Mussi conferma: «Lascerò i Ds»
Parlerà venerdì mattina al congresso di Firenze. Poi l’ex Correntone se ne andrà
DOVEVA essere una giornata interlocutoria. Una prova generale in vista della riunione che mercoledì, a Firenze, definirà tempi e modi della partecipazione della Sinistra Ds al congresso nazionale. Non sapeva, il ministro dell’Università Fabio Mussi, leader indiscusso dell’ex Correntone, che avrebbe trascorso la giornata a «difendersi» dagli ultimi assalti della maggioranza del partito. In verità l’assalto più importante, quello più difficile da respingere, si era già consumato la scorsa settimana quando Mussi aveva incontrato il presidente dei Ds, l’amico di un vita, Massimo D’Alema. È lì, in quel lungo faccia a faccia, che il lìder Maximo avrebbe lanciato la sua «proposta indecente»: offrire alla minoranza la sua poltrona, la presidenza della Quercia. Almeno fino alla nascita del Pd. Una carica a tempo determinato che avrebbe permesso alla Sinistra Ds di giocare un ruolo di primo piano in questa fase di transizione (un po’ come succede agli ulivisti di Arturo Parisi che, all’interno della Margherita, esprimono il presidente dell’Assemblea Federale). La trattativa, ovviamente, non trova conferme né al Botteghino, né all’interno del Correntone, ma chi ha partecipato alla riunione del Coordinamento Nazionale della Sinistra Ds ieri a Roma è rimasto abbastanza colpito quando Mussi, concludendo il suo intervento, ha detto: «Ci hanno offerto non un attico, ma un superattico. E io ho rifiutato». Parole che sembrano confermare le indiscrezioni. Presidenza o non presidenza una cosa è certa: l’assalto c’è stato anche se, probabilmente, è arrivato troppo tardi. Mussi e i suoi non hanno più nessuna intenzione di tirarsi indietro. Così, ieri, hanno elaborato la loro strategia in vista dell’assise fiorentina. Una strategia che mercoledì, verrà sottoposta al vaglio degli oltre 200 delegati espressi dalla mozione. Se non ci sarà unanimità, la Sinistra Ds potrebbe decidere di disertare il congresso. Un’ipotesi che, almeno per ora, appare molto remota. All’interno dell’ex Correntone, infatti, confermano che venerdì mattina Fabio Mussi parlerà davanti alla platea del congresso. Il ministro illustrerà le ragioni per cui non condivide il percorso del Pd. Solo dopo l’intervento, spiega Luciano Pettinari, «considereremo conclusa la nostra esperienza nei Ds». Il 5 maggio poi, una manifestazione pubblica a Roma, celebrerà la nascita del nuovo Movimento e il percorso che porterà alla costruzione di gruppi parlamentari autonomi. Un percorso che potrebbe essere più lungo del previsto visto che Mussi punta a coinvolgere anche la terza mozione congressuale di Gavino Angius. Insomma tutto è deciso. Anche per questo, nell’incontro di ieri sera con Mussi, Piero Fassino non ha riaperto il capitolo Firenze. «Venite - avrebbe detto il segretario - ma mantenete i toni bassi». Nel frattempo si intensificano i contatti tra la Sinistra Ds e i possibili interlocutori. Anche i Verdi hanno messo gli occhi su Mussi e il ministro dell’Università, da sempre attento ai problemi dell’ambiente, sarebbe molto interessato all’ipotesi di costruire un percorso comune.
Bene, ora vediamo in quanti lo seguono