Il mio giorno più lungo.
A fronte di soli 3 anni di pratica di cicloturismo, ho alle spalle 25 anni di alpinismo. Uno dei sogni più ambiziosi dell'alpinista è la conquista di almeno una delle 14 vette al mondo che superano gli 8000m di altezza. Accantonata ormai per me la possibilità di una simile conquista, pensai lo scorso anno di studiare un percorso che equivalesse in dislivello alla quota dell'Everest (8848m). Mi venne subito in mente un percorso che tracciai su MapMyRide dove valutai alcune varianti per far tornare i conti con il dislivello. Alla fine lasciai il
percorso come è ora anche se con meno dislivello.
Da allora continuai a pensare alla possibilità di realizzare il sogno.
La MGC del 2010 doveva servire come prova del fuoco e magari, se realizzata al 100%, costituire una soddisfazione alternativa. Poi il 10 luglio del 2010 ebbi un incidente in bici e dovetti per quell'anno accantonare tutto.
Quest'anno le cose sono andate per il verso giusto ed ho avuto la possibilità di partecipare alla MGC, anche se poi, come già sapete, decisi di rinunciare al 5° versante.
Difficilmente un altro anno riuscirò a raggiure l'attuale preparazione atletica. Se voglio davvero conquistare l'"ottomila", mi resta una sola possibilità: affrontare il percorso studiato nel 2010 con una variante scorciatoia aggiunta all'ultimo momento per non "esagerare".
Dopo 10 giorni di soggiorno al passo Aprica finalmente arriva il giorno adatto:
martedi 30/08/2011
Alle 2:50 suona la sveglia: anche se poco, ho dormito inaspettatamente sereno e la levataccia non mi pesa.
Alle 3:30 attraverso il paese di Aprica deserto ed inizio la discesa fino ad Edolo. Solitamente su questa discesa cerco di pedalare per fare riscaldamento e raggiungo Edolo con una media superiore ai 40km/h. Oggi è buio: decido di andare piano e pedalare il meno possibile. Per fare riscaldamento ci sara tempo anche dopo Edolo.
Ad Edolo, come previsto, le gambe sono ancora fredde ed inizio la salita con molta cautela. E'la prima volta che affronto una salita con il buio: non vedo il ciclocomputer e neppure so con certezza su quale corona posteriore stia la catena. Non mi resta che lasciare le gambe a decidere l'andatura.
A Ponte di Legno, finalmente, inizia la parte più emozionante del giro: la salita al Gavia con il buio. Ivan (al forum
shimel) mi aveva già parlato dell'emozione che si prova a salire un valico alpino deserto durante la notte, ma per capire bisogna provare.
Completamente solo con me stesso sotto il cielo stellato incontro spesso gli occhi illuminati nel buio di alcuni camosci (o caprioli, difficile distinguerli solo dagli occhi) mentre durante tutta la salita mi superano soltanto 2 automobili. Con il senno del poi posso soltanto confermare che è un'esperienza indimenticabile: assolutamente da provare, meglio se soli.
Alle 6:35 arrivo al
Gavia in 1h e 36' da Ponte. Sono soltanto 10' in più del mio record personale: direi bene, se considero che non ho mai forzato e sono salito al buio per 3/4 del percorso.
Sebbene non ci sia vento, fa piuttosto freddo ed arrivo a Bormio, dopo 20km di discesa, mezzo congelato. Entro nel primo bar per una seconda colazione (cappuccino e briosche) e soprattuto per scaldarmi.
Sulla salita allo
Stelvio, fatta interamente con i manicotti alzati e le calze lunghe tirate fino al ginocchio, finalmente ritrovo la temperatura ideale.
Poco prima dello Stelvio raggiungo i primi 100km e cerco di non pensare al fatto che ne devo fare ancora più di 200. Al passo voglio fotografare l'Ortles seminascosto dalle nuvole ma la fotocamera mi tradisce: il freddo ha fatto scaricare le pile.
Il giro tracciato su MapmyRide prevedeva la discesa dallo Stelvio a Prato e la successiva risalita a Santa Maria da Glorenza. Preferisco accorciare leggermente il giro e scendo velocemente al passo
Umbrail dove entro in Svizzera. A circa metà discesa c'è un tratto di 2km sterrato: è così da molti anni e tuttora mi chiedo il motivo della sua mancata asfaltatura. Tanto più che il tratto seguente e fino quasi a S.Maria è stato riasfaltato recentemente.
Il successivo passo del
Fuorn l'avevo già valicato 3 anni fa in senso contrario. In questo senso presenta due gradoni intervallati da un lungo falsopiano. La discesa verso Zernez, invece, presenta una contropendenza molto significativa (5km e quasi 200m di dislivello) che affronto con tranquillità. Per il resto è una strada larga e diritta adatta ad una velocissima discesa.
Dopo Zernez 6km di falsopiano in discesa lungo l'Engadina fino a Susch. Proprio sul bivio per il passo
Flüela c'è una grande fontana con vicina panchina: luogo ideale per una lunga sosta.
Fin qui avevo già percorso in altre occasioni la strada. Ora inizia il tratto per me assolutamente nuovo, mai percorso neppure in automobile.
Il Flüela presenta una salita molto regolare su pendenze mai superiori al 10%. Mi sono riposato e le gambe girano ancora abbastanza bene. Posso godermi la salita ed il panorama senza pensare alla VAM (tanto non scende sotto gli 800m/h). Dopo quache km guardo, per caso, sul bordo della strada e vedo una moltitudine incredibile di fragole di bosco. Proseguo, ma continuo a vederne sempre di più. Alla fine cedo alla tentazione, mi fermo e ne faccio una scorpacciata da ricordare. Ma questi svizzeri non le raccolgono???
Dopo la prima parte a tornanti in mezzo al bosco la strada segue una lunga valle in mezzo ad alte montagne innevate dove mi ritrovo spesso con un forte vento contrario e piuttosto freddo. Incontro e supero molti cicloturisti con mtb o citybike stracariche di borse, ma nessun italiano!!
Finalmente arrivo al passo Flüela dove al riparo dal vento indosso tutto quanto a mia disposizione per affrontare 15km di discesa velocissima e contro vento fino a Davos. Dopo il lungo paese si continua ancora per molti km in leggera discesa fino oltre una lunghissima galleria illuminata (per fortuna ancora in discesa).
Dopo la galleria arriva la sorpresa. In realtà ne avevo già sentito parlare nel forum dove era stata definita "la più odiosa contropendenza delle Alpi". La definizione calza a pennello: 230m di dislivello in 3km di salita, assolutamente inattesi. Dopo più di un ora di discesa le gambe sono decisamente inchiodate, ma per fortuna un tiepido sole le riscalda velocemente. Alla fontana di Wiesen dove termina la salita faccio una breve sosta e comincio a fare un po' di conti sull'orario. Non voglio assolutamente fare la discesa dal passo Bernina con il buio, ma prima del Bernina c'è ancora l'
Albula (1400m di dislivello!!!) e sono quasi le 16.
Non perdo altro tempo e giù veloce fino ad Alvaneu Bad dove svolto per il passo dell'Albula. La strada inizia con un lungo falsopiano che percorre una valle verdissima ed all'inizio per quasi 2km bordeggia un campo di golf.
Dopo Filisur, però, la musica cambia drasticamente. Prima alcuni tornanti, poi un tratto in una gola con la strada letteramente incisa nella roccia verticale conducono sopra la piana di Bergün. Ormai, dopo, oltre 10 ore di pedalata ho capito che è inutile forzare perchè comunque le gambe oltre le 60-65 rpm non girano più: meglio godersi il panorama e non pensare alle gambe.
Finita la piana di Bergün si ricomincia a salire seriamente (e mancano ancora 1000m di dislivello!!). Arrivo al passo dell'Albula qualche minuto prima delle 18. C'è un bel sole e senza fermarmi tento di scendere senza coprirmi, ma dopo 2km sono costretto a fermarmi per indossare tutto: l'aria è sempre molto fredda.
Facendo rapidi conti dovrei riuscire a raggiunge il
Bernina prima delle 20 ed avere così a disposizione una mezzora di luce per scendere almeno fino a Poschiavo. Ma, come spesso capita, si fanno i conti senza l'oste... Arrivo a La Punt (Engadina) piuttosto ingessato per il freddo. Appena svolto per Samedan vengo investito da un gelido vento contrario, proprio in questo tratto di pianura dove avrei dovuto recuperare tempo e fiato. Fatico a tenere i 20km/h e per la prima volta nella giornata inizio a soffrire per la fatica e soprattutto psicologicamente al pensiero di dover ancora affrontare il freddo del passo Bernina e l'ultima salita al passo Aprica.
A Pontresina sono costretto a fermarmi a mangiare l'ultima barretta energetica. Chiamo mia moglie per farle sapere dove mi trovo. Lei si offre di venirmi a prendere a Tirano. La tentazione di accettare è forte, ma questa volta non deve succedere come alla MGC e rispondo: "No, ci devo riuscire. Sarò a casa prima delle 23".
Riparto un poco rinfrancato. Il vento qui è meno forte e la leggera salita dopo Pontresina mi fa tornare in temperatura. Affronto in volata lo strappo dopo Morteratsch e cerco di recuperare nel lungo falsopiano successivo ancora abbastanza ventoso ma non eccessivamente freddo. L'ultima difficoltà del Bernina da Pontresina è un rettilineo di 1,5km al 8% che dovo affrontare con un forte vento contrario. Sono stanco di prendere freddo e raccolgo le ultime forze rimaste per arrivare al passo il più presto possibile.
Alle 20:05 valico il passo Bernina. 30 secondi di sosta per vestirmi e giù in volata per raggiungere Poschiavo prima del buio. Poco prima di S.Carlo accendo tutte le luci e via fino a Tirano. Sono le 21:10 e non trovo bar aperti. Proseguo lungo la statale della Valtellina. Ormai sono ad 1km dalla deviazione per il passo Aprica ed ho paura ad affrontare i 13km di salita senza aver mangiato. Passo davanti ad una pizzeria dove mi ero fermato altre volte: anche se non è proprio indicata per l'alimentazione del ciclista vada per una pizza. Avrei potuto seguire la lezione di Nicko ed accompgnarla con una birra, ma questa volta faccio il prudente e mi accontento di una coca-cola.
La pizzeria è semivuota ed in meno di 10min la pizza arriva e va giù con estrema facilità. In soli 20min sono pronto a ripartire. Alle 9:45 inizio la salita al passo
Aprica. All'inizio sono un po' preoccupato per la digestione della pizza, ma poi vedo che le gambe girano ancora bene. Se di giorno questa salita è abbastanza fastidiosa per il traffico e spesso anche per il caldo a quest'ora non c'è proprio nessuno e la temperatura è ideale. Gli scorci panoramici sulla Valtellina illuminata sono, inoltre, molto suggestivi. Alle 22:40 raggiungo la spianata del passo Aprica dove, svoltando a dx per dirigermi verso casa (Giorgio (vedo23) sa che prima di arrivare c'è ancora uno strappo notevole), l'anello si chiude.
Ho affrontato 8 passi e due fastidiose contropendenze. In tutto il giro ho percorso al più di 20km di vera pianura ed altrettanti di falsopiano, per il resto soltanto salita o discesa.
Ma, finalmente, ho conquistato il mio primo (e forse ultimo) "OTTOMILA"
Gli 8 passi:
1) Passo Gavia (2621m)
2) Passo stelvio (2758m)
3) Passo Umbrail (2498m)
4) Passo Fuorn (2149m)
5) Passo Flüela (2383m)
6) Passo Albula (2316m)
7) Passo Bernina (2323m)
8) Passo Aprica (1176m)
Distanza totale: 328km
Dislivello totale: 8300m
Vel. media: 19,5km/h
Tempo in sella: 16h 50'
Tempo totale: 19h 10'