Non mi piacciono i duplicati

Non mi piacciono i duplicati.
Quelle lettere che si ripetono all’infinito, quei simboli che impensieriscono più che deliziare, quei luoghi fotocopia dove nessuno sa il come il perché il perquando si trovi là.
Non mi piacciono le fotocopie, troppo identiche per stabilire l’originale e piene di sbavature per non essere identificate.
Non mi piace l’estate; fotocopia dell’inverno al contrario. E’ come guardare un foglio in controluce ed accorgersi di aver pagato per un falso (anche se d'autore).
Non pago i miei debiti con le carte da gioco, troppo uguali a sé stesse, quasi dei duplicati.
Non mi piacciono i cieli marroni e le tempeste nel terzo quadrante, non mi piace il rosso di sera; troppo vicino all’idea del mare che ho.
Mi invento chiavi di volta per riempirne un cielo per metà vuoto e per metà sottinteso.
Non mi piace il ronzio della coscienza che, come un trapano da dentista, mi esaspera nel farmi sentirmi in colpa per colpe che non ho.
Se vuoto il sacco mi rimane sempre troppo pieno a dispetto delle pallottole che nemmeno mi scalfiscono.
Non mi piacciono i duplicati; si spacciano per originali nelle fiere di paese ed al primo strillone di passaggio levano l’ugola per farne pendagli da forca.
Non mi piace cianciare di sguincio; è come dire a qualcuno: “vendimi l’anima se ancora ce l’hai” e scoprire di aver comprato solo un pugno di pietre pomice.
Alterno vizi a virtù e, nei momenti di quiete, zavorro i pensieri con l’acqua pesante cercando il collasso neutronico.
Non mi piacciono i duplicati che ringraziano per l’opportunità e quelli che si fingono lanterne per non passare per lucciole, quelli che baciano piedi e mani per sentirsi importanti, i duplicati che si ritengono neutri, ma si rivelano alla cartina tornasole, i duplicati del sole e della luna, del giorno e della notte, del ciglio della strada al di là del quale pensi di affondare il piede quando muore la speranza.
Non mi piace il mio timbro di voce quando dico solo verità, vorrei somigliare ad un sonar che rimbalza il suono, ma anche quello è un duplicato e non mi piace.
Non mi piacciono i “complimenti per la trasmissione”; troppo falsi ed ipocriti, lisci e ridondanti, non mi piace l’isola che non c’è, preferisco il mio mezzo metro di terra affittato anzitempo “un po’ perché non si sa mai, un po’ per abitudine e son sempre pronti i guai”.

Allora ti offro qualcosa che duplicato non ha. La esclusiva di stare con me in questa stanza.



... ma tu, hai buttato la chiave?

Opperbacco, ma non era una stanza senza risposte?
Questa sì è una sorpresa!
Come rifiutare una offerta del genere?
Io le chiavi le perdo spesso ma non ricorro mai ai duplicati, semmai cambio serratura; è più sicuro, ti mette al riparo dall'eventualità che qualcuno la recuperi e la usi a tua insaputa e tu te ne possa accorgere solo quando è troppo tardi.