POESIE E PENSIERI NATIVI AMERICANI

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Maka@
00martedì 7 febbraio 2006 12:45

CANTO DELL’ANIMA

Quando il mio tempo sara’ arrivato,
passero’ in silenzio il confine
una vecchia orsa segnata dalle cicatrici, che sul prato impassibile cammina,
dove cresce la speronella….
L’erba si piega tenera sotto i miei piedi e poi… di nuovo
Si solleva e nessuno stelo piegato fa pensare che qui sono passata..
Il vento, che le foglie degli alberi fa stormire, rende impercettibile il rumore
dei miei passi.
E ogni impronta insignificante cancella, di quelle da me lasciate sulla sabbia.
Chissa’, se il mio profilo si vede, mentre pensoso sul proprio cammino avanza,
O se scorge soltanto ombre, riflesse da roccia di granito o d’arenaria.
Traccia alcuna di me non resta, o di quello che per poco sono stata.
Forse solo il frammento di un osso, ormai duro.. (un amuleto di pietra donato alla terra)..
Oppure un canto, che a malapena si riesce ad ascoltare.
La mia voce forse puoi udire, quando un lupo col suo canto saluta il sorgere della luna. Allora ti sembrera’ che io chiami il tuo nome, tra il mormorio delle acque di un fiume.
Forse lo sai, che attraverso gli occhi del falco ti vedo, e la mia presenza si nota, pur se non puoi toccarmi.
Andato se n’e’ il mio corpo, per sempre, ma nel sole dell’aurora e nel volo dell’aquila il mio spirito danza.
Piu’ debole di un soffio di vento, teneramente ti accarezzero’ la guancia, e senza rumore delicatamente tocchero’ la terra…ed e’ proprio alla terra che tornero’ e a tutto quanto essa contiene.

Snow-


Maka

Maka@
00mercoledì 8 febbraio 2006 16:03
LA PIOGGIA-BAMBINO
(Navaho)

Nella Donna-Sorgente ancora una volta,
cade una goccia dell'Uomo-Acqua,
dà vita, all'incontro, alla Pioggia-Bambino.

da: "49 canti degli Indiani d'America" - Mondadori

MAKA

Rukkio de Ruchis
00mercoledì 8 febbraio 2006 20:04
Da ignorante chiedo una cosa: a seconda delle varie tribù, vi erano diverse religioni? Penso che tutte quante fossero e sono tuttora legate agli elementi naturali, ma vi sono differenze sostanziali?
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 10:10
Re:

Scritto da: Rukkio de Ruchis 08/02/2006 20.04
Da ignorante chiedo una cosa: a seconda delle varie tribù, vi erano diverse religioni? Penso che tutte quante fossero e sono tuttora legate agli elementi naturali, ma vi sono differenze sostanziali?



ciao..mi fa piacere questa domanda. le tribu' o "nazioni" come si chiamavano loro erano molte e diverse...Cheyenne, Sioux, Shoshoni, Apache ecc...La loro religione era improntata sugli elementi della natura- Credevano in Tatanka che era il supremo, il Dio di tutto..Tatanka, che comunque era visualizzato tramite il Bisonte Bianco, (e' un po' difficile scrivere in due parole la spiegazione..ma ci provo).Questo per i Lakota...
Credevano nel Sole, al quale dedicavano una particolare danza di sofferenza fisica, ma per avere poi in cambio del bene per gli altri.. Ogni volta che prelevavano un pezzetto di cibo dalla terra, dalla natura, ringraziavano cio' che prendevano, con una preghiera e chiedevano scusa di questo alla terra..
Tutte le religioni erano comunque legate agli elementi naturali.

Maka
Rukkio de Ruchis
00giovedì 9 febbraio 2006 12:01
Quindi indipendentemente dalle "nazioni" avevano lo stesso Dio (Tatanka) e lo stesso credo negli elementi naturali. Diciamo che i riti propiziatori invece variavano. E' giusto? Correggimi se sbaglio.
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 12:24
Re:

Scritto da: Rukkio de Ruchis 09/02/2006 12.01
Quindi indipendentemente dalle "nazioni" avevano lo stesso Dio (Tatanka) e lo stesso credo negli elementi naturali. Diciamo che i riti propiziatori invece variavano. E' giusto? Correggimi se sbaglio.



I nativi tipo Cheyenne, Lakota, come ti ho detto sopra, avevano lo stesso Dio, Tatanka, lo Spirito del Bisonte Bianco, ed i riti erano ( a parte alcune Danze) uguali.. ma i nativi tipo gli Zuni, gli Hopi, del Messico, avevano un altro tipo di religione..con altri riti...(tipo Danza del Serpente, danza del mais..) ma che alla fine comunque, convertiva in una cosa unica: la natura. Adoravano il Sole, la luna, la terra e gli animali...
Poi ti spieghero' piu' accuratamente..se ti fa piacere, con i particolari. Se vuoi inserisco una Danza del Sole dei lakota.. cosi' come inizio ti rendi conto di cio' che era..

Maka

[Modificato da Maka@ 09/02/2006 12.28]

vagaBIONDO reloaded
00giovedì 9 febbraio 2006 12:25
ma la danza della pioggia, è solo una leggenda oppure davvero la facevano davvero chessò, quando non pioveva per lungo tempo?
Rukkio de Ruchis
00giovedì 9 febbraio 2006 12:29
Inserisci inserisci, l'argomento è molto interessante.
Però non capisco una cosa: Tatanka è il Dio di quale tribù? Solo dei Lakota o anche dei Cheyenne?
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 12:29
Re:

Scritto da: vagaBIONDO reloaded 09/02/2006 12.25
ma la danza della pioggia, è solo una leggenda oppure davvero la facevano davvero chessò, quando non pioveva per lungo tempo?



La Danza della Pioggia veniva fatta, per propiziare la terra... cosi' la pioggia che cadeva fecondava la terra...per poter poi far crescere cibo.

maka
vagaBIONDO reloaded
00giovedì 9 febbraio 2006 12:31
Re: Re:

Scritto da: Maka@ 09/02/2006 12.29


La Danza della Pioggia veniva fatta, per propiziare la terra... cosi' la pioggia che cadeva fecondava la terra...per poter poi far crescere cibo.

maka



continua dai [SM=x53148]
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 12:31
Re:

Scritto da: Rukkio de Ruchis 09/02/2006 12.29
Inserisci inserisci, l'argomento è molto interessante.
Però non capisco una cosa: Tatanka è il Dio di quale tribù? Solo dei Lakota o anche dei Cheyenne?



Tatanka e' lo Spirito Bisonte... ed e' anche dei Cheyenne ma iCheyenne lo chiamavano in altro modo, proprio perche' avevano un altro dialetto.. Cheyenne e Sioux erano nazioni amiche...come del resto poche altre nazioni. Solitamente si combattevano fra di loro per cibo, cavalli...

maka
Rukkio de Ruchis
00giovedì 9 febbraio 2006 12:46
Capito.

Parlavi di alleanze, mi diresti quali nazioni erano alleate e quali in conflitto? E se non è una cosa troppo lunga, potresti elencare le diverse tribù (magari postare un link di qualche sito)?
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 12:53
Elencare tutte le tribu' e' un po' lungo, ma lo faro'. Le tribu' alleate erano poche... principalmente I Lakota erano diciamo in buoni rapporti con i Cheyenne..ma alla fine per non farsi distruggere completamente dall'uomo bianco, (cosa che comunque e' stata fatta) si sono alleati con Arapaho e Cheyenne.. Alcune tribu' si odiavano terribilmente... anche perche' pensa che comunque la maggiore attivita' che avevano prima dell'arrivo dell'uomo bianco era proprio la guerriglia.. Quindi si attaccavano a vicenda proprio per rubarsi le varie cose: cibo, donne, cavalli..

Maka
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 12:57
LA DANZA DEL SERPENTE
Ora inserisco La Danza del Serpente degli HOPI.



Gli Hopi vivono nell’Arizona Settentrionale, in villaggi di pietra costituiti da abitazioni con terrazze, in cima a tre “mesas” sospese tra il cielo e la terra.
Questo popolo si riferisce a sé stesso con la definizione “Hopitu Shinumu”, cioè “il piccolo popolo della pace”. Sono comunità di agricoltori e il loro alimento principale è il granturco.
I bambini hanno un ruolo importante nella vita degli Hopi fin dalla nascita. Le bambine, in particolare , hanno un posto speciale nella società poiché assicurano il perpetuarsi dell’etnia.
Il bambino appartiene alla tribù della madre ed i suoi legami più stretti, dalla nascita alla morte, li avrà con lei. Durante i primi 20 giorni dopo la nascita vengono poste, ai due lati della culla del neonato, due pannocchie di granturco chiamate “pannocchie della madre” considerate sacre. Una rappresenta la genitrice, l’altra il bimbo.
Le cerimonie sono il legame che mantiene unito il popolo e questo legame non può essere rimosso.
Uno dei loro riti più belli è La Danza del Serpente.


La Danza del Serpente é una preghiera rivolta ai cieli affinché piangano abbondantemente sulla terra arida e bruciata dal sole.
Supela, il Sacerdote del Serpente... nessuna cerimonia comincia senza di lui. Indossa un gonnellino di pelle marrone con il simbolo del serpente ed ha, legata intorno alla vita, una cintura di pelle di daino tagliata a lunghe frange. Le fasce alle gambe, portate al di sotto del ginocchio, sono in pelle di daino mentre quelle alle braccia sono fabbricate con corteccia di cedro.
I sacerdoti del Serpente iniziano la cerimonia con i riti di preparazione. Per quattro giorni lasciano il Kiva (luogo sacro adibito alla preghiera e alle cerimonie) e vanno in cerca di serpenti. Per catturarli portano con sé fruste speciali fatte con piume d’aquila e delle borse di pelle di bufalo nelle quali riporli.
Della loro dotazione fanno parte anche sacchi di granturco per fare offerte agli altari, lungo la strada. Raccolgono tutte le varietà di serpenti: serpenti toro, serpenti giarrettiera e serpenti a sonagli. Per i primi quattro serpenti trovati si fanno delle offerte di penne sacre.
Negli otto giorni precedenti la Danza del Serpente, nel Kiva si svolgono attività di preghiera, la fumata cerimoniale, la riparazione dei mocassini, dei gonnellini e di tutto ciò che serve durante la Danza. Inoltre vengono preparate le numerose fruste da serpente.
Viene anche innalzato un altare sul quale sarà disegnato un motivo sacro con della sabbia colorata.
Prima che sorga il sole dell’ottavo giorno si svolge una corsa che mette a dura prova resistenza fisica e velocità dei partecipanti. Il vincitore riceve un premio simbolico: un vaso d’acqua ed alcuni “pahos” (sono dei bastoncini fatti con penna per la preghiera), che collocherà vicino alle piantine di granturco per assicurarsi un buon raccolto durante l’anno.
Nel tardo pomeriggio tutti i sacerdoti lasciano il Kiva per il rito del bagno cerimoniale: si lavano la testa in una saponata schiumosa di radici di yucca (pianta che cresce nei terreni aridi) per pulire il corpo e purificare lo spirito in preparazione alla cerimonia del lavaggio dei rettili, che avverrà il giorno seguente.
Il nono giorno, prima dell’alba, i sacerdoti escono dal Kiva e si recano alla plaza dove danno vita ad una seconda corsa al serpente. Vengono posti dei pahos sia al punto di partenza che lungo il percorso. Viene ripetuto anche lo spargimento della farina sacra di granturco. Alcuni sacerdoti agitano le “raganelle”, specie di sonagli che fanno rumore e creano l’impressione di un rombo del tuono, mentre altri lanciano avanti e indietro delle aste di legno per simulare il lampo. In entrambi i casi i sacerdoti impersonano Sotukinangwu’u, il più importante dio dei cieli Hopi.
La stessa mattina si effettua la lavatura cerimoniale dei serpenti. Forse questa è la parte più
curiosa e unica della cerimonia. In questa occasione i rettili, uno alla volta, vengono immersi completamente in un grande recipiente contenente saponata di radici di yucca. Vengono poi adagiati sulla sabbia del pavimento del Kisi (capanna di rami di fronde di pioppo) e lasciati ad asciugare. Adagiati non e’ il termine giusto.. perché vengono letteralmente scagliati da una distanza di 4 metri. Giunti nel caos dei tanti loro compagni, per liberarsi l’uno dall’altro, iniziano a strisciare velocemente in ogni direzione.
Nel tardo pomeriggio, i sacerdoti dell’Antilope entrano nella plaza di cui fanno il giro quattro volte agitando i loro sonagli e muovendosi al suono delle raganelle. Hanno il corpo pitturato, con delle righe a zig-zag che rappresentano i lampi, sul petto ed anche su schiena e gambe. I gonnellini sono di cotone bianco, disegnati, ognuno con una fascia multicolore alla vita. Una riga bianca, dipinta sul labbro superiore, si allunga da un orecchio all’altro.
C’è anche una pietra, chiamata la Roccia del Serpente, o Grande Pietra dell’Altare, davanti alla quale si svolge la cerimonia. Il Capo Sacerdote dell’Antilope porta un cesto contenente farina sacra di granturco, che dissemina mentre fa il giro della plaza. Ogni danzatore ha nella mano sinistra un sonaglio e nell’altra una zucca piena di granturco sacro che verrà poi sparso nei vari altari della plaza.
Il Kisi, un capanno chiuso, costruito con lunghe canne e fronde di pioppo, contiene i serpenti. Di fronte al Kisi una rozza tavola copre una buca praticata nel terreno, il sipapu, che rappresenta l’entrata agli inferi, luogo dove abitano gli spiriti che i danzatori devono attirare.
Ad ogni giro i danzatori battono forte i piedi sul Sipapu.
A questo punto l’atmosfera si infiamma con l’arrivo dei Sacerdoti del Serpente. Percorrono la plaza con una vigorosa andatura a balzi. Indossano pellicce di volpe e gonnellini ricamati con disegni di serpenti, portano nella mano destra delle fruste da serpente e penne d’aquila. Danzano, imitando il contorcersi del rettile... e la fila ondeggia emettendo un canto lamentoso.
Hanno i corpi dipinti di nero, imbrattati di argilla bianca; le guance sono bianche. Fanno quattro volte il giro della plaza, poi si fermano di fronte ai danzatori dell’Antilope, che nel frattempo li hanno accompagnati ritmando il tempo con i loro sonagli.
Quando il canto finisce i Sacerdoti del Serpente formano delle coppie: un portatore ed un abbracciatore e si dirigono al Kisi.
Si volgono in basso, piegati a metà con il busto dentro, per riemergere subito dopo con i serpenti che penzolano dalla bocca dei portatori. Alcuni prendono in mano i serpenti prima di metterli in bocca. Poi “Portatore” ed “Abbracciatore” iniziano una danza intorno alla plaza ed il canto riprende. Intanto i “raccoglitori” si affrettano a radunare tutti i serpenti che tentano la fuga in ogni direzione. Per gli Hopi c’è un legame naturale tra i serpenti e la pioggia. Il simbolo del lampo è rappresentato con una linea a zig-zag, quindi molto simile al movimento del serpente in movimento. Da qui si sviluppò poi il concetto dei serpenti come messaggeri delle divinità.
L’Abbracciatore danza, avvinghiato con il braccio sinistro al collo del portatore e con le piume d’aquila compie un gesto di carezza verso il serpente.
Il Portatore del serpente danza ad occhi chiusi, mentre tiene in bocca un rettile... e dopo aver fatto due volte il giro della plaza, lo lascia cadere a terra e ne prende altri, lasciati cadere a terra da altri danzatori.
Talvolta i danzatori hanno nella bocca più di un serpente, in alcuni casi sono tanto numerosi che è difficoltoso contarli.
Ben presto nella Plaza appare un enorme tappeto in movimento composto dai rettili che si contorcono e tentano la fuga in ogni direzione. I Danzatori cercano nel Kisi fino all’ultimo serpente rimasto. Quando tutti i serpenti del Kisi sono stati dispersi, i danzatori seguono il primo Sacerdote alla base della Grande Pietra dell’Altare, dove i serpenti raccolti vengono gettati l’uno sull’altro a formare un grande mucchio brulicante.
Dopo un po’ gli uomini del Serpente afferrano rapidamente quanti più serpenti possibile e si lanciano a gran velocità giù per i sentieri della mesa portando queste manciate di rettili che si contorcono. I serpenti vengono lasciati in ogni direzione dei quattro punti cardinali, come messaggeri delle divinità .
Al termine della cerimonia i sacerdoti del Serpente, dopo essersi tolti i costumi e averli riportati nel Kiva, si lavano il corpo dalle pitture e poi bevono un emetico amaro che provoca il vomito necessario per purgare il sistema digestivo dalle secrezioni salivari stimolate dal tenere ripetutamente i serpenti in bocca. Inoltre, masticano una mistura di argilla e semi per ripulire la cavità orale.
Questo rituale di purificazione, libera i sacerdoti dall'incantesimo dei serpenti, così che possono nuovamente mescolarsi agli abitanti del villaggio per far ritorno alle loro case.

"I serpenti, naturalmente
cercano di scappare, ma sono spinti indietro dalle fruste.
Nonostante ciò, i serpenti fanno sforzi disperati per non scappare; tutti strisciano su e giù rapidamente.
Strisciano tra e sulle gambe nude degli uomini, si avvolgono sulle loro braccia, tanto che è spesso necessario prenderli in mano e rimetterli a terra.
I serpenti visti inutili i tentativi, alla fine, si raggomitolano tutti insieme, negli angoli"


"Noi non crediamo nella nostra religione, noi la danziamo."


MAKA



Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 13:03
Re:

Scritto da: Rukkio de Ruchis 09/02/2006 12.46
Capito.

Parlavi di alleanze, mi diresti quali nazioni erano alleate e quali in conflitto? E se non è una cosa troppo lunga, potresti elencare le diverse tribù (magari postare un link di qualche sito)?



Pero' vorrei fare fatta bene...e quindi te la postero' domani o lunedi'..

Maka
Icarius
00giovedì 9 febbraio 2006 13:06
Maka,la tua passione per gli indiani D'America riguarda solo quelli del nord,oppure ti affascinano anche le civilta' Precolombiane come gli Inca,i Maya e gli Aztechi?
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 13:22
Re:

Scritto da: Icarius 09/02/2006 13.06
Maka,la tua passione per gli indiani D'America riguarda solo quelli del nord,oppure ti affascinano anche le civilta' Precolombiane come gli Inca,i Maya e gli Aztechi?


ciao Icarius,
mi affascinano molto anche i Maya.. tempo fa avevo cominciato a scrivere, sul forum del West, un post sui maya.. poi per mancanza di tempo ho lasciato perdere.. Come si fa a non amare quelle civilta'.. Ma io sono affascinata da tutto cio' che e' del passato.

Maka
Icarius
00giovedì 9 febbraio 2006 13:37
Beh,spero vivamente che avrai un po' di tempo per parlarci anche dei Maya,che io amo molto come cultura.Egoisticamente spero che tu magari possa dare un po' meno del tuo tempo al Forum del West,e dedicarti piu' al nostro di forum,con i tuoi racconti...d'altronde sei tu che mi hai viziato con i tuoi scritti e i tuoi pensieri...
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 13:54
Re:

Scritto da: Icarius 09/02/2006 13.37
Beh,spero vivamente che avrai un po' di tempo per parlarci anche dei Maya,che io amo molto come cultura.Egoisticamente spero che tu magari possa dare un po' meno del tuo tempo al Forum del West,e dedicarti piu' al nostro di forum,con i tuoi racconti...d'altronde sei tu che mi hai viziato con i tuoi scritti e i tuoi pensieri...



Spero di avere il tempo per tutti e due i forum.. ma il forum del West e' quello che a me e' caro Icarius.. Ho cominciato li' le mie prime esperienze di scritti sui nativi.. (fai un salto per vedere di cosa tratta..se vuoi); ma anche questo comincia a diventarmi caro Icarius.. e sono felice di averti viziato con i miei scritti e pensieri..
Certo che avro' un po 'di tempo per i Maya, li amo molto anch'io.. Sto' cercando di leggere un libro, (in verita' e' un po' di tempo che l'ho), ma non ho mai trovato piu' di tanto spazio per poterlo fare, ed e' stupendo, almeno per la parte che ho gia' letto : parla della antiche civilta' dei Maya..dei loro riti ecc..

Maka

[Modificato da Maka@ 09/02/2006 13.56]

Bud-
00giovedì 9 febbraio 2006 14:48
grande topicoooo!!!
grazie Maka!
Non mi pare vero di leggere queste cose anche qui su Idc.
Voglio trovare una descrizione precisa della danza del sole, il rito di iniziazione degli uomini...dovrei avere da qualche parte quello di george catlin, se lo trovo lo inserisco.
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 15:05
Re:

Scritto da: Bud- 09/02/2006 14.48
grande topicoooo!!!
grazie Maka!
Non mi pare vero di leggere queste cose anche qui su Idc.
Voglio trovare una descrizione precisa della danza del sole, il rito di iniziazione degli uomini...dovrei avere da qualche parte quello di george catlin, se lo trovo lo inserisco.



ciao BUD!!!
sono felicissima che sia di gradimento!!! Dai Bud, cerca ed inserisci,cosi' io metto qualche altra danza.. Anche le foto, altrimenti te le mando io e tu le metti.
un bacione!!

Maka
Bud-
00giovedì 9 febbraio 2006 15:07
hai le foto della danza del sole?
Uh marò!
Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 15:11
Re:

Scritto da: Bud- 09/02/2006 15.07
hai le foto della danza del sole?
Uh marò!



Si' . Domani o Sabato se ho un attimo te le mando. Al massimo lunedi..Tu trova la descrizione della cerimonia..

Maka
Bud-
00giovedì 9 febbraio 2006 15:11
ecco la descrizione di wikipedia

La Danza del Sole (il cui nome orginale è Wiwanyag Wachipi, cioè Danza guardando il Sole) rappresenta l'apice del calendario spirituale e rituale di tutte le nazioni tribali del Nord America. È un rituale di purificazione collettiva della durata di quattro giorni che prevedeva il digiuno, l'autosacrificio e la donazione di sé. Mediante questo atto sacro si rende grazie dell'anno trascorso e si invocano le forze divine chiedendo protezione e prosperità per tutti gli esseri viventi. Alla base di questo rituale vi è il concetto di autosacrificio, della donazione che ogni danzatore fa del proprio corpo e del proprio sangue attraverso un digiuno di quattro giorni e, soprattutto, per mezzo della trafittura rituale: il danzatore si infila dei pezzetti di legno acuminati (un tempo artigli di aquila) sotto la pelle del petto, i quali erano legati a delle funi annodate all'albero sacro (di solito un pioppo) posto al centro dello spazio consacrato in cui si svolgeva il rito. Colui che balla si deve liberare tirando le funi e strappando le proprie carni; il dolore prodotto era molto forte e spesso i danzatori riuscivano a sopportarlo solo cadendo in una sorta di trance in cui potevano ricevere delle visioni. L'autosacrificio è uno splendido simbolo del loro concetto di amore, che altro non è se non donazione di sé agli altri. Questo rituale fece inorridire i missionari cristiani che per primi ebbero occasione di assistere alla danza: gli indiani furono costretti a praticarla in segreto dal 1890 al 1928 a causa della feroce repressione della spiritualità nativa da parte del governo americano. I nativi di oggi ne hanno fatto invece un formidabile mezzo di riappropriazione della propria cultura e della propria identità.

Maka@
00giovedì 9 febbraio 2006 15:13
Re:

Scritto da: Bud- 09/02/2006 15.11
ecco la descrizione di wikipedia

La Danza del Sole (il cui nome orginale è Wiwanyag Wachipi, cioè Danza guardando il Sole) rappresenta l'apice del calendario spirituale e rituale di tutte le nazioni tribali del Nord America. È un rituale di purificazione collettiva della durata di quattro giorni che prevedeva il digiuno, l'autosacrificio e la donazione di sé. Mediante questo atto sacro si rende grazie dell'anno trascorso e si invocano le forze divine chiedendo protezione e prosperità per tutti gli esseri viventi. Alla base di questo rituale vi è il concetto di autosacrificio, della donazione che ogni danzatore fa del proprio corpo e del proprio sangue attraverso un digiuno di quattro giorni e, soprattutto, per mezzo della trafittura rituale: il danzatore si infila dei pezzetti di legno acuminati (un tempo artigli di aquila) sotto la pelle del petto, i quali erano legati a delle funi annodate all'albero sacro (di solito un pioppo) posto al centro dello spazio consacrato in cui si svolgeva il rito. Colui che balla si deve liberare tirando le funi e strappando le proprie carni; il dolore prodotto era molto forte e spesso i danzatori riuscivano a sopportarlo solo cadendo in una sorta di trance in cui potevano ricevere delle visioni. L'autosacrificio è uno splendido simbolo del loro concetto di amore, che altro non è se non donazione di sé agli altri. Questo rituale fece inorridire i missionari cristiani che per primi ebbero occasione di assistere alla danza: gli indiani furono costretti a praticarla in segreto dal 1890 al 1928 a causa della feroce repressione della spiritualità nativa da parte del governo americano. I nativi di oggi ne hanno fatto invece un formidabile mezzo di riappropriazione della propria cultura e della propria identità.




Lunedi' o domani metto qualche foto ed inserisco qualche passaggio particolare della cerimonia.
grazie Bud.
Maka
Bud-
00giovedì 9 febbraio 2006 15:15
de nada. [SM=x53148]
Maka@
00venerdì 10 febbraio 2006 11:46
La Danza del Sole...
La Danza del Sole era una cerimonia che veniva praticata indifferentemente da piu’ nazioni Indiane del Nord; molte tribu’ avevano qualcosa in comune, compreso il modo di danzare, cantare e battere il tamburo, l’esperienza della visione, ecc..
La danza del Sole era la cerimonia religiosa piu’ spettacolare ma soprattutto la piu’ importante per gli Indiani delle Pianure dell’ America del Nord, d’abitudine tenuta da ogni tribu’ una volta all’anno, ed in occasione del solstizio d’estate.
Le tribu’ che praticavano la danza del Sole erano: gli Arapaho, Arikara, Assinibooine, Cheyenne, Sioux, gli Shoshoni, gli Omaha, i Poca, gli Ute, i Kiowa, i Blackfeet, i Cree, gli Ojibway...
Per molte tribu’ delle Pianure dove la cultura del bisonte sboccio’ durante il 18mo ed il 19mo secolo, la danza del Sole era la cerimonia religiosa principale .
Era il rito del rinnovamento della rinascita spirituale dei partecipanti e della loro famiglia. Il rituale implicava sacrificio e la supplica per assicurare l’armonia di tutti gli esseri viventi.
Metto una leggenda della grande Nazione dei Sioux, che riguarda l’inizio, la creazione di questo rito…


LA DONNA BUFFALO BIANCO
Sioux
tratto da: Miti e lEGGENDEdegli Indiani d'America, ed. Mondadori


Accadde un’estate, tanto tempo fa, cosi’ indietro nel tempo che nessuno sa’ dire quanto, che gli Oceti-Shakowin, i sette fuochi sacri del Consiglio della nazione lakota Oyate, si radunassero e si accampassero nel corso di un’estate.
Il sole brillo’ per tutto il tempo, ma non vi era cacciagione e la gente pativa la fame.
Ogni giorno inviavano degli esploratori alla ricerca di selvaggina, ma senza successo..
Tra quelle bande che si erano radunate vi erano degli Itazipco, i Senza Archi, che avevano posto il campo in circolo sotto le insegne del loro Capo Corno Vuoto Eretto. Un mattino, all’alba, il capo invio’ i due giovani a caccia di selvaggina. Essi si incamminarono a piedi, perche’ a quei tempi i Sioux non avevano ancora i cavalli; cercarono ovunque ma non trovarono niente. Vedendo una collina, decisero di risalirla allo scopo di osservare da lassu’ l’intera regione.
A meta’ pendio, si accorsero che qualcosa stava venendo verso di loro da lontano; una figura che invece di camminare, ondeggiava. E da cio’ compresero che quella persona era WAKAN, sacra.
Sulle prime scorsero soltanto un piccolo punto che si muoveva, e per accorgersi che aveva una forma umana dovettero quasi diventare strabici… ma come si avvicino’, videro che si trattava di una donna giovane e bella, piu’ bella di qualunque donna avessero mai visto, che aveva due punti rossi rotondi, dipinti sulle guance.
Indossava un meraviglioso completo bianco di pelle di daino, cosi’ ben conciato da farlo brillare in lontananza al sole. Era decorato con meravigliosi e sacri disegni di aculei di porcospino, e con colori cosi’ sgargianti che raramente le donne riescono ad ottenere.
Questa Wakan, straniera, era Ptesan-Wi, la Donna Buffalo Bianco. Nelle mani teneva un grande involto ed un ventaglio di foglie di salvia. I suoi capelli nerobluastri, poi, erano sciolti ad eccezione di una treccia che portava sul lato sinistro e che era fermata da una pelliccia di buffalo. I suoi occhi , dai quali emanava un grande potere, brillavano tenebrosi e scintillanti.
I due giovani la osservarono a bocca aperta. Uno era intimidito, ma l’ altro, desiderando il suo corpo, allungo’ le mani per toccarla. La donna era Lila-Wakan, (molto sacra), e non poteva essere trattata irriverentemente.
Illuminandosi all’istante, colpi’ il fragile giovane e lo brucio’, e di lui non rimase che un piccolo mucchietto di ossa annerite. All’altro ragazzo, che si era comportato bene, la Donna Buffalo Bianco disse: “Sto portando cose buone alla vostra Nazione, qualcosa di santo. Sono latrice di un messaggio per la vostra gente da parte della nazione dei Buffali. Ritorna all’accampamento e di alla gente di prepararsi per il mio arrivo. Di’ al tuo capo di alzare una tenda della magia di ventiquattro pali. Fate che sia santa per il mio arrivo”.
Il giovane cacciatore, ritorno’ all’accampamento eriferi’ al capo dell’incontro della Donna Sacra e cosa gli aveva ordinato di fare.
Il capo chiamo’ il banditore e gli ordino’ di andare in giro per l’accampamento informando tutta la gente che una Donna Sacra si stava avvicinando.
Dopo quattro giorni videro la Donna Buffalo Bianco che si avvicinava portando sul davanti il suo involto. Il suo meraviglioso vestito brillava in lontananza. Il Capo Corno Vuoto Eretto la invito’ ad entrare nella tenda della magia.
Ella entro’ e ne fece il giro’ nel senso del sole.. Il capo si rivolse rispettosamente a lei e disse: “Sorella, siamo contenti che tu sia venuta ad istruirci”. Ella comincio a parlare.
Nel centro della tenda dovevano porre un awanka wakan (un sacro altare), fatto di terra rossa, e preparare un teschio di buffalo ed un tripode per porvi sopra le cose che stava recando. Fecero secondo le sue istruzioni ed essa traccio’ con un dito un disegno sulla terra che era sparsa sull’altare. Mostro’ loro come fare tutto questo, quindi fece ancora il giro della tenda nel senso del sole. Fermatasi poi davanti al Capo, apri’ l’involucro che aveva portato . la cosa Sacra che conteneva era il Chanunpa (la sacra pipa).
La sollevo’ in alto di fronte a tutti e lascio’ che la osservassero . Con la mano destra impugno’ il cannello e con la sinistra il fornello; ed e’ cosi’ che da allora la pipa e’ tenuta.
Misero un po’ di wacanga (pianta profumata) in una sacca di pelle piena di acqua che poi le porsero; ed ancora oggi, quando si vuole purificare una persona, la si spruzza con dell’acqua nelal quale si e’ immersa dell’erba profumata od un’ala di aquila.
La Donna Buffalo Bianco mostro’ alla gente come usare la pipa. La riempi’ di Chan-shasha, il tabacco di corteccia di salice rosso e cammino’ intorno alla tenda per quattro volte, secondo l’usanza di Anpetu-Wi, il grande sole. Questo rito simbolizza il circolo senza fine, i sacro anello, la strada della vita.
Poi la donna mise un po’ di sterco secco di buffalo nel fuoco e con quello accese la pipa. Questo era il fuoco senza fine, la fiamma che doveva passare di generazione in generazione. …


Segue…


Maka

Rukkio de Ruchis
00venerdì 10 febbraio 2006 12:51
Immagino che la Danza del Sole fosse praticata solo dagli uomini. E le donne che tipo di pratica facevano?

Non oso pensare il dolore..
Maka@
00venerdì 10 febbraio 2006 13:12
Re:

Scritto da: Rukkio de Ruchis 10/02/2006 12.51
Immagino che la Danza del Sole fosse praticata solo dagli uomini. E le donne che tipo di pratica facevano?

Non oso pensare il dolore..




Solo dalgi uomini, le donne si occupavano di altri preparativi... calcola che le donne non erano incluse nella maggior parte delle cerimonie.. Una bellissima cerimonia della donna e' quella della maturazione, tra i Lakota ed e' una delle poche che ha ocme protagonista la donna.. quando il suo corpo da fanciulla passa ad adulta. Poi la mettero'.
Le donne nella danza del Sole, se ricordo bene, avevano il compito di staccare i rami dagli alberi per la costruzione del tepee.. ma controllero'.

Maka


maka
Maka@
00venerdì 10 febbraio 2006 13:37
LA DONNA BUFFALO BIANCO

....Disse loro che il fumo che si levava dal fornello era il respiro di Tunkashila, il respiro vivente del Grande Antenato Misterioso.
Poi insegno’ alla gente, le parole giuste, come cantare, i gesti appropriati ed anche come alzare la pipa verso il cielo.
Poi disse: “Guarda questo fornello; la sua pietra rappresenta il Buffalo, ma anche la carne ed il sangue dei pellerossa. Il Buffalo rappresenta l’universo e le quattro direzioni, perche’ sta su quattro zampe, in quanto furono quattro le eta’ della creazione. Quando il mondo fu creato, Wakan Tanka mise il buffalo ad ovest, a trattenere le acque. Ogni anno egli perde il pelo ed in ognuna di queste quattro eta’ egli perde una zampa. Il Sacro Cerchio finira’ quando il grande Buffalo avra’ perduto tutti i peli e le zampe, e le acque ritorneranno a coprire la terra.
Il gambo legnoso di questa chanunpa (pipa) sta a significare tutto cio’ che cresce sulla terra. Le dodici piume che pendono, provengono dall’aquila picchiettata, l’uccello molto sacro che e’ il messaggero del Grande Spirito ed il piu’ saggio di tutti gli esseri che volano.
La Sacra Pipa e’qualcosa che tiene uniti uomini e donne insieme in un circolo d’amore.
E’ l’oggetto sacro che richiede per esser e fatto la collaborazione di entrambi, uomini e donne. Gli uomini scavano il fornello e fanno lo stelo; le donne lo decorano con bande di aculei di porcospino decorati.
Quando un uomo prende moglie, nello stesso momento, entrambi tengono la pipa, ed una stoffa rossa, viene avvolta intorno alle loro mani , legandoli in tal modo insieme per tutta la vita.”
Insegno’ loro anche a cucinare il grano e la carne. Insegno’ anche come accendere il fuoco.
Poi disse: “La pipa e’ sacra, e’ sacra. E’ una rossa creatura che vi addita una rossa vita ed una rossa strada. E questa e’ la prima cerimonia in cui la userete. La userete per intrattenere le anime delle persone defunte, perche’ per mezzo di essa potete parlare a Wakan Tanka, il Grande Spirito. Il giorno in cui un essere umano muore e’ sempre un giorno sacro, cosi’ come lo e’ il giorno in cui l’anima si libra verso il grande Spirito. In quel giorno quattro donne diverranno sacre. Saranno quelle che taglieranno l’albero sacro (il can-wakan) per la Danza del Sole”.
Poi per l’ultima si giro’ verso Corno Vuoto Eretto e disse: “Ricorda: questa pipa e’ molto sacra.. Rispettala e ti condurra’ al termine della via. Le quattro eta’ della creazione sono in me; io sono la quarta eta’. Verro’ a vedervi in ogni ciclo di generazione. Ritornero’ a Voi”.
Quindi la Sacra donna prese il congedo dicendo: ci rivedremo ancora.
La gente la vide andarsene nella stessa direzione nella quale era venuta.
Come se ne fu andata, verso il sole, si ffero’, si rotolo’ per terra quattro volte. La prima volta si tramuto’ in un Buffalo nero, la seconda volta in uno marrone; la terza volta in uno rosso ed infine la quarta si tramuto’ in una bianca vitella di Buffalo. La Donna Buffalo Bianco scomparve all’orizzonte. Un giorno potrebbe tornare.
Appena scomparve, apparvero grandi buffali, che si lasciarono uccidere affinche’ la gente potesse sopravvivere. E da quel giorno, i nostri parenti Buffali, forniscono alal gente tutto cio’ di cui hanno bisogno: carne per cibo, pelli per abiti e per tende, ossa per fare utensili.

Raccontata da Cervo Zoppo a Winner, Riserva Indiana di Rosebud, Sud Dakota.

MAKA
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