 12 ottobre 1605
ichbinlucasanni
00giovedì 30 luglio 2009 18:22
UNA DISCUSSIONE INTERESSANTE
Ogni giorno andavo di persona a portare il cibo e l’acqua a Bartolomew Roberts, che avevo fatto rinchiudere nella prigione dell’Avana. E così facevo tutti i giorni, e tutti i giorni l’ex pirata se ne stava in un angolino per poi andare a prendere ciò che gli portavo, ma solo quando me ne fossi andato.
Fino a un giorno.
Me lo ricordo ancora come se fosse oggi.
Era il 15 novembre 1605.
Quel giorno stavo, come tutti gli altri giorni, portando da mangiare e da bere a Bartolomew Roberts, però, mentre mi stavo avvicinando alla sua cella sentii che stava mormorando: “Oh, me misero! Che cosa starà pensando di me il signor Francois Dupont? Ahhhhhhhhhh... ”. “Francois Dupont? – pensai tra me e me – Ma è il Viceré francese!” Probabilmente sarei dovuto rimanere lì ad ascoltare per cercare di capire qualcosa in più, ma invece non ho resistito.
Sono uscito dalla prigione, sono corso in casa del mio amico Diego, poi insieme a lui sono passato a prendere Carlos ed infine, con un gruppetto di 10 uomini dell’esercito di terra dell’Avana, sono andato dal Governatore. Infine, con i dieci uomini, Diego e Carlos, mi sono diretto alla prigione. Stavolta, però, non silenziosamente. Ho preso la chiave della cella nella quale erra rinchiuso Bartolomew Roberts e sono andato da lui. Appena ci vide mi chiese con voce ironica: “Che cosa succede?”, e io, più infuriato che mai, lo presi per il collo e gli dissi, o meglio gli urlai: “ Ora, o tu vieni con me e fai quello che ti dico, o questi uomini ti uccideranno. Sappi che nella mia mano c’è un documento firmato dal Governatore in persona nel quale c’è scritto che questi uomini possono ucciderti se solo io glielo ordinassi!” Dopo che ebbi pronunciato queste parole si fece più serio e mi disse: “Ti seguo.” Lo portai in casa mia e lo misi a sedere su una sedia. Lo circondai con i dieci soldati. Mi misi davanti a lui e gli chiesi: “Ora rispondi: cosa c’entra il Viceré della Francia Francois Dupont con te?”. Lui non rispose. Allora glielo richiesi: “Cosa c’entra il Viceré della Francia Francois Dupont con te?”. Lui non rispose ancora. Glielo chiesi per la terza volta: “Cosa c’entra il Viceré della Francia Francois Dupont con te?”. Lui per la terza volta non mi rispose. “Allora, ascolta bene – gli dissi con tono minaccioso – o mi dici che cosa c’entra il Viceré francese con te oppure glielo andrai a chiedere. Ma con una testa in meno.” E gli feci notare ancora la pergamena che stringevo nella mia mano. “Va bene. – si arrese – Ti dirò tutto quello che vuoi. Ascolta attentamente: tu sei spiato. La Francia sa che in questa guerra tu sei un elemento pericoloso. Allora ha deciso di spiare le tue mosse. Fin dal tuo primo incontro con il Governatore dell’Avana. Ma anche dopo, quando sei tornato in casa tua, dove ci troviamo ora. E le spie hanno rivelato al Viceré della Francia le tue riflessioni. Tu non lo sapevi, ma erano esatte. Alla Francia non interessa Cuba. Voleva che la Spagna portasse il grosso delle sue truppe a Cuba, in modo da avere facile accesso all’ovest. Ma quando il Viceré ha scoperto le tue idee e ha saputo che saresti partito per Port Royale, mi ha fatto chiamare e mi ha pagato una bella sommetta perché io ti sconfiggessi. E mi aveva detto che saresti salpato su un brigantino. Ecco perché ti sono venuto incontro con un brigantino: tra un brigantino pirata e un altro brigantino, avrebbe vinto sicuramente quello pirata. Invece tu sei venuto con l’Artemide, con una fregata. Ma ormai non potevo tirarmi indietro...” Io ascoltavo ogni sua parola stringendo i pugni.
Alla fine di un lungo silenzio dissi: “Lasciatelo andare!” “Ma Pedro! – replicò Diego – Sei sicuro?” “Lasciatelo andare, è libero. Liberate anche i suoi compagni e restituitegli il Cadiz!”. Lui si avvicinò e mi disse: “Grazie, signor García! Grazie! Vi prometto che né io né i miei uomini vi daremo più fastidio!”. Lo guardai e gli feci un cenno con la testa, poi gli dissi: “Ora vai, ma bada di non andare a dire niente ai francesi, altrimenti la prossima volta che ti incontro la testa te la taglio davvero.”.
Dopo che fu andato, dissi a Pedro: “Prepara l’Artemide: andiamo a Port Royale!”
Boris vom Vogelheide
00giovedì 30 luglio 2009 20:42
Come sei bravo a convincere [SM=x329222] [SM=x329222] [SM=x329224] ...
Bravo (vedo con piacere che la Francia non si fa scrupoli [SM=x329206] [SM=x329206] )..
Saluti e [SM=g27811] [SM=g27811] ,
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00venerdì 31 luglio 2009 15:07
IL RAPPORTO AL VICERÉ
Appena arrivato a Port Royale, sbarcai e, con il mio amico Diego sempre dietro, corsi fino al palazzo del Viceré. Una guardia ci fece: “Prego, i vostri nomi.”, ma, con la fretta che avevo, non ci feci caso e continuai a correre, su per le scale. Allora la guardia chiamò altre due guardie e ci inseguì. Noi, intanto, eravamo arrivati all’ufficio del Viceré e, senza nemmeno bussare, eravamo entrati. Le guardie entrarono anche loro, ci puntarono due alabarde addosso e ci dissero: “Fermi, in nome di Sua Maestà, il Viceré dell’Impero spagnolo d’Oltremare!”. Ma il Viceré rispose: “Fermi, li conosco e non hanno cattive intenzioni. Se sono entrati in questo modo nel mio ufficio, sicuramente hanno una ragione più che valida.” “Certo, Signore.” risposero le guardie e se ne andarono.
Poi, rivolgendosi a me, il Viceré mi chiese: “Quale motivo vi spinge fin qui?”. Gli risposi, prendendo fiato a ogni parola per la corsa che avevo fatto: “Allora,... Ho scoperto... Che... La Francia... Non vuole... Attaccare... Cuba... Cuba... È... Al sicuro... Era... Solo... Un pretesto... Per... Spostare... Le truppe... Spagnole... E... Poter attaccare... Corpus Christi... E... Le altre... Città... Dell’ovest... Me... L’ha... Detto... Bartolomew Roberts... Era... D’accordo... Con... I francesi...”
“Siete completamente sicuro?” “Sì... Sì... Sono... Sicurissimo...” “Stando così le cose,... I francesi sanno che Bartolomew Roberts ha fallito la sua missione?” “No... Bartolomew Roberts... Non... Tornerà... Mai più... Dai... Francesi...” “Bene, allora facciamogli credere che non sappiamo niente dei loro piani. Scriverò una lettera al Re di Spagna nella quale chiederò nuove truppe. Aspetta... ” E si mise a scrivere una lettera. “Tenete. Portate questa lettera al capo delle truppe di Corpus Christi. Ditegli che venga a Cuba con tutte le sue truppe, così che i francesi credono che la città resti indifesa. Invece le truppe che mi arriveranno dalla Spagna le manderò a Corpus Christi.” “Ottimo... Piano... Signore... Andrò... A Corpus Christi... Non appena... Uscirò... Dal vostro... Palazzo...” “Perfetto” Uscii dal palazzo del Viceré spagnolo, salii sull’Artemide e andai dritto a Corpus Christi.
Là consegnai la lettera al capo delle truppe cittadine e poi me ne tornai all’Avana in attesa di istruzioni.
Le istruzioni erano chiare: formare una flotta in grado di sconfiggere quella francese e poi usarla per sconfiggere una volta per tutti i nemici. E se le spie francesi stavano ascoltando, non m’importava, tanto alla fine i francesi l’avrebbero saputo, magari in maniera più violenta, ma l’avrebbero saputo.
Boris vom Vogelheide
00venerdì 31 luglio 2009 18:17
Come faceva la Spagna a mandare rinforzi, se stava già barcollando? [SM=g27833]
Saluti e [SM=g27811] [SM=g27811] ,
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00venerdì 31 luglio 2009 18:48
In che senso?

Saluti, [SM=x329166] [SM=x329166]
Boris vom Vogelheide
00venerdì 31 luglio 2009 20:43
Erano passati nel XVII secolo i tempi della supremazia spagnola. Erano passati i tempi della battaglia di Pavia (1525)o Lepanto (1571); ormai le miniere americane si stavano esaurendo, mentre alla pirateria piacevano sempre di più i galeoni spagnoli...
Le guerre di Carlo V e di suo figlio, Filippo II, contro musulmani e protestanti avevano dissanguato l' erario (e l' ambizioso piano di invadere l' Inghilterra con l' Invincibile Armada finì con un disastro).Infatti Filippo II fu costretto a dichiarare la bancarotta dello Stato..
Anche nei Caraibi la potenza militare, l' influenza spagnola calò bruscamente, dato che anche la Gran Bretagna finanziava i corsari (il più famoso fu Francis Drake) per saccheggiare navi spagnole.
La storia comunque è bellissima, continua così.. [SM=g27811] [SM=g27811]
Scusatemi se sono stato un pò troppo [SM=x329202] [SM=x329202] ..
Saluti,
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00venerdì 31 luglio 2009 21:40
Hai ragione [SM=x329170] [SM=x329170] , non ci avevo pensato. Ma ormai la storia l'ho cominciata così [SM=x329205] [SM=x329205] ...
La prossima volta cercherò di stare più attento [SM=g27811] [SM=g27811] .

Saluti, [SM=x329166] [SM=x329166]
Boris vom Vogelheide
00sabato 1 agosto 2009 08:56
Sì, tranquillo, non c'è nessun problema! [SM=g27811] [SM=g27811]
Saluti,
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00lunedì 3 agosto 2009 09:37
Appena il mio computer torna a casa, continuo la storia.

Saluti, [SM=x329166] [SM=x329166]
Boris vom Vogelheide
00lunedì 3 agosto 2009 11:20
Si è beccato un virus?
Saluti,
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ichbinlucasanni
00lunedì 3 agosto 2009 12:00
No, sinceramente non ho capito nemmeno io il motivo, però bisogna togliere tutto e reinstallare il sistema operativo.

Saluti, [SM=x329166] [SM=x329166]
Boris vom Vogelheide
00lunedì 3 agosto 2009 13:09
Brutto affare..
Saluti,
[SM=x329166] [SM=x329166]
ichbinlucasanni
00lunedì 3 agosto 2009 13:19
Già. Purtroppo...

Saluti, [SM=x329166] [SM=x329166]
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