Oswald aveva una buona mira e solo per un vero miracolo (a favore del generale razzista, ovviamente) Walker non fu ucciso. Il proiettile gli passò fra i capelli finendo incastrato in una pila di carte appoggiata al muro. Si appurò che un montante della finestra aveva ingannato la mira dell'attentatore. Ecco quanto riporta in proposito il Rapporto Warren (Rizzoli, 1964, pp. 156-161): "Verso le 21 circa del 10 aprile 1963 a Dallas, Texas, il generale di divisione Edwin A. Walker... sfuggì miracolosamente alla morte allorché un proiettile di carabina sparato dall'esterno della sua casa gli sfiorò la testa mentre era seduto alla propria scrivania... Il 2 dicembre 1963 la signora Ruth Paine consegnò alla polizia alcuni oggetti di proprietà di Oswald, compreso un volume russo intitolato "Manuale di consigli utili". Nel volume c'era un biglietto senza data scritto in russo [contenente le "istruzioni in caso di mio arresto"]... questo biglietto risultò scritto di pugno da Lee Harvey Oswald [e conteneva dettagli probanti sul fatto di essere stato scritto a Dallas prima del trasferimento degli Oswald a New Orleans]... Quando non lo vide tornare per le 22 o le 22,30, Marina Oswald si recò nella stanza del marito e trovò il biglietto: "Quando rientrò gli domandai cos'era successo. Era pallidissimo. Non ricordo l'ora esatta, ma era molto tardi. Ed egli mi chiese di non rivolgergli nessuna domanda. Mi disse soltanto di aver sparato al generale Walker... Quando il giorno dopo apprese da radio e giornali di aver fallito il bersaglio, dichiarò che gli dispiaceva moltissimo di non averlo colpito. Nella sua deposizione dinanzi alla Commissione nel febbraio 1964, Marina Oswald dichiarò che quando Oswald rincasò la notte dell'attentato a Walker le confidò di aver meditato l'attentato per due mesi. Tre giorni più tardi le mostrò un taccuino contenente alcune fotografie della casa del generale Walker e una pianta della zona in cui la casa era situata... Tre fotografie rinvenute fra gli effetti personali di Oswald dopo l'assassinio furono riconosciute da Marina Oswald come fotografie della casa del generale Walker... La terza fotografia riconosciuta da Marina Oswald ritrae l'ingresso al viale di accesso alla casa del generale Walker... Un esame di alcune opere murarie che appaiono sullo sfondo di questa fotografia rivelò che la fotografia fu scattata tra l'8 e il 12 marzo 1963... Un perito fotografo dell'FBI fu in grado di accertare che questa fotografia fu scattata con l'apparecchio Imperial Reflex di proprietà di Oswald...". I periti balistici non furono in grado di affermare che il proiettile cal. 6,5 recuperato nella stanza di Walker fosse stato sparato dal fucile che uccise poi Kennedy "ad esclusione di ogni altra arma", ma ritennero molto probabile che lo fosse, perché non esistevano prove che indirizzassero il proiettile verso un'altra arma. L'amico George De Mohreschildt, dopo l'attentato a Walker, fece una battuta rivolto a Lee: "Accidenti, l'hai mancato, eh?". Oswald rimase impietrito e non rispose nulla. Ne "Il racconto di Oswald" (Bompiani, pp. 595-603) Norman Mailer riporta: "Si trovava a 35 metri di distanza, aveva preso di mira Walker con un telescopio a quattro ingrandimenti, nel mirino la testa di Walker appariva bella grossa. Come aveva potuto mancare il bersaglio? Non appena premuto il grilletto, Lee si era messo a scappare. In preda alla paura. Le guardie del corpo di Walker lo avrebbero beccato, se lui si fosse attardato a sparare un secondo colpo. Quindi doveva per forza scappare: in preda sia alla paura, sia all'esaltazione... Il generale Walker riferì alla commissione Warren: "Erano le nove. Le luci di casa erano quasi tutte accese, le tapparelle erano alzate. Io sedevo alla scrivania, dirimpetto alla finestra, ed ero intento a compilare la dichiarazione dei redditi quando udii uno sparo e uno schianto proprio sopra la testa... pensai che qualcuno avesse lanciato un petardo... poi mi guardai intorno e... vidi un buco nel muro... poi, ad un attento sopralluogo, mi resi conto che lo sparatore, da dove si trovava, non poteva vedere, a causa della luce,il traliccio della finestra o della controfinestra. Gli doveva apparire come una vasta zona illuminata. Quindi anche un buon tiratore avrebbe potuto colpire, per caso, quella grata di legno... E difatti la colpì, e ciò bastò a deviare la pallottola quel tanto per mancarmi (Warren Commission Testimony, Volume XI, pp. 405, 410)".
[Modificato da Diego Verdegiglio 24/11/2006 23.11]