Natale in casa kamo

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kamo58
00venerdì 17 dicembre 2010 11:42
Natale in casa Kamo

A Roma , un mese prima di Natale già si comincia ad udire per le strade, il suono delle cornamuse. E’ il segnale d’inizio per i preparativi delle feste.
I concorrenti sono allineati per la grande corsa, aspettavamo soltanto che qualcuno dia il via. Pronti… partenza... Si pregano i concorrenti, di non sgomitare od essere scorretti, perché alla fine, il risultato è uguale per tutti. Niente da fare, tutti cercano di vincere ed arrivare primi, in una fantozziana corsa, che ci lascerà stremati e senza fiato la sera del 25 dicembre.
C’è stato un tempo lontano, quando bambina, il Natale voleva dire: l’albero addobbato, i regali e la tazza fumante di tè bollente da lasciare a Babbo Natale per rifocillarlo. Quel tè, che anni dopo, bevevo segretamente a notte fonda, ormai freddo, per lasciare la tazza vuota, davanti agli occhi spalancati di mio figlio piccolo. La firma del Babbo vestito di rosso, messa in calce al biglietto che accompagnava i suoi regali, restare serissima alla sua affermazione sull’esistenza di tale personaggio.
La preparazione del presepe, che culminava la notte di Natale, con il deporre nella mangiatoia il piccolo Bambino ed accendere una candelina per il Suo “compleanno”.
Dopo tanti anni, mio figlio è ormai un uomo e anche se non crede più a Babbo Natale, ama ancora l’atmosfera della festa, trovando piacevole, per l’unica volta nell’anno, la riunione parentale.
Kamomilla invece, inizia a dare segni d’insofferenza. A casa mia abbiamo un presepe in permanente costruzione, dato che è l’hobby scaccia pensieri del marito. E’ ormai un anno, che aggiunge piccoli particolari, pennellate e sfumature di colori sulle montagne, con la lentezza di un “artista”, neanche fosse Caravaggio. Intanto, le suddette montagne, si sono imbiancate… dalla polvere.
Una ventina di giorni prima della grande data, iniziano le consultazioni in famiglia sul menù. E’ tradizione che si festeggi in casa mia, di solito la vigilia, con menù a base di pesce, qualche volta il 25, perché non è facile conciliare i pranzi di suoceri e cognati dei miei fratelli. Tutti vogliono contribuire alla preparazione del grande pasto, ma ognuno vuole imporre le sue idee e si finisce in lunghissime discussioni, specialmente tra me e mia sorella. Lei dietista, ama la cucina minimalista ed essenziale, quella che nutre e non appesantisce, niente ciccia e brufoli per intenderci.
Io invece la reputo da “ospedale”, per chi deve stare attento alla dieta trecentosessantaquattro giorno all’anno. La mia filosofia culinaria, crede nel giorno di redenzione dalla ciccia e dai malanni colesterolo-glicemici. Lasciamo fuori dalla nostra tavola scintillante e dorata, le lasagne senza burro-latte-farina e mangiamone una porzione, magari piccola, fatta come Dio comanda, è proprio il caso di dire, dato che siamo a Natale.
Scoppiano tra noi duelli all’ultima forchetta, dove non si sprecano i colpi dati all’arrosto o ai ravioli di “magro”, che a dire il vero, poco hanno a che fare la linea. Entra allora in gioco il “peacemaker”, che avete capito, non è l’aggeggio per migliorare la funzione del cuore!
Mia madre, indossati i panni di ambasciatore che non porta pena, cerca di farci trovare un compromesso, affinché il conflitto non si estenda oltre i confini. Così, un po’ riluttanti, finiamo reciprocamente per rinunciare ad una parte delle nostre convinzioni. Mia sorella, chiude tutti e due gli occhi sulla mia besciamella canonica, io sui suoi broccoli all’agro. Dopo giorni, riusciamo finalmente a redigere un menù democratico ma altrettanto sofferto di una seduta a Montecitorio, dove l'unica cosa certa sono le "Patate di Natale".

Questa opera è tutelata secondo le condizioni previste da questa licenza creative commons
(Fata.)
00venerdì 17 dicembre 2010 18:38
Cara Kamomilla,
Verrà il tempo che queste discussioni natalizie, saranno un dolce e struggente ricordo. Un viatico che ci accompagnerà nei momenti bui che l'età non risparmia.
E allora torneranno i suoni e il ricordo degli odori che provenivano dalla cucina, dove malgrado lo spazio, pareva più stretta nello struscio di grembiali e lo sbattacchiare delle antine,e quel vociare dai toni somiglianti che fanno tanto famiglia.La grande magia è nel constatare che ognuno di noi, malgrado le diverse esperienze, si desidera continuare l'antico gioco del bisticcio e della accondiscendenza reciproca e vi sarà da commentare per giorni e giorni....
Verrà Natale per ritrovarsi nel bene o nel male per quello che siamo adesso.
kamo58
00venerdì 17 dicembre 2010 19:30
E' vero ciò che dici e ci penso spesso. Verrà il tempo che anche le discussioni sul cibo faranno venire il magone. Oggi poi, ce l'ho già abbastanza così.
(Fata.)
00venerdì 17 dicembre 2010 20:21
Re:
kamo58, 17/12/2010 19.30:

E' vero ciò che dici e ci penso spesso. Verrà il tempo che anche le discussioni sul cibo faranno venire il magone. Oggi poi, ce l'ho già abbastanza così.


Niente magone, la tua mamma ti ha fatto perchè tu possa godere della vita. [SM=g1399178] [SM=g7255]


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