Maledetto United

Il Barman
00giovedì 19 agosto 2010 01:31
Ma voi siete veramente gente cattiva e turpe a non avermene mai parlato.
gippu
00giovedì 19 agosto 2010 15:40
In effetti non è neanche mai uscito al cinema, solo in DVD. Comunque sia, detto fatto:

Dopo aver fallito la qualificazione al Mondiale 1974, la Federazione inglese affida la panchina della Nazionale a Don Revie, artefice dei successi del Leeds a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Sulla panchina viene chiamato nientemeno che Brian Clough, giovane e arrogante manager che ha trascinato il piccolo Derby County dai bassifondi della seconda divisione al titolo nazionale.
La storia di Brian Clough è più che un film: le imprese del “vecchio testone” che è riuscito a portare sul tetto d’Inghilterra e d’Europa due club alla periferia del calcio britannico non hanno eguali nella storia del calcio inglese e internazionale (ancora oggi il Nottingham Forest è l’unico club d’Europa che ha vinto più coppe dei Campioni che titoli nazionali). Naturale che se ne facesse un film, naturale che se ne occupasse Peter Morgan, specialista in bio-pic (suoi già i pregevoli copioni di “The Queen” e “Frost/Nixon”), naturale che a interpretarlo fosse Michael Sheen (già Tony Blair e David Frost nei due film suddetti). Meno ovvio che il film, tratto per l’esattezza dall’omonimo romanzo di David Peace, si concentri sul periodo più buio della carriera di Clough: i suoi famigerati 44 giorni da manager dell’odiato Leeds United fino a quando, schiacciato dal peso della voglia di vendetta e di rivalsa contro l’ex allenatore Don Revie e osteggiato dalla fronda interna capitanata dai senatori della squadra, fu licenziato. Un accorgimento tipico di Morgan, sempre a suo agio con le piccole storie di personaggi famosi, tanto da auto-citarsi in alcuni passaggi di questo film (la telefonata notturna a Revie di uno sfatto Clough sembra la stessa di quella di Nixon a David Frost); più in generale, un film che conferma che gli inglesi sono gli unici che sanno scrivere e realizzare film sul calcio degni di questo nome. Nonostante gli ovvi difetti e il vasto uso di stereotipi, semplificazioni e omissis (dopo la famosa Juve-Derby 3-1 di coppa Campioni 1973, Clough non mancò di dare dei “cheating bastards” ai giocatori bianconeri e accusare pesantemente la terna arbitrale tedesca), è un’opera sincera, appassionata e appassionante, ben recitata e diretta in modo competente, nonostante un abuso nella versione italiana del vocabolo “fottuto” in tutte le sue accezioni. Da noi, peraltro, è uscito solo in DVD. I tradizionali titoli di coda che ci informano sul destino dei vari protagonisti sembrano più suggestivi con il sottofondo di “Queen Bitch” di David Bowie.

Voto: 7-
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