Nasce Telesur ... ed è guerra mediatica!

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carib.e
00mercoledì 27 luglio 2005 14:51

Trasmette anche negli USA. << Forse George W. ci guarda. Ma quando arriverà la sua tv saremo pronti alla lotta>>

Chàvez va alla guerra. Via satellite

Nasce <>, canale del leader venezuelano << contro l'imperialismo >>

RIO DE JANEIRO - «Ho parlato con Fidel, è incollato alla tv da ore... E George W. Bush? Magari anche lui ci guarda, insieme al popolo fratello degli Stati Uniti. E quando arriverà la sua TeleBush saremo qui, pronti alla lotta...». Squarci di guerra fredda mediatica nelle Americhe. Hugo Chávez lancia il suo canale televisivo bolivariano e anti-imperialista e il Congresso americano è pronto a rispondere a colpi di megawatt. Come ai tempi della Cortina di ferro e come ancor oggi avviene con Cuba, tra le due sponde dello Stretto della Florida. La novità si chiama Telesur , ha iniziato a trasmettere domenica mattina da Caracas, dopo qualche mese di test. E' un canale che verrà diffuso via cavo o satellite in alcuni Paesi sudamericani e negli Usa. Per adesso sono 6 ore di trasmissione al giorno, ripetute 4 volte, ma l'obiettivo è arrivare a un canale all news di 24 ore. Il governo Chávez ha la maggioranza delle azioni (51%) gli altri partner sono Argentina, Cuba e Uruguay. Alla finestra Brasile e Colombia: hanno chiesto un periodo di riflessione. Viste le premesse e le prime polemiche, l'adesione dei due grandi Paesi sudamericani appare difficile.
Come nel suo stile, Hugo Chávez alterna pacate riflessioni di geopolitica continentale a fremiti rivoluzionari. Telesur è ora «la strada per l'integrazione sudamericana, una barca libera di navigare nelle acque della verità» oppure «un'arma potente per affrontare la controrivoluzione e l'imperialismo culturale del Nord». Ovviamente nulla poteva eccitare di più il leader venezuelano dell'iniziativa intrapresa qualche giorno fa da un parlamentare della Florida, Connie Mack, il quale è riuscito a far approvare dal Congresso un finanziamento per promuovere programmi radio e tv diretti al Venezuela. Per Mack, Chávez è un dittatore sulle orme di Castro e gli Usa devono rispondere a Telesur come fanno, da decenni, con Cuba attraverso il sistema radiotv Martí . «Benissimo - ha risposto Chavez -. Vogliono la guerre delle onde? L'avranno».
E' ancora presto per sapere se Telesur diventerà una versione sudamericana di Al Jazira , polemica ma autorevole, oppure si limiterà a replicare via satellite la propaganda della tv di Stato venezuelana, alternata alle immagini delle sfilate dell'Avana per Castro. Per Chávez, grande comunicatore, l'idea è sfuggire all'assedio mediatico.
Il suo governo, nonostante i tratti autoritari, è tartassato da anni dai canali privati, che lui accusa di «golpismo». Le prime trasmissioni di Telesur hanno già suscitato polemica con i vicini colombiani, indignati per le immagini riservate a Tirofijo, vecchio capo della guerriglia delle Farc, nascosto nella foresta da mezzo secolo. «Era un programma dedicato a tanti personaggi sudamericani - si difendono da Telesur -. Nessuna propaganda a favore delle Farc».
Ben più rilevante, secondo i promotori della nuova tv, è il programma che ha avviato le trasmissioni. Un sondaggio per le strade, attraverso il quale veniva chiesto ai passanti se sapevano chi fosse Bill Clinton e chi fosse Belisario Betancourt. Tutti hanno riconosciuto l'ex presidente Usa, pochissimi si ricordavano del leader colombiano degli Anni Ottanta. Una chiara dimostrazione, secondo Telesur , dell'esistenza di un imperialismo culturale.

Rocco Cotroneo

Dal Corriere della Sera di oggi


cocoloco
00domenica 31 luglio 2005 11:11
sabato 30 luglio 2005 (18h08) :
Isteria statunitense contro Telesur


Non è passato un solo giorno da domenica 24 luglio, quando sono iniziate ufficialmente le trasmissioni di Telesur -l’emittente satellitare latinoamericana con base a Caracas- senza che si siano registrate reazioni da parte del governo degli Stati Uniti.
di Gennaro Carotenuto

Telesur, un servizio pubblico multistatale che ha come soci Venezuela, Argentina, Uruguay e Cuba e che si propone l’ambizioso obbiettivo di riequilibrare il predominio mediatico statunitense sull’America Latina, sembra avere davvero colpito nel segno. [\\] E’ ancora quasi invisibile, trasmette appena quattro ore al giorno e raggiunge poche decine dei 700 milioni di spettatori potenziali in tre continenti, ma causa nell’amministrazione statunitense reazioni ogni giorno più scomposte.

Prima ancora di cominciare a trasmettere, Telesur aveva già collezionato un record, avendo portato il governo di Washington ad approvare un decreto, che dovrà essere convertito in legge dal congresso degli Stati Uniti, che autorizza misure contro le trasmissioni del nascituro canale televisivo. Patrocinate dal deputato repubblicano Conny Mack, alcune organizzazioni d’opposizione al governo venezuelano negli Stati Uniti hanno già preannunciato il lancio di un’inusuale “campagna continentale contro Telesur”. La TV, è la terribile accusa “è un canale di diffusione del pensiero di sinistra”. Dopo vent’anni di monopolio del pensiero unico neoliberale risulta difficile accetare che qualcuno continui a pensare in maniera distinta.

L’isteria contro Telesur è già considerata un errore tattico negli stessi Stati Uniti. Alcuni editoriali, tra i quali quello del Miami Herald di giovedì, invitano l’amministrazione repubblicana a riflettere sulla strategia del corpo a corpo scelta contro Telesur in quella che è già diventata, secondo il quotidiano della Florida, un’infruttuosa guerra di propaganda.

Appena lunedì l’ambasciatore statunitense a Caracas, William Brownfeld, con il tono che si conviene ad un viceré, ha dichiarato che Telesur non ha nulla da temere a patto che non emetta nulla di contrario agli interessi degli Stati Uniti. Tuttavia, ha minacciato l’ambasciatore, in caso di messaggi “inappropriati”, gli Stati Uniti reagiranno. Nell’attesa di sapere se la reazione di Washington sarà simile a quella contro la televisione di Belgrado durante la guerra del 1998, da almeno quindici giorni si continua a parlare di un unico fotogramma, inserito in uno spot promozionale di Telesur, che inquadra il capo della guerriglia colombiana Manuel Marulanda. Scandalizzato dal fotogramma, si è scomodato il sottosegretario al Dipartimento di Stato Nicholas Burns, che ha parlato di “gravissima provocazione”. Nella sigla del TG2 della RAI, e chissà in quanti altri, c’è un fotogramma che mostra Osama Bin Laden, ma si ignora se Washington abbia mai considerato la sigla del TG2 come una gravissima provocazione.

In realtà quello che preoccupa gli Stati Uniti non è Marulanda, ma il fatto che il sindaco di Bogotá, il socialdemocratico Luís Eduardo Garzón, ha acquistato un canale televisivo per permettere la trasmissione gratuita di Telesur in tutta la regione della capitale colombiana. E’ un’iniziativa che preoccupa perché trova proseliti, ogni giorno vi sono annunci, in tutto il continente. In Brasile, nonostante lo scoglio della lingua, migliaia di comunità isolate, si stanno attrezzando autofinanziandosi per poter ricevere via satellite il segnale di Telesur. E’ un “segnale” che preoccupa quello dell’interesse alla diffusione di Telesur, come preoccupa terribilmente il fatto che l’emittente abbia un accordo di cooperazione con Al Jaazera che permetterà di trasmettere fuori del mondo arabo le immagini e le notizie provenienti dalle 18 troupe che la televisione tiene in Iraq. Così per la prima volta anche negli Stati Uniti, dove basta una parabola per accedere al segnale di Telesur, ci sarà un controcanto al monopolio informativo sui trionfi bellici in Iraq.

Sopratutto, ed è la colpa imperdonabile, che impone a Washington lo scontro frontale contro Telesur, per la prima volta l’informazione alternativa esce dai circuiti ristretti della stampa scritta o di Internet ed entra in tutte le case, puntando alle masse. Il terreno di scontro tra Telesur e il punto di vista monopolista espresso da CNN e affiliate è il telecomando di centinaia di milioni di latinoamericani. Preoccupa, indigna, che con Telesur questi possano scegliere.

Telesur, molto prima del previsto, e molto prima di poter essere materialmente efficace nel suo mandato di orientare verso sud la bussola del sistema informativo continentale, è già la cartina tornasole di un fenomeno molto più ampio. Per la prima volta dopo molti decenni gli Stati Uniti vedono altri soggetti attivi in politica estera, ingerire nel giardino di casa. In settimana Hugo Chávez ha proposto ufficialmente che Cuba partecipi al vertice americano di novembre a Buenos Aires. L’Avana è esclusa da tutte le organizzazioni continentali da oltre un quarantennio. Quello di Chávez è al momento uno sproposito diplomatico. Ma, al tempo del “Consenso di Washington, non sarebbe stato neanche proponibile. Sempre nell’isterica settimana trascorsa, Roger Noriega, segretario di stato per l’emisfero occidentale del Dipartimento di Stato, in un ispirato discorso in parlamento, ha denunciato le gravissime ingerenze di Venezuela e Cuba nella crisi venezuelana.

Noriega afferma che ci sono prove inequivocabili di tali ingerenze, ma non c’è bisogno che le mostri. E’ vero, Evo Morales, che il 4 dicembre diventerà il primo presidente indigeno della storia della Bolivia, viaggia continuamente a Caracas, l’Avana, e Buenos Aires, e Brasilia, e Montevideo, dov’è accolto da amico e con onori da capo di stato. Ma da che pulpito, Noriega! Tre anni fa, quando al ballottaggio arrivarono lo stesso Evo Morales e Gonzalo Sánchez de Losada -famoso per parlare meglio in inglese che in spagnolo e per le decine di cittadini fatti assassinare prima di fuggire a Miami lo scorso anno- l’ambasciatrice statunitense in un infuocato discorso al Parlamento di La Paz, indusse -obbligò sotto un diluvio di minacce- i deputati a non eleggere Morales.





giordaloco
00domenica 31 luglio 2005 11:38
Quì si scade nel ridicolo, una parte del governo americano si è bevuto il cervello, blaterano tanto di libertà sotto tutte le forme ma non appena qualcuno usa queste libertà si indignano e cercano di correre ai ripari.

Le agitazioni, proposte, e reazioni si commentano da sole , altro calo di fiducia a livello mondiale ; ma li hanno gli esperti di pubbliche relazioni ?

Staremo a vedere se la logica e il buonsenso prevarranno o no.
carib.e
00lunedì 1 agosto 2005 00:04
Il sito di Telesur

www.telesurtv.net



Gian di Genova
00lunedì 1 agosto 2005 09:17
x Giordaloco
Caro Giordano, se sono riusciti a farti scendere in campo su questioni politiche ed a farti incavolare pur non essendo notoriamente schierato politicamente, e' evidente che gli USA l'hanno fatto grossa[SM=x82288] [SM=x82288] La liberta' e' un prodotto che deve dagli USA essere solo esportato ma che nessuno si azzardi ad importarlo in casa Loro o nei paesi limitrofi perche' questo e' un onere che gli e' stato dato dal Supremo. Forse ho iniziato la settimana nervoso perche' gli altri partono ed io resto o perche' non ce la faccio piu' a sopportare i difensori della liberta' unilaterale.
Ciao a tutti, Gian[SM=x82287]
cocoloco
00lunedì 1 agosto 2005 09:30
Re: x Giordaloco

Scritto da: Gian di Genova 01/08/2005 9.17
Caro Giordano, se sono riusciti a farti scendere in campo su questioni politiche ed a farti incavolare pur non essendo notoriamente schierato politicamente, e' evidente che gli USA l'hanno fatto grossa[SM=x82288] [SM=x82288] La liberta' e' un prodotto che deve dagli USA essere solo esportato ma che nessuno si azzardi ad importarlo in casa Loro o nei paesi limitrofi perche' questo e' un onere che gli e' stato dato dal Supremo. Forse ho iniziato la settimana nervoso perche' gli altri partono ed io resto o perche' non ce la faccio piu' a sopportare i difensori della liberta' unilaterale.
Ciao a tutti, Gian[SM=x82287]



Tranquillo Amico

Pensa a come avresti potuto iniziare la settimana se il piú attivo e convinto difensore della liberta' unilaterale di questo forum non fosse partito in vacanza[SM=g27828] [SM=g27828]

Dai Gian prima o poi tocca anche a noi[SM=x82294] [SM=x82308] [SM=x82307]

[SM=x82287]
giordaloco
00lunedì 1 agosto 2005 09:53
Si ragazzi , calma e sopportazione; ioi le vacanze le ho già fatte ma non escludo la possibilità di ricominciare a novembre.

Ciao Giordano

Ps: Quando mi toccano la libertà mi infurio sempre e comunque.
AiRe
00martedì 2 agosto 2005 02:51
Isteria statunitense contro Telesur


Telesur, un servizio pubblico multistatale che ha come soci Venezuela, Argentina, Uruguay e Cuba e che si propone l'ambizioso obbiettivo di riequilibrare il predominio mediatico statunitense sull'America Latina, sembra avere davvero colpito nel segno.
E' ancora quasi invisibile, trasmette appena quattro ore al giorno e raggiunge poche decine dei 700 milioni di spettatori potenziali in tre continenti, ma causa nell'amministrazione statunitense reazioni ogni giorno più scomposte. Prima ancora di cominciare a trasmettere, Telesur aveva già collezionato un record, avendo portato il governo di Washington ad approvare un decreto, che dovrà essere convertito in legge dal congresso degli Stati Uniti, che autorizza misure contro le trasmissioni del nascituro canale televisivo. Patrocinate dal deputato repubblicano Conny Mack, alcune organizzazioni d'opposizione al governo venezuelano negli Stati Uniti hanno già preannunciato il lancio di un'inusuale "campagna continentale contro Telesur". La TV, è la terribile accusa, "è un canale di diffusione del pensiero di sinistra". Dopo vent'anni di monopolio del pensiero unico neoliberale risulta difficile accetare che qualcuno continui a pensare in maniera distinta.


L'isteria contro Telesur è già considerata un errore tattico negli stessi Stati Uniti. Alcuni editoriali, tra i quali quello del Miami Herald di giovedì, invitano l'amministrazione repubblicana a riflettere sulla strategia del corpo a corpo scelta contro Telesur in quella che è già diventata, secondo il quotidiano della Florida, un'infruttuosa guerra di propaganda.


Appena lunedì l'ambasciatore statunitense a Caracas, William Brownfeld, con il tono che si conviene ad un viceré, ha dichiarato che Telesur non ha nulla da temere a patto che non emetta nulla di contrario agli interessi degli Stati Uniti. Tuttavia, ha minacciato l'ambasciatore, in caso di messaggi "inappropriati", gli Stati Uniti reagiranno. Nell'attesa di sapere se la reazione di Washington sarà simile a quella contro la televisione di Belgrado durante la guerra del 1998, da almeno quindici giorni si continua a parlare di un unico fotogramma, inserito in uno spot promozionale di Telesur, che inquadra il capo della guerriglia colombiana Manuel Marulanda. Scandalizzato dal fotogramma, si è scomodato il sottosegretario al Dipartimento di Stato Nicholas Burns, che ha parlato di "gravissima provocazione". Nella sigla del TG2 della RAI, e chissà in quanti altri, c'è un fotogramma che mostra Osama Bin Laden, ma si ignora se Washington abbia mai considerato la sigla del TG2 come una gravissima provocazione.


In realtà quello che preoccupa gli Stati Uniti non è Marulanda, ma il fatto che il sindaco di Bogotá, il socialdemocratico Luís Eduardo Garzón, ha acquistato un canale televisivo per permettere la trasmissione gratuita di Telesur in tutta la regione della capitale colombiana. E' un'iniziativa che preoccupa perché trova proseliti, ogni giorno vi sono annunci, in tutto il continente. In Brasile, nonostante lo scoglio della lingua, migliaia di comunità isolate si stanno attrezzando autofinanziandosi per poter ricevere via satellite il segnale di Telesur. E' un "segnale" preoccupante l'interesse alla diffusione di Telesur, come preoccupa terribilmente il fatto che l'emittente abbia un accordo di cooperazione con Al Jaazera, che permetterà di trasmettere fuori del mondo arabo le immagini e le notizie provenienti dalle 18 troupe che la televisione tiene in Iraq. Così, per la prima volta anche negli Stati Uniti, dove basta una parabola per accedere al segnale di Telesur, ci sarà un controcanto al monopolio informativo sui trionfi bellici in Iraq.


Sopratutto, ed è la colpa imperdonabile che impone a Washington lo scontro frontale contro Telesur, per la prima volta l'informazione alternativa esce dai circuiti ristretti della stampa scritta o di Internet ed entra in tutte le case, puntando alle masse. Il terreno di scontro tra Telesur e il punto di vista monopolista espresso da CNN e affiliate è il telecomando di centinaia di milioni di latinoamericani. Preoccupa, indigna, che con Telesur questi possano scegliere.


Telesur, molto prima del previsto, e molto prima di poter essere materialmente efficace nel suo mandato di orientare verso sud la bussola del sistema informativo continentale, è già la cartina di tornasole di un fenomeno molto più ampio. Per la prima volta dopo molti decenni gli Stati Uniti vedono altri soggetti, attivi in politica estera, ingerire nel giardino di casa. In settimana Hugo Chávez ha proposto ufficialmente che Cuba partecipi al vertice americano di novembre a Buenos Aires. L'Avana è esclusa da tutte le organizzazioni continentali da oltre un quarantennio. Quello di Chávez è al momento uno sproposito diplomatico. Ma, al tempo del "Consenso di Washington", non sarebbe stato neanche proponibile. Sempre nell'isterica settimana trascorsa, Roger Noriega, segretario di stato per l'emisfero occidentale del Dipartimento di Stato, in un ispirato discorso in parlamento, ha denunciato le gravissime ingerenze di Venezuela e Cuba nella crisi venezuelana.


Noriega afferma che ci sono prove inequivocabili di tali ingerenze, ma non c'è bisogno che le mostri. E' vero, Evo Morales, che il 4 dicembre diventerà il primo presidente indigeno della storia della Bolivia, viaggia continuamente a Caracas, l'Avana, e Buenos Aires, e Brasilia, e Montevideo, dov'è accolto da amico e con onori da capo di stato. Ma da che pulpito, Noriega! Tre anni fa, quando al ballottaggio arrivarono lo stesso Evo Morales e Gonzalo Sánchez de Losada - famoso per parlare meglio in inglese che in spagnolo e per le decine di cittadini fatti assassinare prima di fuggire a Miami lo scorso anno - l'ambasciatrice statunitense in un infuocato discorso al Parlamento di La Paz, indusse - obbligò sotto un diluvio di minacce - i deputati a non eleggere Morales.


www.gennarocarotenuto.it

www.socialpress.it/article.php3?id_article=955
cocoloco
00martedì 2 agosto 2005 14:45
Cubanos verán TeleSur desde hoy


La Habana, 1 ago (PL) Cuba refuerza su imagen e identidad latinoamericana desde hoy con la transmisión de una hora diaria de los más destacados programas de TeleSur, canal nacido el pasado 24 de julio en Venezuela para romper el imperio mediático.

El diario Granma informa que a partir de este lunes 1 de agosto, el Canal Educativo 2 ofrecerá diariamente una selección de lo mejor de la televisora regional, que salió al aire oficialmente el mismo día que se cumplieron 222 años del natalicio de Simón Bolívar.

La cadena TeleSur, en la que Venezuela es socio mayoritario, junto con Argentina, Cuba y Uruguay, tiene como premisa impulsar la integración latinoamericana, rescatar la identidad regional y luchar contra el imperialismo.

Según sus directivos basará la mayor parte de su programación en espacios informativos. Desde ahora cuenta con 10 corresponsalías en el continente americano y pretende lograr una amplia cobertura que abarque también Europa y el norte de Africa.

Asimismo trascendió que TeleSur podrá ser vista mediante canales transmitidos por cable o de señal abierta de Argentina, Brasil, Venezuela, República Dominicana y Guatemala, entre otros.

Esta recepción debe ir ampliándose paulatinamente, pese a la resistencia y presiones de Estados Unidos.

El gobierno de Washington aprobó recientemente una enmienda que autoriza potenciar transmisiones de radio y televisión hacia Venezuela para contrarrestar el mensaje integracionista del joven canal.






AiRe
00sabato 11 febbraio 2006 03:57
10/02/2006 - 18:50


Argentina: iniziano trasmissioni di Telesur






BUENOS AIRES - Iniziano oggi in Argentina le trasmissioni di Telesur (Nueva Televisora del Sur), il canale latinoamericano finanziato in gran parte dai petrodollari del governo Chavez e nato da un accordo tra Venezuela, Cuba, Argentina e Uruguay.

Il canale è stato presentato dal suo direttore, l'uruguayano Aram Aronhian, come l'alternativa alla Cnn. Il 51% del capitale di Telesur è stato garantito dal governo venezuelano. L'Argentina ha promesso fondi per il 20%, Cuba (19%), l'Uruguay (10%).

La programmazione della televisione, fortemente voluta soprattutto da Hugo Chavez e Fidel Castro, viene dal Venezuela e prevede un notiziario di un'ora. In Argentina Telesur sarà trasmessa dal canale via cavo Ciudad Abierta e dal canale statale Canal 7.


www.tio.ch/common_includes/pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=257709&...
AiRe
00sabato 11 marzo 2006 02:02
L'Avana. 10 Marzo 2006



L’Uruguay farà parte di TELESUR
• Lo ha chiesto il governo di Tabarè Vásquez

Il governo del presidente Tabaré Vázquez ha inviato al Parlamento un Progetto Legge per far sì che l’Uruguay faccia parte ufficialmente della catena internazionale di TV, TELESUR, alla quale partecipano Argentina, Brasile, Cuba e Venezuela.

La risoluzione dice che il denaro per partecipare a TELESUR sarà a carico del Ministero di Educazione e Cultura.

Jorge Borsetto, ministro di cultura e presidente del Frente Ampio, ha affermato che l’investimento del governo dell’Uruguay sarà minimo, perchè la partecipazione avverrà soprattutto attraverso i programmi di produzione nazionale.

Il governo di Vázquez aveva chiesto a TELESUR, che trasmette da Caracas, di eliminare dai suoi segnali qualsiasi simbolo che potesse far pensare all’Uruguay come a un membro integrante la catena, sino a che il Parlamento non avrà approvato la partecipazione.

Il direttore generale di Telesur, Abram Aharonian, che è uruguaiano ma risiede a Caracas, ha detto che questa antenna è un’impresa multi statale latino americana il cui capitale iniziale è stato apportato dal Venezuela, con il 51%, dall’Argentina con il 20%, Cuba con il 19% e Brasile con il 10%.

La produzione di documentari e programmai è eseguita da produttori indipendenti e canali di TV regionali, comunità, università e organizzazioni sociali.

Durante una visita a Montevideo, un anno fa Aharonian aveva segnalato che l’emittente si proponeva d’essere un canale plurale : "Orgoglioso della diversità culturale etnica dei nostri popoli".

Allora aveva anticipato che andava in Uruguay a dare la visione dei nostri stessi popoli di quella che sarà la CNN dell’America Latina.

Il segnale di TELESUR in Uruguay si vede con la Televisione Nazionale e il canale privato via cavo TV Libre (ANSA).


www.granma.cu/italiano/2006/marzo/vier10/telesur-it.html
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