PAC: documento sul DPEF 2007

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Pertinax
00venerdì 21 luglio 2006 15:39


PARTITO D’AZIONE COMUNISTA


DOCUMENTO SUL DPEF 2007


Il Consiglio dei Ministri, presieduto da Romano Prodi, nella seduta di Venerdì 7 luglio 2006, ha approvato il Dpef 2007-2011 proposto dal ministro dell'Economia del Governo Prodi, Padoa Schioppa, che prevede, a partire dalla prossima legge finanziaria, una manovra di 35 miliardi di euro di cui ben 20 di tagli cosiddetti necessari per aggiustare i conti pubblici e 15 per investimenti con dentro i fondi da utilizzare per il taglio del cuneo fiscale. I tagli annunciati e previsti colpiranno come al solito i pensionati, i lavoratori, i precari, gli enti locali e le classi medie mentre da subito (a detta degli economisti borghesi di scuola non monetarista) per rivitalizzare l’economia in fase di forte ristagno, servirebbe ridistribuire il reddito colpendo gli speculatori e i veri ricchi a vantaggio dei ceti popolari e ciò non solo per ragioni di equità sociale o di etica, visto che le misure adottate incidono profondamente sui diritti e la vita delle persone. Questo governo, anche in materia di politica economica e sociale, così come sulla politica internazionale, sceglie di andare avanti nella stessa direzione tracciata da Berlusconi, da Fini e da Tremonti, e cioè tagliare la spesa sociale e non toccare i grandi patrimoni e la rendita.



Il documento di programmazione economica e finanziaria prevede non solo tagli alle spese sociali e al welfare ma si pone anche l’obiettivo di rivedere al ribasso i coefficienti per le future pensioni, e pur di evitare un possibile sciopero generale accoglie le richieste minimistiche avanzate da CGIL, CISL e UIL tra le quali ricordiamo l’anticipo del trattamento di fine rapporto tfr nei fondi pensionistici e la riconferma dell’istituto del “silenzio assenso” per il trasferimento dello stesso tfr ai fondi pensione. Accoglie altresì un’altra richiesta di CGIL, CISL e UIL di avere un’inflazione programmata non al 1,9% come previsto dal Ministro Padoa Schioppa, ma al 2%. Come visto quello presentato dal Ministro dell’economia e da Prodi è un documento di politica economica e finanziario di scuola puramente monetarista e rigorista che incide per l'80% su sanità, previdenza, enti locali, che non può che aggravare le condizioni di vita delle masse popolari.

Al contrario di ciò che sostengono i monetaristi o rigoristi, studi seri fatti da economisti keynesiani prevedono che si può drasticamente ridurre il debito pubblico tagliando parte dei 40 miliardi di euro l'anno di spese militari, si possono e si devono tagliare gli sprechi esistenti nel Servizio Sanitario Nazionale eliminando le convenzione, le consulenze esterne alle ASL e prevedendo che tutta la salute pubblica venga gestita negli ospedali o nelle strutture pubbliche, con ospedali che funzionano per ventiquattro ore e con il personale medico, paramedico e tecnico al quale deve essere proibito per legge l’esercizio della professione privata; si può vendere una parte consistente dei 61 miliardi delle riserve della Banca d'Italia e si può colpire duramente chi in questi anni ha guadagnato milioni di euro con speculazioni finanziarie ed immobiliari.

Le scelte delineate dal ministro dell’economia e dal governo Prodi, invece, sono una vecchia ricetta che ha creato disastri sociali e messo in crisi l'economia italiana e mondiale (vedi Reagan-Thacher e la scuola dei Chicago Boys ).



Le proposte contenute nel documento di programmazione economica e finanziaria sono una cura sbagliata e utile solo ai padroni che attraverso la riduzione del cuneo fiscale e previdenziale intascheranno una parte consistente dei tagli al sistema previdenziale, alla sanità, agli enti pubblici che a loro volta saranno costretti a ridurre ulteriormente i servizi offerti ai cittadini.



Che ci fanno Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani in un governo che rifinanzia la missione in Afghanistan, rinvia la data del ritiro dall’Iraq ed approva un documento di programmazione economica e finanziaria di chiaro stampo rigorista e monetarista, che prevede un aggravamento delle condizioni di vita di operai e di disoccupati? I comunisti hanno il dovere di organizzare il dissenso politico e sociale esistente nel paese contro Prodi e la Confindustria. Per l’autonomia e l’indipendenza di classe, per l’unità di tutta la sinistra di classe dentro il Partito D’Azione Comunista.
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