Messaggio per un'aquila che si crede un pollo

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Elyy.
00mercoledì 25 agosto 2010 15:39
Mi accingo a condividere con voi alcuni pensieri di un padre gesuita sul condizionamento mentale. Riporterò solo i pensieri che a me sembrano rilevanti e che portano alla meditazione intrinseca di se stessi.
Ritengo che non tutti i suoi pensieri siano da considerarsi “oro colato” anzi, ognuno dovrebbe, se vuole, farli propri, tenendo conto della propria esperienza di vita, scartando ciò che ritiene inappropriato o non consono alla verità che è convinto di dover raggiungere nel caso la stesse cercando.


Messaggio per un’aquila che si crede un pollo
Di Anthony De Mello

Trascrivere la notificazione che il libro riporta in fondo, mi sembra d’obbligo prima di leggere i pensieri di questo “sacerdote”:


"Il padre gesuita indiano Anthony De Mello (1931-1987) è molto noto a motivo delle sue numerose pubblicazioni che, tradotte in diverse lingue, hanno raggiunto una notevole diffusione in molti Paesi, anche se non sempre si tratta di testi da lui autorizzati. Le sue opere, che hanno quasi sempre la forma di brevi storie, contengono alcuni elementi validi della sapienza orientale che possono aiutare a raggiungere il dominio di sé, rompere quei legami e affetti che ci impediscono di essere liberi, affrontare serenamente i diversi eventi favorevoli e avversi della vita. Nei suoi primi scritti in particolare, padre De Mello, pur rivelando evidenti influssi delle correnti spirituali buddiste e taoiste, si è mantenuto ancora all’interno delle linee della spiritualità cristiana. In questi libri egli tratta dei diversi tipi di preghiera: di petizione, di intercessione e di lode, nonché della contemplazione dei misteri della vita di Cristo, eccetera.
Ma già in certi passi di queste prime opere, e sempre di più nelle sue pubblicazioni successive, si avverte un progressivo allontanamento dai contenuti essenziali della fede cristiana. Alla rivelazione, avvenuta in Cristo, egli sostituisce una intuizione di Dio senza forma né immagini, fino a parlare di Dio come un puro vuoto. Per vedere Dio non c’è che da guardare direttamente il mondo. Nulla si può dire su Dio, l’unica conoscenza è la non conoscenza. Porre la questione della sua esistenza, è già un non-senso. Questo apofatismo radicale porta anche a negare che nella Bibbia ci siano delle affermazioni valide su Dio. Le parole della Scrittura sono delle indicazioni che dovrebbero servire solo per approdare al silenzio. In altri passi il giudizio sui libri sacri delle religioni in generale, senza escludere la stessa Bibbia, è anche più severo: esse impediscono che le persone seguano il proprio buonsenso e le fanno diventare ottuse e crudeli. Le religioni, inclusa quella cristiana, sono uno dei principali ostacoli alla scoperta della verità. Questa verità, dì altronde, non viene mai definita nei suoi contenuti precisi. Pensare che il Dio della propria religione sia l’unico, è semplicemente, fanatismo. “Dio” viene considerato come una realtà cosmica, vaga e onnipresente. Il suo carattere personale viene ignorato e in pratica negato.
De Mello mostra apprezzamento per Gesù, del quale si dichiara “discepolo”. Ma lo considera come un maestro accanto agli altri. L’unica differenza con gli altri uomini è che Gesù era “sveglio” e pienamente libero, mentre gli altri no. Non viene riconosciuto come il Figlio di Dio, ma semplicemente come colui che ci insegna che tutti gli uomini sono figli di Dio. Anche in affermazioni sul destino definitivo dell’uomo destano perplessità. In qualche momento si parla di uno “scioglimento” nel Dio impersonale, come il sale nell’acqua. In diverse occasioni si dichiara irrilevante anche la questione del destino dopo la morte. Deve interessare soltanto la vita presente. Quanto a questa, dal momento che il male è solo ignoranza, non ci sono regole oggettive di moralità. Bene e male sono soltanto valutazioni mentali imposte alla realtà.

Coerentemente con quanto esposto finora, si può comprendere come secondo la logica dell’autore qualsiasi credo o professione di fede sia in Dio che in Cristo non può che impedire l’accesso personale alla verità. La Chiesa facendo della parola di Dio nelle Sacre Scritture un idolo, ha finito per scacciare Dio dal tempio. Di conseguenza essa ha perduto l’autorità di insegnare nel nome di Cristo.

Al fine di tutelare il bene dei fedeli, questa Congregazione ritiene necessario dichiarare che le posizioni suesposte sono incompatibili con la fede cattolica e possono causare gravi danni.
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Notificazione, decisa nella sessione ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione

Roma, dalla sede della Congregazione per la dottrina della fede
24 giugno 1998
Solenità della Natività di San Giovanni Battista.


Joseph Card. Ratzinger, Prefetto
Tarcisio Bertone, Segretario




A presto [SM=g10400]
Ely



Elyy.
00mercoledì 25 agosto 2010 16:00

IL RISVEGLIO

Spiritualità significa risveglio. La maggior parte delle persone, pur non sapendolo, sono addormentate. Sono nate dormendo, vivono dormendo, si sposano dormendo, allevano i figli dormendo, muoiono dormendo senza mai svegliarsi. Non arrivano mai a comprendere la bellezza e lo splendore di quella cosa che chiamiamo esistenza umana.
Sapete, tutti i mistici – cattolici, cristiani, non cristiani, quale che sia la loro teologia, la loro religione – concordano su una cosa: che tutto va bene, tutto va bene. Sebbene regni il caos, tutto va bene.
Certo, è uno strano paradosso.
Purtroppo, però, la maggior parte della gente non arriva mai a capire che tutto va bene, perché è immersa nel sonno.
Ha un incubo.
Svegliatevi, svegliatevi! Siete adulti. Siete troppo grandi per dormire. Svegliatevi! Smettete di trastullarvi coi vostri giocattoli.
La maggior parte della gente afferma di voler uscire dall’asilo infantile, ma non bisogna crederle. Non credeteci!
La gente vuole soltanto aggiustare i propri giocattoli rotti. “Ridatemi mia moglie. Ridatemi il mio lavoro. Ridatemi i miei soldi. Ridatemi la mia reputazione, il mio successo.”
E’ questo che vogliono le persone: avere dei nuovi giocattoli, tutto qui. Persino i migliori psicologi potranno dirvi che le persone non vogliono realmente essere curate. Quel che cercano è il sollievo; una cura sarebbe troppo dolorosa.
Svegliarsi è spiacevole, sapete. Uno se ne sta lì nel letto, bello comodo. E’ irritante essere svegliato. Per questo il saggio guru non tenta di svegliare la gente.
Spero di saper essere saggio, in quest’occasione, e di non fare alcun tentativo per svegliarvi, se state dormendo. In effetti non sono affari miei, anche se di tanto in tanto vi dico: ”Svegliatevi!” . Io non devo far altro che andare avanti per la mia strada, ballare la mia danza. Se ne saprete approfittare, bene; altrimenti, pazienza!
Come dicono gli arabi, “la natura della pioggia è sempre la stessa, ma fa crescere le spine nelle paludi e i fiori nei giardini”.





mauro.68
00mercoledì 25 agosto 2010 16:03
Molto interessante, ho letto il primo post per adesso.

Saluti

Mauro
Elyy.
00mercoledì 25 agosto 2010 16:10


Sì, ci sono dei pensieri di questo tizio che fanno riflettere, altri.. da prendere con le pinze..

Ciao
Ely

Elyy.
00giovedì 23 settembre 2010 21:51
ASCOLTARE E DISIMPARARE

Alcuni di noi vengono svegliati dall’aspra realtà della vita. Soffriamo a tal punto da svegliarci. Ma la gente non fa che andare a sbattere contro la vitra, un giorno dopo l’altro. Continua a vagare in uno stato di sonnambulismo. Non si sveglia mai. Purtroppo, non le viene mai in mente che potrebbe esistere un altro modo di vivere. Non le viene mai in mente che potrebbe esserci un modo migliore di vivere. Ma se non si è ancora stati bastonati a sufficienza dalla vita, e se non si è sofferto abbastanza, esiste un altro modo per svegliarsi: ascoltare. Ciò non significa che dovete essere d’accordo con quello che dico. Non è questo che intendo per “ascolto”.

Credetemi, in realtà non ha alcuna importanza che voi siate d’accordo o meno con quel che sto dicendo, perché l’accordo o il disaccordo riguardano le parole, i concetti e le teorie, mentre non hanno niente a che vedere con la verità. La verità non è mai espressa in parole. La verità si intravvede all’improvviso, e deriva da un certo tipo di atteggiamento. Dunque, voi potreste essere in disaccordo con me e tuttavia intravvedere la verità. Ci vuole però un atteggiamento di apertura, la volontà di scoprire qualcosa di nuovo. Questa è la cosa importante, mentre non è importante che voi siate o meno d’accordo con me.

Quando entra in gioco la spiritualità, l’unica cosa da imparare è proprio questa: disimparare, disimparare, disimparare quasi tutto ciò che vi è stato insegnato. La volontà di disimparare, di ascoltare.
State forse ascoltando, come fa la maggior parte delle persone, al fine di confermare quel che pensate già? Osservate le vostre reazioni, mentre parlo. Spesso vi accorgerete di essere stupiti, shockati, scandalizzati, o irritati, disturbati, frustrati. Oppure direte: “Splendido!”

Ma state ascoltando solo ciò che vi conferma quel che già pensate? O state ascoltando per scoprire qualcosa di nuovo? E’ molto importante. Risulta difficile, alle persone addormentate. Gesù ha portato la buona novella, eppure è stato respinto. Non perché fosse buona, ma perché era nuova. Tutti noi odiamo il nuovo. Lo odiamo davvero! E prima affrontiamo questo fatto, meglio sarà. Non vogliamo le novità, soprattutto quando ci disturbano, soprattutto quando comportano un cambiamento. E in modo particolare se comportano l’ammissione: “Avevo torto”.




(continua..)



francocoladarci
00venerdì 24 settembre 2010 14:55
Ho letto il primo articolo e posso dire tranquillamente che il “sacerdote” De Mello è un perfetto “Eretico”.

Infatti la chiesa dice.

Al fine di tutelare il bene dei fedeli, questa Congregazione ritiene necessario dichiarare che le posizioni suesposte sono incompatibili con la fede cattolica e possono causare gravi danni.


Ora se queste idee eretiche se le fosse tenute per se, la cosa potrebbe anche andare (non come sacerdote però) visto che vengono diffuse è inevitabile l’intervento del magistero, se queste cose De Mello le avesse promulgate nel XVI secolo avrebbe rischiato grosso.
Mi pare pure che vi sia molto Sincretismo.
Franco


Elyy.
00venerdì 24 settembre 2010 17:42
Re:
francocoladarci, 24/09/2010 14.55:

Ho letto il primo articolo e posso dire tranquillamente che il “sacerdote” De Mello è un perfetto “Eretico”.

Infatti la chiesa dice.

Al fine di tutelare il bene dei fedeli, questa Congregazione ritiene necessario dichiarare che le posizioni suesposte sono incompatibili con la fede cattolica e possono causare gravi danni.


Ora se queste idee eretiche se le fosse tenute per se, la cosa potrebbe anche andare (non come sacerdote però) visto che vengono diffuse è inevitabile l’intervento del magistero, se queste cose De Mello le avesse promulgate nel XVI secolo avrebbe rischiato grosso.
Mi pare pure che vi sia molto Sincretismo.
Franco






E' proprio per onestà intellettuale che ho ritenuto opportuno postare anche il commento ecclesiastico.
Ma per quanto questo tizio possa essere ritenuto eretico dalla CC questo non significa che molti suoi pensieri siano profondi e veritieri.

Non è che siccome uno è eretico allora TUTTO ciò che dice è da buttare. E' un uomo dotato di cervello e, a prescindere dall'orientamento religioso, che chi si sente propenso per l'una o per l'altra religione può benissimo ovviare, è in grado di far meditare su molti punti della quotidianità umana e sullo studio del proprio io.

Io posto quel che, secondo il MIO punto di vista, dà adito a riflessioni, ma quel che scarto dei suoi pensieri è veramente parecchio.

Ely




francocoladarci
00venerdì 24 settembre 2010 18:45

Non è che siccome uno è eretico allora TUTTO ciò che dice è da buttare.



Infatti sono d’accordo con te, vi sono stati dei “padri” della chiesa i quali hanno avuto “Qualche” aspetto eretico” vedi ad esempio Origene, o vescovi che strizzarono un occhio all’eresia di Ario, ma che in seguito rimasero dentro l’ortodossia cattolica.

Qui il discorso è diverso, tali esternazioni, convinzioni, possono essere giustificate da una persona qualunque ma Non da un Sacerdote, egli dovrebbe essere l’intermediario tra la rivelazione divina ed una persona, la quale tramite il sacerdote si accosta agli insegnamenti del Cristo.

Ma che dire di un sacerdote che invece nega il Cristo come Dio incarnato relegandolo ad un maestro come tanti solo un po’ più sveglio?, e non è che tale sacerdote abbia un solo aspetto eretico, bensì ne coltiva molti, il fatto poi che dica qualcosa di positivo e quindi da non buttare lo si può condividere, ma tale condivisibilità viene oscurata dal suo rinnegare l’ortodossia, atto che potrebbe star bene ad un “laico” ma non a un cattolico.


E' un uomo dotato di cervello e, a prescindere dall'orientamento religioso, che chi si sente propenso per l'una o per l'altra religione può benissimo ovviare, è in grado di far meditare su molti punti della quotidianità umana e sullo studio del proprio io.



Il problema Elyy è che non si può dire in questo caso “ a prescindere”, perché egli essendo un sacerdote gesuita HA l’orientamento religioso, e il far meditare sulla vita quotidiana deve necessariamente tenere in considerazione il suo ruolo di sacerdote e quindi il suo orientamento religioso, ripeto che se tali considerazioni le avesse fatte un laico il mio post non avrebbe senso, ma qui le esternazioni le ha fatte un sacerdote gesuita la cosa cambia.
Questo è il mio pensiero
Ciao

Franco
Elyy.
00venerdì 24 settembre 2010 19:31


Il problema Elyy è che non si può dire in questo caso “ a prescindere”, perché egli essendo un sacerdote gesuita HA l’orientamento religioso, e il far meditare sulla vita quotidiana deve necessariamente tenere in considerazione il suo ruolo di sacerdote e quindi il suo orientamento religioso, ripeto che se tali considerazioni le avesse fatte un laico il mio post non avrebbe senso, ma qui le esternazioni le ha fatte un sacerdote gesuita la cosa cambia.
Questo è il mio pensiero
Ciao



Caro Franco, io invece dico proprio "a prescindere" e lo faccio di proposito, consapevole di quel che tu affermi, infatti in quanto a religione cattolica, non lo ritengo attendibile, mentre per gli altri concetti inerenti il condizionamento mentale, lo ritengo condivisibile, e io è sotto tale aspetto che lo propongo qui e che vorrei lo si leggesse.

In pratica, io non lo ritengo un prete, scelgo alcuni concetti e li leggo come se pronunciati da.. un saggio Indiano.


Ciao
Ely

Elyy.
00venerdì 15 ottobre 2010 19:57


La fede è apertura verso la verità, quali che siano le conseguenze, dovunque ci porti, senza sapere nemmeno dove ci porterà. Questa è la fede. Non una convinzione, ma la fede. ...Si è pronti a seguire e si è aperti, aperti a tutto! Si è pronti ad ascoltare.
E guardate che essere aperti non significa essere ingenui, non significa abboccare a tutto ciò che l'oratore vi dice. Assolutamente no: dovete mettere in discussione tutto quello che dico. metterlo in discussione, però, partendo da un atteggiamento d'apertura, non di caparbietà. E mettere in discussione tutto.
Ricordate quelle splendide parole di Budda: "i monaci e i discepoli non devono accettare le mie parole per rispetto,ma devono analizzarle come un orefice analizza l'oro, tagliando, limando, levigando, fondendo".
Quando vi comportate in questo modo, significa che state ascoltando. Avete fatto, allora, un altro grosso passo avanti verso il risveglio. Il primo passo, come ho già detto, era essere pronti ad ammettere che non volete svegliarvi, che non volete essere felici. Dentro di voi ci sono resistenze di tutti i tipi.
Il secondo passo consiste nell'essere pronti a capire, ad ascoltare, a mettere in discussione il vostro intero sistema di convinzioni. Non solo le convinzioni religiose, le convinzioni politiche, le convinzioni sociali, le convinzioni psicologiche, ma tutte.


...


mlp-plp
00giovedì 9 dicembre 2010 00:42
Re:
Elyy., 15/10/2010 19.57:



La fede è apertura verso la verità, quali che siano le conseguenze, dovunque ci porti, senza sapere nemmeno dove ci porterà. Questa è la fede. Non una convinzione, ma la fede. ...Si è pronti a seguire e si è aperti, aperti a tutto! Si è pronti ad ascoltare.
E guardate che essere aperti non significa essere ingenui, non significa abboccare a tutto ciò che l'oratore vi dice. Assolutamente no: dovete mettere in discussione tutto quello che dico. metterlo in discussione, però, partendo da un atteggiamento d'apertura, non di caparbietà. E mettere in discussione tutto.
Ricordate quelle splendide parole di Budda: "i monaci e i discepoli non devono accettare le mie parole per rispetto,ma devono analizzarle come un orefice analizza l'oro, tagliando, limando, levigando, fondendo".
Quando vi comportate in questo modo, significa che state ascoltando. Avete fatto, allora, un altro grosso passo avanti verso il risveglio. Il primo passo, come ho già detto, era essere pronti ad ammettere che non volete svegliarvi, che non volete essere felici. Dentro di voi ci sono resistenze di tutti i tipi.
Il secondo passo consiste nell'essere pronti a capire, ad ascoltare, a mettere in discussione il vostro intero sistema di convinzioni. Non solo le convinzioni religiose, le convinzioni politiche, le convinzioni sociali, le convinzioni psicologiche, ma tutte.


...








[SM=g8862] Ely, finisce quì la tua "esposizione"?


una strettina di [SM=g1902224]



Piero














Elyy.
00lunedì 13 dicembre 2010 17:11

Veramente no, ci sono ancora tante altre perle di saggezza, è solo che avendo altro da fare mi sono dimenticata di dover continuare pure questo topic [SM=g8490]


Ely


Cristianalibera
00martedì 14 dicembre 2010 17:19
Ely scrive:


Non è che siccome uno è eretico allora TUTTO ciò che dice è da buttare. E' un uomo dotato di cervello e, a prescindere dall'orientamento religioso, che chi si sente propenso per l'una o per l'altra religione può benissimo ovviare, è in grado di far meditare su molti punti della quotidianità umana e sullo studio del proprio io.



Brava Ely, ti sei convertita uscendo dalla cctdG al cattolicesimo ma nel tuo cuore stai diventando una cristiana libera!

SMACK!!!



[SM=g9508]
Veronika
lovelove84
00mercoledì 15 dicembre 2010 15:23
Re:
Cristianalibera, 14/12/2010 17.19:

Ely scrive:


Non è che siccome uno è eretico allora TUTTO ciò che dice è da buttare. E' un uomo dotato di cervello e, a prescindere dall'orientamento religioso, che chi si sente propenso per l'una o per l'altra religione può benissimo ovviare, è in grado di far meditare su molti punti della quotidianità umana e sullo studio del proprio io.



Brava Ely, ti sei convertita uscendo dalla cctdG al cattolicesimo ma nel tuo cuore stai diventando una cristiana libera!

SMACK!!!



[SM=g9508]
Veronika




già diventando cattolica, se è quello che sta diventanto, sta diventando libera!
Elyy.
00mercoledì 15 dicembre 2010 17:00


Ringrazio Veronika e do ragione anche a Lovelove perchè devo dire che la religione cattolica dà molto spazio alle scelte personali...


Ely


Cristianalibera
00mercoledì 15 dicembre 2010 17:13
Re:
Elyy., 15/12/2010 17.00:



Ringrazio Veronika e do ragione anche a Lovelove perchè devo dire che la religione cattolica dà molto spazio alle scelte personali...


Ely





Sono contenta per te se ti senti libera da cattolica tutto dipende dalla proria forma mentis.... allora dai Ely continua con i posts di quel saggio, sacerdote cattolico eretico o no che sia, che trovo molto molto interessante, sono curiosissima come continua e poi analizzeremo insieme!




[SM=g9508]
Veronika


francocoladarci
00mercoledì 15 dicembre 2010 17:36
Ely scrive.

Ringrazio Veronika e do ragione anche a Lovelove perchè devo dire che la religione cattolica dà molto spazio alle scelte personali...



La Chiesa cattolica è simile a un melograno, se togliamo la buccia possiamo vedere l’unicità del melograno(in quanto uno) dalla molteplicità dei grani, singoli grani variabili nella forma uniti nella sostanza, i quali grani nella loro unità formano quel frutto meraviglioso e saporito che è il melograno.

La chiesa è come il melograno, e nessun grano (fedele) è insignificante o superfluo, poiché il melograno è tale grazie alla coesione dei singoli grani, ma indipendenti da grano a grano, così i fedeli nella loro personalità e molteplicità sono coesi tra loro formando con i successori degli apostoli l’edificio fondato da Cristo, la sua Chiesa, e ove c’è Cristo (la Chiesa) c’è libertà.

Franco

Cristianalibera
00mercoledì 15 dicembre 2010 18:08
Re:
francocoladarci, 15/12/2010 17.36:

Ely scrive.

Ringrazio Veronika e do ragione anche a Lovelove perchè devo dire che la religione cattolica dà molto spazio alle scelte personali...



La Chiesa cattolica è simile a un melograno, se togliamo la buccia possiamo vedere l’unicità del melograno(in quanto uno) dalla molteplicità dei grani, singoli grani variabili nella forma uniti nella sostanza, i quali grani nella loro unità formano quel frutto meraviglioso e saporito che è il melograno.

La chiesa è come il melograno, e nessun grano (fedele) è insignificante o superfluo, poiché il melograno è tale grazie alla coesione dei singoli grani, ma indipendenti da grano a grano, così i fedeli nella loro personalità e molteplicità sono coesi tra loro formando con i successori degli apostoli l’edificio fondato da Cristo, la sua Chiesa, e ove c’è Cristo (la Chiesa) c’è libertà.

Franco




Beh forse oggi sì, ma al tempo della Santa inquisizione ne dubito fortemente... altro che liberta!


francocoladarci
00mercoledì 15 dicembre 2010 18:43
Cristanalibera scrive.

Beh forse oggi sì, ma al tempo della Santa inquisizione ne dubito fortemente... altro che liberta!



Cara Veronika, gli studiosi di oggi, mi riferisco al XX secolo ,stanno ridimensionando eventi accaduti nel passato, come l’inquisizione (e qui ci sarebbe da fare un distinguo), le crociate, le persecuzioni, e quant’altro, altri aspetti sono invece da potenziare, come ad esempio l’estensione dell’impero romano.

Inoltre vi è da fare un piccola considerazione, se tu hai un piedino numero 38, non puoi metterti una scarpina 35, il piede non entra, così non puoi prendere un 40, ci navigheresti. Ma devi prendere una scarpa che sia il 38, ossia il tuo piede.

Noi (io compreso) abbiamo una pessima abitudine, quella di misurare la cultura, la storia, la civiltà e altro, con il nostro metro di misura, ciò non è possibile, ogni epoca ha avuto il suo metro, ed è con quel metro che noi dovremmo esaminare la storia, sia secolare che ecclesiastica, ogni epoca ha generato i propri figli come la nostra ha generato noi, solo adottando questo concetto di valutazione che possiamo capire(almeno in una certa misura)come sono andate le cose.
Ciao
Franco
Elyy.
00mercoledì 15 dicembre 2010 19:25
Re:
francocoladarci, 15/12/2010 17.36:

Ely scrive.

Ringrazio Veronika e do ragione anche a Lovelove perchè devo dire che la religione cattolica dà molto spazio alle scelte personali...



La Chiesa cattolica è simile a un melograno, se togliamo la buccia possiamo vedere l’unicità del melograno(in quanto uno) dalla molteplicità dei grani, singoli grani variabili nella forma uniti nella sostanza, i quali grani nella loro unità formano quel frutto meraviglioso e saporito che è il melograno.

La chiesa è come il melograno, e nessun grano (fedele) è insignificante o superfluo, poiché il melograno è tale grazie alla coesione dei singoli grani, ma indipendenti da grano a grano, così i fedeli nella loro personalità e molteplicità sono coesi tra loro formando con i successori degli apostoli l’edificio fondato da Cristo, la sua Chiesa, e ove c’è Cristo (la Chiesa) c’è libertà.

Franco





Bella metafora! [SM=g1902224]

Ely



Cristianalibera
00giovedì 16 dicembre 2010 10:12
Re:
francocoladarci, 15/12/2010 18.43:

Cristanalibera scrive.

Beh forse oggi sì, ma al tempo della Santa inquisizione ne dubito fortemente... altro che liberta!



Cara Veronika, gli studiosi di oggi, mi riferisco al XX secolo ,stanno ridimensionando eventi accaduti nel passato, come l’inquisizione (e qui ci sarebbe da fare un distinguo), le crociate, le persecuzioni, e quant’altro, altri aspetti sono invece da potenziare, come ad esempio l’estensione dell’impero romano.

Inoltre vi è da fare un piccola considerazione, se tu hai un piedino numero 38, non puoi metterti una scarpina 35, il piede non entra, così non puoi prendere un 40, ci navigheresti. Ma devi prendere una scarpa che sia il 38, ossia il tuo piede.

Noi (io compreso) abbiamo una pessima abitudine, quella di misurare la cultura, la storia, la civiltà e altro, con il nostro metro di misura, ciò non è possibile, ogni epoca ha avuto il suo metro, ed è con quel metro che noi dovremmo esaminare la storia, sia secolare che ecclesiastica, ogni epoca ha generato i propri figli come la nostra ha generato noi, solo adottando questo concetto di valutazione che possiamo capire(almeno in una certa misura)come sono andate le cose.
Ciao
Franco



Sinceramente non ho capito cosa mi vuoi dire Franco tutte belle parole che non servono a persuadermi di poter annoverare l'inquisizione nel concetto della libertà cristiana ma continuo semplicemente a considerarla un atto liberatorio da gente nemmeno non sempre eretici... se pensiamo quanta persone sono andate a finire sui roghi ma anche e soprattutto gente scomodo alla "chiesa" e liberi pensatori come quell'autore di "Un aquila che pensava di essere un pollo."


[SM=g1916242]
Veronika


Cristianalibera
00giovedì 16 dicembre 2010 18:45
Re: Re:
Cristianalibera, 15/12/2010 17.13:



Sono contenta per te se ti senti libera da cattolica tutto dipende dalla proria forma mentis.... allora dai Ely continua con i posts di quel saggio, sacerdote cattolico eretico o no che sia, che trovo molto molto interessante, sono curiosissima come continua e poi analizzeremo insieme!




[SM=g9508]
Veronika






UP! [SM=g9508] [SM=g1916242]


Elyy.
00giovedì 16 dicembre 2010 19:07

Normalmente tutto quel che facciamo è nel nostro interesse. Tutto. Quando si fa qualcosa in nome dell’amore di Cristo, quello è egoismo? Sì. Quando si fa qualcosa per amore di qualcuno, è egoismo? Sì. Quando si fa qualcosa per amore di qualcuno è sempre nel proprio interesse. Penso di dover spiegare meglio questo concetto.
Mettiamo che abitiate a Phoenix e che diate da mangiare a oltre cinquecento bambini al giorno. La cosa vi gratifica? Ebbene, cosa vi aspettate, che vi faccia sentire male?
Tuttavia, qualche volta questo accade. E ciò dipende dal fatto che certa gente fa determinate cose in modo da non doversi sentire male. E quella la definisce carità. Agisce per senso di colpa. Non è amore, questo. Ma, grazie a Dio, voi fate delle cose per delle persone, e questo vi dà piacere. Splendido! Siete persone sane perché portate avanti il vostro interesse personale. E ciò è sano.

Consentitemi di riassumere quel che ho detto riguardo alla carità egoista. Ho spiegato che esistono due tipo di egoismo; forse avrei dovuto dire tre.
Il primo, quando faccio qualcosa, o meglio, quando mi concedo il piacere di compiacere me stesso.
Il secondo, quando mi concedo il piacere di compiacere altri. Non inorgoglitevi per queste cose. Non pensate di essere grandi. Siete persone normali, ma con gusti raffinati. E’ il vostro gusto a essere buono, non la qualità della vostra spiritualità. Quando eravate bambini, vi piaceva la coca-cola. Ora siete cresciuti e preferite, in una giornata calda, una birra fredda. I vostri gusti sono migliorati. Quando eravate bambini, adoravate i cioccolatini; ora che siete cresciuti, apprezzate una sinfonia, una poesia. Avete gusti migliori, ma aspirate lo stesso al vostro piacere, solo che adesso è il piacere di compiacere altri.
Poi c’è il terzo tipo, il peggiore: quando si fa qualcosa di buono per non sentirli in colpa. Fare del bene non vi fa sentire bene; anzi, vi fa sentire male. E’ una cosa che odiate. Compite dei sacrifici in nome dell’amore ma vi lamentate. Ah, quanto poco sapete di voi stessi se credete di non fare le cose in questo modo!



Premetto che non concordo su tutto il pensiero sopra citato ma immagino che esistano tantissime persone che potrebbero sentirsi toccate da questo ragionamento.

[SM=g1916242]
Ely






abuonconsiglio
00giovedì 16 dicembre 2010 21:34
Ho ascoltato il consiglio e sto leggendo il libro.

E' veramente interessante.

Spero solo di non scoprire che sono un pollo che credeva di essere un'aquila, non altro perchè sono circondato da aquile fameliche e non potrò chiedere nemmeno aiuto al psicologo di turno!!!
francocoladarci
00venerdì 17 dicembre 2010 15:32
Quello che voglio dire Veronika, che non è possibile, giudicare gli avvenimenti del passato con in nostro giudizio contemporaneo, storicamente non lo si può fare e non lo si può accettare.

Modi di comportamento nel passato erano più che normali il quel tempo, cosa che non lo sono oggi, ma condannare quegli avvenimenti perché oggi abbiamo una cultura più sensibile(forse) è sbagliato sia sotto l’aspetto morale che storico, continuando a citare avvenimenti per puntare il dito a chi che sia non è intellettualmente corretto.

Ad esempio, oggi inorridiamo al pensiero che un uomo sia schiavo di un altro uomo, ma nel passato ciò era normale, nessuno si scandalizzava, tu pensi che alcuni dei primi cristiani non ebbero degli schiavi?, Paolo esorta i “padroni” a trattare gli schiavi con amore,(Onesimo schiavo di Filemone) cosa facciamo condanniamo Paolo come schiavista?, e di esempi nel corso dei secoli ve ne sono moltissimi, ma ciò che noi dimentichiamo che ogni generazione è figlia del proprio tempo, della propria cultura e dei propri valori.

Ora, tu vorresti giudicare la storia contrapponendo la nostra, la “scarpa” è troppo piccola o troppo larga, e tutto ciò che a volte si prende per “oro colato” alla fine tanto oro pare che non sia.
E questo cara Veronika vale sia per le crociate, che per l’inquisizione o quant’altro, non possiamo capire un avvenimento se prima non comprendiamo le cause che ha prodotto tale avvenimento, ed anche allora non sapremo mai come sono andate effettivamente le cose, ma avremo una certa indicazione sulle ragionevoli probabilità che le cose siano andate cosi come le comprendiamo.
Franco

Cristianalibera
00giovedì 23 dicembre 2010 10:42
francocoladarci, 17/12/2010 15.32:

Quello che voglio dire Veronika, che non è possibile, giudicare gli avvenimenti del passato con in nostro giudizio contemporaneo, storicamente non lo si può fare e non lo si può accettare.

Modi di comportamento nel passato erano più che normali il quel tempo, cosa che non lo sono oggi, ma condannare quegli avvenimenti perché oggi abbiamo una cultura più sensibile(forse) è sbagliato sia sotto l’aspetto morale che storico, continuando a citare avvenimenti per puntare il dito a chi che sia non è intellettualmente corretto.

Ad esempio, oggi inorridiamo al pensiero che un uomo sia schiavo di un altro uomo, ma nel passato ciò era normale, nessuno si scandalizzava, tu pensi che alcuni dei primi cristiani non ebbero degli schiavi?, Paolo esorta i “padroni” a trattare gli schiavi con amore,(Onesimo schiavo di Filemone) cosa facciamo condanniamo Paolo come schiavista?, e di esempi nel corso dei secoli ve ne sono moltissimi, ma ciò che noi dimentichiamo che ogni generazione è figlia del proprio tempo, della propria cultura e dei propri valori.

Ora, tu vorresti giudicare la storia contrapponendo la nostra, la “scarpa” è troppo piccola o troppo larga, e tutto ciò che a volte si prende per “oro colato” alla fine tanto oro pare che non sia.
E questo cara Veronika vale sia per le crociate, che per l’inquisizione o quant’altro, non possiamo capire un avvenimento se prima non comprendiamo le cause che ha prodotto tale avvenimento, ed anche allora non sapremo mai come sono andate effettivamente le cose, ma avremo una certa indicazione sulle ragionevoli probabilità che le cose siano andate cosi come le comprendiamo.
Franco




Allora dimmi tu Franco, quale sono le cause che potrebberò giustificare crimini orrendi prodotti sia dalle crociate che dall'inquisizione?


ciao
Veronika

santapazienzauno
00giovedì 23 dicembre 2010 19:26
Re:
:108322306=francocoladarci, 17/12/2010 15.32]

Quello che voglio dire Veronika, che non è possibile, giudicare gli avvenimenti del passato con in nostro giudizio contemporaneo, storicamente non lo si può fare e non lo si può accettare.

Modi di comportamento nel passato erano più che normali il quel tempo, cosa che non lo sono oggi, ma condannare quegli avvenimenti perché oggi abbiamo una cultura più sensibile(forse) è sbagliato sia sotto l’aspetto morale che storico, continuando a citare avvenimenti per puntare il dito a chi che sia non è intellettualmente corretto.



Ci sono dei principi morali e universali che dovrebbero valere per tutti i tempi, altrimenti potremmo giustificare tutto, prendendo in esame le circostanze non favorevoli, l'aspetto storico, la cultura...etc.



Ad esempio, oggi inorridiamo al pensiero che un uomo sia schiavo di un altro uomo, ma nel passato ciò era normale, nessuno si scandalizzava, tu pensi che alcuni dei primi cristiani non ebbero degli schiavi?, Paolo esorta i “padroni” a trattare gli schiavi con amore,(Onesimo schiavo di Filemone) cosa facciamo condanniamo Paolo come schiavista?, e di esempi nel corso dei secoli ve ne sono moltissimi, ma ciò che noi dimentichiamo che ogni generazione è figlia del proprio tempo, della propria cultura e dei propri valori.



E' vero gli schiavi erano trattati molto più umanamente che oggi certa gente che non è formalmente sotto il schiavismo. in Cina, per esempio, non esiste la schiavitù nelle forme conosciute in certi periodi storici, ma oggi sono sfruttati come delle bestie, con orari del lavoro e lavoro stesso massacrante...E non credo che la nostra società oggi sia più sensibile, magari ha più delle conoscenze sulle quali potrebbe svilluppare queste sensibilità, ma è più colpevole se non vive secondo le verità rivelate...La responsabilità è in proporzione alle conoscenze...



Ora, tu vorresti giudicare la storia contrapponendo la nostra, la “scarpa” è troppo piccola o troppo larga, e tutto ciò che a volte si prende per “oro colato” alla fine tanto oro pare che non sia.
E questo cara Veronika vale sia per le crociate, che per l’inquisizione o quant’altro, non possiamo capire un avvenimento se prima non comprendiamo le cause che ha prodotto tale avvenimento, ed anche allora non sapremo mai come sono andate effettivamente le cose, ma avremo una certa indicazione sulle ragionevoli probabilità che le cose siano andate cosi come le comprendiamo.
Franco



Che cosa allora potrebbe essere il criterio in comune a vari periodi storici per stabbilire quale sia il rapporto tra bene e il male!?



Elyy.
00sabato 8 gennaio 2011 19:10
La vita è un banchetto, e la tragedia è che la maggior parte della gente sta morendo di fame. E’ proprio di questo che sto parlando, in realtà.
C’è una bella storiella che racconta di alcune persone a bordo di una zattera al largo della costa brasiliana, che stavano per morire di sete. Non avevano idea che l’acqua su cui galleggiavano era dolce. Il fiume si riversava in mare con una forza tale da coprire un paio di miglia, e quindi, nel punto in cui si trovavano, l’acqua era dolce. Solo che non lo sapevano.
Allo stesso modo, noi siamo circondati di gioia, di felicità, di amore. La maggior parte della gente non ne ha la più pallida idea. Il motivo? E’ stata sottoposta a un lavaggio del cervello. Il motivo? E’ ipnotizzata, addormentata.
Immaginatevi, sul palcoscenico, un mago che ipnotizza qualcuno in modo da fargli vedere cose che non ci sono e non fargli vedere quelle che ci sono. E’ tutto qui, pentitevi e accogliete la buona novella. Pentitevi! Svegliatevi! …
Cambiate atteggiamento. Provate a guardare le cose da un punto di vista nuovo! Perché “il regno è qui”!

Vi ho detto che la prima cosa da fare per svegliarsi è ammettere che non vi piace essere svegliati. Preferireste avere tutte le cose che, attraverso l’ipnosi, siete stati portati a credere siano tanto preziose e importanti per voi, per la vostra vita e la vostra sopravvivenza.
La seconda è capire. Capire che forse avete idee sbagliate e che sono queste idee a influenzare la vostra vita rendendola caotica e a impedirvi di svegliarvi..
Non è facile ascoltare uno che mette in discussione le vostre idee che sono diventate tanto preziose per voi…
Non è facile ascoltare , soprattutto quando c’è un coinvolgimento emotivo. E anche quando questo è assente, non è comunque facile ascoltare; si ascolta sempre dal proprio stato programmato, condizionato e ipnotico. Spesso s’interpreta tutto ciò che viene detto alla luce del proprio stato d’ipnosi, del proprio condizionamento, della propria programmazione.



[SM=g1916242]
Ely



flabot
00sabato 8 gennaio 2011 19:22
Re:
francocoladarci, 17/12/2010 15.32:

Quello che voglio dire Veronika, che non è possibile, giudicare gli avvenimenti del passato con in nostro giudizio contemporaneo, storicamente non lo si può fare e non lo si può accettare.

Modi di comportamento nel passato erano più che normali il quel tempo, cosa che non lo sono oggi, ma condannare quegli avvenimenti perché oggi abbiamo una cultura più sensibile(forse) è sbagliato sia sotto l’aspetto morale che storico, continuando a citare avvenimenti per puntare il dito a chi che sia non è intellettualmente corretto.

Ad esempio, oggi inorridiamo al pensiero che un uomo sia schiavo di un altro uomo, ma nel passato ciò era normale, nessuno si scandalizzava, tu pensi che alcuni dei primi cristiani non ebbero degli schiavi?, Paolo esorta i “padroni” a trattare gli schiavi con amore,(Onesimo schiavo di Filemone) cosa facciamo condanniamo Paolo come schiavista?, e di esempi nel corso dei secoli ve ne sono moltissimi, ma ciò che noi dimentichiamo che ogni generazione è figlia del proprio tempo, della propria cultura e dei propri valori.

Ora, tu vorresti giudicare la storia contrapponendo la nostra, la “scarpa” è troppo piccola o troppo larga, e tutto ciò che a volte si prende per “oro colato” alla fine tanto oro pare che non sia.
E questo cara Veronika vale sia per le crociate, che per l’inquisizione o quant’altro, non possiamo capire un avvenimento se prima non comprendiamo le cause che ha prodotto tale avvenimento, ed anche allora non sapremo mai come sono andate effettivamente le cose, ma avremo una certa indicazione sulle ragionevoli probabilità che le cose siano andate cosi come le comprendiamo.
Franco





Allora, è assurdo dire come mi capita spesso di sentire, che una volta il mondo e l'uomo erano migliori, non siamo in grado di dare un giudizio in merito?
Elyy.
00sabato 8 gennaio 2011 19:24
Re: Re:
flabot, 08/01/2011 19.22:




Allora, è assurdo dire come mi capita spesso di sentire, che una volta il mondo e l'uomo erano migliori, non siamo in grado di dare un giudizio in merito?




Io questa frase l'ho sentita dire essenzialmente ai tdg secondo i quali l'uomo più si allontana dalla perfezione adamica e peggio diventa.

Ely


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