(porfirio)
00lunedì 19 marzo 2007 19:44
l'ha detta maurizio blondet in questo articolo
su una sola cosa non sono d'accordo: anche maroni è un porco come tutti gli altri nessuno escluso
Ecco l'articolo di Blondet:
Non volevo scrivere una sola riga su Velinopoli.
Bastava guardare le prime foto dei ricattatori, quel Lele Mora in vestaglioni da grande c… spaparanzato sui cuscinoni della sua villona in Costa Smeralda; bastava prender visione della faccia e della brillantina di quel Corona, probabilmente l'amante od ex amante del suddetto Mora, per intuire tutto il resto che sarebbe venuto fuori.
Come molti miei lettori mi rimproverano, non sono «corretto» coi cosiddetti «gay», li chiamo «finocchi».
Spero che ora comincino a vedere una piccola luce: ossia come la condizione clinica omosessuale falsifichi alla radice i rapporti umani.
Il finocchio, gli uomini, li «usa», per lui sono solo mezzi; l'amicizia non esiste per loro, solo il rapporto strumentale; e l'intrigo e l'occulta menzogna sono il sale della sua vita. (1)
So quel che dico per esperienza, avendo avuto un paio di direttori di giornali di questo genere… ma transeat.
Tuttavia, è impossibile non occuparsi di Velinopoli.
I «grandi» giornali ne sono pieni.
Sia Mentana sia Vespa, in orgasmo voluttuoso, hanno dedicato al caso le loro serate: finalmente un tema alla loro altezza!
Una cosa di cui sono competenti!
Qualcosa di cui si può parlare senza perdere audience!
Per di più, il caso si presta al mix di invitati ideale per una serata da Vespa o Mentana: politici invitati nel salotto insieme a veline in vendita, un'intervista a «Patrizia» (il vecchio travestito di Lapo), ospiti del sottomondo dei rotocalchi di «gossip», come dicono loro, contiguo alla prostituzione.
Nel mix, mancava solo il cardinale emerito a fare il fantoccio di pezza a cui le tettone mercenarie e i loschi figuri del «mondo politico» o dei cosiddetti «vip» possano tirare le loro palle da luna park, ridicolizzando il «moralismo superato» di «voi cattolici»… stavolta, l'emerito non s'è prestato.
O non l'hanno voluto.
Quando entrano le belve e i domatori, i pagliacci escano dalla pista.
Se scrivo di questa cosa degradante, è per rivolta contro la virtuosa indignazione dei Vespa, dei Mentana: e di Gad Lerner, che ha sputato sul direttore de Il Giornale colpevole di aver parlato degli altarini (non provati, s'intende) del portavoce di Prodi e cattolico adulto.
Lerner difende il governo con ogni mezzo.
L'indignazione di costoro non è non sui fatti in sé; sotto accusa è che tali fatti privatissimi vengano sparati su Eva Express, e che i Corona «ricattino» mascalzoni offrendo loro in vendita, prima che a Novella Tremila, le foto compromettenti.
Oh no, questo no!
Basta leggere, per capire il tono generale, l'untuosa indignazione d'ufficio di P.G. Battista, uno dei direttori del Corriere della Sera, e quello che passa per il più colto e intellettuale:
«In Italia la privacy (quella vera, che dovrebbe delimitare una sfera personale protetta dalle incursioni dell'occhio pubblico) viene sbriciolata. Accade sempre più di frequente che un'inchiesta giudiziaria si trasformi nella sceneggiatura di una mediocre commedia all'italiana che di volta in volta mette in scena i vizi nazionali attraverso protagonisti scelti dal magazzino mediatico e dati in pasto all'opinione pubblica. Le categorie giuridiche dell'innocenza e della colpevolezza sbiadiscono fino a svanire. Al posto delle (eventuali) sentenze di condanna, il discredito pubblico. Invece del reato, il peccato. Non più il rito solenne del processo, ma il chiacchiericcio, il moraleggiare sullo stile di vita dei personaggi 'noti'. Specialmente, inutile nasconderselo ipocritamente, se i soliti noti appartengono alla politica».
Ecco qui: va difesa la privacy.
Le personali preferenze «privatissime» dei nostri politici e Lapi e vari VIP vanno sottratte all'occhio avido della plebe.
E inoltre, la levata di scudi corale e trasversale, di centro-destra o centro-sinistra, ai più «alti» livelli. E' un ritorno alla barbarie, strilla Silvio, che ha pagato 20 mila euro per togliere di mezzo le foto di sua figlia.
«Attacco indegno, vogliono colpire me», urla Prodi perché il suo portavoce Sircana è stato fotografato a fare la vasca nel viale dei trans.
E tutti d'accordo, i politici: scandalo, indignazione, solidarietà scambiate…
Questo scambio di solidarietà rivela una cosa ovvia, un'immensa, generale coda di paglia.
«Oddio, può succedere anche a me», trema il soi-disant «uomo politico», e già studia «provvedimenti legislativi» per tutelare la privacy sua e dei suoi amiconi e amichetti.
Via, via, sono fatti «privatissimi», non si devono rivelare.
Allora diciamo una cosa a questi politici: i soldi con cui soddisfano i loro gusti privatissimi, trans, omo ed etero, sono soldi nostri.
Di noi contribuenti.
Siamo noi quelli a cui Visco toglie il pane di bocca, quelli a cui Prodi taglia le pensioni: e tutto per pagare a loro quei 30 o 40 milioni di lire mensili, e alle loro mogli e amichette i miliardi per farle apparire in TV, visto che sono state gentili con i «politici».
Siccome sono soldi nostri, abbiamo il pieno diritto di chiederne conto.
Ciò che ci indigna e non moralisticamente, è la costante «contiguità» fra i sedicenti politici e le troiette aspiranti veline.
Il fatto che tanta parte della loro vita trascorra nelle discoteche o nelle festone del f… one Lele Mora, dense di bellone in offerta speciale e di trucidi belloni aspiranti ragazzi-di-vita, tutti brillantina e culturismo.
Il problema è il fatto che il mondo di tanti politici sia così intimamente commisto a quello dello spettacolo di serie C, televisivo, basso, vicino alla prostituzione di lusso.
Che ci stanno a fare, i politici, alle feste di Lele Mora?
Perché danno del tu alla Ventura?
Perché sono culo e camicia con i calciatori e i bellimbusti scioperati?
Non è per questo che gli diamo i 40 milioni al mese, sottratti a forza dai nostri sudati guadagni.
La sera, perché non si leggono qualche dossier?
Ce ne sono molti in attesa: la disoccupazione giovanile.
I sei milioni di poveri, che sono in aumento.
Gli abbandoni scolastici, e la crescente difficoltà delle aziende di trovare giovani tecnicamente preparati per le professioni più alte e sofisticate.
Il crollo dell'educazione e della scuola.
Il precariato in aumento, l'impoverimento generale e l'esazione fiscale insopportabile. L'Afghanistan.
E non sarebbe male che si studiasse un progetto per il Paese, per trarlo fuori dalla sua «perdita di competitività», dalla sua crescente ignoranza indotta dalla TV di Stato, dalla sua demoralizzazione di massa.
Invece no.
Vanno in discoteca, alle losche feste gay, e poi tremano per quello che hanno fatto appena fuori o dentro.
Per la troietta che hanno palpato, per la pisciata alla coca (non la bevanda) che hanno sprizzato sulle lussuose auto al parcheggio, per il transessuale con cui si sono, nella lingua dei Carabinieri, «appartati».
Perché questo è il loro mondo.
Del resto, la sedicente sinistra ha eletto massicciamente un travestito al Parlamento.
Ed ora pretendono pure la protezione legale della loro «privacy» da debosciati.
Ciò che non vogliono, in realtà, è che i contribuenti giungano alla conclusione inevitabile: che quei 40 milioni mensili, ottenuti senza merito, né sforzo né lavoro, sono in sé corruttori.
Corruttori come i tre miliardi di denaro pubblico pagati al moralista Vespa, o alla Hunziker o a Pippo Baudo.
E che, quindi, per avere politici almeno un po' serii, occorre togliergli quei soldi eccessivi e non guadagnati.
L'unico che ho apprezzato è Roberto Maroni.
Calmo, tranquillo: «Mi facciano pure delle foto, non ho fatto nulla di male».
Evidentemente, anche frugando nella memoria, non ricorda un suo outing da night.
Non ha il riflesso dell'alcolizzato o del drogato all'ultimo stadio, che al mattino non ricorda cosa ha fatto la notte prima.
Sarà un mediocre, ma è sobrio e «compos sui».
Infatti è stato un buon ministro.
Basta poco, in fondo.
Almeno questo si chiede. (2)
Le nostre domande comportano dei corollari.
Simona Ventura che ha lavori miliardari in TV, da chi li ha ottenuti?
Qual è il politico che si è occupato della sua carriera?
E perché Lele Mora ha una villona da miliardi in Costa Smeralda?
Quanto paga di tasse?
Abbiamo altre domande.
Un senatore a vita di oltre 80 anni consuma la coca.
Di più: ha mandato a comprare la sua dose gli agenti della sua scorta (pagata da noi), che per coincidenza sono Fiamme Gialle: per dovere d'ufficio, dovevano comportarsi col «padre della patria» come si comportano con qualunque cittadino nelle stesse circostanze: fermarlo, altro che andargli a comprare la bustina.
Dunque c'è una legge che si applica a noi comuni mortali, e una per i «padri della patria», molto più benevola.
Più precisamente: per loro, c'è l'impunità.
E questo non è la cosa peggiore.
La peggiore è che il presidente della repubblica, all''epoca Ciampi (da noi pagato con circa 3 miliardi di lire annui, come la sua collega Hunziker) non ha usato la sua celebre «moral suasion» per convincere il senatore Colombo a dimettersi volontariamente dal Senato, per palese indegnità morale.
No, è stato comprensivo.
Colombo ha potuto persino inalberarsi perché è stata violata la sua «privacy».
A questo punto diventa obbligatorio chiedersi se Ciampi faccia parte dello stesso mondo, visto che sulla sua coscienza un callo spessissimo lo protegge da ogni normale indignazione.
Lele Mora «spaparanzato» con due muscolosi valletti ai suoi piedi....
O è semplicemente l'abitudine alla impunità di questa oligarchia che, non essendo stata votata, sa di non dover rispondere alla società, ma ai centri di potere a cui deve l'elevazione nell'empireo dove, senza merito né sforzo, si percepiscono 3 miliardi annui?
Conscia che i finanzieri che piombano sui negozi degli artigiani e fanno le bucce ai tassisti, a loro, non li disturberanno mai?
Come vedete, non è Velinopoli: è il problema morale centrale dell'Italia.
La nostra malattia mortale.
Perciò va rigettata la falsa virtuosa indignazione dei Mentana e dei Vespa: anche loro, per reddito, sono dello stesso giro.
Non hanno diritto all'indignazione, è pro domo loro.
E' il messaggio e l'esempio che danno, da mascalzoni arroganti.