MATZICA: PROLOGO

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.Qoelet.
00domenica 27 luglio 2008 16:50
E’ universalmente noto nel Faerun, come Waterdeep sia riconosciuta essere forse il più vasto mercato del continente, dove è possibile acquistare od ottenere, tramite mezzi più o meno leciti, e sempre danaro permettendo, pressoché ogni sorta di mercanzia ed oggetto.
Nulla da stupirsi, dunque, se vi siete ritrovati in questa celebrata piazza per monetizzare od investire i guadagni delle vostre ultime imprese e, magari, trovare qualche lucrosa occasione di ingaggio.
E’ universalmente noto, altresì, come a Waterdeep i più influenti cittadini, i più ricchi e naturalmente anche i più spocchiosi e tronfi, siano gli appartenenti alla classe mercantile.
Nulla di insolito, dunque, che Erinti, una giovane dai capelli paglia ed il viso slavato,
abbia cercato, su mandato di uno di costoro, qualcuno in grado di soddisfare le necessità del proprio signore.
La paga ottima, il compito semplice: verificare sul campo la veridicità della riscoperta effettuata sulla carta dal finanziatore della spedizione, Lord Valdemort, di un antico santuario dedicato ad Illmater. Il sacrario dovrebbe sorgere, o meglio giacere, sotto ad un punto preciso delle prime periferie ovest della città, all’incirca nei pressi del teatro dell’ultimo infausto, devastante incendio che ha divorato molte baracche e gran parte delle vite dei pezzenti di ogni sorta e genere che le popolavano.
Per questo la cerca della giovane ha attirato, oltre alla vostra, anche l’attenzione di diversi bravi prezzolati e senza scrupoli.
Bravura e nomea, vi è piaciuto pensare, o più probabilmente la sorte ed il fatto che eravate i meno cenciosi e male in arnese tra coloro che si erano presentati, hanno guidato la scelta di Lord Valdemort, il quale, più preoccupato di premersi un fazzoletto di lino contro il vigoroso naso aquilino piuttosto che di parlare con i presenti, vi ha indicati ad Erinti con uno sbrigativo cenno della callosa mano inanellata.
Per ottenere la paga avreste dovuto accettare con voi, in qualità di guida e garante, data la sacralità del luogo che sareste andati ad esplorare, Falas, nobile amico del vostro committente, partecipe delle ricerche di Valdemort ed esperto di cose religiose, oltre che pio e devoto seguace della dea Pietosa.
Grazie a lui non avete durato troppo fatica ad individuare, presso le rovine annerite dal fuoco di un dormitorio, un accesso semi bloccato ad un corridoio digradante verso il sottosuolo.
Effettivamente le vestigia di quello che una volta doveva essere un luogo di culto sono parse aprirsi davanti a voi, mano a mano che discendevate i gradini e penetravate tra le volte e i corridoio regolari della non piccola struttura che veniva disvelandovisi gradualmente.
Non sono mancate le occasioni per guadagnarvi la giornata, soprattutto all’altezza del piano che custodiva il sancta sanctorum della dea: una fitta presenza di creature del sottosuolo vi ha sbarrato pervicacemente il passo, provenienti da una serie di cunicoli sprofondanti negli abissi. La presenza discreta di Falas si è fatta avvertire di tanto in tanto, ora per guidarvi, anticipandovi, ora per mettervi all’erta da improvvisi perigli.
Al momento di penetrare la cella del dio, solo ai più acuti tra voi è parso di scorgere, furtiva, un’ombra allontanarsi da essa. Vanificati, dalle incombenti minacce, gli sforzi per approfondire quella che per gli altri era solo una vaga sensazione, avete terminato di bonificare l’area ed avete provveduto ad ostruire la maggior parte dei cunicoli, per poi andare a riscuotere il dovuto.
La soddisfazione di Lord Valdemort è stata grande (anche se non quanto il rumore procurato dalla vostra scoperta) e, grazie al rendiconto lusinghiero della vostra guida, la ricompensa ancora più generosa.
Sir Falas Tanaris si è rivelato essere uno splendido anfitrione, dalla conversazione brillante ed affabile nei modi, oltre che generoso ospite nel suo piccolo palazzo cittadino. E’ presso la sua elegante magione waterdiveana, infatti, che vi ha mantenuto nelle settimane successive, mentre vi siete occupati di reperire informazioni per suo conto e di assicurarvi che le transazioni di Lord Valdemort, in molteplici circostanze, prendessero la giusta piega o non venissero disturbate.

Tramite Erinti, è ancora una volta a voi che il già potente ed ora ancora più celebrato scopritore del tempio della Afflitta Compassione, si è rivolto per rendere nuovamente agibile una sua tenuta di campagna, con i relativi annessi (piantagioni e colture e fattorie), attualmente frequentata da inquilini poco graditi ed alquanto molesti.
Le uniche clausole per ottenere il lauto pagamento, vi ha spiegato la ragazza, sarebbero state:
accettarla come guida ed osservatrice e riportare la testa di Karka, il caporione dei bricconi.
Lo avreste riconosciuto dalle dimensioni, dalla ferocia e, soprattutto, dalla puzza. Che si sarebbe trattato di un capo tribù troll con la sua cricca vi è stato riferito come ultimo dettaglio...
L’abilità di Erinti a passare pressoché inosservata anche durante le fasi più crude della spedizione non vi ha intralciato né giovato punto.
Il compito, a conti fatti, si è rivelato ancora più impegnativo di quanto aveste pur pensato, ma siete riusciti a riportare a casa la vostra pellaccia ed anche quella del gigante.
Di veramente notevole Karka aveva con sé solo due cose: un’ insolitamente consistente e quanto mai disomogenea ed improbabile compagnia di creature, aggregatesi ai membri della sua stessa tribù, ed un oggetto di forma sferica, pressoché cicatrizzato nella sua coscia sinistra.
Dalle dimensioni non molto estese, tanto da poter essere contenuta nel palmo dalla mano di un uomo adulto, essa presentava una consistenza gelatinosa ma estremamente compatta. La sua superficie, trasparente, si è rivelata essere molto resistente anche se piuttosto elastica. Il suo contenuto, di colore ocra scuro con un punto di luce blu piccolo ma nitido nel centro, somigliava a tessuto organico molle, rugoso e ripiegato molteplici volte su sé stesso.
La ricompensa di Valdemort è stata ancora più lauta del pattuito e l’ospitalità di sir Tanaris munifica oltre ogni dire, sebbene la sua compagnia, a causa dei frequenti viaggi d’affari, non sia stata tanto assidua quanto i suoi modi affabili la facciano desiderare.
I vostri tentativi di analizzare la sfera, condotti certo con discrezione, hanno fruttato a Gardenos, lo specialista interpellato alla bisogna, una discreta quantità d’oro per il suo silenzio, una decisa emicranea ed anche qualche informazione: diverse auree di abiurazione innervano l’oggetto ed una di esse è molto potente. La sfera è in grado di rimarginare le ferite, certo, ma anche di cancellare le maledizioni, pare… Sicuramente vi è dell’altro, però Gardenos non è riuscito a penetrare più in profondità i segreti dell’oggetto che gli avete sottoposto.
L’arcano sapiente si è offerto di comprarvela per una cospicua somma, ma chi tra voi porta l’oggetto ha rifiutato qualsiasi offerta.
Grazie alla compagnia di sir Falas Tanaris, ai suoi ricevimenti ed ai servizi resi al suo ben più influente amico e protettore, state iniziando ad essere ammessi ed invitati nei salotti ed alle frequentazioni bene della città. Il vostro nome ha iniziato, così, a prendere una consistenza distinta da quella amorfa della massa.
E’ proprio alla fine dell’ ultimo dei ritrovi mondani che Falas ha proposto nella sua dimora cittadina che avete fatto una brutta scoperta: non siete stati più in grado di trovare la sfera… Di certo non è andata smarrita, così come altrettanto certamente non la portate, o non più, almeno, indosso… Rubata! Non può esserci altra spiegazione razionale. Non vi sono segni di effrazione nelle vostre stanze, ed il piccolo parco che circonda il palazzo reca talmente tante impronte distinte, a causa del transito di convitati, che non vi risulta possibile distinguere alcuna pista da seguire. La magione stessa viene rivoltata da cima a fondo ma in nessun luogo v’è traccia di ciò che cercate. In compenso i servitori hanno rinvenuto nelle sale più ricoverate delle cantine, ove viene custodito il vino per le libagioni d’occasione, dentro ad una botte dal coperchio leggermente smosso, il cadavere, ignudo, di una delle guardie di palazzo, con la gola recisa e un piccolo foro da punteruolo nel petto, all’altezza del cuore…
Lo scorno è grande, così come la rabbia, ma maggiore è montata la collera del possessore della sfera, defraudato del “suo” bene, che di certo non si vuol dar per vinto.
Grazie alla serie di contatti e conoscenze sviluppate al servizio di Valdemort e di Falas ed ad una adeguata quantità d’oro, avete provato a battere l’ambiente a voi ben noto della ricettazione e siete riusciti a mettere sotto controllo i moli ed i magazzini, in cerca di movimenti e transazioni che scottino particolarmente.
Gardenos, per quante pressioni abbiate fatto e per quante informazioni su di lui abbiate raccolto, pare essere imperturbabile nel suo fermo diniego circa una eventuale implicazione nella faccenda.
La soffiata di Baldian, un nano che di mestiere fa lo scaricatore presso i moli, vi ha fatto venire a sapere che la Stella dell’Ovest, il brigantino postale che mensilmente fa la spola con le colonie d’oltreoceano, ha imbarcato, proprio prima di partire, un passeggero in eccesso rispetto alle proprie disponibilità di posti ed oltre i termini ultimi prescritti dal ferreo regolamento portuale.
Qualche giorno più tardi, inoltre, uno dei vostri poco economici amici vi ha comunicato che il corpo di un uomo è stato spiaggiato dalla corrente a pochi giorni di cammino a sud di Waterdeep. Tramite un giro di domande negli ambienti della capitaneria non vi è stato troppo difficile identificarlo: era l’ufficiale addetto agli imbarchi della Stella dell’Ovest. Anche lui presentava la gola tagliata ed un foro all’altezza del cuore.
Il mestiere del portuale è piuttosto faticoso e non scevro da rischi e pericoli. Chiedetelo a chiunque abbia lavorato presso i moli. Nulla di strano, dunque, che, talvolta, qualcuno di loro sia soggetto ad incidenti. Quante volte Tabais, il capo turno di notte del molo Intrepido, ha sollecitato la proprietà a controllare le condizioni del cordame e delle carrucole…! Quello che è rimasto di un giovane nano addetto allo scarico sotto ad una cassa di laterizi, è stato reso al mare pochi giorni fa con una sobria e sbrigativa cerimonia funebre.
Anche sir Tanaris, indignato dall’affronto subito durante l’ultimo ricevimento, si è mosso per identificare l’autore o gli autori del furto e presumibilmente anche dell’assassinio. La modalità dell’esecuzione, le sue conoscenze ed i suoi contatti sembrano aver portato ai membri di una piccola gilda di assassini e grassatori devoti a Bane che presta i propri servizi a nobili e danarosi, conosciuta a Waterdeep come La Nebbia Rossa.
Chi tra voi ha i maggiori contatti col fitto sottobosco dell’illegalità cittadina, tuttavia, qualche dubbio lo nutre, soprattutto per come sono stati eseguiti gli omicidi, simili ma non identici alla firma alla dei membri della Nebbia Rossa.
Quello che non vi serve, invece, è particolare arguzia per sapere, data la vostra familiarità con i modi di fare affari a Waterdeep, che in città non si osa tanto senza una rete di protezioni ed appoggi.
Il vostro è Falas, ed il suo è Lord Valdemort, che sir Tanaris ha provveduto a sollecitare affinché intervenisse nella vicenda.
Da diversi giorni, frattanto, i pur vasti moli cittadini si stanno animando di un insolito traffico, gli arsenali sono in fermento, i depositi vanno riempiendosi di granaglie, vettovagliamenti ed armi e corazze. Alla fonda nella baia ed attraccati ai moli stanno ora, nella loro imponente, impressionante maestosa stazza, una quantità di galeoni con le loro murate scure di pece, minacciose ed irraggiungibili e i loro lucidi ponti di legno affollati dai grovigli serpiformi del sartiame che come liane s’arrampicano vertiginose sugli alberi, selva scheletrica e fitta, per correre sotto ai rami robusti, gravidi di vele inespresse, ad imbrigliarle con le proprie spire di canapa.
Lord Valdemort è apparso estremamente convinto del coinvolgimento della Nebbia Rossa nei delitti che si sono consumati nella magione del suo protetto e sembra decisamente intenzionato a
condurre un’offensiva radicale nei confronti della gilda. Le sue iniziative pubbliche principali sono state diverse, tra le quali i cittadini di Waterdeep ricorderanno, più con ironia e sollazzo che con celato timore: la gogna in pubblica piazza di alcuni ladruncoli sorpresi in dei magazzini di sua proprietà e fatti passare per membri della congregazione; il pogrom “spontaneo” esploso a danno di alcuni mercanti noti per essere in odore di ricettazione ed operanti nel quartiere dove a quanto si dice, avrebbe sede la gilda; ed infine, l’istituzione della Pattuglia dei Volenterosi, una ronda armata, costituita su base volontaria, da zelanti cittadini devoti di Helm.
Il ritrovamento fuori città dei corpi di alcuni sospetti membri della Nebbia Rossa, invece, lo avete addebitato all’iniziativa privata del vostro protettore, il quale pare sia intenzionato a braccare l’autore del furto e degli assassini anche oltre oceano, giacché vi risulta dia per scontato che l’imbarcato fuori programma sulla Stella dell’Ovest appartenga alla gilda.

“I sei sono preoccupati…” vi saluta Lord Valdemort, accogliendovi di persona, , per la prima volta nel suo fastoso palazzo nel centro politico della città. “Da qualche tempo”, vi dice con la sua voce calda e profonda, anticipandovi in una stanza del pian terreno, non grande ma accogliente ed arredata con gusto e finezza orientali, “i convogli che provengono dall’Ovest sono sempre meno forieri dei preziosi frutti di quelle terre e sempre più latori di notizie poco rassicuranti”. Un cenno della sua mano inanellata ed un servitore in livrea s’appressa recando, su di un vassoio d’argento e cristallo, alcuni calici ed una brocca. “Ma prego, amici miei, gradiate un po’ di vino… E’ juilt, mi direte se incontra il vostro gusto…”. Il dolce nettare ha un sapore decisamente inebriante e le parole del padrone di casa fluttuano leggere nelle vostre menti nonostante la gravità della sua espressione. “L’ultimo dispaccio recato dalla Stella dell’Ovest ha dato l’ulteriore conferma della necessità di un sostegno della madrepatria al protettorato di Lungacque. Pare che alcune tribù di umanoidi abbiano abbandonato i loro territori ed ora siano in movimento, con grave nocumento per le culture e l’integrità dei luoghi attraversati. Sembra che Palenqe, il nostro principale riferimento commerciale fuori dal protettorato, stia subendo la loro pressione, per non parlare delle conseguenze che queste transumanze hanno avuto sugli indigeni…”, dice, reprimendo a stento un moto di disgusto del volto “Quelle bestie sono più riottose di un mulo, ed ogni pretesto è buono per creare dei problemi...”. Dopo una breve pausa, necessaria per sorbire un po’ del prezioso vino, il vostro anfitrione continua: “Bene, amici miei, vi ho invitato in questo luogo e confidato queste informazioni, che son certo serberete con la dovuta discrezione, per chiedervi un favore… Già conoscete la mia gratitudine, ma confido che questa volta la saprete trovare ancor più soddisfacente…”. Ciò detto posa il calice sul basso tavolino in tek e radica con intarsi in madreperla e fissa attentamente i suoi piccoli, vispi occhi castani nei vostri. “Vi propongo”, aggiunge dopo una lunga pausa “di recarvi su Matzica, le terre oltre l’oceano senza tracce, per mettere il Lord Protettore Generale delle nostre colonie nelle condizioni di far fronte agli accordi commerciali che intercorrono tra le due sponde del vasto mare. Questo significa risolvergli una serie di fastidiosi problemi, di natura in parte simile a quelli che avete composto per mio conto, con l’efficienza e la discrezione che vi conosco. In aggiunta, ed in subordine, vi prego di individuare e neutralizzare l’appartenente a quella gilda di volgari assassini, avendo peraltro cura di eradicare eventuali diramazioni della confraternita che doveste accertare una volta giunti nelle colonie”. Ciò detto si raddrizza nuovamente sullo schienale della preziosa sedia sulla quale è appoggiato ed analizza, in silenzio e per un breve istante, i vostri volti. Con un cenno della mano interrompe sul nascere i vostri interventi ed aggiunge: “Inutile dire che lo considererò un favore personale. Naturalmente, vi metterò nelle condizioni di operare con dignità e senza angustie economiche: vostro sarà il titolo nobiliare di cavaliere terriero, un appannaggio di 10.000 corone, immediatamente esigibile, ed il diritto di proprietà della mia tenuta d’oltreoceano di Pietranera, con tutti i suoi annessi e le sue rendite. Grazie a ciò, vi sarà riconosciuto il titolo di sir, che conserverete anche nella madrepatria”.
“Bene, non voglio risposte ora, pensateci su. La flotta oramai è pronta per salpare e gli armigeri si stanno imbarcando. Domattina salperà alla volta di Matzica, destinazione Lungacque, la capitale del Protettorato. Confido che il Commodoro Uolë Kǔvior vi troverà all’imbarco della sua nave, l’Artiglio”.

Ciò detto, con cortesia, un servitore in livrea vi scorta educatamente all’ingresso, facendovi intendere come il colloquio sia terminato.

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