Marte quel crollo che causò l’estinzione di massa e l’esodo?

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Spoch71
00mercoledì 18 settembre 2019 18:26
La teoria dell’ufologo ligure Angelo Maggioni spiega una versione inedita del pianeta e di conseguenza dell’evoluzione terrestre. Ovviamente precisa teoria e ipotesi strettamente personale che non vuol essere ne la verità ne una verità ma portar a riflettere e confrontarsi con chi abbia voglia di cercare risposte senza ricorrere al sensazionalismo o al facile clik abbandonando l’idea del voler creare Business o un uso abnorme di vocaboli che non corrispondono al loro stesso significato come extraterrestre, alieno, non convenzionale, ufo, accreditata, unica ecc ecc Buona lettura
Prima di parlarvi della mia visione di Marte e degli eventi in essere e del nostro pianeta è bene riportare alcuni informazioni ufficiali del pianeta Rosso.

Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole; è visibile a occhio nudo ed è l’ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Chiamato il Pianeta rosso a causa del suo colore caratteristico causato dalle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono, Marte prende il nome dall’omonima divinità della mitologia romana e il suo simbolo astronomico è la rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia del dio ( ; Unicode: ♂).

Pur presentando temperature medie superficiali piuttosto basse (tra −120 e −14 °C) e un’atmosfera molto rarefatta, è il pianeta più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Le sue dimensioni sono intermedie tra quelle del nostro pianeta e quelle della Luna, e ha l’inclinazione dell’asse di rotazione e la durata del giorno simili a quelle terrestri. La sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, e formazioni geologiche che vi suggeriscono la presenza di un’idrosfera in un lontano passato. La bassissima densità dell’atmosfera non è poi in grado di consumare buona parte delle meteore, che pertanto raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra. Tra le formazioni geologiche più notevoli di Marte si segnalano: l’Olympus Mons, o monte Olimpo, il vulcano più grande del sistema solare (alto 27 km); le Valles Marineris, un lungo canyon notevolmente più esteso di quelli terrestri; e un enorme cratere sull’emisfero boreale, ampio circa il 40% dell’intera superficie marziana

Numerose sono state le missioni verso Marte intraprese da Unione Sovietica, Stati Uniti, Europa e Giappone per studiarne la geologia, l’atmosfera e la superficie.

Circa metà delle missioni tuttavia sono risultate degli insuccessi costituiti da perdite e da vari inconvenienti tecnici. Anche per questo motivo il pianeta conserva il suo fascino, il suo mistero e, più in generale, un’ulteriore motivazione per proseguire le ricerche. Le probabilità di trovare tracce di vita su questo pianeta, così come esso ci appare, sono estremamente ridotte; tuttavia, se fosse confermata la presenza di acqua in tempi remoti, aumenterebbero le probabilità di trovare tracce di vita passata.

Ufficialmente
Marte si formò 4,6 miliardi di anni fa, con una storia simile agli altri tre pianeti terrestri e cioè a seguito della condensazione della nebulosa solare, per lo più dei silicati. A causa della distanza superiore dal Sole rispetto alla Terra, durante la fase iniziale della formazione nell’orbita di Marte si trovava una concentrazione maggiore di elementi con basso punto di ebollizione, come cloro, fosforo e zolfo, probabilmente spinti via dalle orbite interne dal forte vento solare del giovane Sole.

La storia del pianeta può essere suddivisa in quattro ere geologiche che caratterizzano la sua formazione e evoluzione.


Noachiano
Durante la prima era, compresa tra circa 4,1 e 3,7 miliardi di anni fa, il pianeta fu soggetto all’intenso bombardamento tardivo, di cui fu vittima anche la Terra. Circa il 60% della superficie ha dei marcatori risalenti a quell’era, in particolare crateri da impatto. Il più grande di questi si trova nell’emisfero settentrionale e ha un diametro di circa 10 000 km, quasi metà della circonferenza del pianeta.Mappa altimetrica che evidenzia la dicotomia di Marte, ricostruita a partire dai dati forniti dal Mars Global Surveyor (2001).

L’ipotesi più accreditata sulla formazione di questo cratere è l’impatto con un planetoide delle dimensioni di Plutone, che lasciò una profonda traccia sul pianeta, il bacino boreale, che occupa circa il 40% del pianeta, conferendo una dicotomia unica nel sistema solare. Un’altra formazione tipica di questo periodo è la regione di Tharsis, soggetta a un vulcanismo molto attivo e inondata, verso la fine dell’era, da una grande quantità d’acqua, molto abbondante a quei tempi. Questo concatenarsi di eventi potrebbe aver permesso condizioni adatte alla vita microbiologica.

Esperiano
Lentamente, in poco più di un miliardo e mezzo di anni, Marte passò da una fase calda e umida caratteristica del Noachiano a quella di pianeta freddo e arido osservabile attualmente; questa fase di transizione avvenne durante l’Esperiano, un periodo caratterizzato da un’intensa attività vulcanica e alluvioni catastrofiche che scavarono immensi canali lungo la superficie. Sono tipiche di questo periodo le grandi pianure basaltiche e l’Olympus Mons, il vulcano più alto di tutto il sistema solare. Le continue eruzioni portarono in superficie grosse quantità di anidride solforosa e acido solfidrico, mutando le grandi distese di acqua liquida in piccoli bacini di acqua ad alta acidità per via dell’acido solforico che si andò a formare. Sebbene la scomparsa dei fiumi e dei laghi sia generalmente considerata ascrivibile verso la fine di questa era, un recente modello realizzato da un team di scienziati statunitensi guidati da Edwin Kite sembra aprire la possibilità che l’esistenza dei corsi d’acqua sulla superficie sia stata possibile sino a meno di un miliardo di anni fa

Amazzoniano
L’Amazzoniano, da circa 3 miliardi di anni fa a oggi, è caratterizzato da un periodo povero di bombardamenti meteoritici e da condizioni climatiche fredde e aride simili a quelle attuali. Una formazione tipica di questa era è l’Amazonis Planitia, una vasta pianura poco caratterizzata da crateri. Grazie all’attività geologica relativamente stabile e alla diminuzione degli effetti caotici del sistema solare, lo studio di queste formazioni relativamente recenti è possibile applicando molti principi elementari come la legge della sovrapposizione o il conteggio di crateri in un’area determinata per stimare età e sviluppo geologico della zona interessata.

Marte orbita attorno al Sole a una distanza media di circa 2,28×108 km (1,52 au) e il suo periodo di rivoluzione è di circa 687 giorni (1 anno, 320 giorni e 18,2 ore terrestri). Il giorno solare di Marte (il Sol) è poco più lungo del nostro: 24 ore, 37 minuti e 23 secondi.

L’inclinazione assiale marziana è di 25,19° che risulta simile a quella della Terra. Per questo motivo le stagioni si assomigliano eccezion fatta per la durata doppia su Marte. Inoltre il piano dell’orbita si discosta di circa 1,85° da quello dell’eclittica.

La presenza di acqua allo stato liquido in superficie è impossibile su Marte oggi, a causa della sua pressione atmosferica eccessivamente bassa (salvo in zone di elevata depressione e per brevi periodi di tempo). Il ghiaccio d’acqua però è abbondante: i poli marziani infatti ne sono ricoperti e lo strato di permafrost si estende fino a latitudini di circa 60º. La NASA nel marzo del 2007 annunciò che se si ipotizzasse lo scioglimento totale delle calotte polari, l’intero pianeta verrebbe sommerso da uno strato d’acqua profondo 11 metri.

Si ritiene che grandi quantità di acqua siano intrappolate sotto la spessa criosfera marziana. La formazione della Valles Marineris e dei suoi canali di fuoriuscita dimostrano infatti che durante le fasi iniziali della storia di Marte fosse presente una grande quantità di acqua allo stato liquido. Una testimonianza la si può ritrovare nella Cerberus Fossae, una frattura della crosta risalente a 5 milioni di anni fa, dalla quale proviene il mare ghiacciato visibile sulla Elysium Planitia con al centro la Cerberus Palus. Tuttavia è ragionevole ritenere che la morfologia di questi territori possa essere dovuta alla stagnazione di correnti laviche anziché all’acqua. La struttura del terreno e sua inerzia termica paragonabile a quella delle pianure di Gusev, assieme alla presenza di formazioni coniche simili a vulcani, avvalorano la seconda tesi. In più la stechiometria molare frazionaria dell’acqua in quelle aree è solamente del 4% circa,fatto attribuibile più a minerali idrati che alla presenza di ghiaccio superficiale.

Nell’esplorazione moderna la NASA si è concentrata nella ricerca di acqua sul pianeta quale elemento base per lo sviluppo della vita. In passato erano stati osservati i segni della passata presenza di acqua: sono stati osservati canali simili ai letti dei fiumi sulla terra. È tuttora oggetto di molti dibattiti l’origine dell’acqua liquida che un tempo scorreva sul pianeta; l’acqua, sotto forma di ghiaccio, costituisce una piccola parte delle calotte polari (il resto è formato da anidride carbonica solida). Altra acqua si trova sotto il suolo del pianeta, ma in quantità ancora sconosciuta. La presenza di acqua nel sottosuolo del polo sud di Marte è stata confermata dalla sonda europea Mars Express nel gennaio del 2004; nel 2005 il radar MARSIS ha individuato un deposito di ghiaccio dello spessore maggiore di un chilometro tra gli 1,5 e i 2,5 km di profondità, nei pressi della regione di Chryse Planitia. Nel luglio 2008 annunciò le prove della presenza dell’acqua su Marte. Nel settembre 2015, su un articolo su Nature Geoscience, è stata annunciata, sulla base delle ricognizioni del MRO, la scoperta di acqua liquida sul pianeta, confermando le teorie di molti studiosi e astronomi; si tratta di piccoli rigagnoli di acqua salata, che si generano periodicamente.

Il 28 settembre 2015, la NASA ha annunciato di avere delle prove concrete che sulla superficie di Marte scorra acqua salata allo stato liquido sotto forma di piccoli ruscelli ma si tratta comunque di speculazione e non di osservazione diretta. Invece le analisi radar condotte dal 2012 al 2015 dalla sonda Mars Express hanno permesso di rilevare senza alcun dubbio una distesa di acqua salata allo stato liquido sotto la calotta polare australe

Da media.inaf.it possiamo leggere :
In questi 2489 Sol – il giorno marziano – Curiosity ha finora percorso quasi 21 chilometri e inviato a Terra più di 600mila immagini. A bordo del rover trovano posto gli strumenti più evoluti mai inviati su Marte, tra i quali ricordiamo un laser per vaporizzare e studiare il terreno grazie a uno spettrografo e una piccola trivella per raccogliere e analizzare campioni di rocce. ecentemente alcune di queste immagini hanno colpito gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory, al Caltech in California. Si tratta nello specifico di una panoramica a 360° scattata dal punto in cui si trova attualmente il rover, una zona chiamata ’cuscinetto d’argilla’, all’interno del cratere Gale nei pressi del Monte Sharp. Le ultime fotografie di questo luogo fanno sospettare che in passato, miliardi di anni or sono, fosse percorso da fiumi d’acqua e che molti laghi facessero parte del cratere. Si tratta infatti di una regione ricoperta da terreno argilloso, già individuato dallo spazio dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter (Mro). I minerali argillosi si formano solitamente in acqua, ed è per questo che Curiosity sta esplorando nel dettaglio l’unità cuscinetto d’argilla. In questi 2489 Sol – il giorno marziano – Curiosity ha finora percorso quasi 21 chilometri e inviato a Terra più di 600mila immagini. A bordo del rover trovano posto gli strumenti più evoluti mai inviati su Marte, tra i quali ricordiamo un laser per vaporizzare e studiare il terreno grazie a uno spettrografo e una piccola trivella per raccogliere e analizzare campioni di rocce.

Lo scorso giugno Curiosity è uscita dal ciottolato e ha subito incontrato alcune formazione geologiche più complesse, come quella denominata ‘Strathdon‘. Si tratta di una roccia composta da decine di stratificazioni sedimentarie che costituiscono una serie di formazioni ondulate. Queste rocce sono sostanzialmente differenti da quelle associate ai sedimenti dei laghi che Curiosity aveva già analizzato in precedenza.

La forma ondulatoria suggerisce un’origine più dinamica per queste rocce che si ritiene siano state plasmate da acqua corrente da venti o da entrambe le cose. La roccia Strathdon e l’area del cuscinetto d’argilla rappresentano dunque un cambiamento fondamentale nel paesaggio marziano. Forse l’acqua su Marte non è semplicemente evaporata ma deve aver subito un’evoluzione più complessa che ha lasciato i segni visibili oggi da un piccolo rover terrestre, tutto solo sul pianeta rosso.

La teoria dell’ufologo ligure Angelo Maggioni su alcuni aspetti del Pianeta che potrebbe incrociarsi su storie di miti e leggende come quella degli Anunnaki scoperti da Sitchin e approfonditi poi da Biglino . Perchè faccio riferimento a Sitchin? semplice in poche parole La teoria di Sitchin, in fin dei conti cerca di spiegare l’indecifrabile e inspiegabile salto quantico avvenuto tra lo stato di Homo erectus e quello di Homo sapiens, un salto che Sitchin spiega come conseguenza di un innesto genetico effettuato sul Dna dagli dei venuti dal cielo, dei di cui parlano, tra l’altro, tutte le antiche religioni del mondo pur dando loro di volta in volta nomi diversi. Sarebbero questi gli Anunnaki, popolo delle stelle proveniente da un presunto decimo pianeta del sistema solare, chiamato Nibiru. Questi signori del cielo sarebbero discesi migliaia e migliaia di anni fa sulla terra perché, stando sempre alla traduzione di Sitchin, il loro pianeta stava collassando a causa dell’indebolimento della sua atmosfera. La terra in quel periodo era ricca di oro, sostanza preziosa che doveva servire per rinforzare la barriera protettiva della stessa atmosfera.Gli ominidi che questi “dei” scesi dal cielo trovarono sulla terra non erano adatti, per ovvi limiti genetici e strutturali, a dare una mano ai visitatori molto più progrediti. Per questo motivo gli stessi Anunnaki avrebbero compiuto un esperimento genetico modificando il DNA dei nostri antenati con geni appartenenti appunto ai nuovi visitatori con il risultato di creare l’Homo sapiens. Le loro visite, stando sempre allo studioso di origine russa, si ripeterono ogni 3600 anni in occasione dell’avvicinamento alla terra del suddetto pianeta, la cui orbita intorno al sole durerebbe appunto la bellezza di 3600 anni. Un pianeta quindi che, nel punto di massima distanza, vedrebbe il nostro sole come qualcosa di poco più grande di un puntino luminoso nel cielo.

Se c’è un punto debole nella teoria di Sitchin è forse proprio questo: come sia possibile che un eventuale pianeta così lontano dal sole possa comunque avere non solo un’atmosfera protettiva ma anche una qualche forma di vita addirittura più evoluta della nostra, è una domanda che dal punto di vista scientifico non ha avuto dallo stesso ricercatore una risposta adeguata. (fonte Elzeviro)La mia personale idea dunque si basa su delle semplici riflessioni che mi pongo e che mi fanno riflettere su intrecci possibili interpretativi di Sitchin e mie.Una delle mie convinzioni più forti riguarda la datazione dell’universo e dunque della sua nascita, e di conseguenza la datazione del nostro sistema solare che vede il formarsi dei pianeti circa 4,6 miliardi di anni, io credo invece sia più vecchio circa almeno poco più del doppio e dunque vicino ai 10 miliardi. Anche molti templi o costruzioni “terrestri” ad oggi sono motivo di dibattito, dalla sfinge alle Piramidi ,per citarne i più famosi ,ma il sito di Göbekli Tepe che la sua presunta datazione (11mila/13mila anni) ha di fatto gettato nel panico la storia ufficiale che ne evidenzia appunto falle di datazioni passate , il suo scopo definitivo e utilizzo non è ancora ben chiaro seppur questo sito racchiude tutte le usanze e strumenti di osservazione stellare. Marte a mio avviso quando si formò fu esattamente uguale alla Terra , stessi processi e tempi , la differenza che causa la variante su una struttura ipotetica di vita è dovuta dalla distanza del sole, e la sua circonferenza ma che questi due elementi non sono certamente stati un ostacolo per la formazione di vita. Anche la recente scoperta di LUCA ( Secondo una nuova ricerca, la più antica “struttura” comune a tutti gli esseri viventi – eucarioti, batteri e molto probabilmente
anche archaea – aveva già un’organizzazione simile a una cellula, Last Universal Common Ancestor, l’ultimo antenato comune universale, in pratica l’origine comune a tutti gli organismi viventi. ) secondo molti scienziati non era molto più di un assemblaggio di molecole in una zuppa primordiale dalla quale, sotto la pressione evolutiva dell’ambiente, si sono sviluppate forme più complesse , fino a poco tempo fa si pensava fosse presente sui 3,6 miliardi di anni oggi si è scoperto che sicuramente la sua datazione è da correggere a 4 miliardi di anni e dunque alla data ufficiale della formazione della Terra il che ,a mio modesto avviso e da somaro della conoscenza scientifica delle cellule,non sarebbe propriamente compatibile , nel senso che se LUCA fosse di 4 miliardi doveva comunque avere un ambiente meno ostile di quello che si presentava 4,6 miliardi di anni e dunque non solo rocce e fuoco un caldo paragonabile all’inferno ma certamente necessitava dell’elemento acqua liquida e non incandescente .Un assemblaggio di molecole che poi diedero vita al Pianeta . Se oggi immagino Marte un pianeta gemello della Terra e che ha subito al 90% lo stesso processo non escludo che anch’esso abbia avuto la stessa possibilità di evoluzione molecolare come quella di LUCA e che abbia poi dato il via a forme di vita , che si sia adattata al pianeta ospitante e alle sue potenzialità ( campo magnetico, forza di gravità, ecc ecc) E se quella vita si fosse sviluppata poco prima che sulla Terra e a causa di contaminazioni esterne ( immaginiamo come si potesse presentare il sistema solare a quei tempi un vero e proprio caos peggio delle metrò di Roma ) si sia sviluppata vita evoluta e in grado di sviluppare conoscenza che oggi neanche immaginiamo? E se quelle entità fossero stati gli Anunnaki? perchè no? nel passaggio sopra che descrive la relazione di Sitchin si parla di un popolo che a causa di un cedimento del campo magnetico del loro pianeta si videro “costretti a invadere la Terra” Ebbene Marte o la morte di Marte da pianeta florido ricco di vegetazione , mari e laghi ecc ecc potrebbe essere causata dal crollo del suo campo magnetico che lo ha reso vulnerabile al vento solare che ne ha spazzato via ossigeno e di conseguenza acqua sulla superficie. Un pianeta morente con una civiltà evoluta che probabilmente ha visto nel Pianeta Terra la loro salvezza e che in massa dunque con navicelle si siano diretti sul nostro pianeta . Qui potrei ipotizzare anche che l’invasione caotica del nostro pianeta possa aver causato anche l’estinzione di animali preistorici .Certamente qui potrebbero essersi scontrate due tipi di civiltà , quella più primordiale o meno evoluta in base al suo pianeta ospitante ( Terra) e quella di Marte Ma perchè parlo del campo magnetico come causa di estinzione? Recenti studi parlano della causa che portò l’estinzione del Neanderthal ( su Scienzenotizie.it si legge: Una ricerca del Cnr-Ismar e dall’Università della Florida ha rivelato cosa sia avvenuto circa quarantamila anni fa, quando i Neanderthal scomparirono dalla Terra. L’evento all’origine dell’estinzione degli ominidi fu il cosiddetto ”Evento di Laschamp“, un periodo di due millenni durante il quale il campo magnetico crollò, passando ad una potenza pari al 25% del valore attuale. Il tutto provocò un aumento delle radiazioni ultra-violette ”selezionando” i Cro-Magnon, a discapito dei Neanderthal. Fu una variante genetica di una proteina sensibile alle radiazioni, il recettore arilico (AhR), a determinare la selezione).Rimane da capire in quale frangete possa essere accaduto questo passaggio e in quale frangente esatto ci fu l’incontro delle due civiltà , non sarebbe strano che la nostra ( che appariva debole e meno evoluta) fosse stata sottomessa da quella più evoluta , noi ne siamo un esempio vivente , basta pensare che fine fanno quelle civiltà deboli a dispetto di quelle più forti … ci abbiano , o meglio , abbiano obbligato i nostri antenati alla loro sottomissione rendendoli schiavi per i loro fabbisogni e che per soddisfare tutti i requisiti ci sia stato un ipotetico intervento sul DNA umano , anche se io credo che la promiscuità tra le due razze abbia di fatto fatto nascere la nostra attuale razza indebolendo e portando all’estinzione il ceppo iniziale delle due civiltà .Saremmo una copia delle due con la modifica ulteriore causata dal pianeta ospitante , per capirci l’entità evoluta non era completamente compatibile con il pianeta Terra e quella meno evoluta non era compatibile con la modifica diretta sia dell’entità evoluta sia non compatibile con il pianeta che era in fase di assestamento o di termine. Credo anche le i vari tentativi di modifica del DNA non siano andate a buon fine ( Il nostro DNA è oggettivamente e scientificamente più simile ai componenti della Terra stessa ad esempio Banane ) e che dunque si sia innescata una promiscuità , il mescolarsi tra le due razze ne ha creato una che potrebbe essere identificata come quella attuale Homo Sapiens . Queste entità però prima di lasciare il nostro pianeta non solo vi ha interagito ma anche tramandato conoscenze e fatto erigere templi e monumenti di valori storico inestimabile (Piramidi?) Oggi vi è stato un drastico distacco tra noi e loro ( tutte le entità evolute) e forse quello che assistiamo oggi nei vari avvistamenti o presunti ufo Crash fanno parte di una nuova evoluzione aliena perchè come il nostro pianeta ci informa tuto ha un inizio e una fine e nel tragitto tutto è modificabile pronto ad adattarsi ai nuovi eventi e aspetti prima di scomparire, credo che anche le entità evolute abbiano il loro ciclo di inizio e fine , forse più lungo e complesso ma sicuramente come il nostro. A cghi mi chiede se esistono gli alieni e del perchè ci credo rispondo: la miglior risposta e prova dell’esistenza di vita è la nostra , la nostra presenza è la conferma che qualcosa c’è esiste e vive a dispetto di un universo che secondo i nostri parametri è considerato inospitale e privo di vita, eppure noi ci siamo esistiamo!!! Vorrei chiudere questa mia parentesi ricordando a tutti che Marte è ancora vivo perchè c’è attività vulcanica leggi QUI
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