Malori è Campione del Mondo Under 23 a crono

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83pirata
00martedì 23 settembre 2008 16:43
Grandissima prova del ragazzo di Parma, speriamo che non faccia la fine di Sironi e Malberti e anche da professionista possa essere il grande specialista a cronometro che manca all'Italia da tanti anni.
Ottima anche la prova dell'altro azzurro Borchi, giunto 5°.
Vedo23
00martedì 23 settembre 2008 21:38
Se non sbaglio ha rifilato ben 50 secondi al secondo arrivato... Mica male!!
orsoold
00martedì 23 settembre 2008 22:46
Non è per deludervi ma...
l'Italia abbonda di campioni del mondo dilettanti o under 23 che remano o sono in pensione anticipata.
Tempo al tempo!
Walter [SM=g8119]
Alefederico
00mercoledì 24 settembre 2008 08:54
Sono contento perchè la crono è una disciplina importantissima ma troppo bistrattata in Italia.
Spero che questo successo contribuisca ad aumentarne la popolarità.
Howling Wolf
00mercoledì 24 settembre 2008 19:44
Orsoold
Mitico Orsoold, ma tu mi batti sempre in volata! Mi hai preceduto, ma di poco. Avrei fatto le tue stesse osservazioni. Le condivido, le confermo. Per gli italiani è quasi una maledizione vincere i mondiali dilettanti (o U23): chi mette la maglia iridata prima di passare professionista è quasi certo che la sua carriera è finita. Speriamo che non si tratti di un cattivo presagio anche questa volta, ma la storia dice così. Forse sarebbe stata meglio per Malori una bella medaglia d'argento. Ciao, Orsoold.
antares86.
00mercoledì 24 settembre 2008 21:47
Ho seguito la sua prova, davvero bravo.
Speriamo che non faccia la fine di molti altri, a quelli già detti aggiungo Figueras (e tutto il podio di Lugano '96 under 23), per fortuna in quel occasione ci fu il quarto [SM=g8119]
orsoold
00giovedì 25 settembre 2008 00:02
Re: Orsoold
Howling Wolf, 24/09/2008 19.44:

Mitico Orsoold, ma tu mi batti sempre in volata! Mi hai preceduto, ma di poco. Avrei fatto le tue stesse osservazioni. Le condivido, le confermo. Per gli italiani è quasi una maledizione vincere i mondiali dilettanti (o U23): chi mette la maglia iridata prima di passare professionista è quasi certo che la sua carriera è finita. Speriamo che non si tratti di un cattivo presagio anche questa volta, ma la storia dice così. Forse sarebbe stata meglio per Malori una bella medaglia d'argento. Ciao, Orsoold.


Non dire così!
Non seguo spasmodicamente il ciclismo prof. ma, anche se a volte non commento, attingo sempre dai tuoi scritti le notizie di primo pelo!
E su questo, a te e Mauro Facoltosi, bisognerebbe eriggere un monumento al centro del forum (per me il forum è come una piazzetta nella quale si "ciacola").
O perlomeno offrirvi una buona birretta!
Ciao!
Walter [SM=g8119]
Howling Wolf
00giovedì 25 settembre 2008 00:11
E aggiungiamoci anche Sgambelluri, per restare al recente passato. Ma ricordiamoci che coloro che primeggiano da dilettanti ai mondiali, anche su strada, raramente poi diventano campioni: questo è accaduto purtroppo anche in passato, a partire da Ranucci passando per Zanin (olimpionico a Tokyo 1964), Bongioni, Marcelli, Giacomini, Mirko Gualdi sino ad arrivare a Giordani e Chicchi.
Rarissime le eccezioni. Nel dopoguerra gli unici italiani che hanno vinto un mondiale dilettanti e sono poi riusciti a combinare qualcosa di buono tra i pro sono i soli Claudio Corti e Ivan Basso. All'estero va un po' meglio. Ma non di tanto. Tra i dilettanti ci sono stati però nel dopoguerra iridati che poi tra i pro hanno fatto grosse imprese: da Merckx a Kuiper, da Johansson a Ludwig, da Ullrich a Hushovd (crono). Da noi i dilettanti in genere sono straspremuti, perché il dilettantismo ad alto livello da noi è più stressante di un professionismo di medio livello.
Fede - Grillo per sempre
00giovedì 25 settembre 2008 08:30
Howling Wolf, 25/09/2008 0.11:

Da noi i dilettanti in genere sono straspremuti, perché il dilettantismo ad alto livello da noi è più stressante di un professionismo di medio livello.


Sono d'accordo. E trovo la "spremuta del dilettante" di pessimo gusto, paradosso senza senso e controproducente non solo per il movimento professionistico ma anche per la squadra under23 in sè. Se ottieni grandi risultati e poi le promesse non mantengono le aspettative una volta passate pro, di certo non è una bella pubblicità per il vivaio. Ma in Italia, come altrove, la memoria è corta, molto corta.
Howling, l'aggiunta dei paesi dell'Est è doverosa: quello che fu chiamato Merckx dei dilettanti (Popovich) sè rivelato poco più di un bidone, un corridore che non trova posto nè come gregario nè tantomeno come capitano.
Questa cultura della vittoria è la vera causa dello stritolamento delle giovani promesse. Non voglio fare l'uccello del malaugurio ma come può un ragazzo del 1988 spingere per una trentina di chilometri quel devastante rapporto? Un 55e11? Può avere tutta la potenza di questo mondo ma rischia di finire davvero la benzina nel giro di qualche anno. Meno male che passerà pro tra dodici mesi, nella stagione 2010. E qui arriviamo all'altro grande paradosso. Tra i migliori corridori nostrani (ma anche stranieri, pensate a Cancellara o a Boonen) ci sono quelli che il dilettantismo l'hanno appena assaggiato, come Cunego (il primo nome che mi viene in mente). Siamo arrivati al paradosso che per fare un buon professionista bisogna farlo passare SUBITO professionista?
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