News del 29.01.07
ALLARME IN GIAPPONE
Torna l'incubo influenza aviaria
Scoperto terzo caso in un mese
Il nuovo focolaio registrato in un allevamento della città di Takahashi. Il Paese del Sol Levante sperava di aver ormai superato il contagio, che aveva colpito nel 2004. Nel sudest asiatico, comunque, l'influenza aviaria continua ad uccidere
ALLARME IN GIAPPONE Tokyo, 29 gennaio 2007 - Con la conferma del terzo caso nel giro di un mese, è ormai allarme influenza aviaria in Giappone: la nuova epidemia si è riaffacciata nell'arcipelago a tre anni dall'ultima apparizione del virus H5N1. Il terzo focolaio, confermato dalle autorità sanitarie nipponiche, è stato registrato in un allevamento nella città di Takahashi, nella prefettura occidentale di Okayama.
Nella fattoria, dove vengono allevati circa 12.000 polli, l'allarme era scattato nel fine settimana dopo la morte sospetta di alcune dozzine di volatili. In via precauzionale è stato vietato il movimento di pollame in un raggio di 10 chilometri dal focolaio, un'area con numerosi allevamenti e un totale di quasi un milione di polli. Immediata l'ordinanza di abbattere tutti gli animali presenti nella fattoria. Il ministero dell'Agricoltura ha confermato che il virus isolato appartiene alla tipologia H5, altamente virulenta, aggiungendo che sono attualmente in corso ulteriori analisi per appurare se anche il terzo caso di influenza appartenga al famigerato ceppo H5N1, il tipo più aggressivo della malattia in grado di trasmettersi all'uomo, potenzialmente mortale.
Nelle scorse settimane, due focolai di influenza avevano improvvisamente ripiombato il Giappone nell'incubo aviaria, che si sperava ormai circoscritto dopo gli abbattimenti di massa di pollame e uova del 2004. In due fattorie a 60 chilometri di distanza l'una dall'altra, nella prefettura sudoccidentale di Miyazaki, le analisi avevano confermato la presenza della variante più pericolosa del virus, H5N1, che aveva causato la morte in pochi giorni di circa 7.000 volatili. Il piano di disinfestazione dell'area prevede l'abbattimento di oltre 110.000 polli, 60.000 dei quali sono già stati inceneriti o seppelliti nelle ultime settimane.
L'influenza aviaria aveva già interessato il Giappone nel 2004, quando, nel periodo tra gennaio e marzo, erano scoppiate quattro epidemie appartenenti al ceppo H5N1. Nella zona più colpita dal contagio, nei pressi della città di Kyoto, la disinfestazione si era conclusa con l'uccisione di oltre 240.000 polli e la distruzione di circa 20 milioni di uova.
Anche nella vicina Corea del Sud, che solo 200 chilometri separano dall'arcipelago nipponico, l'emergenza aviaria è tornata prepotentemente alla ribalta: lo scorso novembre si sono verificati due casi di influenza H5N1, prontamente circoscritti dalle autorità sanitarie con l'abbattimento di 350.000 polli. In Corea del Sud il virus era apparso per l'ultima volta tra il 2003 e il 2004, quando la diffusione dell'epidemia era stata contrastata sterminando circa 5 milioni di volatili. Nonostante la capacità del virus di trasmettersi dall'animale all'uomo, non si sono mai registrati, come in Giappone, casi di persone colpite dalla malattia.
Nel sudest asiatico, invece, l'influenza aviaria continua a uccidere: è di giovedì la notizia che in Indonesia una bambina di sei anni è deceduta, vittima della variante umana del virus H5N1, portando il bilancio delle vittime a 63, il più alto al mondo.
Stando agli ultimi dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il virus H5N1 ha contagiato in totale 267 persone, uccidendone almeno 161, in 10 Paesi dal dicembre 2003. E ad aumentare l'allarme è arrivata anche la conferma dal portavoce della Commissione europea di Bruxelles che il focolaio di influenza aviaria rilevato la settimana scorsa nel sud-est dell'Ungheria è stato provocato dal virus altamente patogeno H5N1, secondo le analisi del laboratorio di riferimento Ue di Weybridge, Gran Bretagna.