NEWS AVIARIA GIUGNO 2006

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marco cotti
00venerdì 2 giugno 2006 11:11
Aviaria: Fao, confermata responsabilità volatili selvatici






ROMA - Gli uccelli migratori selvatici hanno avuto ed è probabile che continueranno ad avere, un ruolo nel trasporto su lunghe distanze del virus dell'influenza aviaria altamente patogena (Hpai). E' quanto emerge dal documento finale redatto al termine della conferenza scientifica internazionale di due giorni organizzata dalla Fao e dall'Oie, l'Organizzazione Mondiale di Salute Animale.

Ma gli oltre 300 studiosi e ricercatori provenienti da più di 100 Paesi che vi hanno partecipato, hanno anche riconosciuto che il virus si è diffuso principalmente attraverso il commercio di pollame, sia legale che illegale. Non esiste ancora una risposta univoca, invece, per quanto riguarda il ruolo degli uccelli selvatici nella diffusione della malattia in oltre 50 Paesi di tre diversi continenti e se i volatili selvatici debbano o meno considerarsi serbatoi permanenti del virus. Se lo sono, rende noto la Fao, con tutta probabilità porteranno il virus con sé nelle future migrazioni.

Altrimenti, il virus H5N1 potrebbe recedere naturalmente, quando gli animali infetti muoiono o mutare in forme meno aggressive. Ciò che è fondamentale secondo i ricercatori è perseverare nella ricerca e rendere sempre più funzionali i servizi veterinari.



ATS
2.6.06
psitta
00venerdì 2 giugno 2006 11:23
news 2 del 2.6.06
Europa: fatti e cifre
Servizio speciale realizzato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri



AVIARIA: PRESSING BRUXELLES A GOVERNI SU SCORTE ANTIVIRALI UE
(AGI) - Bruxelles, 31 mag. - Pressing della Commissione Ue ai governi per prendere decisioni concrete sulla possibilita' di costituire scorte di antivirali Ue. L'appello e' arrivato oggi dal portavoce del commissario alla Salute Markos Kyprianou che ha sollecitato una decisione in merito in occasione del Consiglio dei ministri Ue che si riunira' venerdi' a Lussemburgo.
"La Commissione Ue considera - ha detto Philip Tod - che e' tempo per i ministri di prendere decisioni politiche se creare o no scorte strategiche di antivirali a livello europeo".
Queste, ha spiegato il portavoce, andrebbero comunque a integrare le scorte nazionali.
Intanto oggi la Commissione Ue ha pubblicato il primo studio del lavoratorio di Weybridge sulla diffusione dell'influenza aviaria nell'Unione negli ultimi 10 mesi, da cui e' emerso che tra febbraio e maggio 2006 sono stati individuati 741 casi di aviaria (virus H5N1) in 13 stati membri, tra cui anche l'Italia. Il maggior numero di casi sono stati individuati in Germania, 326, in minor numero in Gran Bretagna (1). In Italia sono stati riscontrati 16 casi mentre non e' stato complessivamente registrato nessun caso di trasmissione umana del virus. Tra circa 60.000 uccelli selvatici esaminati il 62,8% di uccelli infetti sono risultati cigni, seguito da un 16,3% di anatre e un 4,5% di oche.
Per quanto riguarda gli umani, i dati della Who, riportano che complessivamente, dalla fine del 2003, l'influenza aviaria ha contagiato circa 200 persone nel mondo e uccise 120. (AGI) -
311436 MAG 06
COPYRIGHTS 2002-2006 AGI

marco cotti
00sabato 3 giugno 2006 09:35
News del 3.6.06
INFLUENZA AVIARIA. Kyprianou: "Mantenere elevato il grado di sorveglianza sugli uccelli"
01/06/2006 - 11:22


Per il commissario europeo alla sanità Markos Kyprianou "non si può abbassare la guardia di fronte alla minaccia che l'influenza aviaria rappresenta per l'Europa e per il resto del mondo, verosimilmente ancora per lunghi mesi". Il commissario europeo ha così commentato la presentazione dei risultati epidemiologici sulla sorveglianza europea degli uccelli selvatici che sono stati illustrati ieri alla conferenza scientifica internazionale sull'influenza aviaria a Roma.

Negli ultimi 10 mesi sono stati realizzati in Europa circa 100.000 test per ricercare l'eventuale presenza in uccelli selvatici del virus dell'influenza aviaria ad alta virulenza H5N1. Negli ultimi mesi - tra febbraio e maggio - in occasione della migrazione degli uccelli, sono stati individuati 741 casi di influenza aviaria in 13 stati membri. Il numero più elevato é stato registrato in Germania (326), Austria (117) e Polonia (64). I casi meno numerosi, in Italia e Ungheria (con 16 casi ciascuno), Repubblica Ceca (14), Slovacchia (2) e Regno Unito (1). Per prepararsi ad un'eventuale epidemia di influenza aviaria - ha indicato Philip Tod, portavoce del commissario Kyprianou - la Commissione europea ha invitato i ministri della salute dell'Ue, che si riuniscono venerdì a Lussemburgo, a prendere la decisione politica di creare o meno una scorta strategia europea di farmaci antivirali.

Kyprianou ha indicato che proprio "la stretta sorveglianza degli uccelli selvatici e del pollame è stato uno dei fattori chiave della strategia europea per respingere il virus: il sistema di sorveglianza rappresenta uno strumento fondamentale in quanto contribuisce a ridurre al minimo il rischio di introduzione e di diffusione della malattia".

2006 - redattore: VC

marco cotti
00martedì 6 giugno 2006 09:50
news del 6.6.06
FAO: l'approfondimento della ricerca sull'influenza aviaria


2006-06-01 17:51:22 cri
Il 31 maggio durante la conferenza internazionale dell'influenza aviaria tenutasi a Roma, gli esperti relativi provenienti dalle varie regioni del mondo hanno ritenuto all'unanimità che l'attuale ricerca che l'umanità sta compiendo nei confronti dell'influenza aviaria necessita di un approfondimento, quanto alla prevenzione e controllo dell'influenza aviaria, la Comunità internazionale deve rafforzare ulteriormente la cooperazione.

Lo stesso giorno il Veterinario Capo della FAO Joseph Domenech ha affermato ai massmedia che finora nella ricerca dei vari Paesi sull'influenza aviaria, esistono alcune vie di uscita, l'umanità ha un lungo cammino da compiere nella ricerca profonda e completa sull'origine epidemica e sulla diffusione, nonchè sulle mutazioni del virus dell'influenza aviaria; pertanto la Comunità internazionale deve continuare a rafforzare la cooperazione e scambiare in tempo le informazioni ed esperienze acquisite dai vari Paesi, in modo da risolvere congiuntamente l'enigma.
marco cotti
00mercoledì 7 giugno 2006 08:54
News del 7.06.06
SANITA': CODACONS, «MINISTRO TURCO DICA VERITA' SU AVIARIA»

(AGE) ROMA - Allarmanti i risultati di una ricerca Usa che contesta i dati ufficiali dell’Oms sull’influenza aviaria. Un gruppo di esperti ha stimato infatti in circa 30 i casi di “contagio umano” del virus, mentre per l’Oms sarebbero solo tre. “In Italia l’emergenza aviaria sembra sparita – afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi – e da mesi non si parla più dell’influenza che per settimane è stata al centro dell’attenzione di istituzioni e mass media. Chiediamo al Ministro Turco – prosegue Rienzi – di fare chiarezza sull’argomento, e se l’aviaria è realmente scomparsa, e l’Italia non rientra più tra i paesi a rischio, allora risolvere i contratti miliardari con le case farmaceutiche per i vaccini e gli antibiotici. Misura questa che darebbe respiro ai conti pubblici e consentirebbe di non imporre restrizioni alle Regioni”. (AGE)
marco cotti
00domenica 11 giugno 2006 19:43
news del 11.6.06
S. PIETROBURGO, 13.29
G8: serve cooperazione contro rischi influenza aviaria
10/06/2006 13.29.00
[Notizie dal mondo]


(ANSA) - S. PIETROBURGO, 10 giu - L'influenza aviaria rimane ancora un rischio. Lo dicono i ministri finanziari riuniti nel G8 di settore a San Pietroburgo. E contro i timori di una pandemia per i ministri e' richiesta 'una preparazione per facilitare la cooperazione tra i paesi nella messa a punto di piani di contingentamento, che riguardino anche il settore finanziario.'Apprezziamo il lavoro portato avanti dal Fmi - dicono i ministri - e incoraggiamo sforzi nell'aiutare i paesi ad elaborare i loro piani'. KQA-IMP

marco cotti
00sabato 17 giugno 2006 11:21
news del 16.6.06
16 Giugno 2006
CINA - HONG KONG
Influenza aviaria: un nuovo malato in Cina

Non è chiara la causa del contagio, in una zona dove non risultano casi tra gli uccelli. Hong Kong bandisce l’importazione di pollame.



Pechino (AsiaNews/Scmp) – Confermato un nuovo caso di influenza aviaria in Cina. Da oggi Hong Kong ha bandito l’importazione di pollame.

Un uomo di 31 anni, dello Shenzhen, è in condizioni critiche. L’uomo vive nel villaggio di Anliang, distretto di Longgang, e lavora per una fabbrica di scarpe. Non è ancora stata accertata la causa del contagio, anche se con certezza ha visitato il mercato del pollame. I primi sintomi sono emersi il 3 giugno. Analisi condotte su 98 persone a lui vicine sono state negative. Nello Shenzhen non si ha notizia di contagi tra il pollame.

Hong Kong ha subito bandito l’importazione di pollame per tre settimane. Ogni giorno arrivano circa 20 mila polli dal Guangdong, oltre a migliaia di pulcini e altri volatili. E’ il secondo divieto dallo scorso marzo, dopo la morte per la malattia di un uomo a Guangzhou. “La sospensione delle importazioni è una misura di prevenzione – ha detto ieri York Chow Yat-ngok, segretario per Salute, benessere e alimentazione – necessaria quale misura di sicurezza e per dare tempo alle autorità preposte di svolgere un’accurata ricerca”. Prevista la revoca del divieto, se nella zona non ci saranno altri casi di contagio tra persone o uccelli.

Previsto – dice Tsui Ming-tuen, presidente dell’Associazione di Hong Kong dei commercianti all’ingrosso di pollame vivo - almeno un raddoppio del prezzo dei polli.

Sono intanto ricoverate in ospedale con sintomi di polmonite 10 persone che di recente sono state nel Guangdong e nell’Hubei; si attendono gli esiti delle analisi.

Il malato del quale si è avuta notizia il 19° contagio umano in Cina, con 12 decessi. Ci sono state oltre 40 epidemie tra gli uccelli in oltre 12 province. (PB)

marco cotti
00sabato 17 giugno 2006 11:23
News 2 del 16.6.06
14 Marzo 2006
ASIA
Influenza aviaria: aumentano i Paesi contagiati

Preoccupazione per la nuova stagione migratoria. 3 decessi in Azerbaigian. Primi contagi tra gli uccelli in Afghanistan.



Ginevra (AsiaNews/Agenzie) - Al 14 marzo ci sono stati oltre 180 malati accertati per influenza aviaria con 101 decessi. Sono i dati ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Intanto il virus arriva in nuovi Paesi.

Gli effettivi contagi sono con certezza maggiori, poiché il dato comprende solo i casi accertati nei laboratori accreditati dall'Oms. Gli esperti ritengono che molti casi non vengano conosciuti per la carente organizzazione sanitaria di alcuni Paesi contagiati e la scarsità di laboratori accreditati. Intanto la nuova stagione migratoria fa giungere il virus in nuovi Paesi.

Azerbaigian. Le analisi ufficiali dell'Oms hanno confermato 11 contagi, con 3 morti. Le vittime erano tutte residenti nella meridionale regione di Salyan. Il virus H5N1 all'inizio di marzo ha colpito gli uccelli della regione di Gilyazi vicino al mar Caspio, dove sono stati abbattuti 500 mila uccelli per fermare il contagio.

Afghanistan. Primi casi di contagio in alcuni pollai di cortile nella capitale Kabul e a Jalalabad nella provincia orientale di Nangarhar. Si attendono le analisi per conferma. Il Paese è una via di passaggio per gli uccelli migratori, anche da Stati già infettati come Iran e India.

Cina. Disposte ispezioni sanitarie nel Guangdong per accertare l'assenza di contagi tra gli uccelli. Occorre decidere se eliminare il divieto posto da Hong Kong all'importazione di pollame, istituito per tre settimane dopo che il 2 marzo nella regione la malattia ha ucciso una donna. (PB)

marco cotti
00venerdì 23 giugno 2006 15:10
news del 23.6.06
viaria, Oms: virus H5N1 mutato in Indonesia, non trasmissibile
venerdì, 23 giugno 2006 1.46
Versione per stampa



GINEVRA (Reuters) - Il ceppo H5N1 del virus dell'influenza aviaria è in qualche modo mutato tra gli indonesiani, ma non si può evolvere in una forma che si trasmette tra esseri umani, ha detto l'Organizzazione Mondiale della Sanità oggi.

Un portavoce dell'agenzia delle Nazioni Unite, Maria Cheng, ha detto che queste considerazioni sono il risultato delle indagini svolte sui recenti casi nel nord di Sumatra, con la morte di sette membri della stessa famiglia a maggio.

"Sono state trovate prove della mutazione del virus, mostrate in una relazione presentata di recente al governo (indonesiano). Si trattava di un riassunto delle indagini sul caso della famiglia nel nord di Sumatra", ha detto a Reuters a Ginevra, rispondendo alle domande che le venivano rivolte.

"Ma non è mutato in una forma tale da permettergli la trasmissione da uomo a uomo, lo dimostra il fatto che il virus non sia andato oltre l'epidemia", ha aggiunto.

Funzionari indonesiani e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno esaminato da vicino più di 50 casi, isolando le vittime per diverse settimane dall'inizio della malattia, ma nessuno ha sviluppato dei sintomi di contagio, secondo l'agenzia che ha sede a Ginevra.

Il virus si è diffuso in Asia, Medio Oriente, Africa ed Europa, e ha ucciso circa 100 persone nel mondo dalla fine del 2003.
(reuters)
marco cotti
00venerdì 23 giugno 2006 15:13
news 2 del 23.6.06
GINEVRA, 14.05
AVIARIA:INDONESIA;OMS, VIRUS MUTATO MA NON FACILE UOMO-UOMO
23/06/2006 14.05.00
[Salute]

(ANSA) - GINEVRA, 23 GIU - In Indonesia e' stata osservata una mutazione del virus H5N1 responsabile dell'influenza aviaria ma tale variazione non ha reso il virus piu' facilmente trasmissibile da uomo a uomo, ha affermato oggi a Ginevra l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms). ''I virus dell'influenza cambiano in continuazione ed una mutazione e' stata osservata in Indonesia, ma non abbiamo indicazioni che il virus si sia evoluto in una forma facilmente trasmissible tra umani'', ha detto la portavoce dell'Oms Maria Cheng parlando dei risultati delle analisi condotte su campioni prelevati presso i sette membri di una stessa famiglia indonesiana sterminata dal virus in maggio nella parte settentrionale dell'isola di Sumatra. ''Le variazioni sono state osservate negli ultimi due casi registrati'', ha ancora precisato Cheng. La portavoce ha inoltre ribadito che nel caso della famiglia indonesiana e' stato osservato un episodio di trasmissione multipla: per la prima volta dallo scoppio dei casi umani, la catena di trasmissione non si e' fermata subito dopo il primo contagio, ma ha raggiunto una terza persona, ha detto Cheng. Tuttavia questo ''non dimostra che il virus si sia comportato in modo di diverso. La trasmissione risulta da contatti molto ravvicinati'', ha aggiunto. Il focolaio della famiglia indonesiana e' il piu' esteso dai primi casi umani di influenza aviaria. Il primo caso umano di era stato registrato alla fine del 2003 in Vietnam, da allora un totale di 228 persone (130 decessi) sono state infettate dal virus H5N1 in dieci Paesi. XBV
marco cotti
00domenica 25 giugno 2006 13:09
news del 24.6.06
IHT, "AVIARIA, TRASMESSA DA FIGLIO A PADRE IN INDONESIA"

(AGI) - Roma, 24 giu. - L'Organizzazione mondiale della Sanita' ha accertato in Indonesia la trasmissione del virus dell'influenza aviaria da uomo-a-uomo. L'International Herald Tribune spiega che si tratta del caso di un uomo morto nei giorni scorsi dopo essere stato contagiato dal figlio di dieci anni. Gli investigatori dell'Oms - riferisce IHT - hanno inoltre scoperto che il virus e' mutato leggermente quando e' stato contratto dal ragazzo ma non in modo tale da consentire un piu' facile contagio di altre persone. I virus dell'influenza come l' H5N1 mutano continuamente e gran parte delle mutazioni sono insignificanti dal punto di vista biologico come appare dal cluster indonesiano. 'Il virus e' si' alterato - ha rassicurato il portavoce dell'Oms, Dick Thompson - ma nel modo in cui i virus ordinariamente mutano'.

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24/06/2006 - 11:00
marco cotti
00lunedì 26 giugno 2006 11:13
news del 26.6.06
26 giu 10:21
Aviaria: ricercatori italiani studiano evoluzione genetica H5N1

ROMA - Alcuni ricercatori italiani dell'Istituto superiore di sanita' hanno analizzato l'evoluzione genetica del virus H5N1, responsabile dell'influenza aviaria. Secondo i risultati, ottenuti osservando le modifiche del virus dal 1994 al 2007, emerge un rischio possibile: che i geni che determinano l'aggressivita' del virus mutino e diano vita a un virus piu' pericoloso per l'uomo. Lo studio, unico al mondo, e' stato condotto attraverso software di realizzazione italiana, che hanno permesso di esaminare la sequenza completa del genoma di 684 sottotipi del virus. (Agr)
marco cotti
00mercoledì 28 giugno 2006 08:51
news del 28.6.06
(ANSA) - ROMA, 26 giu - E' sempre presente il rischio che qualche gene fondamentale per determinare l'aggressivita' del virus H5N1 dell'influenza aviaria possa mutare e dare vita ad una versione del virus nuova di zecca e altamente patogena per l'uomo.
Sono le conclusioni di uno studio, unico al mondo, condotto da ricercatori italiani dell'Istituto superiore di sanita' che ha analizzato l'evoluzione genetica del virus dal 1997 al 2004.
Come tutti i virus, anche l'H5N1 ha un piccolo numero di geni in grado di modificarsi nel tempo . Comprendere il meccanismo attraverso cui si verificano questi cambiamenti e' essenziale per poter sviluppare vaccini e farmaci in grado di affrontare un'eventuale pandemia.
I ricercatori (Massimo Ciccozzi, Laura Campitelli, Giovanni Rezza, Isabella Donatelli dell'Iss e Marco Salemi, ricercatore presso l'Universita' della Florida) hanno utilizzato, per la prima volta, degli appositi e sofisticati software per esaminare la sequenza completa del genoma di 684 sottotipi del virus dell'influenza aviaria che hanno infettato uomini e animali dal 1997.
Lo scopo dello studio era quello di scoprire se, in questo arco di tempo, si era verificata la selezione di qualche specifico cambiamento avvenuto nel genoma del virus, in particolare in uno dei sottotipi che avevano infettato l'uomo.
La loro analisi ha mostrato che i sottotipi isolati negli esseri umani erano mischiati con quelli provenienti dal pollame domestico o erano raggruppati per provenienza geografica. Segno che le persone che avevano contratto l'influenza, si erano infettate unicamente a seguito di un contatto diretto con gli animali. Delle mutazioni osservate (tutte casuali), solo tre hanno dato vita ad altrettante versioni del virus particolarmente aggressive, che sono riuscite cioé a superare la barriera del sistema immunitario. Di quei tre, uno, proveniente da una sequenza virale identificata nel 1997, indicava modifiche nel gene PB2, altamente patogeno per i mammiferi, ma non specifico dei sottotipi che avevano infettato l'uomo. Gli altri due, isolati nel 2004, erano il gene HA, che gioca un ruolo importante nella virulenza, e il gene NS1, coinvolto anch'esso nella patogenicita' del virus. Entrambi mostravano di aver subito alterazioni, tali da far loro 'evadere' il sistema immunitario.
Il pericolo, secondo i ricercatori dell'Iss, e' che alcuni di questi sottotipi possano ricombinarsi all'interno della cellula ospite infettandola e producendo una versione del virus nuova di zecca.
Il virus dell'influenza aviaria, ricordano gli esperti, 'riposa' nell'intestino degli uccelli selvatici e, di norma, non provoca loro alcun sintomo né malessere. Puo' pero' essere trasmesso al pollame presente negli allevamenti, provocando disturbi piu' o meno seri e puo' infettare anche gli esseri umani. Dal 1997 ad oggi, l'H5N1 ha fatto strage di milioni di uccelli e ha infettato un centinaio circa di persone, uccidendone la meta'. I risultati di queste ricerche sono state pubblicate sulla versione on line di Microbiology Today.
(ANSA).
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