Mi chiamo Matteo. Non somiglio a nessuno. Ho i capelli ricci come un agnellino, un piccolo naso da topolino e gli occhi neri come il carbone.
I miei sono occhi belli, ma non ci vedono... sono cieco dalla nascita. Non ho paura del buio, perché io ci sto sempre, al buio. Al posto dei miei due occhi che non ci vedono, ne ho altri che vedono tutto. Ho degli occhi nascosti nelle orecchie per ammirare il canto degli uccelli. Degli occhi sulla punta delle dita per toccare l'invisibile. Degli occhi sulle dita dei piedi per conoscere la freschezza dell'erba. Degli occhi nelle narici per riconoscere il profumo delle persone e i biscotti della mamma. Degli occhi nella bocca per sentire il gusto delle cose. In tutto fanno ventisei occhi, per attraversare la notte.
Stamattina, mi sveglio e mi stringo al mio orsacchiotto di peluche. Il suo cuore fa TOC... TOC. Apre un occhio e dice sbadigliando: " Fa bel tempo. La luce attraversa le tende. Tutti i giocattoli brillano sugli. scaffali". lo lo sapevo, perché tante volte, nelle mattine di sole, gli uccelli cantano in coro, l'aria è tiepida e il profumo dei fiori sale fino alla mia camera.
Scendo dal letto. Nella mia testa si apre un cassetto. Ci tengo nascoste le piantine segrete per muovermi dentro casa. Entro in cucina e abbraccio il papà. Ha la pelle morbida, si è appena fatto la barba. Abbraccio la mamma. Ha cambiato profumo. Mi siedo al mio posto e chiedo: «È per oggi, la mia sorpresa?» La mamma con la voce profumata di marmellata, risponde: " Avrai la tua sorpresa a fine settimana.. devi aspettare solo quattro giorni". Ci penso tutto il giorno alla mia sorpresa. A scuola imparo il braille. Sono tanti puntini allineati che io cerco di leggere con gli occhi che ho nascosti sulla punta delle dita. Facendo molta fatica a concentrarmi i puntini si trasformano in coccinelle, corrono sul mio banco aprono le ali e volano per l'aula.
Durante la ricreazione, per non pensare alla mia sorpresa, ridisegno il mondo nella mia testa. Vedo degli uccelli versolucci, dei pesci marolosi. Versoluccio e maroloso sono dei colori che ho inventato io. Immagino anche degli animali fantastici i falbirini, i racodonti, gli zechiloni. Sono l'unico a conoscerli, io li chiamo e loro vengono a mangiare dalla mia mano. Sogno la mia sorpresa ogni notte. E ogni mattina racconto il sogno al mio orsacchiotto. Mercoledì mattina gli racconto il sogno del trenino elettrico... Giovedì il sogno del tamburo... Venerdì il sogno del cow-boy... Sabato mattina mi precipito sul letto di mamma e papà. Il papà dice: «Matteo avrai la tua sorpresa dopo colazione.» Sono troppo eccitato. Non ho fame di nient'altro. Aspetto. All'improvviso la voce di mia madre dice: «Vieni, Matteo...
Andiamo a fare un giro in auto.» La macchina accelera su un'autostrada. Attraversiamo un ponte, sento l'odore di un fiume ..Apro il finestrino e respiro il vento che cambia odore....Riconosco i profumi dei campi, dei boschi di abeti dei pascoli. .. Dopo aver respirato una moltitudine di fragranze, lasciamo l'autostrada e corriamo su una stradina di ghiaia. C'è odore d'erba e di cavalli. Dopo un po' il papà esclama: «Ci siamo!» lo non dico niente. I miei ventisei occhi sono spalancati. L'auto si ferma. Mettendo i piedi a terra, sento molti cani che ululano come lupi. Il cuore mi salta nel petto. La mamma mi accarezza una spalla: «Non aver paura, ragazzo mio... la tua sorpresa ti aspetta.» Qualcuno ci viene incontro. Sento la voce di un uomo sopra di me; " Così tu sei Matteo? Vieni ho qualcosa da mostrarti!". Mi prende per mano. Camminiamo per un sentiero di sabbia. Improvvisamente il signore si ferma. Apre una porta che cigola. Entriamo in un odore di fieno.
Poi, sento un curioso fruscio contro le gambe. Mi chino e accarezzo delle palline di pelo che mi mordicchiano le dita. Mi sdraio sul fieno. I cuccioli mi si arrampicano addosso, le loro zampe mi fanno il solletico. La mia risata rimbalza sulle pareti. Sento la porta cigolare. Due bambini arrivano correndo, un ragazzino che respira forte e una ragazzina profumata. Mia madre mi raggiunge, il fieno scricchiola. Con il miele nella voce, mormora: «Ecco la tua sorpresa, ometto mio! Scegli il cane che vuoi... è tuo!» Salto fra le braccia della mamma. La bacio. Lei mi solleva e mi fa girare per aria come una giostra. Scelgo il cucciolo più dolce e più giocherellone, me lo stringo al cuore.
Lui uggiola di contentezza, mi lecca le guance. Quando salgo in macchina, la ragazzina domanda: «Perché è cieco quel bambino?» Suo fratello risponde sottovoce: «Io dico che non è mica cieco per davvero... Ha scelto il più bello!»
Un altro modo di vedere il mondo...