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Con un 22-11 negli ultimi 7' L.A. raddrizza la partita con Minnesota. Perde San Antonio, bene Orlando, Boston e Portland.
L.A. Lakers-Minnesota 102-97 (2-2 nella serie)
Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, il motto adottato dagli attuali Lakers. Ma questa volta i campioni in carica se la sono vista davvero brutta. Sotto 2-1 nella serie i Lakers hanno subito la verve dei Wolves per almeno tre quarti di gara rimettendo in piedi la partita solo nella parte finale del match. Con un attivissimo Shaq, incontenibile sotto canestro, la truppa di Phil Jackson ha chiuso la partita con un parziale di 22-11 negli ultimi 7 minuti. Minnesota, invece, ha concluso con un clamoroso passaggio a vuoto in attacco, condito anche da alcuni errori decisivi dalla lunetta, un match giocato con intelligenza e carattere per quasi 40 minuti. "Davvero un'occasione sprecata - si lamenta Kevin Garnett, 28 punti e 18 rimbalzi - avevamo i Lakers alle corde e non siamo riusciti a sferrare il colpo del ko". Shaq, tanto per cambiare, ha fatto la differenza mettendo a referto 34 punti e 23 rimbalzi (10 dei quali offensivi) e caricando di falli i lunghi di Minnesota. "Ho visto un O'Neal particolarmente aggressivo - dice Flip Saunders, il coach dei Timberwolves - Shaq ha sicuramente giocato la sua miglior partita della serie". Kobe Bryant, invece, non ha tirato benissimo (7/25), segnando comunque 32 punti, 13 dei quali nell'ultimo quarto.
Phoenix-San Antonio 86-84 (2-2)
Con gente come Marbury, Marion e Hardaway in squadra sembra impossibile pensare che il match il winner di gara-4 contro gli Spurs possa risultare, per i Suns, Jake Voskuhl, un giocatore di grande quantità ma molto limitato in attacco. Invece l'ex centro di Uconn non solo ha riagguantato San Antonio con un gioco da tre punti a 1'51'' dalla sirena, ma si è perfino permesso il lusso di realizzare il canestro della vittoria di Phoenix. Voskuhl, infatti, ha sfruttato al meglio un assist di Hardaway mettendo dentro, con un gancio proprio in faccia a Tim Duncan, il canestro del definitivo 86-84 a 2.3'' dalla fine. "Sono contentissimo - commenta quasi incredulo il lungo di Phoenix - questo è senza dubbio il canestro più importante della mia carriera". Una grande prova di carattere per i Suns, capaci di recuperare un passivo di 12 punti nell'ultimo quarto. Per una volta la panchina di San Antonio, eccezion fatta per Malik Rose (10 punti, ma con 3/11 dal campo, e 14 rimbalzi), non è riuscita a dare un buon supporto ai titolari. Sotto tono anche l'ex bolognese Manu Ginobili che ha chiuso il match con 0 punti (0/6 dal campo) in 23 minuti di gioco.
Boston-Indiana 102-92 (3-1)
Questa volta a Paul Pierce è bastato un quarto per rigenerare l'attacco dei Celtics. Boston, infatti, dopo un mediocre primo tempo, è rientrata in campo nella ripresa molto più aggressiva, trascinata dall'entusiasmo di Pierce. Con la sua squadra sotto 48-36 il giocatore dei Celtics ha regalato un terzo quarto da ricordare ai tifosi del FleetCenter. Paul Pierce, infatti, ha realizzato qualcosa come 21 punti nella frazione portando praticamente da solo i Celtics da -12 a +11 nel giro di 12 minuti. L'ex stella di Kansas ha poi concluso l'opera con un buon quarto quarto, mettendo così a referto 37 punti (32 dei quali nella ripresa, un record nei playoff per la gloriosa franchigia), 10 rimbalzi e 7 assist. "Nel primo tempo ero troppo passivo - confessa Pierce - ma nella ripresa ho trovato il ritmo giusto." Isiah Thomas le ha provate tutte nel secondo tempo per contenere Pierce, ma né con l'aggressività di Ron Artest, uno dei migliori difensori della Lega, né con i frequenti raddoppi, il tecnico dei Pacers è riuscito a rallentare il leader dei Celtics.
Portland-Dallas 98-79 (1-3)Quell'indimenticabile gara-7 della finale della Western Conference del 2000 (contro i Lakers) ha dato inizio alla striscia negativa dei Blazers nella postseason. Dieci sconfitte consecutive e tante delusioni per i tifosi di Portland. Domenica però un ottimo Zach Randolph (25 punti e 15 rimbalzi) ha regalato a Maurice Cheeks la sua prima vittoria da allenatore nella postseason. "Aver finalmente conquistato un successo nei playoff - dice il coach di Portland - per me è importantissimo". E' bastato un passaggio a vuoto nel terzo quarto dei Mavericks, forse deconcentrati dal 3-0, un passivo dal quale nessuna squadra nella storia della Nba ha mai recuperato, per lanciare i Blazers alla vittoria. Sotto di tre punti a fine primo tempo, Portland ha messo al sicuro il risultato con un parziale di 21-0 che ha chiuso il match. Nell'ultimo quarto, infatti, con la gara saldamente in mano ai Blazers, Don Nelson ha deciso di far tirare il fiato ai titolari. "Non so bene che cosa sia successo nel terzo quarto - commenta il tecnico dei Mavericks - però sono molto deluso. Adesso dobbiamo chiudere il discorso in gara-5".
Orlando-Detroit 100-92 (3-1)La testa di serie numero uno della Eastern Conference è a un passo dalla clamorosa eliminazione. I Magic, infatti, grazie a un parziale di 18-0 nel terzo quarto, hanno centrato la terza vittoria della serie contro i Pistons. La miglior difesa della Nba ancora una volta non è riuscita a tenero sotto controllo l'attacco di Orlando che ha tirato con il 50% e ha trovato in un grande Darrell Armstrong (18 punti con 6/6 dal campo) e in Drew Gooden (20 punti e 13 rimbalzi) due giocatori in grado di togliere un po' di pressione dalle spalle di McGrady. T-Mac questa volta non ha dovuto fare gli straordinari, disputando comunque una prestazione di tutto rispetto (27 punti e 9 assist). "Non dobbiamo commettere l'errore di pensare di aver già conquistato il secondo turno - ammonisce Tracy McGrady - bisogna rimanere concentrati fino alla fine".
SEMPRE AGGIORNATO
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P.S.Forza Lakers,ammazzateli
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