Marceline Desbordes Valmore

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LestatNotturno
00lunedì 21 novembre 2005 23:55

Questa autrice mi piace collocarla non nel romanticismo, ma bensì tra i miei amati poeti maledetti. Il suo tocco delicato di donna, rende ancora più superbo e più toccante il leggere i suoi versi... versi degni dei poeti maledetti...

Lestat de Lioncourt
[SM=x131221]
LestatNotturno
00lunedì 21 novembre 2005 23:56

Une Lettre de femme - Una lettera di donna


Le donne, lo so, non dovrebbero scrivere;
Ma io scrivo
Perchè tu possa leggere da lontano nel mio cuore,
Come quando sei partito.

Non dirò nulla che non sia in te
Molto più bello,
Ma la parola detta cento volte, quando viene da chi s'ama,
Sembra nuova.

Ti dia felicità! Io resto ad attenderla,
Benché, laggiù,
Sento che me ne vado per vedere e sentire
I tuoi passi vagare.
Non voltarti se vola una rondine
Lungo la strada,
Perchè credo che sarò io che passerò fedele
Sfiorando la tua mano.

Te ne vai: e tutto se ne va! Tutto si mette in viaggio,
Luce e fiori;
La bella estate ti segue, mi lascia nella tempesta
Piena di lacrime.

Ma se non si vive più che di speranza e di timori,
NOn vedendoci più,
Dividiamoci per il meglio : io trattengo le lacrime,
Tu la speranza.

No, non vorrei, tanto ti sono unita,
Vederti soffrire;
Augurare il dolore alla propria metà benedetta,
E' odiare se stessi.


[SM=x131221]
lyselotte
00martedì 22 novembre 2005 08:49
C.Baudelaire


Charles Baudelaire
SPLEEN E IDEALE



--------------------------------------------------------------------------------

31 • IL VAMPIRO



--------------------------------------------------------------------------------

O tu, che come un coltello sei penetrata nel mio cuore gemente: o tu, che come un branco di demoni, venisti, folle e ornatissima,
a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno - infame cui sono legato come il forzato alla catena,

come il giocatore testardo al gioco, come l'ubbriaco alla bottiglia, come i vermi alla carogna - maledetta, sii tu maledetta!

Ho chiesto alla veloce lama di farmi riconquistare la libertà, ho detto al perfido veleno di venire in soccorso della mia vigliaccheria.

Ahimè, che il veleno e la lama m'hanno disdegnato, e m'hanno detto: "Tu non sei degno di venir sottratto alla tua maledetta schiavitù,

imbecille! Se i nostri sforzi ti liberassero, i tuoi baci risusciterebbero il cadavere del tuo vampiro."




Nina§
00giovedì 24 novembre 2005 13:54
Re:

Scritto da: LestatNotturno 21/11/2005 23.56

Une Lettre de femme - Una lettera di donna


Le donne, lo so, non dovrebbero scrivere;
Ma io scrivo
Perchè tu possa leggere da lontano nel mio cuore,
Come quando sei partito.

Non dirò nulla che non sia in te
Molto più bello,
Ma la parola detta cento volte, quando viene da chi s'ama,
Sembra nuova.

Ti dia felicità! Io resto ad attenderla,
Benché, laggiù,
Sento che me ne vado per vedere e sentire
I tuoi passi vagare.
Non voltarti se vola una rondine
Lungo la strada,
Perchè credo che sarò io che passerò fedele
Sfiorando la tua mano.

Te ne vai: e tutto se ne va! Tutto si mette in viaggio,
Luce e fiori;
La bella estate ti segue, mi lascia nella tempesta
Piena di lacrime.

Ma se non si vive più che di speranza e di timori,
NOn vedendoci più,
Dividiamoci per il meglio : io trattengo le lacrime,
Tu la speranza.

No, non vorrei, tanto ti sono unita,
Vederti soffrire;
Augurare il dolore alla propria metà benedetta,
E' odiare se stessi.


[SM=x131221]




Dolcissime queste parole Lestat....dividiamoci per il meglio...io trattengo le lacrime, tu la speranza...
Gli addii ci lasciano sempre dentro una struggente malinconia...è come se sentissimo dentro di noi tutto il dolore del mondo....

Odio gli addii...il pensiero che qualcosa si spenga per sempre mi spaventa...soprattutto se è stato qualcosa di intenso e di intensamente voluto....
LestatNotturno
00venerdì 25 novembre 2005 08:03

Nostra nobile Milady Nina§, capisco perfettamente le tue parole... personalmente un addio per me equivale ad una pugnalata nel cuore... non sopporto gli adii... forse è per questo motivo che mi attrae così tanto la figura eterna del vampiro... per un vampiro un addio si può aggirare... la poesia di Marceline, questa poesia è ciò che il mio cuore ha sentito nel momento in cui persi il la mia ultima dama, persi il suo amore, la sua passione e la sua amicizia... proprio in queste parole c'è il mio pensiero...

Dividiamoci per il meglio : io trattengo le lacrime,
Tu la speranza.

No, non vorrei, tanto ti sono unita,
Vederti soffrire;
Augurare il dolore alla propria metà benedetta,
E' odiare se stessi.

L'unico vantaggio che ho rispetto a te forse... è che quando si prova il più struggente degli addii... quelli che vengono dopo sono solo piccoli sussulti... un sincero ed affettuoso abbraccio... e lo estendo a tutta questa nobile corte...

Lestat de Lioncourt
[SM=x131221]
LestatNotturno
00venerdì 25 novembre 2005 08:06
Re: C.Baudelaire

Scritto da: lyselotte 22/11/2005 8.49


31 • IL VAMPIRO

O tu, che come un coltello sei penetrata nel mio cuore gemente: o tu, che come un branco di demoni, venisti, folle e ornatissima,
a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno - infame cui sono legato come il forzato alla catena,

come il giocatore testardo al gioco, come l'ubbriaco alla bottiglia, come i vermi alla carogna - maledetta, sii tu maledetta!

Ho chiesto alla veloce lama di farmi riconquistare la libertà, ho detto al perfido veleno di venire in soccorso della mia vigliaccheria.

Ahimè, che il veleno e la lama m'hanno disdegnato, e m'hanno detto: "Tu non sei degno di venir sottratto alla tua maledetta schiavitù,

imbecille! Se i nostri sforzi ti liberassero, i tuoi baci risusciterebbero il cadavere del tuo vampiro."






Milady lyselotte, ti ringrazio per averci regalato le parole di uno dei miei amati poeti... e soprattutto questo suo passaggio che mi tocca da vicino... con un inchino ti porgo il mio carissimo saluto a presto...

Lestat de Lioncourt
[SM=x131221]

lyselotte
00venerdì 25 novembre 2005 11:42
Ah...
Lestat...con passo felpato sai entrare nella mia zona d'ombra...
incorrotta... [SM=x131219]
LestatNotturno
00sabato 10 dicembre 2005 15:13
Re: Ah...

Scritto da: lyselotte 25/11/2005 11.42
Lestat...con passo felpato sai entrare nella mia zona d'ombra...
incorrotta... [SM=x131219]



Milady lyselotte... allora visto che mi trovo nella tua zona d'ombra... incorotta... depongo una cosa a me cara...

[SM=x131221]
Nina§
00domenica 11 dicembre 2005 18:07
Re:

Scritto da: LestatNotturno 25/11/2005 8.03

Nostra nobile Milady Nina§, capisco perfettamente le tue parole... personalmente un addio per me equivale ad una pugnalata nel cuore... non sopporto gli adii... forse è per questo motivo che mi attrae così tanto la figura eterna del vampiro... per un vampiro un addio si può aggirare... la poesia di Marceline, questa poesia è ciò che il mio cuore ha sentito nel momento in cui persi il la mia ultima dama, persi il suo amore, la sua passione e la sua amicizia... proprio in queste parole c'è il mio pensiero...

Dividiamoci per il meglio : io trattengo le lacrime,
Tu la speranza.

No, non vorrei, tanto ti sono unita,
Vederti soffrire;
Augurare il dolore alla propria metà benedetta,
E' odiare se stessi.

L'unico vantaggio che ho rispetto a te forse... è che quando si prova il più struggente degli addii... quelli che vengono dopo sono solo piccoli sussulti... un sincero ed affettuoso abbraccio... e lo estendo a tutta questa nobile corte...

Lestat de Lioncourt
[SM=x131221]



...il più struggente degli addii lascia dentro di noi un vuoto enorme...è difficile da riempire.....è come se tutt'a un tratto una voragine immensa avesse risucchiato quello che resta del cuore...l'importante è rimanere fedeli alla nostra capacità di amare...a volte anche quei lievi sussulti possono racchiudere dentro di sè un nuovo grande inizio... sta a noi nn recintare i nostri dedideri nell'angusta prigione della paura di soffrire ancora......
Un abbraccio nobile cavaliere [SM=x131222]

[Modificato da Nina§ 11/12/2005 18.08]

LestatNotturno
00sabato 17 dicembre 2005 12:00
Re: Re:

Scritto da: Nina§ 11/12/2005 18.07


...il più struggente degli addii lascia dentro di noi un vuoto enorme...è difficile da riempire.....è come se tutt'a un tratto una voragine immensa avesse risucchiato quello che resta del cuore...l'importante è rimanere fedeli alla nostra capacità di amare...a volte anche quei lievi sussulti possono racchiudere dentro di sè un nuovo grande inizio... sta a noi nn recintare i nostri dedideri nell'angusta prigione della paura di soffrire ancora......
Un abbraccio nobile cavaliere [SM=x131222]

[Modificato da Nina§ 11/12/2005 18.08]




Milady Nina... una voragine immensa... immensa... un deserto arido da attraversare... una volta che ti strappano l'amore... vedi intere foreste piene di vita rapite... e ti ritrovi a camminare non più in mezzo ad alberi prati e profumi di vita, ma solo immersi nella sabbia di un arido deserto... hai centrato una cosa importantissima... un inchino alla tua delicatezza... "l'importante è rimanere fedeli alla nostra capacità di amare" mi chiedo se ne sono capace... ci lotto da tempo... mi chiedo se ne sarò ancora capace... e se qualcuno riuscirà a penetrare questa corazza di insensibilità che mi sono creato per sopravvivere... credevo anche io che fosse semplice paura di soffrire ancora la mia... ma temo invece che sia proprio sfiducia nell'amore...

[SM=x131221]
Eadaoin
00martedì 20 dicembre 2005 20:52
Caro Vampiro sfiduciato...stasera, mentre tagliuzzavo verdure in vista di un passatino vellutato ( niente aglio, te lo assicuro...) chissà perchè la mente è andata a pescare dal marasma dei disordinati ricordi il sorriso di una persona che non c'è più. Le strane concatenazioni del pensiero hanno ridato vita ad un momento trascorso, a perdute risate e gioie poi soffocate.
Io avevo 15 anni e collaboravo con il gruppo Alpini del mio paese in occasione delle feste campestri che allora occupavano quasi tutti i fine settimana delle nostre estati. Niente di speciale: servivo da bere, sparecchiavo i lunghi tavoloni, ma soprattutto, mi divertivo tantissimo. Avevo iniziato a 12 anni, una scusa come un'altra per poter- in via straordinaria- godere di uscite serali altrimenti negate, e ormai tutti mi trattavano come la mascotte dell'organizzazione. Il cuoco, che preparava polente e salsicce alla brace da favola, era il mio vicino di casa: un ragazzone di una simpatia travolgente, con il dono di saper regalare generosamente allegria e contentezza in chiunque lo avvicinasse. Si era sposato da poco, ed i suoi occhi brillavano di quell'amore così gioioso.
Quel ragazzo, assieme alla sua giovane moglie, è morto spazzato via dal fango assassino di Stava, 20 anni fa.
Eppure, dopo così tanto tempo e tanti tentativi di sfocare quella tragedia così infissa nell'anima, ecco che stasera il suo sorriso mi ha scaldato il cuore.
Forse il piccolo racconto che ti ho fatto ti sembra non calzare con le parole da te scritte.
La vita ci impone tanti, a volte troppi, scossoni, e spesso ci sembra di giungere oltre quel limite, al di là del quale ci convinciamo di non poter più tornare indietro, e ci trinceriamo dietro cortine difensive, alte palizzate, recinti spinati impedendo così al dolore di raggiungerci. Ma impedendo anche ad un raggio di sole di portarci quel dolce tepore al quale tanto aneliamo.
Moriamo immense volte in una vita, Lestat: ma la vita sempre ci attende, una vita che però non ritorna in ogni attimo che lasciamo trascorrere inutilmente, ripiegati su noi stessi a leccarci ferite e lenire dolori profondi...
Il sorriso di una persona che non c'è più stasera mi ha resa felice: con questo ho sconfitto la morte, anche se solo per un istante.
Lascia soltanto che la vita sia come fiume che scorre, e non come lava che si indurisce attorno al cuore.
Ti bacio.
LestatNotturno
00mercoledì 21 dicembre 2005 00:10

Milady Eadaoin, leggendoti mi sono commosso per molte ragioni... una tra le quali... è proprio legata a Stava... mio padre si salvò da quella tragedia... solo per pochissimi giorni... forse meno... l'albergo dove andava a trascorrere il suo periodo di ferie... da anni... venne spazzato via... non rimase niente... lui sarebbe finito come gli altri... travolto dalla furia della natura... e dalla stupidità umana... ricordo ancora lo smarrimento di mio padre... l'incredulità... forse pianse, ma come è suo solito fare non manifestò apertamente il suo dolore...

Per me Eadaoin la vita ha già portato a varcare il mio limite... ho forse chiesto troppo a me stesso... troppi scossoni... già troppi... non sono mai fuggito davanti al dolore anzi... mi sarebbe piaciuto farlo... ma non ne possiedo le capacità... il mio carattere non me lo consente... ho sempre sguazzato anche nel dolore fango dei miei amici... aiutandoli nel mio piccolo a rialzarsi e credere dare fiducia... se avessi avuto questo dono il dono di costruire barriere intorno a me... forse sarei riuscito a costruire un qualcosa che mi permetesse di credere ancora... perchè vedi è rimasta solo cenere... oh quanto ho anelato il desiderio che un raggio di sole mi raggiungesse... ma non è più giunto... non temo la paura di nuove ferite mai... lotto fino in fondo quando credo in qualcosa... ho lottato ed ho perso... tutto quà...

Oh si hai perfettamente ragione... si muore molte volte in una vita... troppe... ogni volta si risorge però... perdendo una parte di noi... ed acquistandone un'altra... la difficoltà sta tutto quà però... risorgere con un qualcosa in più... piuttosto che in meno... si perde molto facilmente la speranza ad esempio e ti porta a rialzarci più deboli e facilmente feribili... ed ogni volta ti rialzi con meno fiducia in te stesso ed in quello per cui credi...

Lascia soltanto che la vita sia come un fiume che scorre, enon come lava che si indurisce attorno al cuore...

Il tuo pensiero umano mi scalda e mentre finisco il tuo passatino vellutato meno male privo di aglio [SM=g27828] lascia che io rifletto sul tuo splendido pensiero... e lascia che questo vampiro solitario, stanco e ferito... ti doni quello che di più prezioso ha...

Ti bacio.
Lestat de Lioncourt

[SM=x131221]
Eadaoin
00mercoledì 21 dicembre 2005 20:42
Innanzittutto, Lestat, mi dispiace apprendere che la tragedia di Stava in qualche maniera ci accomuni.
Anch'io mi salvai per una grazia del destino: solo qualche giorno prima partii per l'Inghilterra, altrimenti ora, probabilmente, non sarei qui a scrivere questo post.
La tua risposta darebbe lo spunto a vari approfondimenti, ma in una cosa soltanto cerco di concentrarli tutti.
Quando anni fa lessi il romanzo "Il Dannno" di Josephine Hart, una frase pronunciata dalla protagonista mi colpì in modo particolare, sebbene allora non avessi ancora la capacità di comprenderla nel profondo: "Chi subisce un danno è pericoloso". Più volte mi sono ritrovata ad inanellar pensieri nel tentativo di svelare un significato che andasse oltre la semplicità di quella frase così sintetica ed ermetica. Forse un significato così recondito nemmeno c'era, ma io ho voluto trovarlo, e forse è una risposta che va bene a me soltanto, ma rispecchia ciò che sento.
E ciò che sento è senza dubbio la pericolosità dell'esser sopravvissuta a più danni nella mia esistenza, proprio così, non semplici dolori, autentici danni.Ed il sopravvissuto, come hai detto giustamente, perde qualcosa. Come una volpe intrappolata da una tagliola, disposta persino a staccarsi la zampa a morsi pur di liberarsi, tale è la perdita dell'aver subito un danno. Ma allo stesso tempo acquisisci. Sta a te, poi, incanalare la nuova consapevolezza verso una direzione di crescita, anzichè di implosione in te stesso. Non sempre la perdita induce ad un impoverimento : a volte, quando la salita si fa più dura, è meglio abbandonare qualcosa per strada e viaggiare leggeri.
Ah: ricordo che mio padre versava della cenere sulla terra dell'orto. E' un ottimo fertilizzante.
[SM=x131185]


(...è vero..non ho spiegato cosa ho compreso dalla frase di quel libro...ma è una risposta troppo soggettiva, che magari per te può non aver alcun significato. Le mille sfaccettature dell'interpretazione personale proiettano bagliori , come quelli racchiusi da un caleidoscopio: ti auguro di trovarvi i colori più belli)

[Modificato da Eadaoin 21/12/2005 20.47]

LestatNotturno
00giovedì 22 dicembre 2005 03:20

Le tue risposte suscitano in me un profondo senso introspettivo... toccandomi nel vivo... con questo passaggio... una vera stillettata alla mia zona ermetica ed ombrosa...

Ah: ricordo che mio padre versava della cenere sulla terra dell'orto. E' un ottimo fertilizzante.

e con questo...

Come una volpe intrappolata da una tagliola, disposta persino a staccarsi la zampa a morsi pur di liberarsi, tale è la perdita dell'aver subito un danno.

e questo mi ha lasciato pensare ad una mia ultima separazione... alla quale dalla lettura di...

Non sempre la perdita induce ad un impoverimento : a volte, quando la salita si fa più dura, è meglio abbandonare qualcosa per strada e viaggiare leggeri.

ha proiettato un bagliore... un bagliore benevole proveniente da un certo caleidoscopio... bagliore che trasformo in sorriso notturno... prima di andare nella mia tanina... sarei lieto che tu spiegassi cosa hai compreso dalla frase di quel libro... tengo alla tua risposta soggettiva...

Scusami se questo post non è fatto al meglio, ma ho avuto una giornata pesante ed è tardissimo, ma tenevo comunque a rispondere al tuo post... una pergamena di antica e rara bellezza... impossibile non sfogliarla anche se succubi di una pesante stanchezza...

Lestat de Lioncourt
[SM=x131180]

PS : Stava è un episodio della mia vita che mi ha profondamente segnato.
Eadaoin
00lunedì 26 dicembre 2005 21:03
Rispondo ora soltanto, caro Lestat, rubando un attimo di pausa alla frenesia con la quale scorro le mie giornate in questo periodo...
Dunque, ritornando all'interpretazione soggettiva di quella frase "chi sopravvive ad un danno è pericoloso", ne ho dedotto che : la pericolosità della sopravvivenza è l'acquisir una consapevolezza di poter bastare a se stessi, giungere a considerare la sofferenza come qualcosa di naturale ed insito nella vita stessa, pertanto inevitabile, come una condanna. La sofferenza e le impronte indelebili incise nel profondo con le quali impari a convivere, fin addirittura a non farci più caso, e quindi - in un certo senso- ad avvertirle come necessarie ed inorgoglirsi poi del riuscire a conviverci uscendone, giorno dopo giorno, non più sconfitto...un'assurda sensazione di vittoria che non è che inaridimento, invece. Il danno rende pericoloso perchè, se gli sopravvivi, ti autoconvinci di poter sopravvivere ad ogni cosa, e consapevole di questa forza conseguentemente pretendi che il mondo intero possa altrettanto...la sofferenza degli altri perde così consistenza, ed appare agli occhi come patetica debolezza e fragilità...
Ne parlo con coscienza, perchè devo ammettere di aver combattuto con questo sentimento che si stava facendo prepotentemente spazio nella mia anima ammaccata, quando dalle ceneri ho voluto risorgere, e ho avvertita dentro di me una forza immensa...tale da spingermi , appunto, a voler bastare a me stessa soltanto, stordita da quella potenza che sentivo scorrermi nelle vene, che all'inizio era soltanto odio e desiderio di vendetta, crudele, aspro e disumano.
Per fortuna, qualcosa dentro di me ha gridato più forte, e sono riuscita a ridimensionarmi, riequilibrando i dislivelli sempre più accentuati fra il mio essere naturale e ciò che era indotto dall'esistenza.
Non so se l'autrice di quel romanzo intendesse tutto questo...ma questo io ho compreso.
LestatNotturno
00giovedì 29 dicembre 2005 18:25

Ti leggo con molto piacere Milady Eadaoin... ed essendo un istintivo per natura... come il nome del personaggio che indosso... ti chiedo a bruciapelo... come fai a pensare di...

"a voler bastare a me stessa soltanto"

per il resto del tuo post... mi sto cibando col cuore... delle tue parole...

Lestat de Lioncourt

[SM=x131221]
Eadaoin
00giovedì 29 dicembre 2005 18:56
Caro Lestat, la tentazione è stata forte, sai? Di bastarmi, di rifugiarmi in me stessa soltanto e serrare porte e finestre, senza più riflettermi nell'esterno. C'è stato un periodo della mia vita in cui soltanto odio conduceva i miei passi. Un tarlo paziente che logorava rosicchiando nel profondo, suggerendo soltanto rancore, disprezzo, rabbia e dolore. Il bastare a se stessi in quel momento sembrava la risposta pià scontata ed immediata per smettere di udire quel continuo digrignar di piccole zanne che sgretolavano l'anima, e per un po' , sì, ho assaporato l'effimera potenza dell'essere soli, in cima ad una vetta, dominando dall'alto quel piccolo mondo che sovrastavo.
Non so bene cosa mi abbia spinta a ridiscendere quell'aspra montagna: so che un giorno mi sono ritrovata d'improvviso di nuovo a piangere davanti al sorriso di un bambino e precipitare, Dio quanto male!! Cadere a ruzzoloni da quella maledetta cima, rotolando, sbattendo contro aguzzi spuntoni di roccia, con la sensazione di aver perso ogni riferimento, e poter soltanto precipitare.
E poi il tonfo finale.
Che stordimento travolta nuovamente da tutti quei colori, quell'incessante vociare di chi è corso a soccorrermi, ammaccata e ferita...
Ora so con certezza che non soltanto non voglio bastare a me stessa, ma che soprattutto non posso, in quanto la mia anima si ribella ad una così insensata violenza che potrei cercare nuovamente di infliggermi.
Forse troppo sensibile ora, quello sì, ma preferisco continuare a sanguinare, piuttosto del ghiaccio nelle vene.
LestatNotturno
00giovedì 29 dicembre 2005 19:10
Re:

Scritto da: Eadaoin 29/12/2005 18.56
.
Forse troppo sensibile ora, quello sì, ma preferisco continuare a sanguinare, piuttosto del ghiaccio nelle vene.



Preferisco cavalcare mille battaglie e sopportare mille ferite... sanguinare... sudare... lottare... preoccuparmi... sentirmi debole... sentirmi vinto... ma mai e poi mai vorrei avere il ghiaccio nelle vene...

E' effimero il pensiero di dominare il mondo dall'alto di unamontagna... perchè prima o poi si cade... e ti dirò di più... con più dura il Regno sulla quella cima... con più sofferenza e difficoltà si cadrà e si risorgerà... il mondo non si domina... la natura non si domina... il mondo non lo si sovrasta... semplicemente nel mondo ci si vive...

La ragione e il sentimento ti hanno spinto giù da quella montagna... sei caduta con il più sempplice e potente dei venti... il sorriso di un bambino... e si precipita ma è una caduta verso una rinascita... la vita è fatta di cicli... nasciamo e moriamo più volte nell'arco di una vita... perdiamo l'infanzia... la fanciulezza... l'adolescenza... ma di tutti questi passaggi dobbiamo tenere di loro le cose più semplici... che ci permettono di guardare positivamente il nuovo scalino che si deve affrontare...

Sono molto felice che sei caduta da quella montagna... perchè se non cade per il sorriso di un bambino... ti avrei fatta cadere io Milady Eadaoin... perchè la sensibilità che porti con te... deve rimanere in mezzo a noi... là in alto su quella cima non ti sarebbe servita...

Non puoi bastare a te stessa... mai... la tua sensibilità non te lo permetterà mai... e ti farà cadere ancora se salirai su di un'altra montagna...

Un caro saluto...

Lestat de Lioncourt
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