Notte Maledetta

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Mikael Arcangelo
00lunedì 26 aprile 2004 22:59
* Questa sciocchezza è una fic per Halloween. L'ho fatta a caso quindi non è nulla di che, anzi è abbastanza banale. Ma da questa banalità mi sta nascendo una grande idea...eheheheh....cominciate a tremare! La parte che preferisco è il finale finale....ma voi leggete tutto! Buona lettura! Baci Mikael*
NOTTE MALEDETTA

La luna si ergeva in tutto il suo splendore imponente e maestosa. Era grande e bassa....ma non eccessivamente. Sembrava ammiccare a chiunque la guardasse con sentimenti agitati nel cuore. Sembrava o era tutto vero?
Adamski sembrava saperlo mentre la fissava attraverso i vetri chiusi della finestra della sua camera. Era seduta in mezzo al letto a due piazze, le lenzuola bianche e disfatte si confondevano con la camicia da notte lunga e larga dello stesso colore. La bambina si abbracciava le gambe che teneva contro il petto e con espressione indecifrabile ed ambigua guardava senza paura o timore quell'astro argenteo che splendeva nell'oscuro cielo privo di stelle. La pelle del volto e delle braccia scoperte era pallida, cadaverica. Le occhiaie profonde e scavate sotto gli occhi contornati di rosso. Occhi dal colore nero tenebroso che non si trovavano in quel visetto minuto e magro. La bocca pallida come il volto e rovinata. Le guance erano solcate ai lati da due profonde cicatrici verticali che partivano dagli occhi e finivano ai lati delle labbra. Fra i lunghi capelli rossi e lisci lasciati disordinati sulle spalle fino a creare uno spiccato contrasto con la veste e le lenzuola, c'era una coroncina di fiori bianchi, fiori sconosciuti per quell'epoca indefinita. Le tende della stanza spaziosa erano aperte in modo da rivelare l'ambiente notturno esterno. Erano bianche anch'esse. Il resto della camera era spoglia e vuota. Un bianco e candido gufo dagli occhi dorati si posò sul balcone della sua finestra ed emise un suono. A quello Adamiski sorrise....ma non era un sorriso sereno e dolce...era un sorriso che faceva male vederlo....quasi...maligno forse? Quella bambina sembrava più grande di quel che dava a vedere il suo fisico...ma non era possibile. Lo sguardo si concentrò sui vetri della finestra. Era uno sguardo determinato e sicuro. Che perforava ogni oggetto solido o invisibile. Improvvisamente come se lei se lo aspettasse gli stessi vetri che lei fissava intensamente si ruppero in mille pezzi come se uno avesse ripetutamente colpito la finestra e fosse passato sopra triturando i frammenti sul terreno di fuori. Li guardò e nuovamente un ghigno strano invase il suo volto.
Stava arrivando l'alba.
E questo sembrava divertirla....forse aveva qualcosa da dimostrare alla luce del sole? Rimase ferma e il gufo di prima entrò posandosi sulla sua spalla. Lei non si scompose. Si limitò ad alzarsi dal letto e ad arrivare al limite della finestra. Si fermò. La sua camminata era semplice e atona. Ferma dove era non allungò il braccio e non fece nessun movimento. Ma da che era lì a che sparì inspiegabilmente e velocemente senza lasciare nemmeno un filo di vento o di traccia per poi riapparire fuori dalla casa e proseguire il suo percorso silenzioso e misterioso.
Voci nella sua testa. Voci che le parlavano dicendo tante cose. Voci di persone che non erano più e che non sarebbero più potute essere. Voci che poteva sentire solo lei. Erano forse quelle le voci che le davano le capacità di cui si era mostrata padrona? Non lo si poteva sapere ma non aveva importanza.

La mattina presto seguì la notte e la chiave nella toppa della camera della bambina girò. L'uscio si aprì rivelando una signora con un vassoio in mano. Era vestita di abiti scuri e i capelli erano raccolti in un cocom basso. La donna si guardò intorno e alla vista della stanza vuota un urlo le uscì facendo cadere il vassoio. Presto arrivò un uomo. Probabilmente il marito e il padre della bambina che sembrava sparita.
- Dov'è Adamski?-
- io sono arrivata adesso e non c'era...-
- la porta era aperta?-
- no, era chiusa a chiave... l'ho aperta io ora.-
- la finestra è rotta dall'interno...i vetri frantumati...che vuol dire?-
- che sia scappata?-
- lei non ha tutta questa forza...e poi non avrebbe mai fatto un gesto così assurdo...sa bene cosa rischia col sole...è allergica...può morire...-
- bè, ma nessuno può essere entrato.-
- no...significa solo una cosa...-
- si...ha avuto di nuovo una crisi di possessione demoniaca...-
- dobbiamo chiamare il medico e il prete...e cercarla presto prima che sia troppo tardi-
Subito uscirono di corsa preoccupati.

La terra non presentava tracce dopo il suo cammino....sembrava leggera come una piuma, inconsistente...come se volasse. Gli occhi penetranti e impudenti erano rivolti al sole stesso e come facesse a non bruciarsi la vista ma anzi a fissarlo senza mai distogliere lo sguardo era assurdo. Camminava in mezzo alla gente ma sembrava questa non la vedesse mentre il suo compagno e amico fedele le stava appollaiato sulla spalla. il suo abito da notte svolazzava nell'aria accompagnato dai lunghi capelli. Le cicatrici sotto la luce solare si distinguevano meglio ma le occhiaie, il rossore degli occhi e il pallore cadaverico persistevano impassibili ai potenti raggi solari che Adamski non aveva mia potuto vedere...l'unica volta che l'aveva fatto la sua pelle era come andata a fuoco e si era riempita di bolle....allergica....la diagnosi del dottore del paese diceva questo. Mentre non capiva come mai il prete veniva ogni giorno a benedirla....rinchiusa in una stanza per tutta la vita poteva fare ben poco di peccati...nulla poteva fare....da anni era rimasta chiusa a chiave nella sua camera spoglia e anonima, ogni giorno le venivano date le provviste per sopravvivere e l'unica persona con cui poteva parlare era la sua governante...suo padre non veniva quasi mai e quando lo faceva la guardava inorridito per l'impressione che faceva. La madre non l'aveva più vista e non ricordava nulla di lei...sospettava che fosse morta ma non si azzardava a chiedere nulla...era come se tutti le stessero alla larga temendola....la sua governante si occupava di lei stando attenta che non entrasse nella stanza nemmeno un filo di luce. Le avevano detto che se fosse uscita di nuovo sarebbe potuta morire. E fu una di quelle solitarie notti che arrivò il suo amico gufo bianco al quale non aveva ancora dato un nome...le sussurrava parole incomprensibili per chiunque...parlavano attraverso il vetro di notte...e con le candele che illuminavano il suo volto spaventoso atono privo di espressione cominciò a vedere cose che nessuno poteva vedere....a sentire cose che nessuno poteva sentire....a toccare cose che nessuno poteva toccare...a parlare con esseri con i quali nessuno poteva parlare....la luna, le stelle...col sole non l'aveva mai fatto...ed era arrivato il momento di uscire dalla gabbia.
"Sei guarita"
le aveva detto la sera prima il suo amico gufo.
"Esci da lì e guarda il mondo...se lo desideri il mondo non ti vedrà. Fai solo quel che vuoi. Per te tutto è possibile."
Strega...probabilmente questo era il termine per lei...probabilmente era effettivamente quello il termine più adatto ad una persona con poteri e capacità del genere...da dove le derivassero non sapeva....li aveva scoperti pian piano...come se un sigillo fosse stato spezzato da qualche parte. Ma sentiva di non essere cattiva, semplicemente si divertiva in una vita che le aveva dato solo disgrazie. Semplicemente viveva come poteva...e scoprire di poter vivere come voleva era una sorpresa insperata. Non avrebbe mai fatto del male a nessuno...non sarebbe mai stata dalla parte di uno o dell'altro....la parte che teneva era la sua e basta. Non le importava di essere capita dagli altri perchè sapeva che non sarebbe mai stata capita...le importava di non rimanere più rinchiusa in una stanza. Le importava la libertà....le importava di poter forgiare il suo destino da sola.
E così avrebbe fatto. Non aveva più legami. Era lei. Punto.
Camminando per le vie del suo paese finì nel campo alla fine delle case, era un prato enorme con qualche albero sparso qua e là. Il pomeriggio era inoltrato tuttavia il sole resisteva nel cielo. Intorno ad uno di quegli alberi vide molta gente radunata e molti altri che ne arrivavano incuriositi ma anche spaventati e preoccupati. Si chiese che stesse succedendo e si avvicinò. Appena comprese riprese consistenza e riapparve dietro la folla radunata. Un ragazzo del villaggio si trovava ferito da un coltello...era grave e l'emorraggia era inarrestabile...sarebbe morto. Senza speranza. Quel ragazzo era solo e non aveva genitori...faceva vari lavoretti per mantenersi e aveva a cuore molte cose....si sapeva far amare. Ma trovatosi in mezzo a una rapina era stato ferito...perdendo molto sangue era stato condotto distante dal villaggio per motivi sconosciuti. Erano tutti convinti che non ce l'avrebbe fatta. Adamski non sapeva perchè ma sentiva dell'affetto per quel ragazzo...affetto fraterno forse per la sua sfortuna...non sapeva il motivo preciso per quello che stava per fare ma l'avrebbe fatto. Il sole l'illuminava giocando con la sua pelle bianca. Si fece largo e quando la gente la vide si ritrasse. Tutti la conoscevano e sapevano il suo dramma....come sapevano le voci strane che giravano su di lei....sui suoi strani comportamenti e su come fosse morta la madre...non morta di cause naturali...la causa in questione era stata la figlia. Giravano molte cose....ma la più famosa era sulla sua allergia mortale ai raggi del sole....non usciva da anni ormai la ragazza. Ed ora era lì davanti a loro in pieno giorno. Arrivò il padre con il medico e il prete ma quando la videro che era intatta si bloccarono intimoriti loro stessi come tutti gli altri.
Adamski si avvicinò al giovane che stava morendo dissanguato. Si chinò su di lui e senza pronunciare una parola posò la mano sulla ferita sporcando la sua pelle immacolata di sangue. La levò davanti al suo sguardo e la osservò attentamente, tese l'orecchio come a sentire una voce misteriosa che solo lei sentiva...e una volta terminata la muta conversazione con fare deciso e lento si tagliò la il braccio facendo fuoriuscire a sua volta altro sangue. Calò il braccio ferito sul corpo e mischiò i due liquidi. Poi con la mano pulita accarezzò il giovane che la guardava ansimante. Come se nessuno volesse crederci assisterono alla repentina chiusura della ferita. I due lembi di pelle cominciarono a muoversi in mezzo a tutto quel sangue fino ad avvicinarsi chiaramente sempre di più. Si toccarono e si unirono....presto del taglio non rimase che una cicatrice evidente. Sarebbe dovuto essere forse un miracolo...ma Adamski era inquietante...perchè stava bene. Perchè per guarirlo si era tagliata. Perchè non parlava. Perchè era impassibile....perchè era strana più del solito. E senza che facesse nulla di particolare faceva già paura a tutti.
La ragazza si alzò dritta rivolta al sole...verso la gente, dava le spalle al ragazzo appena salvato. Alzò la mano insanguinata del loro sangue, ne era come ipnotizzata. Seguiva il suo silenzioso e ambiguo volere. Non doveva spiegare nulla a nessuno. Sapeva quel che voleva e che poteva averlo...e se lo prendeva. Attirata da una forza invisibile portò la mano in questione alla bocca e la leccò. Presto il giovane disteso dietro di lei si alzò come se nulla fosse successo...stava benissimo.
La prima reazione fu di un uomo qualunque.
- Indemoniata!-
poi tutti gli andarono dietro:
- Strega!-
- Impossessata!-
-Demonio!-
Erano terrorizzati da lei. Il gufo le volò via dalla spalla e la folla prese come ad aggredirla senza picchiarla apertamente. Avevano paura...e la paura genera mostri che non esistono, ingigantisce ogni cosa, annulla la ragione e la volontà.
- Bruciamola!-
la parola invase le bocche di tutti. Del padre stesso schifato definitivamente dalla figlia che non riconosceva più tale. E il prete volse le spalle come sconfitto, come se riconoscesse che tutta la gente avesse ragione. Non c'era altra spiegazione logica e non del resto...

Un palo si stagliava alto in mezzo al prato lontano da alberi.
Paglia intorno ad esso...Adamski legata al palo e la gente di tutto il villaggio intorno.
Una scena che ricordava il rogo alle streghe degli anni antichi. Gente superstiziosa e ignorante aveva avuto paura. Paura di quella bambina strana che era guarita da sola e che aveva fatto cose blasfeme e impossibili utilizzando poteri non umani. Chi mai poteva essere una ragazza del genere? Una strega...o magari un impossessata dal Diavolo...chi lo poteva sapere....ma erano tutti convinti che erano in pericolo...assolutamente in pericolo...e dovevano levarla di mezzo. All'unanimità di tutti di bruciarla viva l'avevano presto sistemata in quella situazione...il sole insisteva per rimanere in cielo e battere sul volto di Adamski che lo guardava impassibile col suo pallore eterno e i suoi occhi cerchiati di rosso. Aveva ancora i fiori fra i rossi e lunghi capelli ora in disordine sulle spalle...le ciocche le coprivano il volta ma ben si vedeva l'espressione per nulla intimorita. Non avrebbe mai chiesto pietà. Mai.
Uno ad uno i neri occhi di lei si posarono penetranti e seri negli occhi di tutti. La gente era impazzita da tempo ormai, lei lo sapeva e in fin dei conti non le faceva ne caldo ne freddo.
Quello era il frutto dell'influenza demoniaca. Un villaggio di gente normale sulla quale gravava una profonda e antica maledizione dichiarata da qualcuno in tempi antichi. Una maledizione che li condannava tutti a vedere la realtà distorta. Ad avere paura e a distruggersi lentamente nei secoli a vicenda. Lentamente ed inesorabilmente. Senza via di fuga. Una maledizione di una donna ritenuta strega il cui animo albergava reincarnato in Adamski. L'animo di una creatura magica. E la tragedia, o il rito ora si stavano ripetendo.
Il fuoco fu acceso e presto fu su tutta la paglia. A molti ragazzi che assistevano la scena da lontano parve di essere tornati indietro nel tempo...e non di essere progrediti con nuove mentalità. La gente aveva una mente ristretta...o forse quel che si vociferava sui loro antenati ai tempi dell'inquisizione era tutto vero...e loro come fantasmi di essi non potevano fare a meno di compiere sempre lo stesso peccato, errore, che di volta in volta li condannava ad una fine atroce. E molti credevano a questo visto che da quella volta tutti i maggiori esponenti del villaggio che decidevano le sorti delle cosiddette possedute o streghe, morivano tra atroci sofferenze e tormenti.
Le fiamme circondavano il corpo della ragazza illuminandola di bagliori scarlatti. Improvvisamente qualcosa mutò. Gli occhi divennero dello stesso colore dei capelli. Rossi.
La pelle per la prima e unica volta era colorata. Il calore era non indifferente ma lei continuava a guardare la gente che inorridiva al suo cospetto. Bruciava e non gridava, non faceva pieghe...era una vera strega...
- Io vi maledico...come i vostri antenati prima di voi...voi gente colpevole macchiata di sangue sarete tutti maledetti per la seconda volta.-
Infine alzò gli occhi infiammati al cielo azzurro e per l'ennesima volta sembrò parlare con qualcuno che solo lei sentiva. La morte stava impossessandosi di lei ma voleva farlo sotto la sua grande madre oscura che a lungo le aveva tenuto compagnia...la notte. Esaudì il suo ultimo desiderio.
Il cielo si oscurò facendosi immediatamente buio. Non c'erano stelle e nuvole. Solo un ampia distesa nera con al centro una spropositata luna grande e bassa. Terribilmente bassa.
Quella notte del sangue era stato versato. Il sangue di un'innocente con un semplice strano dono che nessuno mai aveva definito oscuro e maligno. La luna fu colorata dallo stesso sangue di quella innocente.
E mentre Adamski osservava la luna sanguinare un sorriso le velò il volto.
La sua amata notte l'avrebbe accompagnata all'infinito.
La sua vera vita stava iniziando.
La sua vera libertà prendeva forma sotto quel manto nero e affascinante.
Sospirò con fare ambiguo, infine chiuse gli occhi e si abbandonò al fuoco e alla morte.
Un gufo bianco prendeva possesso del cielo nero in quel momento. Ne sarebbe stato padrone incontrastato per tutta la notte.

La luna si ergeva in tutto il suo splendore imponente e maestosa. Era grande e bassa....ma non eccessivamente. Sembrava ammiccare a chiunque la guardasse con sentimenti agitati nel cuore. Sembrava o era tutto vero?
Questo Adamski ora lo sapeva.
Mentre si aggirava per le strade del mondo libera da ogni catena poteva serenamente parlare con i suoi esseri invisibili che finalmente poteva vedere.
Esseri morti.
Spiriti come lei che un tempo erano vivi ed ora imprigionati in questo mondo terreno.
Nessuno li vedeva.
Nessuno forse li vedrà mai.
Alcuni magari potranno avvertire la loro presenza.
Ma mai potranno vederli finchè non arriveranno altri uguali a loro.
E la vita sembra solo un sogno sulla via della morte.
Prima o poi tutti gli esseri speciali si riuniranno trovando la vera felicità eterna che tanto cercavano e cercano.
Ma fino ad allora avrebbero continuato a vagare liberi con la loro volontà rimanendo se stessi.
Tendete tutti l'orecchio e chiudete gli occhi...se ci credete veramente e fermamente un giorno potrete sentirli sfiorarvi la pelle e un brivido vi attraverserà la schiena, non riaprite subito gli occhi, rimarranno con voi finchè la realtà non si schianterà con il vostro cuore.
Non abbiate paura.
Non vi faranno del male.
Sono solo anime perdute e dimenticate che non trovano pace e che cercano il ristoro in gente aperta che sa semplicemente di essere viva. Sarete le loro ancore nel cammino oscuro in cui sono immersi.
Sarete la loro linfa.
Credeteci e tutto sarà possibile.
Chissà che un giorno potrete vederli anche voi.

FINE?


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