Madre nei giorni in cui seguo una vela

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Versolibero
00mercoledì 27 luglio 2011 10:11
Madre nei giorni in cui seguo una vela





acqua nell'acqua sempre mi sei mare
come quando di marzo navigavo
ancora nel tuo grembo

ed eri amore

prima che udissi chiara la mia voce
ed io schiudessi gli occhi nella luce
quel giorno come tanti -
il più speciale

le braccia aperte
chiudo sul mio petto
con gesto lento a stringerti più forte
per farti viva in ogni mio pensiero

dimmi che proprio tu sei la carezza
d'azzurro in cui hai fuso argento ed oro

mare nel petto senza mai bufere
dove resta una scia della tua vela
che seguo fino al punto di confine
in cui non si separa terra e cielo










Rosanna



Maredinotte
00domenica 31 luglio 2011 13:23
[SM=g8322]
Francesca Coppola
00lunedì 1 agosto 2011 12:14

ti sono vicina, in questa lettura, in cui trapela tanto dolore e insieme dolcezza.

Tuttavia, il testo che ovviamente è intimistico, vede, secondo me, troppi possessivi e qualcuno, onestamente lo eliminerei.



acqua nell'acqua sempre mi sei mare
come quando di marzo navigavo
ancora nel tuo grembo

ed eri amore

prima che udissi chiara la mia voce
ed io schiudessi gli occhi nella luce
quel giorno come tanti -
il più speciale

le braccia aperte
chiudo sul mio petto
con gesto lento a stringerti più forte
per farti viva in ogni mio pensiero

dimmi che proprio tu sei la carezza
d'azzurro in cui hai fuso argento ed oro

mare nel petto senza mai bufere
dove resta una scia della tua vela
che seguo fino al punto di confine
in cui non si separa terra e cielo





Un abbraccio [SM=g9495]
Versolibero
00martedì 2 agosto 2011 04:46
Ciao Roberta e Francesca, vi ringrazio soprattutto dell'affetto, oltre che per la lettura.

Francesca, se togliessi quei possessivi (che poi ce ne sono solo un paio molto vicini) cadrebbe tutto l'impianto metrico e quindi ritmo e musicalità e la perdita sarebbe maggiore rispetto al guadagno [SM=g8204] - almeno credo.

Non amo neppure io i possessivi, ma nelle composizioni in metrica è inevitabile che ce ne scappi qualcuno in più. Ma senza, gli endecasillabi si incepperebbero, io la ento così musicale=naturale come l'acqua che l'ha ispirata [SM=g8362]


Io, però, credo che il motivo per cui ci sono quei possessivi non sia tanto o soltanto quello fonico e ritmico, ma quello del dettato interiore, perché delineano e sottolineano proprio ciò di cui volevo che la poesia 'parlasse': non di un affetto possessivo
(ché mai ho inteso l'amore materno\filiale in questo senso), ma proprio di un avvicinamento di un io-figlia e un tu-madre avvertito tanto di più quanto più mi manca la sua figura, la sua presenza; un avvicinamento, quasi una fusione in spirito per tramite dell'acqua (acqua di un laghetto in cui sorge a 36°: Calidario), che quel giorno mi sembrava vitale e rassicurante come lo era stato il grembo materno.

E' facile (anche se non per tutti) spezzare il cordone ombelicale quando una madre è in vita, altrettanto grande è il desiderio di riannodarlo quando non c'è più, e credo che quei possessivi, inconsciamente, abbiano sottolineato questo mio sentire.


P.S.
Non ho capito perché hai evidenziato il resto.



Un [SM=g8322] anche da parte mia!

Ciao,
Rosanna
Versolibero
00martedì 2 agosto 2011 06:48
P.S.
comunque chi volesse suggerire una versione diversa può farlo tranquillamente, ma solo in endeca canonici [SM=g8320]
Francesca Coppola
00martedì 2 agosto 2011 11:48

perdonami Ros, il mio commento era incompleto, poichè avevo evidenziato non solo i possessivi ma anche i ti/mi e pronomi personali.
Mentre luce/ il più speciale lì trovavo abusati e non mi piacevano granchè.

Ho capito tutto ciò che hai detto e non voglio fornirti nessun'altra versione, specie in endecasillabi canonici. Io "sento" la poesia in maniera diversa e sempre in versi sciolti. Quindi, i pressupposti con cui entrambe ci avviciniamo ad essa e le conseguenti vedute saranno, ovviamente, diverse.


[SM=g8217]

Versolibero
00martedì 2 agosto 2011 15:03
Re:
Francesca Coppola, 02/08/2011 11.48:


Ho capito tutto ciò che hai detto e non voglio fornirti nessun'altra versione, specie in endecasillabi canonici. Io "sento" la poesia in maniera diversa e sempre in versi sciolti. Quindi, i pressupposti con cui entrambe ci avviciniamo ad essa e le conseguenti vedute saranno, ovviamente, diverse.



Per me non ci sono preclusioni aprioristiche né in un senso né nell'altro: tutto dipende da come nasce dentro di noi una poesia, con quale stile e ritmo, perciò continuo ad alternare prose poetiche in verso libero a poesie in endecaillabi sciolti.

Un'eventuare revisione poteva essere utile nel senso che ogni lettore avrebbe diverse opzioni su cui riflettere.

Da parte mia posso dire che ci sono in giro troppi componimenti che assomigliano troppo alla prosa, non basta mettere degli a capo a metà riga. Ma di ciò se ne potrebbe parlare per secoli, ovviamente ognuno resta con la propria visione, ...e meno male, altrimenti sai che noia [SM=g8228]


Un bacione [SM=g11405]
Ciao



Versolibero
00martedì 2 agosto 2011 18:08

Ecco, lo faccio io stessa con le soppressioni che farebbe Roberta; questo sarebbe il risultato:



acqua nell'acqua sempre mi sei mare
come quando di marzo navigavo
ancora nel tuo grembo

ed eri amore

prima che udissi chiara la voce
---------(quale voce, di chi? già è sottinteso "tu, madre")
ed io schiudessi gli occhi ----------------(sì,'nella luce' sarà sottinteso, ma enfatizza per me il concetto di venire alla luce, nascere finalmente nel mondo che posso iniziare a vedere)
quel giorno come tanti - ----------------- ('Il più speciale' non è da considerare una mia - banalissima - definizione, ma sta a ricordare che per lei un giorno qualunque ----------------------------------------------------------divenne speciale, equivale a enfatizzare la maternità e la nascita)

le braccia aperte
chiudo sul petto
con gesto lento a stringere più forte
------------------------ (a stringere chi, che cosa?)
per far(...) viva in ogni pensiero -------------------------------(idem)

dimmi che sei la carezza ---------------------------------------(quanto non cambia significato senza quel "proprio tu", che incide su qui-adesso-incredibilmente-?)
d'azzurro in cui hai fuso argento ed oro

mare nel petto senza mai bufere
dove resta una scia della vela
che seguo fino al punto di confine
in cui non si separa terra e cielo





a me, così sembra un aborto [SM=g11637] [SM=g8192] (musicalmente parlando), più che un rievocare la nascita. [SM=g8130]
Ora mi domando, lasciando perdere la mia, quante bellissime poesie non ci sono, piene di ripetizioni e possessivi o pronomi in una poeia dialogo tra un tu e un io?


Sentirei volentieri qualche altro parere.







Maredinotte
00martedì 2 agosto 2011 18:42
le soppressioni che farei io? [SM=g8192]
a dire il vero no, io non applicherei quelle soppressioni, poichè credo che ogni poesia debba avere un suo linguaggio e che quel linguaggio viene da dentro di noi. se tu, o chi per te, scrivesse sempre poesie piene di possessivi, allora mi sentirei di proporti di pensarci meglio prima e di eliminarne qualcuno lì dove lo sentissi stonato, ma per una persona che in una singola poesia ne usa tanti, io non direi nulla. perchè... prima di tutto perchè suppongo che già sappia che, a volte, i troppi aggettivi appesantiscono il testo ed in particolare perchè molti possono essere soppressi senza danno, e proprio per questo la sua scelta sia stata ponderata. e poi perchè non li trovo dannosi in questo specifico testo.
ogni poesia esce dal nostro dentro con una specifica musica, questa ha la sua dolce e cantilenante musica, questo è il suo ritmo, questa è una musica che osanna la nascita e il legame che esiste tra madre e figlio. ma soprattutto questo è il TUO suono interiore che io non potrei mai e poi mai cambiarlo al tuo posto.

certo posso dire che privilegio sonorità più spontanee, anche a discapito della metrica e che invece, leggendo le tue poesie, mi ritrovo davanti a suoni più o meno sempre uguali, che talvolta, per seguire l'endecasillabo, ti ritrovi a forzare il linguaggio, ma è ok, ad ognuno le sue scelte. d'altra parte anche i temi che affronti esigono quel tipo di metrica e quindi è giusto che tu la utilizzi.

in buona sostanza, anche io trovo che le soppressioni così fatte privino il testo di molte cose, dal ritmo al significato. Ma non credo che francesca te le abbia evidenziate per fartele togliere brutalmente, ma per fartele semplicemente notare, affinchè tu potessi, se lo ritenessi oppurtuno, modificare la struttura della frase come meglio credi.

fate le buone, mie girls, in mia assenza! [SM=g8228] [SM=g8322]
Francesca Coppola
00mercoledì 3 agosto 2011 11:57

se leggo, a ritroso, il mio primo commento non posso esimermi dal chiedermi cosa abbia scatenato in te questa reazione Ros. Infatti, come ha giustamente intuito Rob non mi pare di aver forzato alcuna modifica, evidenziando possessivi e pronomi e facendoti riflettere che qualcuno si poteva omettere. Lì finiva tutto.

Nel momento in cui mi hai fatto notare che ti cadeva l'impianto metrico, ho detto che allora non potevo aggiungere nulla visto che non mi accosto mai in poesia con la metrica sotto-mano e che ognuno di noi la sentiva in maniera diversa.

Allora mi viene da pensare che alcune cose alle quali siamo particolarmente legate, come credo in questo caso, non vadano pubblicate, perchè sono troppo intime, troppo "nostre".
Ho almeno una decina di testi che non ho pubblicato, perchè non sarei pronta a "metterle in gioco".
Questa è la spiegazione che riesco a darmi, perchè so che hai sempre accettato i diversi punti di vista, specie se come in questo caso, non erano votati ad un'amputazione radicale.

Versolibero
00sabato 6 agosto 2011 04:38
mi ero collegata con l'idea di spiegarmi meglio, ma sono troppo stanca.
Ci torno, promesso.
Intanto mi scuso sia con Roberta che con Francesca per il lapsus sullo scambio dei nomi [SM=g8228]
...non sarà il segno che io stria invecchiando? [SM=g8161]

A presto. [SM=g9495]
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