Omicidio e infermità mentale

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imspeakingtoyou
00giovedì 9 maggio 2013 12:01
Allora... il mio personaggio soffre di un disordine riconducibile alla schizofrenia, è stato anche ricoverato temporaneamente in una specie di clinica/comunità per ragazzi con problemi. Inoltre, prova un amore decisamente ossessivo per un altro ragazzo, il quale però lo ha lasciato perché influenzato da voci di infedeltà sul suo conto. Con la complicità di altri amici, anche loro provenienti da situazioni alquanto disagiate, commette un omicidio (uccide la ragazza che li ha fatti lasciare spargendo tali pettegolezzi).

Volevo sapere... in quanto lui già aveva una pregressa diagnosi di un disturbo psicologico, quali sono le probabilità di ottenere l'infermità mentale? E soprattutto, quale pena gli si potrebbe infliggere e di quale durata?

(Se mi rispondete "Ma che pipponi mentali ti fai?" vi capisco perfettamente XD)
|-Laus-|
00giovedì 9 maggio 2013 12:32
Re:
imspeakingtoyou, 09/05/2013 12:01:

Allora... il mio personaggio soffre di un disordine riconducibile alla schizofrenia, è stato anche ricoverato temporaneamente in una specie di clinica/comunità per ragazzi con problemi. Inoltre, prova un amore decisamente ossessivo per un altro ragazzo, il quale però lo ha lasciato perché influenzato da voci di infedeltà sul suo conto. Con la complicità di altri amici, anche loro provenienti da situazioni alquanto disagiate, commette un omicidio (uccide la ragazza che li ha fatti lasciare spargendo tali pettegolezzi).

Volevo sapere... in quanto lui già aveva una pregressa diagnosi di un disturbo psicologico, quali sono le probabilità di ottenere l'infermità mentale? E soprattutto, quale pena gli si potrebbe infliggere e di quale durata?

(Se mi rispondete "Ma che pipponi mentali ti fai?" vi capisco perfettamente XD)



Io direi che, dato che ha progettato tutto, da quello che mi pare di capire, non possa essere tirata in ballo l'infermità mentale. Direi che rientra più nel campo dell'omicidio premeditato, e l'infermità mentale si applica male in casi del genere (almeno nei telefilm succede così XD ), dato che è meglio riconducibile a veri e propri raptus di follia.

Insomma, può essere una attenuante, dati i precedenti clinici. Ma non certo un motivo di assoluzione, proprio in virtù della premeditazione.


imspeakingtoyou
00giovedì 9 maggio 2013 15:33
Re: Re:
|-Laus-|, 09/05/2013 12:32:



Io direi che, dato che ha progettato tutto, da quello che mi pare di capire, non possa essere tirata in ballo l'infermità mentale. Direi che rientra più nel campo dell'omicidio premeditato, e l'infermità mentale si applica male in casi del genere (almeno nei telefilm succede così XD ), dato che è meglio riconducibile a veri e propri raptus di follia.

Insomma, può essere una attenuante, dati i precedenti clinici. Ma non certo un motivo di assoluzione, proprio in virtù della premeditazione.





Se invece si trattasse di disturbo bipolare della personalità? Dato che, se non sbaglio, i periodi di follia dati dal disturbo bipolare possono essere molto più lunghi e continui rispetto a dei semplici attimi... potrebbe, uno di questi periodi prolungati, durare a sufficienza per premeditare e compiere il fattaccio?
La piena assoluzione per il ragazzuolo sarebbe troppo irrealistica come dici tu, come attenuante invece ci sta. In virtù di questa cosa, immagino che dovrebbe essere internato nuovamente in clinica pischiatrica per (quanti?) anni, giusto?
|-Laus-|
00giovedì 9 maggio 2013 16:22
Re: Re: Re:
Non sono un medico, né uno psichiatra. Ma che io ricordi, il disturbo bipolare ha poco a che fare con l'infermità mentale. Quanto un'alternanza incontrollata tra stato depressivo e maniacale.

www.apc.it/disturbi-psicologici/disturbo-bipolare.html

In ogni caso, se c'è premeditazione, non c'è infermità mentale che tenga.
imspeakingtoyou
00giovedì 9 maggio 2013 16:31
Ok, allora stavo andando fuori strada. Grazie per aver linkato quella pagina, ho le idee un po' più chiare ora!
GinevraCorvino
00lunedì 20 maggio 2013 13:35
Se lo stato di schizzofrenia è conclamato, ovvero diagnosticato in maniera inequivocabile prima dell'omicidio, è sicuramente mandato in un' ospedale psichiatrico carcerario, che non è il carcere vero e proprio.

Sul disturbo bipolare la questione è diversa, è vero che sei clinicamente malato, ma conservi una "lucidità" tra bene e male, indi in questo caso dipende dallo stato emotivo dell'omicidio, se ci si trova nekllo stato maniacale, c'è la possibilità di non essere considerato responsabile delle proprie azioni, nello stadio depressivo, non c'è cristi, anche se la depressione è acuta sai ciò che fai.

Cose studiate all'università :P
GinevraCorvino
00lunedì 20 maggio 2013 13:42
Re: Re: Re: Re:
|-Laus-|, 09/05/2013 16:22:



In ogni caso, se c'è premeditazione, non c'è infermità mentale che tenga.



Nei casi di malattia mentale purtroppo non è così: un forte stato paranoide può portarti all'omicidio, ma non ne sei responsabile.
Nel caso della psicosi, il soggetto è biologicamente non in grado di provare empatia per il prossimo, il sadismo estremo è uno scombinamento neurolettico e se continuo finisco per elencarti tutto il DSM. Purtroppo non è così "semplice". Unica cosa che va ricordata è che il "raptus" non esiste! O uno ha una storia clinica o delle manifestazioni pregresse o non si può parlare di " malattia mentale".

imspeakingtoyou
00mercoledì 22 maggio 2013 21:16
Re:
GinevraCorvino, 20/05/2013 13:35:

Se lo stato di schizzofrenia è conclamato, ovvero diagnosticato in maniera inequivocabile prima dell'omicidio, è sicuramente mandato in un' ospedale psichiatrico carcerario, che non è il carcere vero e proprio.

Sul disturbo bipolare la questione è diversa, è vero che sei clinicamente malato, ma conservi una "lucidità" tra bene e male, indi in questo caso dipende dallo stato emotivo dell'omicidio, se ci si trova nekllo stato maniacale, c'è la possibilità di non essere considerato responsabile delle proprie azioni, nello stadio depressivo, non c'è cristi, anche se la depressione è acuta sai ciò che fai.

Cose studiate all'università :P



Sì, lo stato di schizofrenia è conclamato. Quindi allora può trattarsi di una sindrome paranoide prolungata, tale da far progettare un omicidio e metterlo in atto -naturalmente i complici verranno puniti senza attenuanti, in quanto loro hanno anch'essi un background abbastanza disastrato ma non a tal punto da sviluppare questo disordine mentale. Grazie per tutti i consigli.
GinevraCorvino
00domenica 2 giugno 2013 12:35
Re: Re:
imspeakingtoyou, 22/05/2013 21:16:



Sì, lo stato di schizofrenia è conclamato. Quindi allora può trattarsi di una sindrome paranoide prolungata, tale da far progettare un omicidio e metterlo in atto -naturalmente i complici verranno puniti senza attenuanti, in quanto loro hanno anch'essi un background abbastanza disastrato ma non a tal punto da sviluppare questo disordine mentale. Grazie per tutti i consigli.



figurati ^_^
Mi fa piacere, almeno la mia laurea serve a qualcosa :P
Gin


margheritanicolaevna
00lunedì 3 giugno 2013 20:03
Mi piacerebbe dare anche il mio contributo a questa discussione, perché ho letto una serie di affermazioni che non condivido: se la storia fosse ambientata in Italia, il protagonista sarebbe sicuramente tratto a giudizio per il reato di omicidio aggravato dalla premeditazione (per il quale la pena è l'ergastolo).
Molto probabilmente sarebbe sottoposto a una perizia psichiatrica (la sola diagnosi pregressa non servirebbe di per sé a evitargli il processo) per accertare la sua capacità di intendere e di volere.
Gli esiti potrebbero essere:
1) nonostante la diagnosi pregressa, la persona era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. In questo caso sarebbe processato (e verosimilmente condannato) secondo le forme ordinarie;
2) se il perito accertasse la sua totale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti (il cd. vizio totale di mente), l'articolo 85 c.p. imporrebbe il suo proscioglimento perché sarebbe un soggetto non imputabile. In questo caso eviterebbe la condanna, ma gli si applicherebbe certamente la misura di sicurezza dell'ospedale psichiatrico giudiziario (le misure di sicurezza, a differenza delle pene, possono avere durata illimitata);
3) il perito potrebbe concludere per una ridotta capacità di intendere e di volere, nel senso che il personaggio era al momento dei fatti in "tale stato di mente da scemare grandemente, senza escluderla, la capacità di intendere e di volere". in questa ipotesi (vizio parziale di mente), l'articolo 89 c.p. prevede che il processo si svolga in modo ordinario, ma la pena deve essere diminuita.
Personalmente, data la patologia indicata, questa mi sembrerebbe la soluzione più verosimile.
Infine, vi garantisco che la premeditazione (che è una circostanza aggravante) è considerata dalla giurisprudenza assolutamente prevalente come compatibile col vizio parziale di mente.
Spero di essere stata utile. In bocca al lupo per il racconto.
imspeakingtoyou
00mercoledì 5 giugno 2013 19:47
Re:
margheritanicolaevna, 03/06/2013 20:03:

Mi piacerebbe dare anche il mio contributo a questa discussione, perché ho letto una serie di affermazioni che non condivido: se la storia fosse ambientata in Italia, il protagonista sarebbe sicuramente tratto a giudizio per il reato di omicidio aggravato dalla premeditazione (per il quale la pena è l'ergastolo).
Molto probabilmente sarebbe sottoposto a una perizia psichiatrica (la sola diagnosi pregressa non servirebbe di per sé a evitargli il processo) per accertare la sua capacità di intendere e di volere.
Gli esiti potrebbero essere:
1) nonostante la diagnosi pregressa, la persona era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. In questo caso sarebbe processato (e verosimilmente condannato) secondo le forme ordinarie;
2) se il perito accertasse la sua totale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti (il cd. vizio totale di mente), l'articolo 85 c.p. imporrebbe il suo proscioglimento perché sarebbe un soggetto non imputabile. In questo caso eviterebbe la condanna, ma gli si applicherebbe certamente la misura di sicurezza dell'ospedale psichiatrico giudiziario (le misure di sicurezza, a differenza delle pene, possono avere durata illimitata);
3) il perito potrebbe concludere per una ridotta capacità di intendere e di volere, nel senso che il personaggio era al momento dei fatti in "tale stato di mente da scemare grandemente, senza escluderla, la capacità di intendere e di volere". in questa ipotesi (vizio parziale di mente), l'articolo 89 c.p. prevede che il processo si svolga in modo ordinario, ma la pena deve essere diminuita.
Personalmente, data la patologia indicata, questa mi sembrerebbe la soluzione più verosimile.
Infine, vi garantisco che la premeditazione (che è una circostanza aggravante) è considerata dalla giurisprudenza assolutamente prevalente come compatibile col vizio parziale di mente.
Spero di essere stata utile. In bocca al lupo per il racconto.



Capisco. Ho anche trovato qualcosa riguardante la giurisdizione finlandese e ho notato che è molto simile in tal caso, grazie mille, sei stata davvero illuminante! Crepi il lupo, avevo deciso di abbandonarla dalla disperazione ma mi sa che la continuo!
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