Nuova astronave russa.

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danielozma
00lunedì 12 luglio 2004 10:37




Il generale Perminov, direttore dell'agenzia spaziale moscovita: « Ecco i nuovi piani »

La navicella potrà volare verso la Stazione, la Luna e Marte: «Ma le spedizioni devono essere internazionali» Cooperazione con l'Italia per lanci dalla base in Kenya
«Stiamo progettando una nuova astronave passeggeri». Con piglio deciso, esplicito nel far capire come le cose stiano cambiando nel mondo dello spazio russo dopo oltre un decennio buio di quasi paralisi, il generale Anatoly Perminov racconta al Corriere la svolta e i nuovi obiettivi ( nei quali c'è anche l'Italia). Perminov, comandante delle Forze spaziali militari, è appena stato nominato dal presidente Putin direttore generale della Federal Space Agency rinata dalle ceneri della vecchia agenzia aerospaziale. E non a caso inizia a parlare di una nuova astronave, necessità condivisa pure da americani ed europei, ma con il tono di chi medita una rivincita sui potenziali partner- concorrenti.



Dunque la vecchia Soyuz nata negli anni Sessanta, usata per lanciare i cosmonauti è destinata ad andare in pensione?
«La Soyuz ha compiuto un ottimo lavoro ma sta diventando obsoleta. E' arrivato il momento di guardare avanti, di costruire un sistema nuovo, più adeguato alle necessità di oggi e soprattutto del futuro. Per questo è allo studio un veicolo chiamato Klipper capace di trasportare un equipaggio di sei cosmonauti, quindi il doppio dell'attuale navicella, rispetto alla quale sarà più confortevole e offrirà maggiori possibilità per viaggi verso la stazione spaziale e altri corpi celesti. Per lanciarla si sta vagliando l'opportunità di far ricorso al vettore Onega derivato da quello oggi utilizzato per le Soyuz».

Ma sarà un veicolo tutto russo?
«Noi ci auguriamo di no. Il progetto è aperto alla collaborazione dell'Europa e di altre nazioni».

Quali sono le priorità nelle scelte della nuova agenzia federale? «Innanzitutto dobbiamo completare la stazione spaziale internazionale assieme agli altri partner e quindi ci auguriamo che in fretta riprendano i voli degli shuttle americani bloccati dal disastro di Columbia. Noi garantiremo i collegamenti alla stazione abitata da due astronauti con le navicelle Soyuz sino alla fine dell'anno, ma dal 2005 bisognerà trovare altre soluzioni. Ne stiamo parlando anche con il direttore dell'Esa europea Jacques Dordain».

Il presidente americano Bush ha varato il piano per la realizzazione di una colonia lunare e di uno sbarco su Marte. Come lo vede?
«La Russia condivide gli stessi obiettivi ma si tratta di programmi complicati scientificamente e costosi. Nessuno Stato al mondo, Stati Uniti compresi, può affrontare da solo la sfida. Europa, Russia, India e Cina sono interessate ai piani Luna- Marte e tutti i Paesi devono partecipare».

Anche la Cina è ora in grado di lanciare i suoi taikonauti e manifesta progetti ambiziosi. E' una sfida all'Occidente e alla Russia?
«Facciamo i nostri auguri alla Cina. Ma non mi pare una sfida. Noi collaboriamo con loro in diversi settori delle attività cosmiche, compresi i voli umani».

Ancora il presidente Bush vuol rilanciare lo spazio sollecitando soprattutto un maggior impegno dei privati. Che ne pensa? «Concordo con questa impostazione. Devono entrare in scena i fondi privati se si vuole un vero sviluppo. Solo così lo spazio diventerà un'attività diffusa, normale, oltre che una scuola di ricerca».

La sua agenzia ha progetti di sonde automatiche per l'esplorazione della Luna e di Marte?
«No, ma intendiamo fornire assistenza scientifica e siamo interessati a partecipare ai progetti di altre nazioni».

E l'Italia come rientra nelle nuove prospettive russe?
«Ho discusso con il presidente dell'Asi, Sergio Vetrella, la possibilità di lanciare satelliti dal poligono italiano San Marco in Kenya con i nostri razzi russi. E siamo disposti anche a partecipare finanziariamente all'operazione. Inoltre si valutano collaborazioni nella propulsione spaziale e in altri campi riguardanti le telecomunicazioni, la navigazione, la medicina e le biotecnologie, l'osservazione della Terra e dell'Universo sviluppando missioni comuni. La priorità nei nostri interessi è legata, comunque, ai lanci dalla base San Marco. Prevediamo di definire il tutto entro l'anno in modo da poter avviare le attività nel 2005».


Giovanni Caprara
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