Natale de Roma

daniela moreschini
00mercoledì 21 aprile 2010 14:06
P’er compreanno tuo
‘n canto nòvo
e co' sempricità
te vojo dedicà, città mia!

Sò passati tremil’anni
da quanno fu tracciato
quer primo sorco
da li gemelli, fiji de la lupa.

Era destino c’avresti comannato
tutto er monno allora conosciuto,
se pe’ difenne li confini tuii
Romolo ammazzò puro er fratello

Gnente ar monno se po’ paragonà a te.
Qui ce sò passati generali, eserciti
re e imperatori trionfanti.

Tante guere se sò combattute su ‘sta tera,
tutti voleveno che fussi loro
e ‘mpossessasse de la gloria e l’arte tua.

Oggi sei città aperta
a li cittadini der monno intero,
semo ospitali e generosi
e questo nisuno ce lo pò negà.

Ma è giusto difennese
le tradizzioni nostre
senza scordacce mai la radice antica
che fà parte de ‘sta curtura atavica

Noi Romani co' li sette colli
t’avemio incoronata,
mentre er Governo t’ha nominata…
de l’Itajia capitale!

(tratto da Vedo..Sento..Parlo)
gianni65@
00giovedì 22 aprile 2010 14:55
bella Daniela... in tutto e per tutto. [SM=x142926]
Raggio di Sole21.
00sabato 24 aprile 2010 23:54
E' un piacere, cara Daniela, leggere le tue poesie in dialetto, gioia e diletto per molti. Vorrei che questa bellissima poesia fosse di tutti, anche dei non romani: in fondo il romanesco è diventata un po' una lingua parlata in tutt' Italia.
Piaciutissima.

[SM=x142887]

Laura.
debona
00domenica 25 aprile 2010 17:31
Concordo sulla bellezza di Roma... citta' unica (anche se e' scontato dirlo). Il romano non lo so, ma riesco a leggerlo. Un applauso
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