Otto; or, up with Dead People

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DarkRose86
00venerdì 1 ottobre 2010 01:31
Otto; or, up with Dead People

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No all'omofobia.
Il messaggio di Bruce LaBruce, regista indipendente canadese dichiaratamente gay e specializzato in pellicole in cui il tema principale è l'omosessualità, è forte e chiaro. E' forte e chiaro quanto l'impatto che questo film ha sullo spettatore in grado di apprezzarne le molteplici sfumature.
A prima vista sembrerebbe una storia che ha poco di originale a parte l'idea del giovane zombie gay alla ricerca di se stesso e di qualcosa che lo faccia sentire vivo, ma se analizzata nella sua interezza scopriamo che l'intero racconto è una toccante metafora, una vivace protesta, una piccola perla degna d'attenzione.
La non-vita del non-morto, le sue paure e le sofferenze - che non appartengono solo ai vivi - vengono messe a nudo senza troppi fronzoli, mostrando una realtà crudele, una quasi totale avversione verso il "diverso". Un diverso che, in questo caso, è anche omosessuale.
Il giovane Otto è perseguitato da vaghi ricordi e da chi lo sbeffeggia per strada, e non rammenta nulla della sua vita passata a parte un ragazzo, che successivamente scopriremo essere il suo ex boyfriend. Si rende conto di quanto sia dura, per uno come lui, vivere ( o meglio, non-vivere ) per strada, sotto gli occhi curiosi ed accusatori di migliaia di sconosciuti intolleranti, finché non trova un manifesto. Un semplice pezzo di carta che il ragazzo vede come un'ancora di salvezza, un annuncio per il casting di un film. Tale film, una sorta di documentario porno-horror-politico sugli zombie, è la fatica a cui la regista lesbica Medea Yarn sta lavorando da anni; la donna, convinta che Otto creda di essere morto ma che non lo sia realmente, vede in lui il protagonista ideale, la perfetta personificazione del vuoto, della malinconia, della morte dell'anima. Accetta dunque di farlo recitare nel suo film, e gli trova alloggio nell'appartamento di un altro dei suoi attori, Fritz Fritze, inizialmente riluttante.
La non-vita di Otto prosegue, fra crisi d'identità e il rigetto verso la carne umana, riprese e ricordi altalenanti, fino a che non si rende conto di possedere ancora il suo portafogli; all'interno vi sono delle foto che lo raffigurano assieme al ragazzo che gli sembra di rimembrare, e un foglietto con il suo numero di telefono. Lo chiama e fissa un appuntamento con lui... appuntamento che non andrà come il giovane zombie spera, nonostante tutto ancora aggrappato ad un fragile appiglio, guidato da una flebile luce.
Otto è il vuoto, è la depressione, è il disagio, è il disadattato per eccellenza, è colui che viene visto con disprezzo dai "normali".
Sullo sfondo il film di Medea, "Up with Dead People" ( tradotto: "Evviva i Morti" ), la storia di uno zombie il cui compagno di lunga data è stato eliminato per sempre dai vivi. Per vendicarsi, il non-morto formerà un esercito di zombie gay pronti a combattere contro la razza nemica.
Tralasciando qualche scena che ha messo a dura prova il mio stomaco ( e pensare che sono cresciuta con gli horror e gli splatter ), e precisando che la pellicola è adatta solo a chi non ha problemi col sangue e con le scene di sesso esplicito - omosessuale, in questo caso -, ho trovato questo film veramente toccante. Dietro lo zombie, dietro "il film nel film", c'è tanto da vedere, da commentare, da riflettere.
Penso che chiedersi cos'ha spinto il regista a girare un film che si potrebbe definire ribelle, perverso, anticonformista, sia pressoché inutile. Come ben sappiamo, al giorno d'oggi l'omofobia è una delle piaghe che affliggono questo mondo. Dovremmo pensare che siamo tutti uguali ma, dal momento che di fronte a tale affermazione gli intolleranti storcono il naso, LaBruce ha pensato bene di provocarli inscenando una cruenta vendetta nei confronti dei "normali", dei vivi e quindi di coloro che riescono a godersi la propria esistenza senza nascondersi.
E' una provocazione, senza dubbio, ma è anche una splendida ode all'amore; perché l'amore è amore, che sia fra due persone di sesso opposto o fra due dello stesso. Tale poesia si riscontra soprattutto nelle splendide scene che vedono protagoniste Medea e la sua "particolare" fidanzata Hella.
Vorrei scrivere qualcosa riguardo una delle ultime scene, ma voglio evitare spoiler. Ci sarebbe ancora molto da dire, potrei scrivere un romanzo su questo film, ma a questo punto chiudo la mia pseudo-recensione e invito, sempre chi non ha problemi a visionare pellicole di questo genere, a vederlo.
Penso sia impossibile non innamorarsi di Otto. <3

Chiedo venia, ma prima di andare a letto dovevo per forza scrivere questo mini-articolo. Questo film mi ha troppo colpita per lasciarlo in un angolino senza un minimo di considerazione.
Ringrazio chi ha deciso di leggere il mio poema.
_ /missy/ _
00sabato 27 novembre 2010 13:27
Avevo già sentito parlare di questo film e incuriosita ho visto il trailer su you tube. E be' sinceramente sono rimasta perpless, più che altro perché non ci ho capito nulla!
Non penso che lo vedrò perché l'horror e lo splatter non è (più) il mio genere! ^^
Comunque sono rimasta colpita dalle tue parole, sembra che ti ha davvero toccato e che ti abbia lasciato qualcosa.
Ed è proprio questo che un film dovrebbe fare! [SM=g27985]
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