credo che si debba disdinguere il significato che la Dea ha prima e dopo l'avvento del patriarcato, che in questo mito è rappresentato dalla violenza che Nemesi subisce da Zeus...
In ogni caso, è una fgura che ho sentito Sempre Molto Vicina, che mi ha dato conforto e forza...
vi riporto qualche cosina che ho trovato in rete:
Nemesi è, nella mitologia greca, una delle figure della Necessità. Così come le sue sorelle, anch’ella non ha un volto definito e fa parte del mondo primigenio, remoto, regno della potenza ancora astratta. Mentre Crono sognando "calcola le misure dell’universo", queste figure distribuiscono equamente ad ogni essere vivente la propria parte. Fra loro Nemesi, la Vendetta, è la più bella ed ha quale inseparabile amica Aidòs, il Pudore. Ciò che unisce le due amiche è l’offesa: Aidòs trattiene gli uomini dal compierla, Nemesi interviene come ineluttabile conseguenza, contro chi non ha prestato ascolto a Pudore.
Zeus, padre di tutti gli dei, aveva sempre guardato a donne mortali per le sue avventure galanti, mai a figure fatali quali quelle della Necessità. Ma accadde, e invano Nemesi cercò di sottrarsi all’incontro con il dio, a nulla valse percorrere tutte le terre e assumere innumerevoli forme perchè alla fine il dio riuscì, con un’astuzia, ad unirsi a lei. Da questa unione nacque l’unica figlia terrestre di Zeus: Elena. Nacque da ciò che gli uomini definiscono una contraddizione: dalla "possente necessità" di un dio di "sedurre" la Necessità, affinchè generasse la bellezza.
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Musiche della antichissima e antica Grecia
Mesomedes di Creta:
Inno a Nemesi.
Alata Nemesi dall’occhio azzurro,
dea, bilanciatrice di vita, figlia di Giustizia,
tu che domi con rude freno le vane superbie dei mortali,
e odiando la rovinosa furia dei bruti reprimi ogni negra invidia,
sotto la tua ruota vaga senza lasciar orme la sorte lieta degli uomini,
vaga e gira, e poi, tu incurante, d’un tratto te ne vai, piegata la cervice altera.
Sotto il tuo cubito sempre la vita ci misuri,
aggrotti le ciglia serpentine tenendo stretto alla mano il giogo.
Sii a noi propizia, bella giustiziera,
Nemesi alata, bilanciatrice di vita.
Nemesi io ti canto, dea incorruttibile,
vittoria dalle ali smisurate che infallibile piombi,
compagna di giustizia,
tu che la grande vigoria dei mortali sai sprofondare,
sdegnosa, nell’Erebo.
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da una presentazione che credo sia stata fatta ad un convegno di psicologi, cito:
Per sedurre Nemesi, Zeus chiese aiuto ad Afrodite che nelle sembianze di un’aquila avrebbe inseguito Zeus trasformato in un cigno. Nemesi vide un meraviglioso cigno inseguito da un’aquila. Il cigno spaventato si avvicinava a Nemesi che lo accolse tra le gambe. Nemesi si addormentò e finalmente Zeus “si unì a lei a causa della potente necessità ” (Cypria).
Il mito raffigura non la realtà ma il vissuto: mentre violenta, l’uomo raggiunge un eccitante sentimento di onnipotenza e la vittima è presa da un terrore paralizzante della vittima che diventa inaspettatamente incapace di reagire, come se fosse davanti a qualcosa di ancora peggiore di un uomo aggressivo: è davanti alla folgore devastante di Zeus.
Hubris = pretesa di essere come un dio, “l’arrogante violazione dei limiti posti dalle divinità o dalla società umana”
Narcisismo = grandiosità + mancanza di empatia
“Questo giovane – Narciso – era così inebriato d’amore per la sua bellezza, pieno di un “orgoglio così spietato”(Ovidio, Metamorfosi) che, in preda all’hubris, disdegna le avance delle ammiratrici, particolarmente della ninfa Eco. E invocata dalle disdegnate ninfe, Nemesi discende spinge Narciso a fissare la sua immagine riflessa in uno stagno, che lo induce a sfiorire e morire” (Ronfeldt, 1994 p20-21).
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Infine, ho trovato un frammento di Saffo, il numero 60, ma le interpretazioni sono dubbie...
...avendo ottenuto... che dunque tu voglia di tutte ... dai compimento al mio pensiero... invoco ... subito secondo l' animo ... tutto quello che tu vuoi... combattere con me... (Andromaca?) confidando in una voluttuosa... e tu infatti sai bene... (Nemesi) prevale su tutti
I come from the darkness and in the darkness rest.
My appearance is black, my spirit is white and red is my flow.
With a hand I wound and with the other cure, my lips enchant and my eyes bind.
I am not good and am not bad, am not hatred and am not love. I live from always,
I was born yesterday and I will die tomorrow,
showing my light to who has the courage to catch up me ...
Do not follow me, you would not find I ...
Guess me in of you, in that dark place of the soul where the conscience shines without beliefs ...
I will so show myself at your side patiently smiling to your tender fears ...
[Modificato da Ithilla 25/06/2007 21.07]