Maurizio Maggiani

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sergio.T
00lunedì 7 settembre 2009 10:07
Nato in una famiglia di modeste condizioni, dopo aver svolto decine di professioni (è stato anche impiegato e costruttore di pompe idrauliche) è approdato alla letteratura.

Nel 1987 ha vinto il Premio "Inedito - L'Espresso" con il racconto Prontuario per la donna senza cuore.

Con Il Coraggio del pettirosso (1995) ha poi vinto il Premio Viareggio e il Premio Campiello; con La Regina disadorna (1998) ha vinto il Premio Alassio e nel 1999 il Premio Stresa di narrativa e il Premio Letterario Chianti. Nel 2005 ha vinto, con il romanzo Il viaggiatore notturno, i premi Premio Ernest Hemingway e Premio Parco della Maiella e il Premio Strega.

Come giornalista e commentatore cura una rubrica all'interno del quotidiano genovese Il secolo XIX e scrive per La Stampa. Per la sua casa editrice Feltrinelli pubblica dei podcast sotto il titolo Il viaggiatore zoppo.[2]

Nel 2008 ha pubblicato il cd Storia della meraviglia, con Gian Piero Alloisio, tratto dallo spettacolo teatrale rappresentato dai due nella stagione precedente.
sergio.T
00lunedì 7 settembre 2009 10:12
Incominciato ieri sera Il coraggio del pettirosso e subito ritrovato un italiano che merita di essere letto.
Cosa non comune se ci si pensa bene: un autore italiano , di questi tempi, va' sempre guardato con diffidenza ( tranne i soliti noti).

Il popoli degli Apui fu fiero e coraggioso: resistette per quanto potette ma poi fu massacrato e sterminato dalla potenza Romana.

" Un popolo deve sapere quando e' sconfitto" Memento!
sergio.T
00martedì 8 settembre 2009 09:49
La descrizione dell'attacco dello scorpione all'asino nel deserto ha la stessa intensita' di quelle pagine della Peste di Camus che raccontano la morte della bambina.

In pochi sanno scrivere in questo modo.
sergio.T
00mercoledì 9 settembre 2009 10:56
Ci si incontra con un Ungaretti misterioso, in questo romanzo.
mujer
00mercoledì 9 settembre 2009 11:39
un Ungaretti misterioso? Spiega, ché tutto ciò che ha a che vedere con Ungaretti mi interessa.
sergio.T
00mercoledì 9 settembre 2009 12:12
Un Ungaretti enigmatico, di destra, seducente.
Come un ombra appare, lascia, muore.

sergio.T
00giovedì 10 settembre 2009 12:27
Anarchia uguale a Dio, forse?
mujer
00giovedì 10 settembre 2009 13:16
mah, sto Maggiani delira?
sergio.T
00venerdì 11 settembre 2009 09:44
No, non delira.
Diciamo che Dio e Anarchia possono in un certo senso avere lo stesso significato: infinitudine libertaria.
Non viene affermato, ma viene domandato.

Pascal, uno dei protagonisti un avo, alla fine del romanzo si ritrovera' a Castelmagno in quella Liguria dei vecchi Apui dominati dai Romani.
Gente che da secoli vive raccolta in una landa di terra lontana: dovettero nei secoli passati scappare in essa per sfuggire la dominio Romano e per potersi salvare.
E' famosa la deportazione Romana dei Liguri: migliaia di uomini, donne, bambini, vecchi, deportati per mille e passa chilometri lontani da casa.
Per strada, sotto il sole, incolonnati tra le truppe Romane: come esempio per tutti gli altri.
Ma in questa landa qualcuno sopravisse: forse coraggiosi come pettirossi?

sergio.T
00lunedì 14 settembre 2009 12:20
Un libro strano, per verti versi, insolito davvero.
Un intricato labirinto a formare un unica storia.
Un libro da leggere, un libro per rivendicare il valore di certi principi.
Resistenza, tradizione, culture piccole e disperse.
Gli Apui ad esempio: popolo storicamente perseguitato( bisognerebbe chiedersi il perche' e il per come), popolo che strenuamente si difese.
Un popolo testardo.
Ma la storia , piu' di quella di Maggiani, e' ancora piu' testarda e poco si curo' degli Apui.
C'era qualcosa di piu' grande di loro.
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