Nasce cosi - Francesca Coppola - Al Qantar

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al_qantar
00mercoledì 2 dicembre 2009 18:51


Dialogo tra due amanti. (Tutto ciò che manca nella sceneggiatura è volutamente sottinteso.)


Lei è distesa sul divano, sembra assente, un pò scoraggiata ma lui sa che non è così perché lei, più s'imbroglia
e più rafforza i collanti del loro rapporto. La presenza di un forte sentimento impregnato di passione apparentemente
underground, emerge fin dai primi sguardi e lui non frena questo suo scivolare verso il desiderio, anzi...


lei - è la stessa paura che mira
a riempire le gambe, mi vuoi
e muoio in ogni sosta che non paga
nei contorni del vuoto, poi
m'imbroglio e cemento
aria e coraggio


lui - Compro un dissolvente
minimarket di nebulose
e dal controsoffitto
lascio cadere alcuni sospiri

Rieccoti senza paure
fonderti nelle mani
come gli orologi di Dalì
al pianoterra


Si riscalda l'aria di parole ed il desiderio di essere due-unasolacosa-due prende forma attraverso il piccolo mondo
della stanza che li contiene, ma non del tutto...



lei - prendimi alla presenza di dischi
un pò fuori moda, accompagnami
nelle strategie inedite di noi

non conosco altari senza preghiera
e mi strazia il respiro di un baco
sulla schiena, nè seta, nè orgoglio

solo cerchi che si intrecciano di
fumo e una stanza al velluto, sono
precipizio e tu il mio vuoto


lui - Ti prenderò
sull'altare della betulla
e nella trama del bosco canterino

Ti respirerò nelle braccia inedite
delle girandole di maggio,
lente, lente come i tuoi si

Saranno lini e sete
ai bordi delle labbra
quando l'abisso pieno

mi riempirà di te


La fuga dal reale che li circonda incolla gli ultimi frammenti in una scena che parte e ritorna nelle loro menti ora conformate
al resto dell'astratto che non pone nessun veto al lasciarsi andare. Loro si amano e non lo sanno interamente in che misura.



lei - ritornerà quel fragore lasciato
già da tempo e mi racconterò nei
fasci che tendono sul tuo collo

e di quarzi e fiumi sceglierò
l'istante, mentirai sul mio
seno aspergendo le fragranze

spoglierò i fiori, raggiungerò
quei bagliori fino all'oriente
solo a liberare l'ultimo respiro


lui - ed io lascerò che arrivi
quel soffio di genziane
a sanare ogni ferita

Raccoglieremo le oblique spine
liberando i desideri
e la carne germoglierà nella carne

ai margini del tuo respiro
sulla linea del fuoco
attorno alle labbra

prede della bocca
e geometrie armoniche
lungo le gambe ritmiche

Lontani dall'assenza
mentirò sul tuo seno, si
ma d'amore


Adesso l'ordine è ristabilito, lei quella di sempre che si rinnova attimo per attimo e lui che afferra quel suo risommarsi continuo
per rifiorire senza attendere la primavera.



lei - e d'amore avremo le stagioni
le notti macchiate dai candori
e poi sogni e canzoni dalla
nenia sempre uguale

vestiremo le maniglie di uno
sguardo circostritto al neo
che regna negli occhi, i nostri
sempre dischiusi al domani


lui - e nel pudore di un nudo sorriso
affogheremo gli ultimi graffi
per quel dopo che ci vedrà
avvolti in un respiro
e lampi di fragoroso abbraccio.

Spezziamo allora tutte le cime
ed innestiamo di noi il cielo…
che sia serpente e manto
amore mio…


Amore mio, ecco pronunciata la parola magica. Forte sospiro di lei. Lui la abbraccia forte. Buio. Sipario.
Francesca Coppola
00mercoledì 2 dicembre 2009 21:03

io ho i brividi a rileggerla... cioè siamo davvero noi? [SM=g11405]

lunasepolta
00mercoledì 2 dicembre 2009 21:14
Impalpabili nella vostra sensualità. Una vera potenza.

Bravissimi!!!
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