Moggi radiato

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il Barista
00giovedì 16 giugno 2011 16:30
GRANDE FIGC [SM=x100070] [SM=x100070]

VOGLIONO LA GUERRA? GLIELA FACCIAMO
Ansa) MILANO - «La sentenza ha disatteso completamente quello che ha detto l'Alta Corte del Coni. C'è qualcuno che pagherà e lo sanno benissimo. Vogliono la guerra? La guerra gliela facciamo. Vedremo questo gioco a cosa porta. Voglio uscire dal calcio quando lo dico io, non quando lo dicono gli altri ingiustamente...». È lo sfogo di Luciano Moggi dopo la notizia della radiazione da parte della Commissione disciplinare della Federcalcio. L'ex direttore generale della Juventus ha parlato mercoledì sera a «Diretta Stadio», il talk di calcio in onda su 7Gold.
LE INTERCETTAZIONI - Moggi ha assicurato di essere pronto a ricorrere in tutti i gradi di appello possibili. Secondo Moggi la sentenza ha disatteso «quello che il Coni voleva attualizzare. Attualizzare significa vedere tutto quello che è successo realmente e non fare un processo parziale su 21 telefonate di un investigatore che ha dimostrato in aula, a Napoli, quello che vale. Questo processo si basa su 21 intercettazioni» sulle quali c'è «una sentenza di Sandulli che dice che non si è consumato nessun illecito». «Hanno guardato solo le nostre 21 intercettazioni - ha proseguito l'ex dirigente bianconero -. È venuto fuori il problema che io sapevo, gli assistenti, quando era uno della Federazione che chiamava a me alle 11.45, a Facchetti e a Meani alle 11.20. C'è un sms dove questo della Federazione dice a Meani: "Arbitro Trefoloni, siamo tutti con voi, non mollate". Questo è un sms che sta agli atti del tribunale. Di queste cose la Federazione non ha tenuto conto. Adesso vediamo se ne terrà conto in futuro. Oppure Facchetti che dice per avere Collina: "Mettete due preclusi, uno Rosetti, e l'altro De Sanctis che aveva arbitrato la settimana prima la Juventus". La Juventus queste cose non le ha mai fatte. E allora bisogna che ora vengano a pari. E adesso la vogliono Calciopoli? L'avranno». (fonte: Ansa)
bentoribeiro
00venerdì 17 giugno 2011 09:10
Non erano balordi di provincia, non erano un fruttivendolo, un dentista, un ex centravanti malato di scommesse. Erano l´amministratore delegato e il direttore generale della Juventus, e il vice presidente della Federcalcio. Erano il massimo del potere possibile. Erano un enorme nucleo di pressioni, complicità, clientele. Erano i piloti occulti di arbitri e arbitraggi. Erano un´associazione a delinquere (sentenza di Napoli su Giraudo, tre anni di galera in primo grado). Erano: e non saranno mai più. Il calcio sporco di oggi prende atto di una grave, importante, attesa sentenza sul calcio sporco di ieri. Perché sporco è sempre. Ma quella era sporcizia di sistema, era "la cupola". Aberrante, altamente inquinante: citiamo il giudice. Meglio tardi che mai. «Mi hanno rubato l´anima», disse Lucianone. Quasi peggio che rubare le partite. Se non eri loro amico, diventavi un nemico. Se non accettavi favori e resistevi alle intimidazioni, eri fuori dal gioco. Perché volevano giocare solo loro, truccando le carte. Questa Italia dalla memoria corta ha ancora permesso a Moggi di fare l´opinionista: patetico, qualche sera fa al Tg1, ascoltarlo dissertare di scommesse, dopo avere perso per sempre la sua. Eppure la Juve rivuole indietro uno degli scudetti di questa banda: serve del coraggio anche solo per chiederlo.

Maurizio Crosetti, Repubblica, pag. 65
bentoribeiro
00venerdì 17 giugno 2011 09:24
ps buon compleanno
[SM=x100134] [SM=x100106]
il Barista
00venerdì 17 giugno 2011 09:24
Paga uno e paga per tutti
E' e sarà Moggi il volto e la storia di Calciopoli. E a questo punto diventerà l'emblema della penitenza da infliggere a tutto il sistema

Luciano Moggi non potrà mai più entrare nel mondo del calcio. Radiato. Paga uno e paga per tutti. La Federazione ha dato la stessa punizione ad Antonio Giraudo e a Innocenzo Mazzini, ma il simbolo è lui, Moggi. Lui che è e sarà il volto e la storia di Calciopoli. Lui che, a questo punto, deve essere l’emblema della penitenza da in­fliggere a tutto il sistema.


Questa sentenza di primo grado era atte­sa, ma cade in un momento in cui il calcio è di nuovo sott’accusa per lo scandalo scommesse. La coincidenza la carica di un valore supplementare: qualcosa che assomiglia al colpirne uno per educarne cento. E così lascia aperta una domanda: perché solo Moggi? Il calcio italiano ha ria­bilitato uno per uno i protagonisti del cal­cioscommesse del 1980: due anni di squa­­lifica e sospensione e via, un colpo di spu­gna, amnistia e tuttiin campo: i truffatori dell’epoca sono di­ventati poi campioni del mondo, campioni d’Italia, allenatori, direttori sportivi. Ciò che è accaduto trent’anni fa, s’è ripetuto tante altre volte: il calcio ha sbagliato, ha trovato castighi più o meno pesanti, poi ha riabilita­to. Non oggi e questo nonostante in quello scandalo del ’80 e in altri la prova dell’illeci­to sportivo ci fosse, mentre in Calciopoli no.


Lo sappiamo, però: la giustizia sportiva non ha bisogno di prove, le sentenze ci sono state, hanno stabilito che Moggi è colpevole. Si potrebbe anche contestare, ma adesso non è questo il punto. Il punto è che Moggi è fuori dal circo pallonaro dal 2006. Cinque an­ni. Si è dimesso all’epoca e quindi non è più un tesserato della Figc. Radiarlo ora fa tanto «punizione esemplare»: come a dire che an­che il calcio sa castigare chi sbaglia. Il caso ha voluto che in questi giorni la Figc sia stata accusata di immobilismo: avvertita da alcu­ni giocatori che c’era qualcosa di strano in alcune partite dell’ultimo campionato,ha ri­tardato le indagini lasciando così che lo scan­dalo scommesse esplodesse e diventasse prima affare della magistratura ordinaria e poi di quella sportiva. Non un grande esem­pio, né una grande figura. La radiazione di Moggi, allora, sa tanto di un bel rilancio, tipo quelli del poker. Qualcosa che dimostri non la solerzia,ma il rigore e l’integrità dell’istitu­zione calcistica. Paga uno, paga un conto che forse ha già pagato, perché cinque anni fuori dai campi finora non li aveva fatti nes­suno. Paga uno cosicché non si possa dire che se il pallone deve autopunire le sue ma­gagne si tira indietro. Però resta sempre quel­la unica domanda: perché solo Moggi?

De Bellis, il Giornale
bentoribeiro
00venerdì 17 giugno 2011 09:25
ps buon compleanno
[SM=x100134] [SM=x100106]
il Barista
00venerdì 17 giugno 2011 09:54
Re: ps buon compleanno
bentoribeiro, 17/06/2011 09.25:

[SM=x100134] [SM=x100106]




GRAZIE! [SM=x100079]
MaTheo!
00venerdì 17 giugno 2011 11:48
Re: ps buon compleanno
bentoribeiro, 17/06/2011 09.24:

[SM=x100134] [SM=x100106]




quotone!

[SM=x100083] [SM=x100083] [SM=x100083]



p.s. il mio alen compie 2 anni! [SM=x100093] [SM=x100093] [SM=x100093]
[SM=x100084] [SM=x100084] [SM=x100084] [SM=x100084] [SM=x100084] [SM=x100084]


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moggi non mollare, devono essere puniti tutti, da meani e galliani a moratti e rossi [SM=x100125] [SM=x100125] [SM=x100125]



bambinofumagalli
00venerdì 17 giugno 2011 12:42
TORINO, 16 giugno - Ora è ufficiale: Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini sono stati radiati dal calciodopo la decisione della Corte della Commissione Disciplinare della Federcalcio che ha dunque emesso la sua sentenza a carico degli ex dirigenti della Juventus e dell'ex presidente della Figc. Lo scorso 6 giugno, dopo quasi sei ore di udienza, era arrivata la richiesta Procura che dopo 10 giorni di camera di Consiglio è stata soddisfatta. Ora ci sarà sicuramente l'appello da parte dei due ex dirigenti Juve e anche, presumibilmente, dello stesso Mazzini.

LA DECISIONE - La commissione presieduta da Sergio Artico ha deciso la «preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc» per l'ex dg della Juve Moggi, l'ex ad bianconero Giraudo e l'ex vicepresidente federale Mazzini, accogliendo così le richieste del procuratore federale. I tre dirigenti erano stati squalificati per i fatti di Calciopoli per cinque anni, con proposta di radiazione. Una condotta dalle «aberranti conseguenze» e «altamente inquinante della stabilità» del calcio: queste le motivazioni con la quale la commissione disciplinare nazionale della Federcalcio ha accolto la richiesta del procuratore della Figc di radiare Luciano Moggi. «Risulta evidente l'intrinseca gravità dei fatti e l'aberrante conseguenze a cui ha condotto il modo di concepire la competizione e i rapporti tra le società partecipanti ai campionati e i tesserati - scrive nelle sue motivazioni la commissione guidata da Artico - che ha condotto l'agire» di Moggi. La Disciplinare parla della «condotta illecita e antidoverosa (...) sicuramente connotata dal carattere altamente inquinante della sistematicità e della stabilità organizzativa», e sottolinea come lo sport non possa abdicare all'osservanza dei principi di lealtà e probità, «pena la sua sopravvivenza».

LE PRIME PAROLE DI MAZZINI - Prime reazioni a caldo di Innocenzo Mazzini alla notizia della sua radiazione. Le ha rilasciate a "Radio Radio": «Chi mi conosce sa chi sono. Per me, più che questa sentenza, parlano gli oltre 40 anni di volontariato nel mondo del calcio. C'è chi parla di giustizia burla. Io questo non lo dico. Dico solo che è stato fatto tutto, fuorché la giustizia. So che sta per tornare Baldini nel calcio? Lo conosco da tanti anni, è un mio amico e gli faccio tanti auguri per la sua nuova avventura».

AVVOCATO RODELLA - Avvocato Rodella: «Vorrei rilevare che dalle 100 e passa delle nostre tesi abbiamo meno di cinquepagine e tre sulle eccezioni preliminari. Questo la dice tutta: vista la debolezza della sentenza, già la Corte di Giustizia voglia sovvertire».

AVVOCATO TROFINO - «L'innocenza di Luciano Moggi sta nelle altre 170 mila telefonate che solo in parte sono state messe agli atti. Tutti le avevano a disposizione, noi ce le siamo andate a cercare e ad ascoltare... ». Così l'avvocato Paolo Trofino, difensore di Luciano Moggi nel processo penale su Calciopoli in corso a Napoli, commenta la sentenza sportiva di radiazione del suo assistito. «Non ho seguito io il procedimento presso la Federcalcio - premette Trofino - ma so per certo che Luciano si sente ingiustamente discriminato. Ora che cominciava a dimostrare la sua innocenza, e la squalifica sportiva stava per finire». La tesi difensiva di Moggi è che le intercettazioni non messe agli atti del processo - una parte delle quali è stata poi aggiunta su richiesta dei suoi legali - dimostrino che non si trattava di 'sistemà Juve, ma di comportamenti comuni. Tesi peraltro negata dalla Disciplinare della Federcalcio. «Questa sentenza è rimasta per cinque anni nel limbo - conclude Trofino - È davvero troppo tempo. In qualsiasi sistema giuridico, per quanto rudimentale, non sarebbe possibile».

PARLA CAPEZZONE - Le radiazioni di Moggi e Giraudo «sono un altro ed evidente esempio di doppiopesismo». Lo afferma in una nota Daniele Capezzone, portavoce del Pdl che afferma però di intervenire a «titolo personale» sulla vicenda. «Da cittadino, da liberale e da garantista, vorrei esprimere il mio sconcerto - scrive Capezzone - Tutti sanno che finora, in sede sportiva, sono stati colpiti, di fatto, solo Moggi, Giraudo e la Juventus. Quando invece, nel corso del processo penale di Napoli è emerso un quadro ben più vasto e tale da coinvolgere molti altri dirigenti e società». «In sostanza - prosegue Capezzone - si continua ad accendere i riflettori su una verità parziale, scaturita da una vasta campagna mediatica volta a colpire solo Moggi e la vecchia dirigenza della Juve, per meglio occultare le responsabilità di tanti. È lo stesso meccanismo già sperimentato a suo tempo con Tangentopoli, con l'aggressione condotta solo contro alcuni, per meglio salvare e favorire altri». «È interesse di tutti i tifosi - conclude - che ci sia una riapertura e una revisione totale del processo sportivo, alla luce dei nuovi fatti emersi».

da TUTTOSPORT



Mi sta sulle balle in modo abnorme, ma effettivamente le parole di Capezzone (x una volta ! [SM=x100070] ) le condivido appieno !

[SM=x100111]
MaTheo!
00venerdì 17 giugno 2011 12:46
capezzolone scriverà così solo per poi fare l'equazione con [SM=x100120] ??

stavolta gli do ragione (su moggi e co.)



il Barista
00venerdì 17 giugno 2011 17:55
oliviero beha
PALAZZI CI STA PRENDENDO PER I FONDELLI
Tra ansie e angoscie, almeno una certezza: sul caso Calciopoli, così come sul caso Scommettopoli, ci stanno prendendo per i fondelli. Moggi, Giraudo, Mazzini radiati dalla Disciplinare dopo che la richiesta di radiazione era stata fatta nel luglio del 2006 ai tempi della giustizia sportiva “presto e bene”. Radiati il 15 giugno 2011: non bastano le date per capire? Tra un mese sarebbero scaduti i termini. Perché hanno aspettato tanto? Per gettare in pasto all’opinione pubblica una polpetta avvelenata che la distraesse da Scommettopoli? Per far vedere che alla fin fine il Procuratore Federale del calcio, l’accusa, il PM del pallone, Stefano Palazzi, comunque porta a casa qualcosa? O altrimenti perché, dopo ben cinque anni? Trovate la risposta continuando a leggere…

Si obietta: ma un colpevole è un colpevole. Rispondo: certamente. Ma il processo prima che a Moggi va fatto al potere calcistico, a come funziona la giustizia sportiva, a come vengono usate le sentenze, ai giochi di potere che ci sono dietro. La conferma ce l’avete da Scommettopoli, in cui lo stesso Palazzi svolge il medesimo ruolo: indaga e rinvia a giudizio,oggi come nel 2006. E sta venendo fuori che Palazzi in Federazione insabbia (cfr.lo scandalo di “Premiopoli” sul web, per facilitarvi la comprensione della faccenda, o i miei scritti sul Fatto, o l’Espresso in edicola) tutto quello che può insabbiare. Nel caso di Moggi, Giraudo e Mazzini, chi mi dice che Palazzi non sapesse già nel 2006 che nello scandalo erano coinvolte tante altre figure importanti del calcio, come è venuto fuori nel processo penale in corso a Napoli?

Perché mi devo fidare di Palazzi dopo quello che è documentato su di lui? E da chi dipende Palazzi se non da Abete, presidente federale? E nel 2006 Abete non era il vice del presidente Carraro? E non ci sono intercettazioni su Carraro (poi ovviamente prosciolto con urgenza da quella stessa giustizia sportiva da lui superveduta) del tenore di quelle su Moggi e soci? Quindi l’obiezione fasulla e amplificata dai media collusi, “intanto giustizia su Moggi, liberiamoci di un colpevole”, si scontra con la logica e la natura di chi lo ha giudicato.

I latini dicevano “summum ius, summa iniuria”, massimo diritto, massima offesa, o giù di lì. Per quello che avete letto finora, e senza tifo juventino pro o contro Moggi, è chiaro che qui di ius ce n’è pochissimo e invece c’è una gigantesca presa per il di dietro dell’opinione pubblica italiana. Mentre fioccano le notizie dalla Procura di Cremona, e Palazzi dovrebbe indagare su tutto ciò e cominciare gli interrogatori. Mi domando come, e con che faccia. In altri campi, questa mole di sospetti peserebbe come un macigno su chi amministra la giustizia assai più che su eventuali colpevoli scelti nel mazzo, a quel che si è visto e sentito nel Tribunale di Napoli, nel mazzo e con cura… Invece qui la stampa dimentica tutto ciò e archivia il caso con la “discarica Moggi”. Io me ne vergognerei…

Di Oliviero Beha per ‘Il Fatto Quotidiano’
GARCIA SERGIO
00sabato 18 giugno 2011 09:22
[SM=x100130]
MaTheo!
00lunedì 20 giugno 2011 11:38
si stanno svegliando un po' tutti mi sembra, in ritardo come sempre...

lucian_one non è tipo da fare capro espiatorio [SM=x100072]

bentoribeiro
00mercoledì 22 giugno 2011 18:05
http://nuovoindiscreto.blogspot.com/2011/06/i-nomi-in-codice-di-moggi.html#more
I nomi in codice di Moggi
di Igor Lario Novo
Luciano Moggi vuole uscire dal calcio quando lo decide lui e non quando lo decidono gli altri (secondo lui) ingiustamente. Per il momento però deve uscire perché l'ha deciso la Commissione Disciplinare della Federazione. Volente o nolente. La sentenza del 15 giugno è chiara: radiato! E con lui anche Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini.


Le motivazioni della sentenza sono pubbliche. Di fatto nessuna delle eccezioni sollevate da Moggi è stata ammessa. Una serie lunghissima di eccezioni di forma. Pregiudiziali. E poi quella sostanziale. Che sostiene che non essendo stati giudicati e condannati tutti i responsabili, è innammissibile che venga giudicato e condannato lui. Ora, solo nelle informative dei Carabinieri alla Procura della Repubblica di Napoli dell'aprile 2005 (893 pagine) e novembre 2005 (496 pagine) c'è materiale in
abbondanza per radiare Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini non una, ma cento volte. E senza bisogno di procedementi giuridici, ma solo leggendo il materiale dei Carabinieri, la pretesa di Luciano Moggi di passare per il benefattore del calcio italiano è di per sé grottesca. Dal punto di vista della giustizia poi è addirittura patetico.
La Commissione Disciplinare lo fa ben rilevare nelle sue motivazioni alla sentenza. Citiamo: 'Il fatto che altri soggetti obbligati all’osservanza della normativa federale possano aver tenuto, in ipotesi tutt’ora da accertare, condotte analoghe a quelle acclarate nei confronti del Moggi dalle “sentenze rese”, non fa venir meno la gravità di quanto contestato al deferito, né incide sulla valutazione demandata alla Commissione ai fini dell’irrogazione della sanzione della preclusione in questo
procedimento. Tale valutazione, infatti, dovendo essere espressa esclusivamente “sulla base delle sentenze rese” nei confronti del Moggi, non può prendere in considerazione alcun giudizio comparativo con condotte eventualmente riconducibili ad altri soggetti dell’Ordinamento federale'. Insomma. Magari anche altri devono pagare per i loro comportamenti. Sicuramente però le responsabilità di Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini sono acclarate e quindi questi devono pagare.
Delle reazioni di Innocenzo Mazzini non si sa nulla. Di Antonio Giraudo sappiamo dalle sue dichiarazioni che si appellerà fino al tribunale dei diritti dell'Uomo per non che una sentenza di radiazione a suo carico passi in giudicato. Big Luciano invece promette appelli e ricorsi. E dichiara guerra. Dice: "C'è qualcuno che pagherà e lo sanno benissimo". E ancora "Vogliono la guerra. E noi gliela facciamo!". Questa reazione a noi piace molto. Anche se sui frutti che potrà portare non siamo
ottimisti. Perché in effetti sappiamo esserci della sostanza negli appelli ad una giustizia più giusta dell'ex dirigente juventino. Il fatto che in tutti questi anni (scegliamo un fatto esemplare) non si sia fatta nessuna menzione, nemmeno sulla stampa più agguerrita (battuta!), della trattativa per l'acquisto
di un dossier calunnioso funzionale al ricatto dei Della Valle (che pure è trascritta chiaramente nell'informativa dei Carabinieri dell'aprile 2005) è indicativo di una mancanza di volontà (perché altro non può essere) di andare oltre certi nomi e certe responsabilita. Non siamo per nulla ottimisti,
dicevamo, sui frutti che la guerra promessa da Luciano Moggi potrà portare. Però ci alleiamo. Luciano Moggi manda messaggi in codice. Non fa nomi veri (Leonardo Meani non è un nome vero, per intenderci). Non cita episodi veri. Eppure potrebbe. Ovviamente. E se non lo fa lui non possiamo certo farlo noi. Però il messaggio che manda a modo suo è chiaro. Perché le carte sono lì. Basta
volerle leggere.
Vediamo come ha trattato la notizia la poca stampa straniera che se n'è occupata. La Sueddeutsche Zeitung ha proposto un trafiletto laconico e diretto nel quale (probabilmente per scelta) non viene citato uno dei protagonisti del giudizio: Innocenzo Mazzini. El País ha pubblicato due articoli. Uno il 15, con la notizia della sentenza, e uno il 16, con l'integrazione delle motivazioni.
Interessante notare come per la testata spagnola questa sentenza rappresenti il punto finale di Calciopoli, dal punto di vista delle sanzioni sportive. "Suedeutsche Zeitung, 15.06.2011 - La Commissione Disciplinare della Federazione Italiana Giuoco Calcio FIGC ha escluso a vita l'ex direttore sportivo della Juventus di Torino, Luciano Moggi. Con questa decisione l'organo della Federazione nazionale impedisce a Moggi, a fronte del suo ruolo chiave nell'estese scandalose manipolazioni del 2006, un ritorno nel calcio italiano. Contro l'ex amministratore delegato della Juve Antonio Giraudo è stato emesso lo stesso verdetto. Moggi fu sospeso nel 2006 per 5 anni e avrebbe dovuto riassumere i suoi incarichi il 14 luglio prossimo."
"El País, 15.06.2011 - Luciano Moggi espulso a vita dal 'Calcio' - La Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha escluso a vita l'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, da qualsivoglia carica possa assumere nel mondo del calcio. Moggi era già stato allontanato dallo sport per 5 anni
dopo lo scandalo denominato Calciopoli, nel 2006, quando fu scoperta una trama di corruzione nel calcio italiano nella quale erano coinvolti arbitri, agenti sportivi e dirigenti e della quale Moggi era il principale artefice e responsabile. La FIGC ha anche deciso di esiliare per sempre Antonio Giraudo,
che nello stesso periodo era l'amministratore delegato della squadra di Torino, che in quell'estate fu privata di due scudetti e retrocessa in Serie B. La sentenza è il punto finale della storia, che minò le fondazioni del calcio italiano, dal punto di vista delle sanzioni sportive. Per quel che riguarda il
mondo della giustizia ordinaria il processo si sta celebrando e colui che era l'uomo più potente del calcio dagli anni novanta fino al giorno della sua caduta potrebbe essere condannato a 5 anni e 8 mesi di carcere. Inoltre Moggi è già stato condannato nel gennaio del 2009 a 1 anno e 6 mesi per il caso della sua società, la GEA World, che aveva ottenuto in maniera illecità la procura di alcuni calciatori e che gestiva con suo figlio, anch'egli condannato a 1 anno e 2 mesi (pene ridotti poi rispettivamente a 1 anno e a 5 mesi, dopo gli appelli). La compravendita di giocatori era solo un filo di una ragnatela che
abbracciava la Federazione, l'Associazione Arbitri, finanche la moviola televisiva. La decisione della FIGC arriva 2 settimane dopo lo scoppio di un altro scandalo nel calcio italiano a proposito di una presunta rete di scommesse illegali che aggiustava le partite e nella quale sono coinvolti, secondo le accuse, giocatori in attività, ex calciatori, tra i quali spicca il nome di Beppe Signori, dirigenti e arbitri".

Igor Lario Novo
(in esclusiva per Indiscreto)
il Barista
00venerdì 12 agosto 2011 10:53
vi riporto quanto dichiarato dall'avvocato di moggi...

una breve prefazione: moggi (con giraudo e mazzini) sono stati radiati dalla figc (quella non compentente per lo scudetto)
gli avvocati di moggi hanno chiesto è ottenuto - perche era loro diritto per difendersi - gli atti che erano stati secretati riguardo le radiazioni di preziosi e sabatini per il caso milito-motta che invece chissa come hanno conciliato)

insomma ci si chiede come mai il pronuncia­mento della Corte di Giustizia Figc sulle radiazione auto­matiche e quindi la norma sui “radiandi” non toccava il presidente del genoa... e sabatini

ebbene, ora che gli atti sono nelle mani degli avvocati
e sembra che contengano intessantimi spunti che vedremo se questa volta il signor Ebete spieghiera...
si puo passare alla richiesta di DANNI anche da parte di moggi

beh... prioreschi:

«Mi meraviglia la reazione del presidente Abete sulla circo­stanza che il Tnas abbia tolto il segreto sulle conciliazioni di Sabatini e Preziosi. Mi mera­viglia perché Luciano Moggi con le sue richieste sta eserci­tando il suo diritto di difesa per verificare se c’è stata tra lui e gli altri disparità di trat­tamento sul tema radiazioni. E quello alla difesa è un dirit­to garantito anche dalle nor­me federali, ma che viene ta­lora ignorato dai suoi organi. Dopo aver letto il contenuto di quei verbali di Preziosi e Sa­batini, però, capisco perfetta­mente perché la Figc preferis­se che rimanessero segreti. Attraverso la conoscenza di quei verbali, abbiamo avuto conferma della nostra intui­zione: ancora una volta la Figc quando si tratta di Moggi usa due pesi e due misure. Da un lato vengono cancellate o spa­riscono delle preclusioni a ca­rico di un soggetto recidivo per fatti gravi, dall’altro viene coniata una norma ad perso­nam per radiare Moggi (Gi­raudo e Mazzini, ndr). Noi ab­biamo ora la prova che c’è sta­ta disparità di trattamento, che ovviamente faremo valere in tutte le sedi competenti. Non solo la Juve, infatti, ma anche Moggi ha subìto danni ingentissimi dei quali chie­derà certamente il ristoro. Tra l’altro non è vero quanto det­to da Abete alla Gazzetta del­lo Sport: la clausola di riser­vatezza non è stata richiesta dal solo Preziosi e le concilia­zioni con lui non riguardano solo un ultimo periodo della sua squalifica. Non serve fare i conti, basta leggere quei ver­bali. Mi auguro che quanto di­chiarato da Abete sia dovuto a difetto di informazioni sulla vicenda. Anche se due delle tre conciliazioni sono state fat­te sotto la sua presidenza, e quindi... Se così non fosse sa­rebbe molto grave questa uscita del presidente».

«Se Abete ritiene che in questa vicenda non sia stato nascosto nulla ­prosegue nell’affondo, il lega­le -, tolga egli stesso il segreto su quei verbali e li renda pub­blici. Così tutti potranno veri­ficare la legittimità di quanto fatto: a mio giudizio trattare in modo diverso degli associa­ti e tenere nascosto tutto que­sto contrasta con l’articolo 1 del codice di giustizia sporti­va. E il procuratore Palazzi ha il dovere di indagare».


la guerra è appena inziata.

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