Nuove idee o semplice riedizione?

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ostro
00domenica 9 ottobre 2005 16:23
Calo tifosi, non solo colpa degli stadi
Giovedì 06.10.05 17:21



”Non basta cambiare gli impianti. Va cambiato il modo di fare calcio”


di Mario Sconcerti

Si discute molto e a tutti i livelli (politici dirigenze calcistiche, tifosi illustri e comuni) sul perché in serie A si va molto meno allo stadio. Adriano Galliani dà la colpa più grande all’inadeguatezza degli stadi e non si può dargli torto. I nostri stadi fanno di tutto per offrire ostacoli, non servizi. Bisogna solo andarci, spesso stare in piedi, pagare molto caro il biglietto, portarsi da mangiare qualcosa da casa e per bere una bottiglietta di minerale rigorosamente di plastica. Lo stadio non dà niente. E’ inutilmente punitivo.

A Gelsenkirchen, Germania normale, cioè non una capitale opulenta e turistica, la scorsa settimana prima e durante la partita dello Schalke con il Milan, allo stadio sono stati venduti trentamila litri di birra, circa mezzo litro per ogni spettatore. Da noi non potrebbe succedere mai. Si accuserebbe la birra di fomentare violenza. Vale solo la pena sottolineare che 30 mila litri di birra fanno circa 45 mila euro d’incasso, quasi quattro volte l’incasso di Piacenza-Atalanta giocata mercoledì in serie B. E che mezzo litro di birra è almeno un quarto di quello che spesso i ragazzi bevono al sabato senza sfasciare le città. Allo stadio si va in ore per le quali si deve saltare pranzo o cena a casa nostra. Si sta molto in coda, non si trovano parcheggi, si torna in coda all’uscita. Per trovare un biglietto d’ingresso, come dice il presidente dell’Atalanta, serve ormai un avvocato. Si viene veramente e seriamente schedati al momento di ogni acquisto. Se piove, in quasi tutti gli stadi si prendono due ore e mezzo di pioggia. Se fa freddo, dovunque si prende freddo. E si è sempre sottoposti alla violenza altrui.

Perché dunque andare allo stadio? Perché non vedersi la partita in televisione? Sta venendo in sostanza al pettine la diversità italiana di fare e guardare il calcio. Noi siamo convinti di essere come gli altri, ma non è vero. Pensiamo che le cose che succedono nei nostri stadi, accadano anche negli stadi degli altri paesi, ma non è così. A partire dal campo. Dal gioco. In Italia le partite durano mediamente dieci minuti in meno perché si fischiano circa il 30 per cento di falli in più. In nessuna parte del mondo le curve sono occupate militarmente da gruppi precisi di tifosi che gestiscono a modo loro quello spazio e il vantaggio di averlo. Organizzano marchi, negozi, merchandising di se stessi, hanno radio, cercano in ogni modo di condizionare la società. Altrimenti contestano il presidente e fanno multare ogni domenica la società lanciando oggetti in campo. In nessun altra parte d’Europa gli stadi vengono quasi settimanalmente danneggiati, le poltroncine delle curve incendiate. Da nessun altra parte lo stadio è un momento di guerra. In Inghilterra i posti negli stadi sono prevenduti al 98 per cento, tutti mangiano e bevono, raramente succede qualcosa. In Germania anche. In Spagna, Olanda, Francia e Belgio anche.

Noi siamo orgogliosi delle nostre differenze. Abbiamo anzi teorizzato che la nostra squadra non si discute mai, si ama e basta. Non capendo che senza discussione non c’è progresso. La fede da sola può portare in paradiso, ma in una società per azioni conta la sostanza, quindi la certezza, cioè la discussione. Lo stadio insomma, alla fin fine è un falso problema. Certo, uno stadio nuovo, più adatto ai tempi e ai ritmi, è meglio di uno stadio vecchio. Favorisce nuove attività, da maggiori garanzie. Ma il vero problema è la scomodità del calcio, di tutto il calcio, non del solo stadio. Abbiamo fatto del calcio un circuito medioevale, con pochissimi padroni, qualche vassallo, molti valvassori, una miriade di valvassini incantati che poi siamo noi, sul fondo sempre umido del bicchiere. Per cambiare il calcio non basta cambiare lo stadio. Temo vada cambiato il modo di fare calcio.

Preso da affari italiani.it
kika82
00domenica 9 ottobre 2005 20:00
è uno sfogo...
Concordo in tutto…anche io ho smesso di andare allo stadio perché non mi divertivo più. O meglio, diciamo che allo stadio a vedere il calcio ci vado ancora ma ho cambiato mondo e dico proprio MONDO. Sono tornata a vedere il vero calcio.
Volete un consiglio per passare una bella domenica…andate a vedere una bella partita di calcio…ma di calcio femminile…anzi se ci andate fate pure un opera di beneficenza [SM=g27760] perché aiutereste questo mondo a crescere perché fa veramente tanta fatica ad esistere[SM=x165044] . Certo gli stadi (se si possono chiamare così…figuratevi quello dove giocavo io sembrava quello di holly e benji[SM=g27760] …una collinetta dove un portiere non vedeva l’altro e le tribune erano i bagagliai aperti delle macchine oppure, i più fortunati, si sedevano sul muretto) insomma sono peggio di quelli di cui descritto sopra ma il clima che si respira è quello dell’avventura e del divertimento. Certo il livello di prestazione dei calciatori sul campo non è quello della serie A, anche se magari quella che si vede è serie A, ma d'altronde non si può pretendere un uguale spettacolo da ragazze che lavorano in ufficio o in fabbrica 8 ore al giorno e poi si allenano 3 o 4 ore la sera fino a mezzanotte. Però una cosa è certa e si vede, giocano con passione, si divertono, eccome se si divertono. Entrano in campo come ringhio Gattuso[SM=x165035] se non peggio. E sugli spalti, qualche volta, capita anche in questo mondo, c’è lo scontro di tifoserie o meglio gli scontri verbali tra un papà e un altro papà. Solo una volta sono arrivati alle mani quando la figlia di uno ha spaccato il ginocchio alla figlia dell’altro. Succede purtroppo[SM=x165048] .
Poi, alla fin fine, non costa tanto quindi ci si può portare tutta la famiglia senza troppi problemi. La biglietteria di solito è una scatoletta all’entrata con scritto “offerta libera”[SM=x165056] e solo in qualche stadio c’è un prezzo fisso ma non si tratta di grosse cifre.
Ma la cosa più bella, e lo dico di cuore, e non sentire puzzi di imbrogli a fine partita. Casomai è l’arbitro che si sente consigliare da più di qualche d’uno di cambiare mestiere…e la risposta classica è…mestiere??? Se non prendo una lira…e cavoli alcuni hanno pure ragione…arbitrano partite di serie A e non prendono una lira ma forse è meglio così.
Questa è pubblicità, perdonatemi spero sia concesso, ma pure uno sfogo. Non centra niente (scusate l’OT) se non per dire che a mio parere quando diventano i soldi a comandare si può parlare quanto si vuole, si può dire il problema e qua o la, ma non si arriva da nessuna parte. E se non è per colpa dei soldi perché questa differenza tra i due mondi? Alla fin fine gli uomini sono più bravi a giocare ma allora perché ho cominciato a divertirmi di più a guardare 11 donne che provano a giocare a calcio [SM=x165060] piuttosto che 11 calciatori? Boh!!!


P.S: W BARDOLINO[SM=g27760] [SM=x165036]
ostro
00domenica 9 ottobre 2005 20:04
Kika un OT interessante, quando si parla di esperienze vissute è sempre bello, E poi non siamo mica nei salotti vellutati della tv, dove per forza ci si deve costruire un personaggio o avere una ricetta per ogni cosa!
kika82
00lunedì 10 ottobre 2005 13:45
Ostro sei saggio...mooolto saggio [SM=g27760] [SM=x165034]

P.S: W ostro [SM=x165035]
bluewall
00lunedì 10 ottobre 2005 15:19
Se c'è violenza intorno al calcio, dentro fuori e tutt'intorno agli stadi, sputano fuoco e fiamme, accusano, giudicano, invocano provvedimenti legislativi e un intervento più efficace della polizia. Gridano allo scandalo e bla bla bla...
Se si prende qualche provvedimento per provare a trovare una soluzione, allora non va bene perchè ci rende anormali e diversi (ma lo siamo, lo vogliamo capire si o non che noi non siamo nè gli inglesi, nè i tedeschi, etc. ?!).
Insomma, come la giri la giri, non gli va bene mai.
A proposito, di Sconcerti mi ricordo che in diretta Sky la sera del derby sospeso a Roma ebbe a dire nel "commentare" i fatti che stavano accadendo, che non era possibile che gli ultrà si fossero inventati tutto sulla storia della Volante che aveva investito e ucciso un bambino, e che la Polizia doveva pur dare una spiegazione. Caro Sconcerti...sono davvero sconcertato.[SM=x165041] [SM=x165042] [SM=x165044]
Il fatto è che l'Italia da troppi anni è una Repubblica fondata sul campionato di calcio. Non sono solo gli ultrà ad avere radio private, non dimentichiamo che da una trasmissione becera come il famoso "Processo" abbiamo avuto esempi di inaudita e vergognosa manipolazione dei fatti.
E non mi risulta che Biscardi sia un ultrà. Non di quelli che stanno in curva, almeno. Ma per favore. [SM=x165087] [SM=x165041] [SM=x165042] [SM=x165044]
ostro
00lunedì 10 ottobre 2005 23:38
Blue da bravo sbirro ha ricostruito chi e Sconcerti! Certo prima tirano il sasso e poi pontificano su come dovrebbero essere gli stadi!
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