PERCHE' FAZIO FIRMO' DOPO IL PARERE NEGATIVO DEGLI UFFICI TECNICI?

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INES TABUSSO
00martedì 11 ottobre 2005 18:04

CORRIERE DELLA SERA
11 ottobre 2005

Affondo dei pm sulla Lodi: Bankitalia sapeva dal 2001

ROMA - L’affondo dei magistrati arriva a metà dell’interrogatorio, quando Antonio Fazio ha già avuto modo di dire che il suo operato nell’operazione Antonveneta ha seguito meticolosamente le regole e la legge. Si torna indietro nel tempo, si arriva fino al 2001. E si parla dell’ispezione ordinata da Bankitalia sulla Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani. Il giudizio all’epoca fu gravemente negativo. Gli 007 di Palazzo Koch rilevarono «abnormi irregolarità» perché accertarono che la situazione patrimoniale dichiarata era ben diversa da quella reale. I pubblici ministeri vogliono sapere perché non se ne è tenuto conto a luglio, quando è stato concesso il via libera all’Opa su Antonveneta, nonostante dagli uffici tecnici fosse arrivato un nuovo parere negativo sulla regolarità dei conti Bpi. Il loro obiettivo appare chiaro: verificare se ci sia stata una «continuazione» del reato, se cioè l’ipotesi di abuso d’ufficio sia riferibile anche agli anni scorsi. Il Governatore ha un attimo di esitazione, poi afferma: «Gli ispettori Clemente e Castaldi non lo hanno ricordato nel loro parere». E per dare maggiore forza alle sue parole, sottolinea quanto ha scritto nella memoria difensiva che il suo avvocato Franco Coppi ha depositato in Procura sabato scorso. «Nessun richiamo - si legge nel documento - alla mia attenzione viene fatto circa i risultati delle precedenti ispezioni, avvenute nel 2001 o in anni successivi, e comunque essi sono evidentemente assorbiti nella valutazione positiva del 28 aprile firmata dagli stessi Clemente e Castaldi». La giustificazione non sembra soddisfare l’accusa, secondo la quale la valutazione positiva di cui parla è stata superata dal parere negativo all’Opa depositato l’8 luglio dagli stessi due funzionari. Tanto che per ovviare a quel «no» si è deciso di fare ricorso al parere di tre consulenti esterni. I magistrati insistono, ricordano come l’ispezione del 2001 avesse accertato che la Popolare di Lodi aveva effettuato un «aggiustamento» delle cifre inserite a bilancio per mascherare un coefficiente patrimoniale insufficiente. Contestano al Governatore quanto è stato raccontato da Nicola Stabile, il capo degli ispettori di Palazzo Koch che per oltre cinque ore ha ricostruito la situazione patrimoniale della Bpl proprio in relazione all’ispezione effettuata quattro anni fa.
Quale fosse l’incoerenza dei numeri lo ha rivelato qualche giorno fa il «Sole 24 ore»: nel 2001 la banca di Fiorani aveva un coefficiente dichiarato dell’8,09 per cento, cioè appena sopra il tetto minimo prescritto, ma quello reale era esattamente della metà, vale a dire il 4,1. L’errore fu ammesso in un documento depositato, ma nonostante questo non fu chiesto di ricostruire il patrimonio come sempre avvenuto in casi analoghi. La Bpl subì una sanzione pecuniaria e la pratica fu chiusa.
Conti truccati, dunque, proprio come è stato scoperto dalla Guardia di Finanza nel corso di questa ultima indagine sull’operazione Antonveneta. Gli accertamenti hanno dimostrato che per riuscire ad accaparrarsi le azioni, Fiorani e gli altri «concertisti» hanno utilizzato diciotto prestanome ai quali sono stati concessi finanziamenti con procedura urgente. Ma hanno soprattutto verificato che il lancio dell’Opa avrebbe comportato una grave perdita nei bilanci dell’Istituto di credito. Clemente e Castaldi lo avevano sostenuto con forza nella loro relazione.
E poi lo hanno ripetuto nei verbali di interrogatorio che ieri sono stati contestati al Governatore. «Se fosse stata autorizzata l’operazione - ha spiegato Clemente - c’era il rischio che si creasse un "buco" tra 1,5 e 2 miliardi di euro nei bilanci della Bpi». E Castaldi ha aggiunto che anche nel rastrellamento delle azioni erano state rilevate irregolarità: «Il fatto - ha dichiarato - ci sembrava particolarmente grave perché evidentemente non avevano funzionato i controlli interni». Nonostante questo Fazio ha firmato la delibera in favore della Bpi dell’amico Fiorani ancor prima che le istruttorie avviate dagli uffici tecnici di Bankitalia fossero terminate. E’ questo il perno attorno al quale continua a muoversi l’inchiesta della Procura di Roma. Un’indagine che non appare affatto arrivata alla fase conclusiva.

Fiorenza Sarzanini
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