Manoscritto Greco - Cronaca Niceforitza

luifik
00mercoledì 18 marzo 2009 17:15
Inizio oggi una nuova campagna con Bisanzio, intendo farne un racconto abbastanza articolato per chi sarà abbastanza paziente o interessato a leggere, postando in maniera dettagliata e romanzata. Vediamo se ce la faccio....

E' l'alba del 12 ottobre 1155 il sole filtra lentamente nelle stanze del palazzo delle Blacherne, riflessi dorati e guizzanti sulle acque del corno d'oro. Manuele, figlio di Giovanni, in Cristo vero imperatore ed autocrate dei romani si accinge a presiedere il concistoro. Le cupole ed i palazzi dell'eterna Costantinopoli splendono di lampi accecanti, la vita riprende così come nell'impero è ripresa durante il regno della famiglia Comnena. Molte sono le questioni da dirimere, prima fra tutte l'intervento per riportare nell'oikoumene romano Bulgaria e Serbia, ribelli che rispondono positivamente agli ammiccamenti Ungheresi. Durazzo deve tornare nostra così come il limes deve tornare al Danubio, poi ci si rivolgerà ad Oriente, alla terra santa, a rinverdire i fasti dell'impero come, dopo Basilio II il macedone, nessun Basileus è più riuscito a fare.
Per pacificare il confine occidentale è necessario ristabilire rapporti di collaborazione con Veneziani e Lombardi e soprattutto che dalla nostra ci sia, o rimanga comunque neutrale, il sacro romano impero. I normanni usurpatori in Italia non potranno nulla contro il muro diplomatico che gli sbarrerà la strada verso qualsiasi mossa a nord.

(continua....)
luifik
00giovedì 19 marzo 2009 22:50
Le scelte sono irrevocabili... I cumani sconfitti tornano a ritirarsi dietro il Danubio rinfrancati dalle possibilità commerciali concesse dal Basileus e gli ungheresi, nostri amici, non oseranno aggredirli, lasciando che fra noi e loro permanga il cuscino che abilmente Manuele ha saputo poggiare nel mezzo.
Cinque anni ormai sono passati dacchè l'imperatore lasciò la città sfilando con l'esercito attraverso la porta d'oro ed ora egli fa ritorno con carico di schiavi e bottino e sovrani stranieri a far da contorno al suo trionfo;
Bulgaria e Serbia sono cadute in veloci e memorabili assalti, Tarnovo, Serdica e Scopie si riuniscono all'impero e la magnanimità del vicario di cristo risparmia la popolazione civile dall'inevitabile saccheggio, proibito invece in tutti i centri conquistati. Le scaglie lucenti delle corazze romane portano la pace al di sotto del grande fiume, Venezia è con noi come devota figlia, i Normanni impauriti non osano affacciarsi al di la dell'Adriatico, ad occidente le previsioni sono rosee, ma...

Ad oriente gli infidi Turchi sfondano il fronte, Trebisonda cade dopo lungo assedio ed è un bagno di sangue, la guarnigione viene stanata e tutti vengono impalati sulle mura a monito; Amastris cade, cade anche la fortezza di Dorileo, le nostre poche forze si ritirano sul mare conservando Smirne e Nicea, resistendo tenacemente.

Stabilizzata la situazione ad occidente Manuele si reca a Monemvasia dove l'esercito ristrutturato e la flotta lo attendono per salpare in Anatolia nel tentativo di contrastare l'avanzata infedele ma le finanze sono gravate dagli ultimi anni di guerra, se questa campagna dovesse fallire l'Asia minore sarà persa, il tesoro non ci permetterebbe di arruolare un nuovo esercito a breve, e comunque non così efficiente.

Monemvasia 11 maggio 1160, la flotta salpa per attraccare a Smirne e permettere all'esercito di puntare su Dorileo, da li Iconio per infilzare il cuore stesso del nemico.
Il cesare Michele governa a Costantinopoli, strane voci si aggirano nei corridoi e nelle sale di palazzo... "l'imperatore è lontano, potrebbe non tornare".... La sedizione si apre la strada, il sostegno dei nobili corrotti cala incessantemente, Manuele non è più giovane.
Si profila un'alba sanguigna per la terra dei romani.

In Italia il pontefice di Roma chiama a raccolta la cristianità perchè aiuti l'impero a difendere i fratelli orientali, già i primi vessilli polacchi ed ungheresi e francesi muovono decisi verso l'impero.

...continua....
luifik
00venerdì 20 marzo 2009 12:05
1161. L'esercito sbarcato a Smirne attende di svernare per iniziare la massiccia campagna di riconquista dell'Anatolia devastata. Il nostro imperatore decide per la divisione dell'armata in due tronconi, uno salirà a nord verso il mar nero e l'altro proseguirà dritto verso Iconio tentando prima di liberare Dorileo.
Alla fioca luce delle candele Manuele si intrattiene con i rapporti di esploratori e spie e, crudele destino, giunge la notizia più infausta: un contingente di latini guidato da un non precisato avventuriero è sbarcato a Cipro impossessandosi della città, dell'isola razziando e massacrando la popolazione. Bisogna immediatamente ricorrere alla diplomazia ed intervenire per riappacificarci con gli stati latini per avere la certezza che gli infedeli si sentano minacciati anche all spalle, riconosceremo loro l'isola in concessione, fin quando non sarà il momento di riprenderla...
Intanto la primavera fa capolino e la vita inizia a destarsi nelle campagne intorno alle città. E' ora di riprendere la marcia per l'ultima grande impresa del non più giovane Manuele....

....continua....
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:06.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com